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"cactus... cactus c'erano" disse Jack sfregandosi il mento, cercando di ricordare cosa c'era nelle montagne polverose, a quella affermazione Leo scriveva su un pezzo di pergamena. Uno dei loro compiti era quello di scrivere la flora e la fauna del posto per ottenere qualche moneta in piu, era notte erano nella biblioteca, Leo e Jack erano seduti uno di fronte all'altro. Leo aveva una penna d'oca in una mano e stava scrivendo, jack era di fronte a lui e stava giocando con un tagliacarte, "domani mattina dobbiamo aprire un nuovo portale" disse leo continuando a scrivere "e dovevi chiamarmi per dirmi questa cosa?" Chiese Jack "si perché di quello non sappiamo nulla, non è come le montagne polverose" Leo smise di scrivere e posò la penna d'oca, e incrociò le dita delle mani "capiterà quello che capiterà" proclamò Jack alzando le braccia e alzandosi "Aproposito come va con la tua consorte?" Chiese Leo con un sorriso "consorte?" Chiese jack dubbioso "con la ragazza che stai molestando, insidiando senza pietà " disse ridacchiando "ma vaffanculo cuore di ghiaccio" rispose Jack ridacchiando ed uscendo dalla stanza. Era vero una delle più grandi differenze tra Jack e Leonardo
avevano una maniera,pensiero totalmente diverso, se Jack era caldo Leo era freddo, se Jack in combattimento come nella vita era impetuoso come un'esplosione, Leo era freddo e paziente come un ghiacciaio. Leonardo era ancora nella stanza stravaccato sulla sua sedia, si alzò causando il lamento della sedia e camminò in direzione della biblioteca. La storia di Asteris-di jonh Miller, Il grande grimorio della virtù assoluta- di jonh Miller, Il bestiario dell'ignoto-di Jonh Miller ,Leo guardò tutti gli altri libri, tutti era firmati da Jonh Miller. Prese il grimorio e cominciò a sfogliarlo spargendo dappertutto granelli e granelli di polvere.
La parola di Ktarus: questo incantesimo concentra o trasporta tutto il calore desiderato sul punto desiderato per poi rilasciarlo in un'ondata di fuoco (più ci si concentra più è forte e controllato) per i principianti è meglio cominciare tenendosi vicino un rubino di colore rosso.
Leo prese li vicino uno dei rubini presi dagli orchi e se lo mise in tasca, allungò il braccio destro nel vuoto e aprì la mano "Deus omnipotens det ignem" formulò Leo causando vicino alla sua mano qualche debole scintilla, questa volta con la mano sinistra strinse il suo polso destro "Deus omnipotens det ignem" disse con più forza , questa volta creò una piccola piccolissima sfera,era composta da scintille come quelle della miccia di un petardo, ma era ferma e continuava a tenersi viva. Leo strinse ancora di più il polso, corrugando si la fronte cercando di concentrarsi, strinse i denti e....la scintilla si spense come candeline su una torta. Leo respirò a fatica gli faceva male la mano,"ho fatto le stesse cose che dice il libro che altro devo fare?" ,Ma si rese conto che si stava agitando troppo, fece un respiro profondo e sospirò dalla bocca, riallungò il braccio destro con la mano sinistra a stringere il polso "Deus omnipotens det ignem" formulò questa volta con più calma. Le dita cominciarono a illuminarsi ,rilasciando delle aure scarlatte, crearono una piccola nuvola di fumo rossa. Leo strinse di più il polso e questa volta il fumo scomparve facendo comparire fuoco, era una palla di fuoco grande come un cavolo. Leo la guardò con orgoglio,guardava le fiamme danzare tra le sue dita come ballerine di fuoco in una stanza di ballo che erano le sue mani, una fiammella salta fa un piccolo balzo per poi ritornare al suo posto, c'è ne erano tante che facevano così, Leo non stava in quel momento guardando un'arma ma bensì un'opera d'arte qualcosa che nessun pittore o scultore avrebbe potuto replicare, era come se avesse il sole nelle sue mani. Pianse un po' per il calore che emetteva la magia ,sia per la magia spirituale che creava, era come stesse per tenere in mano un feto ,un bambino. "Dei del cielo" la magia di colpo si interruppe,la sfera di fuoco si spense in un soffio, la stanza si incupì di colpo, leonardo aveva le mani doloranti come se avesse tenuto un macigno per un'ora intera. Leo guardò da dove processo la voce era Elise davanti la porta. Aveva un'espressione incantata " sei stato tu?" Chiese "no ho preso una palla l'ho ricoperta d'olio, mi sono messo dei guanti e l'ho incendiata" disse sarcasticamente Leonardo visibilmente frustrato massaggiandosi le braccia dolorante, "l'hai letto nel grimorio?" chiese lei, lui annuì mostrandole il capitolo " mi insegni?" Chiese lei, toccando il grimorio "no" disse secco Leonardo per poi uscire dalla stanza. "Quella ragazza è un problema è qui per
spiarci" pensò buttandosi sul letto mezzo rotto, si addormentò subito.
I due ragazzi si svegliarono alle 9 "non mi avevi detto che lei era da tenere lontano?" Esordí Jack incrociando le braccia e inarcando il sopracciglio, "e non potevi dirmelo a colazione, invece di stare e fissarmi come un babbuino?" chiese a sua volta leonardo riempendo di frecce la sua faretra "te lo chiedo ora"continuò "si....non dobbiamo fidarci " rispose " e allora perché voi due ieri sera avete fatto tardi? Dopo aver mappato le isole sei rimasto sveglio per due ore, mi puoi dire che hai fatto con queste due ore?" Continuò jack , a quel punto Leo si legò la faretra e l'arco sulla schiena, allungò il braccio aprì la mano,recitò la formula e dal palmo di Leonardo ci fù una piccola esplosione che fece nascere una fiamma,era leggermente sospesa per aria ed era piccolina ma ottenne l'effetto desiderato, Leonardo la spense non appena vide il viso stupefatto del suo collega. "Non ho fatto nulla, stavo solamente facendo pratica con la magia" borbottò "che poi non è neanche il mio tipo" ,a quella affermazione Jack ridacchiò "non prendermi in giro che te la mangi con gli occhi" Leo storse il naso " quelli che la sta molestando sei tu non io, io mi faccio beatamente e serenamente i cazzi miei" sbeffeggiò "ma vai fare in culo" . Leo prese per la manica Jack e si teletrasportarono nell'isola del tempio di Reyes "dobbiamo trovargli un nome " la sabbia rigavano le suole dei loro stivali. Il portone era di basalto intagliato e lucidato con cura e sul centro c'era inciso il disegno di un'essere bizzarro. Umanoide con braccia sproporzionate al resto del corpo,al contrario il bacino era magro molto più sottile,un viso scavato totalmente privo di naso occhi o bocca, aveva sulle spalle 4 strane ali che sembravano più tentacoli, il portone si aprì e né uscì fuori una donna, sarà stata poco più grande dei due ragazzi aveva gli occhi blu mare,capelli che gli arrivavano a mala pena alle spalle ma questo gli fece risaltare il viso ,era vestito con una tunica blu con delle striscie azzurro elettrico. "Siamo qui per il portale" a quella frase la donna si girò e accompagnò i due eroi in una stanza,la porta era di legno marcio ma Totalmente funzionante,lei la aprì e mostrò una piccola Stanza priva di finestre, ma illuminata delle torce "cercate di non morirmi qui".
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