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Si svegliarono di prima mattina all'alba, Leonardo era sveglio , tutt'altro Jack che sembrava un cadavere che cammina,con un'occhio chiuso e l'altro aperto, Leonardo gli diede un leggero schiaffo nell'orecchio, Jack bofonchiò infastidito "come faccio a farti da guardia del corpo se mi rendo sordo" borbottò pulendosi l'orecchio. Leo ignorò le sue lamentele e gli prese il braccio "pronto? " Chiese guardandolo, jack annui, Leo chiuse gli occhi "domin dominus det mihis clementemus noxtrum intuitarum" una luce blu azzurro elettrico avvolge entrambi, all'inizio era come una nebbia ma poi rendendo dello stesso colore la loro pelle. Nel giro di un secondo entrambi si ritrovarono su una piattaforma, alta 1 m di marmo e basalto intagliato, al centro della struttura c'era il simbolo di un pentagono, quel pentagono era illuminato come se emanasse luce propria, e a contrasto con la fredda pietra dava un'alone mistico. Leonardo e jack non appena arrivati caddero a terra in preda alla nausea, jack era sdraiato sulla struttura, sembrava una tartaruga capovolta con lo spesso zaino che portava dietro, Leo invece era inginocchiato con il viso rosso mentre si teneva lo stomaco come se lo avessero accoltellato, vomitò, tra di due era lui quello più delicato. Jack si riprese e aiuto Leo a rimettersi in piedi "è perché ci siamo teletrasportati?" Chiese Jack tenendogli il braccio per sostenerlo "si....avrei voluto non fare colazione...come te" ,Jack non faceva mai colazione e mai nessun'altra volta ha ringraziato gli dei di non averla fatta. Jack gli lasciò il braccio vedendo che si era ripreso e cominciarono a camminare in direzione della città, entrarono e Jack gli si illuminarono gli occhi, solamente due volte nella sua vita avrà vista quella città, la strada era un grande corridoio, con molti negozi,fabbri o artigiani , ce ne erano così tanti che Jack non si stupí del fatto che nessuno volesse più colonizzare le altre terre. Leo fece strada come se sapesse già dovesse andare, alla fine di quell'enorme corridoio c'era un palazzo, un piccolo castello alto dieci metri aperto col ponte elevatoio che delinea il piccolo fiume di intermezzo aperto con dei manichini umani con delle armi e armature che avrebbero dovuto fare da guardia. "Siamo messi male" borbottò Leonardo camminando sul ponte di legno marcio, gli scricchiolii davano la vaga preoccupazione a Jack che si potesse spezzare, i due ragazzi arrivarono dentro il castello e davanti ci fu un'uomo seduto sopra una scrivania intento a compilare vari documenti e a metterci il sigillo, era un'uomo anziano con la calotta colore pelle e la barba bianca era come se loro non esistessero. Dopo un minuto di silenzio Leonardo tossí rumorosamente, facendo pigramente alzare la testa dell'uomo "se volete un permesso ufficiale, scrivete un rotolo di pergamena e mettetelo sulla posta,prima o poi lo leggerò" disse riabbassando il volto e continuando a scrivere. "In realtà vorremmo accedere al portale" l'uomo si fermò ,come se l'avessero appena colpito sull'orgoglio, con la mano destra frugò nella sua scrivania e prese due documenti, i documenti avevano un'odore di vecchio,come se non venisse utilizzato da molto tempo. "Cos'è?" Chiese Jack , "un'osenoro a qualsiasi tipo di accusa per le vostre famiglie in caso di morte" Leo guardò Jack e poi scrutò il documento "c'è anche scritto che gran parte del bottino o del guadagno Ve lo prendete voi" disse puntando un punto nel pezzo di carta, "onestamente mi sa che nessuno otterrà qualcosa" disse con amarezza, borbottando qualcosa leonardo firmò e a malincuore anche Jack. "Non per disturbare ma c'è una spada nell'Armeria che possiamo temporaneamente utilizzare?" Non prestando attenzione l'uomo indicò non dandogli mezzo sguardo un baule, Jack ci andò e lo apri, trovò una spada , un'ascia, una stella del mattino,e un tira pugni. Prese istantaneamente la spada, era una spada di rame lunga ,tutto sommato ben curata , ma a causa dell'affilatura era poco meglio di una spada di legno. Jack non si lamentò, chiesero dove fosse il portale , aveva detto che era letteralmente dietro di lui. Dietro all'uomo c'era un muro che si poteva oltrepassare ai lati , loro si incamminarono ,e videro....., qualcosa di meraviglioso, il portale era un'enorme porta alta 3 m e larga 1.5 il materiale era così raffinato e delicato che pareva essere forgiato dagli dèi, sembrava basalto ma su di esso c'erano incise rune che si illuminavano di colori azzurro elettrico,come se un serpente luminescente danzasse su di esso. La porta in sé sembrava fatta d'acqua, ma era sospesa in aria incollata ai bordi creando quel meraviglioso passaggio, era trasparente ma si potevano vedere delle macchioline giallo deserto al suo interno. Non c'è dubbio quel portale era reale qualcosa creato dagli dèi stessi qualcosa che va oltre ogni immaginazione, leonardo e jack erano ammaliati davanti a tanta meraviglia, si risvegliarono dall'loro sognare ad occhi aperti, jack strinse la sua spada , Leo controllava il suo zaino, l'arco e le frecce. Scattarono e saltarono dentro il portale quasi si lanciarono e , inciamparono cadendo a faccia a terra su una distesa di sabbia, Jack si rialzò spuntando e massaggiandosi i polpacci con una leggera smorfia di dolore negli occhi, erano nella stessa piattaforma di atterraggio che hanno trovato nella capitale una identica, Leo invece si guardò attorno sempre da terra e aveva lo sguardo di un'uomo che ha trovato l'amore della sua vita, era un'isola grande come quella di casa ma era un deserto, sabbia,cactus ne era pieno ,ma una cosa attirò la loro attenzione c'era un'accampamento o meglio una arena un'enorme buco c'era sull'isola. Jack e Leo si nascosero dietro un cactus facendo accuratamente attenzione al non pungersi con le spine, guardarono attentamente e sembravano esserci delle persone si bordi dell'arena "ma ci sono persone?" Chiese Leo "e io che ne sò" si tolsero dall'loro nascondiglio e si avvicinarono lentamente verso l'arena tenendo gli occhi puntati sulle "persone". Più si avvicinano più quelle persone si stavano deformando, il colore della loro pelle diventava nero con delle sfumature verdastre, il loro corpo muscoloso con un'estensione alla colonna vertebrale non normale, e cosa più spaventosa erano i loro occhi, Jack e Leonardo erano a dieci metri di distanza ma i loro occhi erano rossi incandescenti e sembravano illuminarsi ogni volta che fecero un passo, non c'era alcun dubbio erano orchi. I due si fiondarono per terra, sdraiati a pancia in giù, Leo aveva tirato fuori una freccia e l'aveva già messa sulla corda, "tre sei nove ... c'è ne sono dodici " disse Leonardo stringendo i denti, Jack si guardava attorno per capire cosa fare "io avrei solo 9 frecce, gli altri  li lascio a te?" Chiese Leo quasi con ironia, "ma riesci a colpirli tutti in testa" chiese Jack insicuro della capacità dell'amico " si...se non ci sono colpi di vento mentre è in aria" borbottò "meglio di no, proviamo ad avvicinarci" . Il due cominciarono a strisciare, cercando in tutte le maniere di non farsi sentire, più si avvicinano e più il rumore di quei mostri aumentava, stavano gridando parole incomprensibili, mentre i due nell'arena stavano facendo una lotta all'ultimo sangue con le clave, finché uno ruppe la testa all'altro, il sangue schizzò d'appertutto mentre il corpo cadeva per terra come un sacco di patate , gli orchi erano in delirio mentre si riempivano il bicchiere in un'enorme calderone pieno di una sostanza nera. "Ok siamo abbastanza vicini posso ucciderli" disse Leo incoccando la freccia "fermo "lo fermò Jack, il suo collega non capiva, jack puntò sul barile "quello è grog, se abbiamo fuoco possiamo farlo esplodere" Leo guardò prima il barile e poi Jack "ottima idea" disse frugando nella suo zaino e tirando fuori un pezzo di carbone, Jack non capiva "che vuoi fare? Non usiamo un legnetto". Leo conficcò il pezzo di carbone sulla punta della freccia e poi strinse con la mano il pezzo di carbone " Nastur" formulò e poco dico il prezzo di carbone prese fuoco, Jack lo guardò sorpreso "ok non mi devo fare domande" Leo prese la mira "non sbagliare" sussurrò "non succederà " un secondo dopo...... scoccò la freccia, la freccia volo per tre secondi in aria finché non cadde a terra. Ci fù un'esplosione un'enorme esplosione, c'era soffocata le urla degli orchi in preda al dolore, Leo e jack sussultarono "per un'eterno secondo ho visto la morte in faccia" disse senza fiato quest'ultimo. Si alzarono e si diressero nell'arena ,con le armi in pugno, c'erano cadaveri bruciacchiati  d'appertutto "accoltellali per sicurezza" disse  Leo impaurito ,Jack lo guardò male "io li ho fatti esplodere tu dai il colpo di grazia" continuò. Jack ne trovò uno e caricando il colpo  affondò la spada sul suo petto , nessun segno  e un'altro nessun segno, e un'altro ancora , nessun segno continuarono così altre cinque volte. Jack stava per affondare la sua spada sull'ultimo ma prima che potesse fare qualsiasi cosa, l'orco con un gesto fulmineo prese la clava e fece cadere Jack colpendolo dietro le ginocchia, Leo cacciò un'urlò e saltò all'indietro  gemette dal dolore e rotolo all'indietro, l'orco ruggiva, già l'orco di per sé era orribile con le bruciature e la mascella a pendolini grondante di sangue aveva un'aspetto raccapricciante. Alzò la clava pronto a colpire , ma Leo scoccò una freccia sul polso facendogli cadere la clava , Jack allora ne approfittò mulinellando la sua spada dall'alto verso il basso contro l'orco, la spada trapassa il corpo dell'orco che cadde a terra,dando un'ultimo e debole respiro, una pozzanghera di sangue si espandeva ,mentre jack e Leo riprendevano fiato

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