5. IDOLI pt 2
Dunque, lui mi si avvicinò.
Mi mancò l'aria, ma urlai.
(Che controsenso pazzesco)
E poi, tra le lacrime e i singhiozzi risposi:
"Sì. È mia."
Lui mi restituì la borsa e poi mi abbracciò.
Rimasi paralizzata. Mi sentivo svenire.
Gli dissi a bassa voce:
"Non ci credo che sei davvero tu."
E lui, dopo aver sorriso, mi disse: "Invece sì. Guarda un po'..."
Mi diede un pizzicotto sul braccio sinistro.
(Non avrei più lavato quel braccio, lo avrei tenuto così, in ricordo del pizzicotto più dolce al mondo.)
Io gli sorrisi, e pensai che nonostante il successo, aveva veramente i piedi per terra.
Dopo qualche foto, ci salutammo.
Ci salutammo normalmente? Certo che no!
Lui mi disse "ciao", e io gli dissi "ciao".
Poi però, per educazione, salutai il padre (che era con lui, durante quello che sarebbe stato per me l'incontro più bello dell'anno).
Dissi: "Arrivederci!"
E cosa accadde?
Non rispose il padre, ma rispose lui, il mio idolo, con una voce un po' divertita: "Arrivederci!!"
Gli urlai anche: "Sei bellissimo!" (avevo coraggio, parecchio).
Mi rispose "Grazie, anche tu!"(ovviamente lo disse per gentilezza eh) e se ne andò.
Lo incontrai altre due volte, oltre che ai concerti del gruppo.
Una volta mi riconobbe persino lui.
Non credo sia facile scordarsi di una fan che ti lancia la borsa.
E di una che ti dice, secondo lui, "Arrivederci!"
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