CAPITOLO 5 CONTAGIO
Steve e Tony avevano preso da parte Banner, dopo lo scambio di opinioni con Fury, per fargli il lavaggio del cervello. Lui e Nat avrebbero dovuto indagare sul rapporto fra il Falco e la figlia del Capo e riferire.
Bruce si era rifiutato, sulle prime, odiava le interferenze altrui e di quel tipo. Tuttavia, Stark aveva insistito, battendo sul tasto dolente dell'entrata della Evans nell'area incontaminata. E l'amico si era arreso.
'Come va?' si era buttato, sorridendo, un pomeriggio che le due donne chiacchieravano, nel piccolo soggiorno dell'alloggio che divideva con la fidanzata.
'Bene...cioè, nessuna novità' Layla fu breve.
'Pensavo di sì...ero curioso...il tuo ritratto del Falco è tanto bello...si vede che è fatto con amore, ecco' Bruce era stato un vero disastro...delicato e diplomatico come un bulldozer!
Vedova Nera alzò gli occhi al cielo. Preferì essere sincera 'Non giriamoci intorno, siamo preoccupati di quello che sta accadendo tra te e Clint...siete molto coinvolti, vero?' Aveva tentato di non farsi mandare a quel paese, in una domanda assai spinosa.
L'altra la scrutò, con gli occhioni marroni, e, incredibilmente, arrossì, facendole una tenerezza infinita. La russa aveva colto nel segno, infatti. 'Sì...tanto...' bisbigliò, sincera; Vedova Nera, amica e collega storica dell'arciere, l'aveva conquistata, ed erano diventate confidenti, per quel poco che Layla stessa riuscisse ad aprirsi, con gli altri.
'Siamo contenti per voi' Banner lo ammise, semplicemente 'l'importante è che viviate il vostro sentimento con serenità, per il bene di tutti'.
'Hai ragione, sto tentando di forzarmi a stare...ehm...tranquilla' confessò 'per Clint, per noi...' ammise, riflettendo che da quando stava col Falco era notevolmente migliorata, rispetto al proprio standard.
'Brava' ricevette un bacino sulla guancia dalla russa, stranamente affettuosa, mentre, in parallelo, Steve, Thor, Bucky e Tony avevano pure loro tentato la via della schiettezza con Barton.
'Clint...che combini con la figlia di Fury?' era stato il Capitano a lanciarsi nella domanda del millennio, rosso come un peperone.
'Figliastra!' aveva risposto il collega piccato, mettendosi immediato sulla difensiva.
'Quello che è, hai capito cosa intendiamo, su, per favore, non fare il ragazzino' Stark già si era scocciato e lo aveva rimproverato.
'È personale...' il Falco si era chiuso, come un'ostrica o un riccio che feriva con i propri aculei...tutti, tranne Layla!
'Non lo è più, nel momento in cui la tua donna mette in pericolo la salute pubblica, per stare insieme a te!' Rogers fu chiaro, perduto l'aplomb che lo caratterizzava, certo di fare la cosa giusta, per il bene comune.
'Scusate' a testa bassa, provò a giustificarla 'È impulsiva e testarda, non di proposito. E nella circostanza del nostro ritorno dall'Unione Sovietica, aveva perso il lume della ragione. L'ho ammonita a non comportarsi più in un modo tanto infantile e sprovveduto e ha promesso che, in futuro, sarà più attenta'.
'Sappiamo già quali siano i suoi pregi, Clint e pure i suoi difetti. Siamo affezionati a lei, che credi?!' Bucky mise una buona parola, aveva un debole evidente per la moretta.
'Tengo a lei, moltissimo, come a nessuno al mondo! È solo questo' Barton si espresse, per la prima volta da quando lo conoscevano, con gli occhi innamorati.
I suoi amici chiusero il discorso, augurandosi che la coppia, composta da due individui con una forte personalità, filasse per il verso giusto e che Layla trovasse una propria serenità nel sentimento che provava per l'arciere, che potesse anche aiutarla a dimenticare il recente lutto, che certamente l'aveva sconvolta.
***
Quando, per caso, la Evans aveva accennato alle curiose domande di Banner e di Romanoff, Clint le aveva raccontato, a sua volta, del breve confronto con gli Avengers e Layla aveva fatto due più due! Aveva immaginato, subito, chi fosse il mandante dell'interrogatorio dei suoi amici.
Stranamente rossa in volto, già da prima, ed era diventata bordeaux per la rabbia.
'È stato mio padre, lo conosco come le mie tasche, sguinzaglia le spie pure nella vita privata, oltre che all'Agenzia!' era agitata, sudata, con gli occhi lucidi.
'Facciamo finta di nulla, non è il caso di inquietarsi!' l'arciere minimizzò, poiché la moretta aveva la solita espressione di quando stava per esplodere in un'inutile scenata.
'Nemmeno per idea!' lei si sganciò dalla conversazione, in direzione della stanza del Capo, su per le scale.
Barton le corse dietro, insistendo 'Per piacere...dai, lascia stare'. Non era contento nemmeno lui delle ingerenze di Nick, ancora meno delle scenate di sua figlia.
Come non lo avesse udito, l'architetto arrivò davanti lo studio del Direttore ed aprì la porta, senza nemmeno bussare, entrando a mò di un ciclone tropicale.
Dentro allo studio, Fury parlava con l'agente Hill, che seduta, digitava sul tablet, prendendo appunti.
Il nero fissò Layla, scuotendo il capo. Erano alle solite; sua figlia sembrava agitatissima e provata, e soprattutto aveva uno sguardo furente.
'Ti sembra normale usare i nostri amici come spie?' gridò 'Se volevi chiedermi qualcosa della mia vita sentimentale, avresti potuto farlo, maledizione, e ti avrei risposto, con sincerità! Come diamine sei arrivato a questo punto!'.
Lui si alzò, per replicare intanto che Clint si avvicinava, tirandola per un braccio, per farla uscire. Quando la toccò, sentì che sudava freddo. In quell'attimo, la osservò chiudere gli occhi e cadere a terra, priva di sensi. Provò a tenerla in piedi e non riuscì, dovette farla stendere sul pavimento.
'Che cos'ha?' il Direttore corse, limitrofo, intanto che la Hill chiamava i soccorsi.
La figlia iniziò a tremare, gli occhi si rivoltarono all'indietro ed il corpo fu colto da movimenti involontari, bruschi e ripetuti.
'Cristo, ha le convulsioni!' il Falco tentò di tenerle ferma la testa, con una mano a bloccare il collo, per evitare si mordesse la lingua e si facesse male alla nuca.
Accorsero, in quell'istante, i medici che, prontamente chiamati da Maria, le somministrarono un forte calmante, per sedarla ed interrompere l'attacco; subito fecero capolino anche gli Avengers.
'Ci hanno avvertito!' Bruce, col fiatone per la corsa, si affacciò per primo, con gli altri al seguito. Si abbassò, in ginocchio, per controllare i parametri vitali della sua amica 'Ha la febbre altissima, passatemi un termometro...e allontanatevi'.
Fecero come intimato, tranne Clint.
'Falco, pure tu!' Banner lo strillò così forte che il collega si spostò, all'istante.
Gli infermieri lanciarono il termometro digitale al professore, che lo inserì nell'orecchio della donna. Trascorso qualche secondo, lo scienziato udì un suono e guardò il display 'Ha quarantuno e mezzo, per la miseria! Dite che stiamo scendendo e fate preparare del ghiaccio, in una camera isolata...'. Alzò gli occhi sui suoi amici, incrociando quelli di Tony, che si tormentava il pizzetto, bianco come un cadavere.
Stark lo chiese, affranto 'E' infetta?'.
'Temo di sì' a Bruce tremò la voce nel confermarlo.
Sentirono un lamento, alle loro spalle...Clint! Era pallido come un cencio, accanto a lui il Direttore Fury era affranto, con la testa fra le mani.
'E' sicuro?' Steve lo domandò, a nome di tutti.
'Capitano, ce lo diranno gli accertamenti. Intanto, attiviamoci per prelievi ed analisi e non solo a lei...tendenzialmente, le persone che sono qui alla base avevano dimostrato immunità e resistenza ai ceppi conosciuti del virus; è molto strano che lo abbia contratto. Chiaramente, il veicolo che l'ha contagiata è arrivato tramite noi...' Banner lo affermò, col tempo presente. Era certo che si fosse ammalata...purtroppo!
Sotto una tenda di plastica, i barellieri portavano via Layla, ancora incosciente, con suo padre al seguito.
'E' stata colpa mia, l'ho infettata io!?' Barton lo mormorò, una voce gelida e la morte nel petto. Ciò che aveva temuto e per cui tanto l'aveva rimproverata, era avvenuto.
'Non puoi saperlo, con esattezza' Bucky tentò di consolarlo 'ora l'importante è curarla'.
'Bruce, quanti malati sono guariti?' Natasha sperò di avere buone notizie; il suo fidanzato era sempre aggiornato sul maledetto virus che aveva stravolto la storia dell'umanità.
Lui esitò, poi si espresse, mesto 'Nessuno, Nat!'.
'Che vuol dire?' Thor, coinvolto, provò a capire il senso di quella risposta.
'Principe, una cura non esiste! Chi ha contratto il virus, è morto. Non esiste alcuna eccezione conosciuta' Banner lo mormorò, quasi scusandosi.
Steve circondò le spalle del Falco, con un braccio, temendo si sentisse male.
***
Gli Avengers erano rimasti in trepidante attesa, nella sala antistante l'area medica, intanto che venivano chiamati, uno ad uno, per i prelievi del caso.
Layla era all'interno, in una stanza apposita. Bruce aveva chiesto di accedere e, vestito con la tuta per le emergenze sanitarie, era entrato.
Mezz'ora più tardi, era ricomparso, sconfortato 'E' come immaginavo, Layla ha contratto il virus; noi sette non siamo infetti, ma uno di noi ha sicuramente portato con sé particelle malsane...serviranno analisi molto accurate per comprendere quanto accaduto, i tecnici stanno provvedendo in tal senso'.
'Come sta?' Clint lo chiese, un filo di voce, spaventato della risposta, e certo di essere lui l'untore.
'Non bene, stiamo tentando di abbassarle la febbre con i farmaci in nostro possesso e che si sono rivelati più efficaci per alleviare i sintomi; ora non è cosciente' Bruce comunicò, lapidario e triste.
'Posso vederla, secondo te, almeno per qualche minuto?' lo interpellò, speranzoso.
'Agente Barton, credimi, sono un esperto in materia: non sarà un bello spettacolo...' Fury, gli occhi lucidi, la voce di un morto che camminava a sua volta, rispose, al posto di Banner.
'Com'è stato possibile?' chiese Tony, ancora incredulo.
'Evidentemente, quando c'è stata l'esplosione e si sono sganciate le maschere dell'ossigeno, abbiamo respirato delle particelle del virus che hanno scatenato una reazione nell'organismo di qualcuno...' intervenne il professore.
'Sono io, vero?' il Falco era a pezzi, non se lo sarebbe mai perdonato.
'E' probabile, sei quello che ci è stato più a contatto. C'è una stranezza maggiore; perché hai infettato solo lei? La pandemia si è diffusa per via aerea, avremmo dovuto avere più malati. Invece, tutti gli altri sono negativi, ed abbiamo già mappato quasi l'intera popolazione dello S.H.I.E.L.D.!' Bruce terminò.
'Che sfortuna' Bucky lo mormorò, mestamente.
'Possiamo fare qualcosa?' Nat provò a rendersi utile.
'Tony, contattiamo Mosca e vediamo di capire se ne sappiano di più, il ceppo virulento ed anomalo è partito da lì' propose Banner.
'Quindi vivrà?' Thor tentò; era stato colto da un senso di disperazione infinita che lo aveva colpito, trafitto nell'anima.
'Principe, ognuno ha il proprio dio a cui rivolgersi...prega!' Stark si allontanò, col collega scienziato, verso il loro laboratorio.
***
Erano andati a cena, in sala relax, con poca voglia di mangiare e di chiacchierare, esclusivamente per trascorrere del tempo e fare compagnia al devastato arciere.
'Clint...ne parliamo?' il Capitano voleva essergli vicino, tentò di farlo confidare e un pò riuscì.
'Layla morirà, soffrendo le pene dell'inferno, per causa mia. Ed io dovrò vivere senza di lei, portandomi anche il peso di averle trasmesso il virus' sussurrò. Si era innamorato follemente della donna che il destino gli aveva concesso per poche settimane di felicità assoluta.
'Questa malattia è sconosciuta, nemmeno puoi dirlo con certezza; non capiscono nulla gli scienziati, figurati noi profani!' Nat lo confortò.
'Eppure fino a stamattina stava così bene, ci siamo visti per il mio ...ehm...ritratto!?' Bucky lo raccontò, timidamente, certo che gli amici non ne fossero a conoscenza.
'Davvero?' Rogers era stupito, non glielo aveva confidato e loro due erano legati come gemelli siamesi
'E' da circa una settimana che ci troviamo ogni giorno, affinchè lei mi disegni; di nascosto, pure da te, Barton, Layla non voleva ti ingelosissi, perchè guardandomi come mamma mi ha fatto, avrebbe preferito me a te!' guardò il collega, ironico.
Quello rise, distratto 'Barnes, ti sei denudato davanti alla mia ragazza?'.
'Più o meno; è venuta nella mia stanza e mi ha convinto a togliere la maglietta; sapete che non mi spoglio mai volentieri e invece, con lei, è stato molto naturale' confidò.
'Che altro? Ti conviene dirmelo adesso...' il Falco insistette, leggermente alterato dalla piega della conversazione.
'Layla mi ha fatto mettere in posa e ha disegnato...ore ed ore...ha prodotto decine di schizzi; nei momenti in cui era con me, ha trascurato perfino il suo progetto! E' stata dolcissima, mi ha messo a mio agio. Non era affatto turbata delle mie cicatrici; anzi, ha voluto sapere come ho perso l'arto, dell'ibernazione, del condizionamento. Insomma, ci siamo raccontati molte cose...è diversa da come vuole apparire. E' una donna deliziosa...mi dispiace stia male, credimi' gli confessò l'accaduto, in pena per la sorte dell'architetto.
Clint sospirò, ammutolito.
'Non pensavo avesse avuto tempo di farti il ritratto, perché ci siamo incontrati diverse volte anche noi!' Thor era sorpreso.
'Lo ha tenuto per sé; credeva che fossero disegni personali, intimi, e che non voleste condividerli, per cui ha preferito non dire nulla e vedervi per conto proprio, lontano dal resto del gruppo. Me ne ha parlato, giorni fa. Sa che tenevate alle immagini che doveva realizzare ed ha deciso di dedicarcisi, mettendo da parte il progetto dell'albergo, almeno per un po'' Natasha fornì altri elementi.
'E' stato molto complesso spiegarle, a parole, del mio regno. Si trattava di mettere su carta dei ricordi che ho nella mente...gliene ho parlato, a lungo. Mi ha fatto molte domande, ci siamo confrontati. Non credo di aver descritto mai a nessuno il mio paese e ciò che sento per Asgard, come a lei. Mi rammarico che non mi abbia fatto vedere dove era arrivata a disegnare. Non so neanche se avesse finito la tavola...e forse non la finirà mai, per tutti gli Dei!' il principe abbassò il volto, fissando il tavolo, gli occhi pieni di lacrime.
Preso da una forte emozione, dovette alzarsi, in fretta, per andare in bagno. Non era abituato a mostrare in pubblico le proprie emozioni e, soprattutto, non voleva turbare ulteriormente Barton.
Quest'ultimo, piuttosto sconvolto di suo, dalla situazione e dai racconti degli amici, si dileguò, per accomodarsi sulle seggiole di plastica, poste di fronte la sala medica. Aveva deciso di passare lì la notte...almeno sarebbe stato il più vicino possibile a Layla! La sua adorata Layla!
'Falco, meglio se vai a riposare, stare qui non è utile a nessuno. Se dovessero esserci cambiamenti, ti farò chiamare immediatamente; per ora è stabile, stanno provando ad abbassarle la temperatura' Fury, che lo aveva notato, lo redarguì, tentando di convincerlo a dormire almeno un pò.
'Vorrei restare!' l'arciere fu così assertivo che il nero, sconsolato, non replicò; con un sospirò sedette, a fianco a lui, in attesa di una notte che sarebbe stata lunghissima.
***
La situazione non era cambiata di molto, nei giorni successivi. Gli addetti avevano bonificato la base, interamente. Nessuno era stato contagiato, oltre a Layla, le cui condizioni apparivano critiche.
'Direttore, voglio vederla, per piacere!' Clint faceva la questua a Fury, ogni maledetto minuto. Solo suo padre e Banner erano entrati, infatti, nella stanza dove era ricoverata, ed avevano avuto contatti con la ragazza.
'No! Non voglio rischiare le vostre vite!' il nero si opponeva, con tutte le forze. Erano rivali, in quel gioco verbale, decine di volte al giorno. Centinaia.
Tony - all'ennesimo litigio - indossò la veste di uomo di scienza 'Capo, il virus è stato arginato, non esiste diffusione nell'Agenzia. Abbiamo studiato i campioni giunti da Mosca, e l'unica ipotesi attendibile è che l'organismo di Layla abbia convogliato l'infezione, presa dal Falco, ma solo su sé stessa; come abbiamo già detto, il veicolo è stato il seme maschile. Tua figlia ha sì contratto la pandemia, ma non può trasmetterla ad altri. Dal punto di vista batteriologico, è la prima volta che accade ed ha dell'incredibile...è come se Clint e Layla fossero stati predestinati. Uno era il trasmittente, ed uno era ricevente!'.
Bruce annuì, confermando ogni singola parola del geniale collega.
'E' assurdo...' mormorò Barton. Se avessero soprasseduto ad amarsi, forse...Sarebbe stato impossibile, visto ciò che sentivano, e l'attrazione che provavano l'una per l'altro.
'Lo è, ma significa che tua figlia non può contagiarci in alcun modo. E che, se ci darai il permesso, potremo esserle vicini, in questo momento; per noi sarebbe importante... per tutti...ti prego!' lo sguardo sincero del professore convinse il Capo.
'Va bene!' li autorizzò e loro si prepararono, psicologicamente poiché nemmeno servivano tute o mascherine, a quel punto.
Fury e il professore li avevano avvertiti sulle condizioni di salute della paziente, ma non abbastanza. Non erano, comunque, pronti all'immagine di lei, collegata a fili e flebo, pallida, con le gote rosse per la febbre, dimagrita, i capelli e la camicia da notte bagnata di sudore, così come le lenzuola. Era stata colpita dal male assoluto, e si trovava a un passo dalla morte.
'La cambiano ogni due ore, è sempre madida di sudore' Banner spiegò.
Clint e gli altri erano così atterriti e scoraggiati da non riuscire ad avvicinarsi al letto. Avevano sconfitto i Chitauri, combattuto decine di guerre e nemici, ma di fronte alla loro amica tanto malata erano rimasti paralizzati.
La moretta aveva gli occhi chiusi, pareva dormire di un sonno strano e nefasto, in cui si lamentava, gemendo.
Il Falco pensò di impazzire, di perdere la testa...avrebbe perso lei, per sempre, perchè rimedi non c'erano e nemmeno sopravvissuti.
La vide aprire gli occhi; i fanali marroni lo scrutarono, con un lieve sorriso 'Clint, amore...' sussurrò, chiamandolo a sè, e le fu subito vicino.
Le prese la mano, fredda, calda e umida insieme. Tremava, Layla, come un uccellino caduto dal nido e solo senza la propria mamma.
'Amore mio...' in una sorta di delirio, la ragazza biascicava parole incomprensibili.
'Non sforzarti, siamo qui, volevamo salutarti...' la tranquillizzò, recuperando ogni particella di lucidità per mostarsi calmo.
'Ciao...' lei guardò gli Avengers, rassegnata e stanca.
'Ti devi riprendere presto; il progetto ti aspetta e non vedo l'ora di salire su quel meraviglioso grattacielo a mezzaluna a guardare le stelle!' Thor tentò di distrarla, perchè i colleghi erano pietrificati e muti.
Adorava quella ragazza, i confronti che avevano avuto, quando aveva disegnato il suo regno, lo avevano colpito profondamente. E l'idea della morte fisica degli umani era un concetto complesso da comprendere, impossibile da accettare, per un semidio come lui, che era in piedi da un millennio.
'Principe, temo che non riuscirò a finirlo; ci sono già passata, per ben due volte, lo sai. Conosco il mio destino, non rammaricartene...sono pronta, non ho paura...' asserì, sincera.
Si rivolse, poi, al Falco, tentando di trovare in sé le forze per riuscire a dirgli ciò che aveva meditato, da quando aveva capito di essere infetta 'Clint...mi dispiace. Avevo tanti sogni, per noi, di un'esistenza meravigliosa. Non ho mai amato nessuno, prima di te, nè amerò mai un altro uomo...solo te. Non rimanere a osservarmi morire e non soffrire troppo per la mia assenza. Vivi la tua vita, dimenticami e sii più felice possibile...fallo per me!'.
Barton, a testa bassa, singhiozzava, disperato.
'Thor, James...nella mia stanza ci sono le tavole che ho disegnato per voi...non mi ero scordata...' chiuse gli occhi, lucidi, esausta. Il volto si era disteso in una nuova incoscienza.
'L'abbiamo stancata moltissimo, conviene andare...' Tony indicò la porta ed uscirono alla spicciolata, sconvolti.
'Falco?' Nat lo aveva visto muoversi, a passo svelto, verso i loro alloggi e gli si era affilata.
'Layla tiene tanto ai disegni fatti per Bucky e Point Break! Voglio darglieli!' spiegò e i Vendicatori lo seguirono, curiosi.
La stanza di Layla era aperta e li trovò con facilità, in evidenza sulla piccola scrivania, all'interno del blocco di fogli.
Per primi, quelli di James. Li scorse velocemente, colpito e li passò al Soldato d'Inverno.
'Oddio!' A Bucky salì il cuore in gola. Oltre a qualche schizzo di prova, c'erano tre disegni. Nei primi due, aveva un corpo perfetto, senza alcuna cicatrice, con entrambe le braccia in carne ed ossa. Era James, come sarebbe stato senza protesi e come avrebbe desiderato essere, da quando portava con sé quella mostruosità, esattamente ciò che le aveva chiesto di mettere su carta.
Il terzo, invece, era il suo ritratto vero, con il braccio in vibranio, il pezzo di metallo che gli aveva cambiato la vita, per sempre. Le sue ferite, nel fisico, nel volto e nell'anima. Era un disegno realistico e commovente. Incredibilmente, il protagonista trovò che fosse il più bello.
'Sei tu, Buck! È splendido...' commentò Rogers, intenerito.
Clint, con la mano tremante, diede a Thor le tavole di Asgard, senza un fiato.
Il principe le fissò...le riproduzioni erano identiche alle originali. La perfezione assoluta! Sembravano foto, più sentite, più romantiche...Erano tre.
Due degli esterni, la prima del Palazzo Reale, la seconda del panorama di cui godeva dalla propria camera da letto...la terza era il salone delle feste che le aveva descritto, con tutti i dettagli.
Lui era ritratto nel mezzo, col mantello rosso e con il martello in mano. Si sentì a casa, dopo molto tempo, e toccato nell'anima, dalla sensibilità di quella ragazza capricciosa, che era stata in grado di leggere ciò che sentiva e tramutarlo in disegni d'amore...e che stava morendo...Forse poteva aiutarla...Forse poteva tentare!!
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