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Topolino, questo era il nome italiano dato al personaggio, sistemò ben bene le matite sulla scrivania del suo creatore, continuò con la sistemazione dell'archivio e infine riparò la stampante.
Per lui bastava canticchiare la sua canzoncina, a cui aveva dato anche un titolo, e tutto ciò che doveva essere sistemato si sistemava.
«La mia canzone si chiamerà semplicemente Il Ballettopolo» disse fiero di sé e ricominciò a cantarla
«E tic tac tichidà il problema ormai non esiste più, il sole splende e il cielo è blu!»
Era come una formula magica per lui: bastava intonarla e tutto tornava a posto.
Ovviamente l'idea originale era di Walt Disney: aveva creato il personaggio di Mickey Mouse in modo che rispecchiasse il carattere e la spensieratezza di un bambino. Nel cortometraggio che sarebbe uscito pochi anni dopo Mickey insieme ai suoi amici avrebbero trascorso delle giornate stupende, all'insegna della scoperta del mondo, imparare a leggere, scrivere e farsi tanti nuovi amici.
Esattamente come un bimbo alla scuola elementare: infatti il target, ovvero a chi fosse destinato il cartone, erano proprio i bambini dai sei anni in su. Walt voleva che nei suoi prodotti ci fossero grandi insegnamenti e valori morali da trasmettere ai piccoli telespettatori.
La mattina del 25 ottobre 1917 arrivò con il sole alto nel cielo e l'animatore si stava dirigendo verso lo studio: quel giorno avrebbe continuato lo sviluppo del suo cortometraggio e avrebbe iniziato la sua promozione tramite radio e giornali. Camminava a passo svelto e indossava una camicia bianca con sopra una giacca nera e pantaloni neri a righe. Era vestito così elegante perché si sarebbe tenuta la sua prima intervista con il New York Times in cui doveva parlare del suo lavoro e anche di un altro progetto super segreto, del quale non aveva mai parlato a nessuno prima di allora.
Arrivato a destinazione aprì il lucchetto: Mickey subito sentì il rumore «Oh no, devo tornare nel foglio! Non posso farmi vedere, non è ancora il momento» esclamò spaventato. Con un balzo degno di un cervo sparì riassorbito dalla carta. La porta si aprì e Walt Disney si ritrovò davanti ad una una perfetta e ordinata scrivania
«Strano, non mi ricordavo tutto questo ordine» pensò tra sé stupito delle condizioni dello studio.
«Devo assolutamente finire questo lavoro prima delle undici, dopo ho l'intervista» disse ad alta voce come se stesse prendendo appunti mentali per organizzare la sua giornata.
Si sedette e cominciò a realizzare l'immagine di copertina del cortometraggio: la matita si muoveva fluidamente sulla candida carta mentre cominciava a prendere forma il volto di Mickey, poi quello di Pluto, Pippo, Paperino e Minnie. In alto la scritta Mickey Mouse And Friends spiccava imponente, mentre il disegnatore sorrise compiaciuto. «Benvenuto al mondo Mickey Mouse, e anche a voi amici Pippo Pluto, Minnie e Paperino» sussurrò felice.
🐭🐭🐭
L'edificio del New York Times spiccava nella strada principale di Burbank, con i suoi colori nero e rosso. Walt era soddisfatto: aveva l'occasione di farsi conoscere, promuovere il suo primo lavoro e finalmente voleva svelare il suo progetto segretissimo, del quale solo la moglie e i figli ne erano a conoscenza.
Fece un sorriso e accelerò il passo: era giunto il momento.
«Dunque signor Disney, il suo cortometraggio Mickey Mouse and Friends è il suo primo lavoro da animatore e sembra molto interessante. Come nasce questa passione?
Walt prese il microfono «quando ero piccolo mi divertivo a disegnare storie su fogli bianchi. E così iniziai a partecipare ad incontri, corsi di disegno, fino a che non incontrai colui che ora lavoro al mio fianco» disse sorridendo.
«Quali sono i suoi progetti futuri?»
Walt sospirò e pieno di eccitazione scoprì le sue carte «sì, dopo il cortometraggio lavorerò al mio primo lungometraggio di animazione Biancaneve e i sette nani»
Il giornalista sbiancò e tra i presenti si levarono sospiri tra lo stupore e il disaccordo «ma è pazzo?» diceva uno «una noia mortale sarà!» diceva una grassa signora.
Il volto di Walt si incupì: non si aspettava di certo questi commenti negativi, anzi sperava nell'entusiasmo del pubblico...
Si passò una mano fra i capelli «beh dopotutto è una delle prime favole tramandate oralmente prima dell'arrivo dei Fratelli Grimm. Non vedo il perché di tutto questo schock. Pensate che finalmente realizzando questo lungometraggio i bambini potranno dare un volto ai personaggi tanto raccontati la sera nel lettino» la voce del giovane risuonò nelle casse collegate al microfono.
Purtroppo non ricevette l'esito sperato: i presenti continuarono a dire che era una pazzia. Sentendosi sconfitto Disney ringraziò il giornalista del New York Times e lasciò la sala.
Aveva solo un pensiero in mente...
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