4.IDOLI
Mente cresciamo facciamo cose,
che, quando ci tornano in mente,
ci sembrano strane.
È il bello del crescere.
Un altro capitolo particolare della mia vita è stato quello in cui sono impazzita, letteralmente, per un gruppo italiano, di cui però non faccio il nome. (Forse più avanti lo farò)
Avevo circa dodici o tredici anni e avevo perso la testa per quel gruppo.
Avevo la testa persa in una fan page su Instagram a loro dedicata, un gruppo su whatsapp che li riguardava, e ascoltavo quasi unicamente le loro canzoni.
Mi pento di tutto ciò? No. Assolutamente.
Ero un po' troppo impazzita per loro? Sì. Decisamente.
Sono stati anni fantastici, anni in cui mi sono sentita una vera e propria fan girl. (sto usando troppi termini inglesi, forse)
Ma questo potrebbe anche non interessarvi, dunque, passiamo al lato divertente della cosa.
Un giorno, a fine estate, andai con la mia famiglia nel paese di nascita di uno dei componenti del gruppo.
Una volta arrivati lì, passai perfino davanti casa sua,
ma ovviamente non suonai o bussai alla porta (la privacy va rispettata a prescindere dalla persona).
Feci un giro, molto panoramico direi, e poi tornai in dietro, passando ancora di fronte alla casa del mio idolo.
Che accadde? Beh. Cosa non accadde.
Inaspettatamente, proprio in quell'istante in cui mi trovavo di fronte al suo portone, lui uscì.
Ca**o.
Ca**issimo.
Solo nei sogni avrei pensato di incontrarlo,
solo da lontano ad un concerto avrei immaginato di guardarlo... invece ora eccolo lì,
davanti ai miei occhi, uguale a come lo vedevo nelle foto, bello, tremendamente bello.
Come ho reagito?
Tranquillamente lo saluta...
urlai, lanciando la borsa a tracolla a qualche metro da me (lo colpì quasi),
mi misi a piangere,
e indietreggiai, come se volessi fuggire.
Lui fu calmo, rispetto a me.
Raccolse la borsa, finitagli vicino alle scarpe, si avvicinò e mi chiese:
"Questa è tua?"
Mi aveva rivolto la parola.
Ora potevo morire,
anche senza la borsa.
(Avrebbe potuto tenerla lui)
to be continued...
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