Linea ~ River Song

Era sul punto di scoppiare a urlare e, se non fosse stata in biblioteca, l'avrebbe fatto senza pensarci due volte.

Chi gliel'aveva fatto fare di iscriversi a letteratura?

Oh, già!

Sua madre.

E per il primo anno era andata anche bene!

Trasferirsi in un appartamento in centro, da sola, era stata la sua prima vera avventura.

Non era rimasta delusa da se stessa e dai risultati, com'era ovvio aspettarsi.

Amy e Rory erano così fieri di lei.

Poi tutto quanto sembrava essere andato improvvisamente a rotoli.

Di punto in bianco il divorzio, sua madre si era trasferita in un'altra città e l'ultimo Natale l'aveva passato con suo padre, soli.

Ora, infine, non trovava una motivazione per portare ancora avanti gli studi.

Non erano mai stati nelle sue corde, ma l'appoggio dei suoi genitori l'aveva aiutata e ora questo non c'era più.

Lasciò cadere la testa sul libro aperto, che puzzava di caffè e muffa.

Si sarebbe lasciata anche a un gemito di disperazione se, come già detto, non si fosse trovata in biblioteca.

"È occupato?"

Voltò la testa di lato, invasa da un'improvvisa pigrizia.

Un ragazzo, con la faccia da bambino, era apparso accanto a lei e indicava la sedia vicino alla sua.

Con tutto il tavolo vuoto, proprio qui?

Ma lei non ci diede molto peso e si limitò ad annuire.

Il ragazzo, che indossava un farfallino fuori moda abbinato alla camicia, si sedette e aprì davanti a sé il suo libro.

Lei non si mosse di un millimetro, limitandosi a riportare il suo naso tra le pagine ingiallite del volume.

"Argomenti noiosi?" Domandò il ragazzo, a bassa voce.

"Al diavolo!" Mormorò lei, anche se avrebbe preferito urlarlo a squarcia gola.

Tirò su la testa e si sistemò alla bene e meglio i capelli dietro le spalle.

Il ragazzo non aveva spostato lo sguardo dal suo libro.

"Hai un bel caratterino, per essere così carina"

"Prego?"

Il ragazzo sorrise, voltandosi verso di lei: "E una pessima memoria, a quanto vedo!"

Poi allungò la mano verso il libro della ragazza, lo prese e lo sfogliò, senza dire una parola.

"Io dovrei studiare, amico" sbottò lei, fulminandolo con lo sguardo.

Lui non ci fece caso e finalmente si fermò su una pagina di suo gradimento.

"La le-le... La letteratura neo gotica si svilu..." sbuffò e voltò altre pagine, mentre la ragazza si prese la briga di degnare di un'occhiata più attenta la faccia da schiaffi di quel disturbatore per professione.

Indossava un paio di occhiali spessi, con le lenti tonde, alla moda tanto quanto il farfallino.

Non era sicura di averlo visto molto spesso all'università, perché si sarebbe ricordata facilmente di quel caso umano in fatto di moda e di quel suo mento sproporzionato.

"Oh, ecco!" Concluse infine, sorridendo soddisfatto e prese a leggere: "La geometria euclidea è composta da due elementi, all'interno del piano..."

"No..." questa volta la ragazza tentò di riconoscerlo, di trovare in quell'espressione puerile qualcosa di famigliare.

"Il punto e la linea" concluse, chiudendo il libro con un colpo secco, attirando su di se diverse occhiatacce dagli altri studenti.

"Ritornata la memoria, Melody Pond?"

"Ho cambiato nome. Melody mi stava stretto"

Fu la prima cosa che le venne in mente di dire.

"Oh..."

"Ora sono River Song"

"Per questo non sapevo che fossi anche tu qui!" Le porse il libro, sistemandosi poi gli occhiali che erano scivolati sulla punta del naso "Fortunatamente non dimentico mai un viso, neppure uno!"

"Come va la dislessia... John?"

Il ragazzo annuì: "Sì, non ho cambiato nome,tranquilla"

"Spiritoso"

"Lo so!" Confermò lui, sorridendo "Tu invece sei diventata così noiosa. Hai buttato via un nome da supereroina"

Gli lasciò la punta della scarpa sullo stinco perché, come già detto, non era una buona idea mettersi a gridarli contro.

"E poi i capelli..."

"Sei venuto qui solo a criticare?"

"No dico, mi piacevano i capelli ricci..." commentò, soffermandosi in silenzio sui capelli piastrati della ragazza.

Lei sorrise a quel complimento, nonostante risalisse a quasi dieci anni prima.

"Posso invitarti a bere un caffè?"

La domanda l'aveva colta alla sprovvista e non era neppure molto sicura circa quanto le aveva chiesto, tanto aveva parlato veloce.

"Cosa?"

"Non sono sicuro di riuscire a ripeterlo una seconda volta" ammise lui, con un sorriso imbarazzato "Se vuoi posso scriverlo"

Si alzarono poco dopo, lasciando sul tavolo i due libri e un biglietto, scritto disordinatamente e quasi illeggibile.

Cara River Song,
Sei molto carina.
Posso ofrirti un caffè?
Tuo,
John Smith

Una seconda mano, più ordinata e elegante, aveva aggiunto una f a quel "ofrirti".

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