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Leonardo dopo il suo mutamento cambiò il suo equipaggiamento, tenne le fondine con le balestre, poi prese una fondina dove tenere dei coltelli da lancio, poi un'altra fondina dove tenere dei fili in lamina d'acciaio, in quel momento erano tornati a Lorian e stavamo cercando il portale per continuare l'avanzata della conquista. Trovarono il portale dentro la cattedrale, dove c'erano tutti quegli Orchi era proprio sopra a un piedistallo inalzandolo come se fosse un'oggetto sacro, come se desiderassero che si aprisse per scappare dalla morte ma non accadde mai. Una cosa però faceva pensare Leo...gli Orchi come sono arrivati nelle isole? prima c'erano gli umani e non potevano usare i portali perchè erano tutti chiusi, neanche il teletrasporto perchè per averlo è necessario attivare il portale come una porta, quindi come sono riusciti ad arrivare? Possono ritornare? Se le sue teorie sono vere allora tutto il loro lavoro attuale potrebbe essere vanificato "devo trovare una soluzione" pensò leo. Varcarono il portale si ritrovarono in un'isola verde lussureggiante, era un'isola grande almeno 500x450 m, la cosa che saltava all'occhio era il castello che c'era, non era fiero e orgoglioso come il loro quartier generale ma era particolarmente modesto, ma una cosa che saltava all'occhio dei due cavalieri era l'enorme globo, sopra il castello che ondeggiava sopra il castello, aveva un'aura mistica rilasciava una nebbiolina azzurro elettrico come la magia utilizzata per il portale, jack e leo camminarono verso il castello verso l'entrata, Jack cominciò a bussare ritmicamente "oii c'è qualcuno?" dopo un numero di tipo cinquanta bussate, Jack sospirò si allontanò un secondo e diede un calcio alla porta sfondandola, "AVANTI!" disse ironico leo, entrarono dentro il castello, era trascurato impolverato con ragnatele d'appertutto, a quella vista i due cavalieri rimasero un po' disgustati ma cominciarono a proseguire sempre di più, proseguirono finchè non raggiunsero la stanza che aveva tutto l'aspetto di una libreria, c'era uno scheletro su una poltrona, a quella vista Jack tossì per il lerciume presente nella stanza e leo strinse le labbra alla vista del corpo, "deve essere vissuto in pace"disse leo "cosa te lo fa pensare?" "Non ci sono orchi, il castello è impolverato ma è morto semplicemente di vecchiaia" rispose leo guardando meglio cosa teneva in mano, aveva in mano un libro con pezzi di pergamena tra le pagine, Leo glielo prese con delicatezza e cominciò a sfogliarlo, Jack lo guardò con lui. Era un'enorme enciclopedia di strutture e modi per utilizzare L'Hycthum, l'ex proprietario del castello doveva essere per forza uno stregone o un'ingegnere magico, Leo chiuse il libro e lo passò al suo collega "ce lo portiamo a casa, tu intanto vedi se c'è qualcosa di utile quì" borbottò leo, prima di salire le scale "che fai? in terrazza non c'è nulla " "no c'è il cubo gigante" a quella risposta leonardo ormai davanti all'oggetto cominciò a esaminarlo, era una piattaforma simile a quella di atterraggio con sopra quel cubo magico, era avvolto da un'aura magica blu ma leo non capiva cosa servisse nello specifico quella struttura, cominciò a tastarla era fatto in basalto con della pietra runica e poi tutto quello che sapeva era che di sicuro era aiutato dall'Hycthum.
Tornarono a casa senza ancora fare rapporto, se avessero fatto rapporto di sicuro gli avrebbero sequestrato il libro ed era troppo importante ma allo stesso tempo dovevano consegnarlo per avere l'aiuto dal governo per la protezione e per i finanziamenti, Leo era tornato nel suo laboratorio e prese il manoscritto e poi prese un'altro libro con lo stesso spessore, numero di pagine insomma una copia esteticamente uguale, prese una pietra blu e la mise in mezzo tra i due libri " exemplum" formulò, la pietra si illuminò lampeggiò tre volte e poi si spense, leonardo cominciò a sfogliare il libro e vide soddisfatto che c' era trascritto e disegnato tutto quello che c'era nell'altro, prese la copia che aveva creato uscì dal suo laboratorio "Elyse" chiamò la sua assistente, Elyse arrivò e prese in mano il libro con sopra un documento "abbiamo scoperto una nuova isola questo è il rapporto e quello che abbiamo trovato di interessante" lei annuì e si diresse nella piattaforma da lancio mentre leo tornava nel suo laboratorio.
Jack pov
Giacomo si rese conto di una cosa, non avevano trovato il portale, avevano cercato in lungo e in largo del castello e non lo avevano trovato, questa cosa a primo impatto può sembrare unca cosa da poco ma in realtà è una tragedia, se non ci sono più portali vuoldire che non possiamo più continuare la colonizzazione, e non siamo neanche a un quarto del pianeta, ci sono in tutto nel mondo 500 portali, finora ne avevano trovati solamente venti escludendo le terre senza portali , ma se i portali sono finiti nella loro zona allora non possono più proseguire a meno che non venga creato qualcosa per volare, ma i portali sono lontani centinaia di chilometri tra un'isola e l'altra e fare un viaggio in volo, consumerebbe numerose risorse per il carburante e per il cibo.
"la nostra avventura è finita" furono le parole che Jack rivolse a Leonardo che spaventato spiegò al suo collega il dettaglio che gli era sfuggito, Leo strinse le labbra quando finì di parlare, "credo proprio che qualcuno ci assista perchè ho una soluzione" a quelle parole Jack sentìì il cuore più leggero "L'Hycthum ha 5 forme, quella azzurra è la principale ma c'è anche gialla, verde e rossa poi c'è quella viola ma non fa al caso nostro" i due ragazzi si sedettero sulle poltrone "spiega" disse Jack impaziente "mettiamola così , c'è un portale e la pietra blu porta noi dal punto A al punto B, ma le altre pietre ancora più lontano, la pietra gialla ci porterebbe dal punto A al punto C e così via" quelle parole riempirono il cuore di Jack di gioia "così possiamo continuare" in quel momento leonardo fece una faccia sommessa "si...ma è dura..non ho mai visto qualcosa duro e complicato sono necessari 10 giorni di calore ...240 ore no stop per trasformarla in una pietra gialla" Jack si tenne la mano sui capelli"almeno abbiamo una pista"
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