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Erano arrivati al giorno del processo. Leo era seduto sul tavolo dei processati con Marco al suo fianco. Ci saranno state almeno un migliaio di persone al processo. Jack era nervoso, teneva la spada legata alla cintola, temeva che il processo andasse male e che dovesse prendersi di spalle suo fratello e scappare. Eppure nonostante la grande paura che stava provando in quel momento, Leo era tranquillo. Era seduto a tamburellare il tavolo impaziente scocciato di tutto quello che stava dicendo. Jack sapeva che aveva un'idea ma non sapeva quale stava adottando. Lo stavano accusando di un sacco di nefandezze: omicidio, cospirazione, corruzione, colpo di stato, minaccia a pubblico ufficiale. Tutte cose vere, ma che non avevano mai detto a nessuno. Elyse e Klaryssa con c'erano durante il processo, erano completamente scomparse dalle isole. Ma a Jack in quel mondo non gli importava, desiderava solo che le accuse venissero smontate.
"L'imputato è accusato a morte" disse il giudice.
Jack fece per estrarre la spada ma Leo lo fermò con lo sguardo. Si alzò e disse le sue ultime parole. Ma non rivolte al giudice, ma alla gente presente lì. "10 anni...per dieci anni lo non hanno fatto niente e sono tanto più vecchi di me,si sono limitati a spremervi come limoni mentre voi vi siete ammazzati per il cibo...io e mio fratello vi avevamo chiesto solamente se potevamo solo il nostro lavoro...questa è la giustizia signori e signore" disse battendo le mani ironico. Quasi tutta la giuria cominciò a borbottare contro il giudice, il padre di Leo e quello di Jack. C'era anche Gabriel Reyes. Delle guardie presero Leo e lo portarono via.
Ore dopo
"Perché mi hai fermato? Potevo uccidere le guardie e scappare" gli urlò da dietro la gabbia. "Perdendo la fiducia nel popolo? Neanche per sogno...sapevo che sarebbe accaduto tutto ciò...dopo aver ottenuto una discreta forza militante sapevo ci avrebbero tolto il potere". Jack diede un pugno al muro creando una crepa. "Cosa proponi di fare? Vuoi farti uccidere? Sappi se lo fai...ucciderò tutto l'esercito e lo stato" disse Jack guardandolo austero. "Si...so che lo farai e sarebbe molto divertente vederti, non sarà necessario ho un piano e Gabriel è d'accordo". Jack alzò un sopracciglio. "Per favore la prossima volta dimmi i tuoi piani, odio i tuoi segreti" brontolò esausto. "Hai ragione ma serviva che tu sembrasse assolutamente arrabbiato al processo". Leo tirò fuori un pezzo di pergamena e la porse all'amico. "Mettila nella casella postale del parlamento e saremo liberi". Jack la prese non fare domande...non si voleva privare della sorpresa.
Padre di Jack
Era a cena a casa di Viktor per festeggiare la sgominata dei Cavalieri dei portali. Avevano servito carne di maiale e pollo. Ma lui non mangiava nulla, non riusciva a mangiare con la consapevolezza di aver ucciso il fratello di suo figlio, e di non aver fatto nulla per impedirlo. Neanche Viktor non mangiava ma era compiaciuto. Era sorpreso dalla sua freddezza. "Come fa a essere così felice è un mistero". Dopo varie ore finita la carne, alzarono i calici un'aria ricolmi di vino. "Grazie Cavalieri dei Portali" . Detto quello sputarono ripudiando quel nome. Li avevano sempre controllati e prima che potessero ottenere più potere di quello che avevano, gliela avevano tolto tutto. Si vergognava al non averglielo detto. Eppure si era sorpreso che non avessero reagito. La festa fu interrotta dal garzone con un pezzo di pergamena un mano. "Signore c'è una lettera per voi" urlò. "Eh ascoltiamola" urlò un politico ubriaco. Il garzone la aprì, non c'era scritto niente, ma emise un fischio che spaccava i timpani, dopo un po' smise...e a quel punto scoppiò l'inverno.
Tre giorni dopo
I senatori dopo l'imprigionamento di un cavaliere del portale a causa di una maledizione sono stati trasformati in wendigo,
Leo stava leggendo il giornale, era con Jack nel campo d'addestramento con tutte le reclute. "Questa volta il mio difetto è stata la mancanza di fantasia" disse Jack. "Non credevo saresti arrivato a tanto". Leo arrotolò il giornale. "I messia della terra vengono imprigionati e subito dopo gli avidi imprigionatori si trasformano in fammelo demoni affamati...niente male come storia" rispose sorridendo. "E poi tuo padre li ha abbattuti tutti col martello...no?" . "E se avesse mangiato anche lui la carne?" "Non lo avrebbe mai fatto....ora Gabriel è l'ultimo senatore, metterà nuova gente piegabile, l'esercito l'ho centralizzato per proteggere la popolazione, non mi piace l'idea che arrivi altra gente a guardare i nostri cazzi"
A quella affermazione Jack rise. Un lampo di luce nella piattaforma del portale, era il padre di Jack, con martello in mano e l'armatura addosso. Guardava Leo con sguardo feroce e si avvicinava minaccioso. In risposta a quello sguardo Leo barcollò all'indietro, intimorito. "Oh merda, me ne ero dimenticato" penso. Quando ormai erano a pochi metri di distanza Jack si sovrappose tra loro due. Il padre lo guardò accigliato. "Pensaci Jack è un assassino, ha ucciso uno della sua gente" disse austero. Mikela e Marco si avvicinarono a spalleggiare il loro maestro. "Abbiamo partecipato tutti e tre". Il padre si allontanò stringendo il martello. I guanti di Jack erano incandescenti. Subito dopo tutte le reclute e i soldati si avvicinarono a loro, con l'intento di proteggere il ragazzino goffo e debole che era quasi un'anno fa. Leo si rialzô riottenuto il coraggio e andò davanti al padrino. "Stavano per uccidermi e non hai fatto nulla, la razza umana è morta e non hai fatto nulla, stavi imponendo a tutti l'ignoranza e non hai fatto nulla...ora puoi continuare a farlo, comandiamo noi ora"
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