1.COMPLEANNI...CHE DISASTRO
Allora, da dove iniziare?
Ma ovviamente dal momento più atteso dell'anno, insieme a Natale e Capodanno, il giorno in cui soffiamo sulle candeline, che aumentano sempre più (e la cosa mi preoccupa non poco dato la mia "imbranataggine"): i compleanni.
Cosa può accadere in un compleanno?
Se siete persone normali, nulla. Se siete come me, beh, parecchie cose.
Partiamo dai miei primi compleanni, quando ero così piccola da dovermi mettere in piedi sulla sedia per spegnere le candeline.
Quando facevo feste in giardino così grandi e con così tanta gente che ad un certo punto finivo per vedere persone mai viste: madri dei cugini dei miei amichetti, zie lontanissime (non troppo lontane però da non poter raggiungere casa mia), e tutti quelli che mi dicevano, mentre mi strizzavano la faccia come se fossi Spongebob, "Ma quanto sei cresciuta dall'ultima volta che ti ho vista??"
( e io avrei voluto rispondere "Non so, dimmelo tu, perchè io non ti ho mai visto!").
I compleanni, in quel periodo, li passavo a divertirmi?
No, naturalmente, li passavo piangendo.
Quindi tutte, e dico tutte, le foto di quegli istanti sono così:
i bambini intorno a me ridono, e io, al centro, dietro alla torta, piango.
Oppure c'è una seconda versione delle foto, più drammatica: io per terra che urlo, con le lacrime sulle guance, e i bambini intorno che mi guardano, non capendo perché io mi trovi in quello stato pietoso.
Piangevo non proprio per tutto il compleanno, ma solo per i tre quarti!
E l'apice del dolore, per me, era il momento del "Tanti Auguri".
Ovviamente cantato in svariate lingue, perché una volta non bastava.
Perché solo in italiano non era sufficiente, perché tutti conoscono il cinese in quel momento.
Perché in quel momento tutti diventano poliglotti.
Poi arrivava la torta, e spegnevo le candeline piangendoci sopra, non soffiando come una normale bambina . Che cosa originale...
Vi starete chiedendo perché piangessi... (oppure no)
beh, non ci crederete,
ma anche se avevo soltanto cinque, o al massimo sei anni, piangevo per il tempo che passava e non tornava più, per la vecchiaia incombente e cose simili.
Ma la domanda più ovvia è:
"Piangi ancora?"
to be continued
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