CAPITOLO 4 PAURA E AMORE

'Buonasera, ragazzi' Fury entrò in sala relax, con la Hill dietro, come un'ombra.

'Buonasera, Direttore, qual buon vento?' Tony lo chiese, tutto d'un fiato; il Capo, raramente, passava da loro e, da quando c'era sua figlia di mezzo, meno che mai.

Quest'ultima gli fece un cenno di saluto con la testa, niente di più. Il nero non si scompose e venne al dunque, sedendosi sul divano.

'Volevo tenervi al riparo da possibili contagi, qui, per tutto il tempo necessario. Tuttavia, ho necessità torniate in azione' fu diretto e conciso.

I Vendicatori trattennero il respiro. Si sapeva poco delle motivazioni per le quali non fossero stati infettati, e se in futuro avrebbero potuto esserlo.

Layla si alzò dal tavolo da lavoro e si piazzò, in piedi, alle spalle di suo padre, con il Falco che la scrutava; l'uomo continuò 'Il Presidente è in un luogo più sicuro di questo, dall'inizio dell'epidemia, ed è stato ammonito a non muoversi, più di voi. Tuttavia, domani, è indispensabile si rechi nella capitale dell'Unione Sovietica, per firmare un accordo internazionale di non belligeranza. In un momento tanto complesso, è fondamentale mantenere pace e buoni rapporti con gli altri stati'.

'La tv non ne ha dato notizia...' commentò Rogers.

'Finora; prima delle firme, si saprà. Comunque sia, all'alba, col Quinjet scorterete l'Air Force One, scenderete a terra in Russia, aspetterete che firmino, e tornerete indietro, con volo rasente il sederino del Presidente!' il Direttore aveva spiegato cosa avrebbero dovuto fare.

'E l'infezione?' sua figlia lo chiese, un tono duro.

Fury si voltò, esterrefatto. Come mai era interessata alla missione degli Avengers?

'In effetti, gradiremmo saperlo' Banner era perplesso.

'In Russia ci sono state perdite a non finire, ed i ceppi di virus più virulenti sono proprio lì: che stupida idea incontrarsi a Mosca!' Stark mise il carico.

'E' una decisione che nasce proprio per dimostrare che non si ha paura dell'epidemia, che la si sta affrontando...' il nero tentò di chiarire 'Il jet è depressurizzato e tutte le particelle saranno ripulite dal sistema di areazione, all'interno non arriverà nulla. I nostri tecnici hanno progettato delle mascherine collegate a micro bombole di ossigeno, da usare, quando scenderete. Le porteranno tutti i presenti nelle aree non sicure. Barton, Tony, il piano di volo vi sarà fornito direttamente domani! Ci aggiorniamo più avanti' si alzò, certo che nessuno avrebbe replicato o discusso i suoi ordini. Infatti, sentì i Vendicatori annuire.

'Ti posso parlare?' la moretta lo interloquì, uno sguardo severo.

Fury conosceva quell'espressione...era rabbiosa e...spaventata! 'Veramente no, ho molto da fare, magari dopo' la liquidò, pensando si trattasse di un argomento personale. Era piuttosto lontano da aver compreso le sue esatte intenzioni.

Layla si mise davanti alla porta e gli impedì di uscire 'Che razza di missione è? Far rischiare loro la vita, senza sapere, con esattezza, gli effetti dell'esposizione a quell'ambiente! Vacci tu, a Mosca, a tenere la mano al tuo amichetto Presidente!'. Era stata una vera e propria aggressione verbale.

Clint seguiva la scena, basito. Gli altri, lo stesso.

'Come?' caspita, che reazione. Non era stata mai coinvolta dal suo lavoro, tranne quando lo rimproverava di vivere per l'Agenzia, e non per la famiglia, e di trascurarli. Il problema non sussisteva: al momento la loro famiglia era stata distrutta.

'Le maschere sono sicure? Le hai fatte testare? Il Quinjet sarà a tenuta stagna? Mi vengono in mente mille domande e mille dubbi. Il nostro capo di Stato ha tanti di quegli agenti delle forze speciali e delle varie agenzie ed ha bisogno degli Avengers come baby sitter? Fammi capire...' si fece sotto, sperando di dissuaderlo a farli partire, con ogni stronzata che le passava per la testa. Sparò le più ragionevoli.

'Vanno perché sono i migliori!' replicò, stizzito. Doveva organizzare molte attività e stava lì a discutere con sua figlia, in quel modo strano e in una perdita di tempo assoluta.

'Quindi mandi i migliori in un'operazione assurda, senza paracadute, invece di tenerteli stretti...' lo incalzò.

'Pensi che li manderei al massacro? Sei seria? Sai quanto è pericoloso, al momento attuale, un incontro fra tutte quelle teste di politici? Se morissero, il mondo sarebbe nel caos. Temiamo attentati, interferenze!' si giustificò, spostandola a forza ed imboccando l'uscio. Era chiaro che avesse interrotto la conversazione.

'Il mondo è già nel caos, e non sono teste di politici, sono teste di cavolo, come te, che nemmeno mi stai a sentire' lo aveva gridato, incavolata.

Fury si girò, alzò l'unico occhio al cielo e si diresse verso l'ascensore. Ne aveva abbastanza!

Lei tentò di corrergli dietro, per dirgliene altre quattro. Sentì una presa molto ferma sul suo braccio, comprendendo immediatamente a chi appartenesse. 'Lascia stare' Bucky la rassicurò 'sappiamo il fatto nostro, non preoccuparti!'.

'Non era per quello, non ho mai ritenuto che non foste in grado' mormorò, affranta.

'Grazie molte per l'interessamento, sei stata molto partecipe. Non condivido il tuo linguaggio, però sei stata carina' Steve voleva consolarla, ma comprese di non esserci riuscito, quando gli rispose, bianca come un cencio 'Scusa, Capitano, sono un pò stanca, andrò nel mio alloggio a riposare'.

'Che le è preso, Barton?' Nat era in pena, giacché Layla aveva un'aria smarrita.

'Forse è meglio se ci parli tu' suggerì Bruce.

Lui scosse la testa. Conoscendola, avrebbe dovuto sbollire per conto proprio, prima di un confronto. Si allontanò pure lui, estremamente infastidito dalle parole dei colleghi, certo che avessero capito che si fosse legato alla Evans.

***

I colleghi erano andati a letto come le galline, per prepararsi, anche psicologicamente, per il giorno seguente. L'arciere, solo in stanza, si rammaricava di non aver seguito il consiglio di Bruce e di non essere andato dietro a Layla, per capire cosa avesse. A cena non si era vista, saltando il pasto. Adesso era tardi, per un chiarimento. Stava per spegnere la luce, certo che non si sarebbe affacciata, quando udì il suo bussare delicato.

Aprì di corsa. La bruna entrò, camminando lentamente, pallidissima, i capelli arruffati. Gli gettò le braccia al collo e lui l'abbracciò, con tenerezza. La tenne stretta a sé, fino al letto, ed ugualmente, quando furono distesi, sotto le coperte, con la luce spenta. Le ricopriva il viso di bacini delicati e lei faceva altrettanto. Non c'era malizia, né voglia di sesso, solo di affetto, di intimità, di condivisione...di loro.

'Devi allentare la presa' dovette pregarla perchè lo aveva cinto così forte da impedirgli quasi di muoversi. Era contratta, rigida, una pila di nervi.

Layla provò, con la testa zeppa di brutti pensieri.

'Rilassati un pochino, domattina devo alzarmi presto ed ho bisogno di riposare. Ugualmente tu, secondo me...' le mise la mano sinistra sotto i capelli, all'altezza del collo, facendole un massaggio coi polpastrelli.

La ragazza si distese, leggermente. Non era riuscita ad aprirsi; forse se si fosse sfogata, si sarebbe liberata delle proprie angosce. Evitò perché Clint aveva un compito ingrato e non voleva distrarlo con paturnie personali. Lo carezzò e qualche attimo dopo sentì il suo respiro appesantirsi. Si addormentava con facilità, lo aveva già notato. Rimase immobile accanto a lui, la testa sul suo petto che si sollevava, il profumo della sua pelle nelle narici, le ciglia castane che ne delineavano le palpebre, la smorfietta sulle labbra arcuate nell'abituale sorriso sornione. Chiuse gli occhi, per qualche ora.

Quando li riaprì, alle cinque di mattina, il Falco era già equipaggiato con la sua tuta viola, portata in stanza per cambiarsi. Non le dette il tempo neanche per un saluto. Si abbassò al volo, per un buffetto 'A presto!'. 

Altrettanto rapido, corse verso l'hangar, per raggiungere i colleghi. Odiava gli addii, quella situazione era già ambigua per molti motivi, così come la missione incerta. Non voleva altre angosce, era obbligato a concentrarsi sul lavoro.

Pensò avrebbe rivisto la Evans solo al suo ritorno: si sbagliava!

Prima di salire sul Quinjet, gli Avengers tutti fermi sotto la scaletta - con Fury e la Hill che riepilogavano le loro mosse, in maniera dettagliata - Layla entrò nell'aerorimessa: il padre  la guardò, di sottecchi, augurandosi evitasse altre scenate.

Lei non ne fece. Si mise di lato a Maria, in silenzio. Nat le sorrise ed appena il Direttore e la sua collaboratrice si allontanarono, le andò incontro 'Andrà tutto bene! Aspettaci!'. 

La mora l'abbracciò, inaspettatamente. Non fu soltanto un in bocca al lupo ma qualcosa di più intenso; aveva nel suo volto la stessa espressione di quando pensava non ci fossero speranze di recuperare il disegno macchiato, rifletté Banner, ricevendo un abbraccio similare.

L'architetto li strinse tutti a sé, e persino Thor e Steve la fecero fare. La sua dimostrazione di amicizia era stata rassicurante e gradita;  arrivata a Clint, che, ultimo, era rimasto, a testa bassa, a fissare la punta degli anfibi per controllare le proprie emozioni, Layla si bloccò.

'Ciao, Falco' la spirale di lettere che le volteggiava intorno al cuore si era fermata a due vocaboli asettici.

'Ciao...' borbottò Barton, serio alla morte. Fu solo un gesto a tradirlo, agli occhi di chi lo conosceva bene: le sfiorò i capelli all'altezza della tempia, per sistemarle la ciocca sfuggente, dietro l'orecchio. Prese le scale dell'aereo come un fulmine, lo sotto lo sguardo severo e impensierito dei suoi amici che lo seguivano senza farsi accorgere.

Layla tornò in sala, per disegnare, piazzandosi al proprio tavolo da lavoro. Non riusciva a tenere in mano la squadra, per il tremore che l'aveva colpita e dovette fermarsi per mettersi seduta sul divano. Accese la tv, dove tutti i canali passavano la notizia della firma degli accordi. 

Il tempo, invece, non passava mai.

Dopo qualche ora, le immagini si soffermarono sulla figura del Presidente degli Stati Uniti che scendeva dall'Air Force One, scortato dagli Avengers. Ogni persona a vista indossava le mascherine protettive. Si rassicurò, identificando, con facilità, i suoi amici, Clint in testa. La cerimonia fu lunga e noiosa; la diplomazia comportava formalità amministrative estenuanti.

Fu solo al termine dell'apposizione delle firme, mentre i partecipanti uscivano dalla sala, rimettendosi le mascherine, che udì una deflagrazione e vide una colonna di fumo scuro alzarsi all'esterno del Cremlino.

Corse verso il centro di comando dello S.H.I.E.L.D., dove trovò suo padre ed i suoi collaboratori, intenti ad osservare i filmati, che tentavano di mettersi in contatto radio con i Vendicatori.

Si voltarono, lei aveva un respiro affannato. Provò a non dare fastidio, voleva soltanto capire l'accaduto.

'Vieni' Fury la invitò a farsi avanti.

Dal video rallentato, erano distinguibili attentatori ed Avengers, vivi ed apparentemente integri.

Layla, fissa sul monitor, minacciò il patrigno 'Se dovesse accadergli qualcosa di brutto, ti strapperò l'altro occhio, te lo giuro sui cadaveri di mio fratello e di mia mamma...'. 

Il Direttore perse i colori, gli operativi tentarono di fare gli indifferenti alle loro beghe private.

'Stanno bene...guardate!' la Hill indicò Steve e Tony, che guidavano le fila del gruppo composto di terroristi, legati come salami. Ai lati, c'erano Thor e Bucky ed a chiudere Clint e Nat. Bruce, sporco e poco vestito, era distante qualche metro.

La mora sospirò; il Presidente russo, inquadrato, ringraziava dell'aiuto e spiegava che, grazie all'intervento degli Avengers, l'attentato era stato sventato sul nascere e che i capi di stato erano salvi.

Steve avvertì Fury che, di lì a poco, si sarebbero rialzati in volo, per scortare l'Air Force One, e successivamente, tornare alla base.

Il tono di voce del Capitano denotava una certa preoccupazione. Spiegò, brevemente, che, durante l'esplosione, le mascherine gli si erano spostate dal viso e, forse, erano rimasti esposti al virus. Turbato, chiuse la comunicazione.

'Te lo avevo detto, maledizione, non ascolti mai!' sua figlia era fuori di sé.

'Se non la finisci di scocciare, con il tuo atteggiamento infantile, sarai scortata nel tuo alloggio dalla sicurezza e piantonata lì!' la rimproverò 'rimani al tuo posto!'.

Scoraggiata, andò verso l'hangar...che poteva fare? Assistette alla predisposizione di un lungo tunnel di plastica opaca, ermetica e sigillata, che avrebbe condotto i Vendicatori direttamente dall'aereo  ad una piccola area dedicata, per lavarsi, cambiarsi e sottoporsi a controlli medici. Era stato approntato in fretta, su ordine di suo padre e sotto la supervisione di Maria, che nervosa, non l'aveva presa in minima considerazione.

Quando il Quinjet atterrò, gli occupanti scesero in fretta: intravide le figure dei suoi amici attraversare il corridoio e li riconobbe dai colori delle uniformi. Seguì il percorso, fino ad arrivare davanti ad una stanza, nella quale li scrutò, dal vetro, stesi su lettini; medici, in tute stagne bianche, con caschi scuri, erano impegnati con prelievi e domande.

L'avevano salutata, senza troppo entusiasmo. Barton aveva provato a non fissarsi sulla sua immagine; era bellissima e il maglioncino verde a v, che indossava, ne faceva risaltare gli occhi, preoccupati. Sperò non combinasse altri guai! Si sentiva stanco ed arginare i comportamenti di Layla era l'ultima cosa di cui volesse occuparsi.

Fury, accigliato, attese i primi responsi, che non tardarono ad arrivare. Un dottore gli si appropinquò 'Notizie buone: sembra non ci siano effetti, ma dobbiamo attendere almeno ventiquattr'ore per esserne certi. Capo, è indispensabile che gli Avengers rimangano nella struttura sigillata'.

'Perfetto, ora glielo comunicherò:  non saranno contenti della clausura' rise sollevato, guardando i suoi ragazzi, che si erano fatti la doccia ed avevano indossato le tute dell'Agenzia.

Non appena lo udì, la moretta - a cui la storia era piaciuta poco - si buttò verso la porta che li separava, senza alcuna protezione o maschera; in men che non si dica, entrò, richiudendosi l'uscio alle spalle. Era stata lesta e li aveva presi in contropiede. Mai avrebbero immaginato un gesto simile... un gesto idiota.

'Ciao...' balbettò.

'Ciao...' Bruce era esterrefatto 'Come ti è venuto in mente di venire dentro? Non avresti dovuto!'.

Gli altri osservavano, increduli. Tranne Clint, che, sconvolto, l'aveva agguantata, per la solita ciocca di capelli, e quasi sbattuta al muro 'Perché? Perché sei entrata? Sei impazzita! Crei solo problemi!' le stava gridando, isterico.

'Mi fai male, lasciami' lo pregò, con gli occhi lucidi.

'Barton, molla la presa' Steve si era avvicinato, allertando James a seguirlo; tollerava i comportamenti altrui sopra le righe, mai le mani addosso, soprattutto a una donna e un'amica.

'Fatti gli affari tuoi, Capitano!' tenendola sempre per i capelli, l'arciere la fece spostare di qualche passo, affinché gli altri non ascoltassero la loro conversazione.

La sentì piagnucolare, giacché strattonava forte la ciocca e aveva già staccato qualche filo castano.

'Ti ripeto la domanda; perché?' Layla era a due centimetri dal viso e lo bisbigliò.

'Per te...non volevo fossi solo, in questo momento difficile!' mormorò, a voce bassissima, come una bimba spaurita.

Fu spiazzato! Non aveva voluto ammettere con sé stesso il motivo reale per cui la Evans avesse messo in atto la sceneggiata col Capo, per non farli partire missione; era esclusivamente per proteggerlo, era per lui!

La lasciò e la costrinse a guardarlo negli occhi 'Ed io? Pensi che sia contento che esista la minima possibilità che tu venga infettata, a causa mia? Non me lo perdonerei...sei entrata davanti a tuo padre, ci sta fissando, maledizione!'.

'Scusa...' si rese conto di avergli causato un bella grana...a tutti loro, Fury compreso!

'Non rispetti mai le regole, Layla, sei capricciosa all'inverosimile' lo strillò forte, stavolta augurandosi lo seguisse nella recita, per sviare l'attenzione.

'Falco, ero in pena, siete miei amici' si sforzò di sembrare credibile.

'Oramai la frittata è fatta; almeno, prova a rimediare' gli indicò il vetro, a cui Fury si era appoggiato.

L'aveva fregata. Si incensò il capo di cenere 'Mi dispiace, papà, sono stata impulsiva e non ho ragionato, perdonami'.

Al Direttore parve sincera e partecipativa, una buona volta.

'Dovrai rimanere chiusa dentro, con loro sette, fino a domani e sarai sottoposta ai medesimi accertamenti medici...ci mancava questo' li salutò, incavolato.

Gli Avengers avevano mangiato di appetito, i pasti portati dalla mensa. Layla non aveva quasi toccato cibo e parlato, nemmeno con Clint. Gli altri pure facevano poca conversazione; stavano sbollendo tensione ed adrenalina, non ultima quella causatagli dalla sua presenza. Erano in uno stanzone enorme, con brandine allineate, a mò di ospedale o dormitorio, in un letto ciascuno.

Lei aveva preso una tovaglietta di carta e si era messa a disegnare, con una penna, lasciatale dalle infermiere.

'Che fai?' Banner si era intromesso e la mora aveva girato il foglio, alla svelta.

'Non sono affari miei...'Bruce era in imbarazzo 'è che io sono negato; puoi studiare quanto ti pare ed essere un genio, il talento è un'altra cosa'.

'Professore, sei un asso nel tuo campo!' ribatté.

'L'arte è una materia diversa, come l'architettura; quando hai deciso che volevi farne il tuo mestiere?' era curioso.

'Era tanto che non ci pensavo...risale a moltissimi anni fa; Nick aveva appena sposato mia madre e chiese a me e mio fratello di scrivere una letterina a Babbo Natale. Tim disegnava già benissimo ed invece di fare un elenco di doni, mise su carta ciò che desideravamo...era un disegno perfetto, pieno di dettagli...consegnò quello, per entrambi. 

Non ti dico la faccia di nostro padre. La mattina del venticinque trovammo esattamente i regali riportati su quel foglio. Le immagini erano frutto della fantasia di mio fratello...la bici, il trenino, la bambola che gli avevo descritto, a parole...Nick trovò dei giocattoli identici! Ci sembrò una favola: abbiamo creduto che, se avessimo disegnato ciò che volevamo, i nostri sogni si sarebbero avverati. Nel corso degli anni, ci siamo appassionati e abbiamo studiato per diventare architetti. Spesso collaboravamo; il progetto del grattacielo a forma di spicchio di luna era di entrambi...' finì il racconto, lo sguardo perso.

'Che storia...erano disegni d'amore!' Nat era intenerita. Gli altri ammutoliti, Barton compreso. Avevano parlato della loro professione ma una confidenza simile non le era uscita di bocca.

'Già...lavori a mano libera?' chiese Thor.

'Non sono granché brava, però!' minimizzò.

'Forse sta a noi giudicare' insistette Tony, indicando il foglio rovesciato.

Layla era in difficoltà. Era un disegno personale, non voleva giudizi.

'Se non ti va, lo capiremmo...' Bucky tentò di sviare il discorso.

'Sono sincero, mi piacerebbe tanto vederlo' insistette il Capitano 'questa è stata una giornata infernale, il periodo che stiamo passando è catastrofico; odio l'epidemia, la quarantena e l'isolamento. Ragazzi, vi voglio bene, credetemi ma a volte sento di impazzire, chiuso qui. Il tuo ricordo mi ha dato un senso di speranza'.

Era stato così, per tutti loro, glielo lesse in viso. Si decise: sarà quel che sarà, rifletté.

Girò il disegno, svelandolo.

'Cristo Santo, è favoloso!' Stark non si trattenne. Era un ritratto del Falco, per intero, viso e corpo, con la tuta, la faretra e l'arco, mentre lanciava una freccia. 

Aveva l'espressione realistica di Clint, nel volto; teso, leggermente nervoso, gli occhi spiritati ed intensi.

'E' perfetto, meglio dell'originale!' gridò Nat.

'Barton, hai visto che meraviglia?' lo interpellò James.

Il diretto interessato si era avvicinato; l'immagine era splendida, come una foto della sua anima, come lo vedeva lei e come si vedeva lui. Se avesse potuto o saputo disegnarsi, lo avrebbe fatto in quello stesso identico modo.

'Posso tenerlo?' era la migliore risposta possibile. Lo domandò, quasi commosso.

La ragazza glielo passò, in silenzio, con gli occhi marroni che lo fissavano, incerta se lo avesse apprezzato e non si fosse scocciato di ciò che rappresentasse, ovvero una conferma del loro legame.

Lui lo rimirò, incantato, arrossendo. E lo capovolse di nuovo, per riservatezza.

'Direi che è ora di dormire' propose Steve.

'Layla, avrei una richiesta!' Thor provò.

'Dimmi...' chissà cosa.

'Vedi, mi manca tanto casa mia, Asgard. Se ti descrivessi la mia terra, il mio palazzo...potresti riprodurlo?' il principe era immalinconito. La paura di infettare i suoi sudditi era stata troppo forte e non se l'era sentita di tornare: da mesi mancava dal suo regno.

'Sarebbe una bella sfida e .magari imparerò qualcosa sulle costruzioni asgardiane. Perché no? In stanza ho un blocco da disegno più professionale, più adatto!' acconsentì.

'Pure io ne vorrei uno...ecco...potresti farmi un ritratto, con il braccio sinistro di carne e muscoli?' Bucky la stupì. Lo aveva invocato, timidamente... quanto gli era costato!

Rogers sperò che la donna potesse realizzarlo.

'Certo, e dovrebbe essere più semplice di Asgard, perché avrei davanti il modello reale: ti spoglieresti per me?' lo provocò, simpatica.

'Tutto nudo?' James stette al gioco.

'Dipende da che tipo di ritratto vuoi!' rise a crepapelle. 'Facciamo mezzo nudo, va!'.

'Andata: sono prenotato, dopo il biondo!'.

'Spengerò la luce centrale, rimarrà solo il chiarore di quelle di emergenza, buonanotte a tutti' il Capitano chiuse il capitolo delle chiacchiere.

Clint era al letto accanto a Layla, in mano il disegno che non riusciva a poggiare: era lui il sogno che aspettava si realizzasse, o era solo uno schizzo e basta, per quanto ben fatto? Non poteva smettere di rimirarla e pure lei si era messa di fianco e gli aveva puntato i fanali marroni addosso.

Lo aveva fissato, un'infinità di tempo. Aveva paura fosse arrabbiato per le sue pazzie. Lui era sempre controllato, rigido, impassibile. Lei, invece, precipitosa, istintiva, scattosa. 

L'arciere le aveva chiesto il ritratto e lo aveva rimirato e tenuto in mano a lungo, prima di sistemarlo sotto la brandina, per evitare rovinarlo. 

Lei si era spogliata del suo vestito cinico, davanti agli Avengers, per rivelare il proprio debole per il Falco. Avrebbe desiderato fossero soli, stringerlo, chiarirsi. Incrociò i suoi occhi azzurrissimi, coi propri opali. Languida, si alzò, lentamente, sperando la seguisse nella stanza attigua. Era il bagno in cui si erano fatti le docce ma era meglio di nulla per un po' di privacy.

Clint si mosse, tentando di non svegliare i colleghi che riposavano come ghiri.

Gli era scoppiato il cuore nel petto, quando la moretta aveva rivoltato il foglio ed aveva visto il proprio ritratto!

La trovò che lo aspettava. Intimidita. Il volto le si aprì in un sorriso raggiante e volò verso di lui, che la bloccò 'No, niente effusioni, potrei infettarti, rimani a distanza...'.

Nulla avrebbe potuto fermarla. Gli si accostò 'Non me ne importa niente' schiuse le labbra e l'uomo ci incollò le sue. Seguì un bacio accalorato via l'altro 'Falco, se ti fosse accaduto qualcosa...' mormorò, con gli occhi pieni di lacrime, staccandosi un attimo 'Come avrei fatto senza di te?' Era accorata, patita.

'Sei matta, completamente matta. Non dovevi entrare, per nessuno motivo. Se starai male a causa mia, io morirò...per morire, mi è bastato stare queste poche ore lontano da te' sincero, la carezzò, sugli amati capelli 'Il tuo disegno mi hai spaccato l'anima 'confessò, donandole un altro bacio 'Da quanto tempo sapevi sarebbe accaduto tutto questo? Che mi saresti entrata nel sangue?'.

'Dall'inizio, da quando mi hai obbligato a mettere le mie cose in sala relax è stato lo stesso per me! Voglio fare l'amore, voglio te, solo te' lo pregò.

'Pure io, tanto. Vieni, non ci sentiranno...' La condusse nel bagno più grande, chiuse la porta a chiave ed iniziò a spogliarla. Lei fece lo stesso. In pochi secondi, furono nudi, uno nelle braccia dell'altra, finalmente!

L'uomo la fece voltare e le spostò la chioma, per baciarla sul collo, dalla spalla fino al lobo dell'orecchio. 

Layla, rabbrividendo, girò il viso, all'indietro, per unire la lingua con la sua. Il cuore le batteva, all'impazzata, pensò le sarebbe saltato fuori dal torace; la lingua del Falco era calda, morbida, vellutata.

Le sue mani  le strinsero i seni. Li tormentava, li strizzava. Li raccoglieva, come una coppa. Tirava i capezzolini, durissimi, verso l'esterno. Le massaggiò il ventre morbido, all'altezza dell'ombelico, scendendo con le dita sul monte di Venere e poi fra i petali del suo fiore, bagnato di rugiada, per le sue carezze 'Sei bellissima...' bisbigliò, scivolando in lei. Aveva piegato le ginocchia e trovato subito il proprio posto nella sua femmina, in quella posizione scomoda, in piedi contro le mattonelle del bagno, la gamba tirata su e tenuta ferma dalla sua mano, intanto che la possedeva di fianco.

'Falco, io guardo solo le cose belle, e da quando ti ho conosciuto, non ho mai smesso di guardare te' lo contraccambiò, le bocche incollate, fra gli spasimi. Si fissavano, ognuno specchiandosi negli occhi e nel volto dell'altro.

Clint era completamente avvolto in lei, nel corpo, nella pensiero e nello spirito. Ogni volta che usciva e rientrava la deliziava. Layla sentì una piccola scossa le risaliva dalle viscere allo stomaco fino al cuore ed alla mente offuscata; gli prese la mano sinistra e se la portò alla bocca, succhiando le dita che sapevano di sé, per farlo impazzire, mugolando.

Più l'uomo ascoltava i suoi gemiti ed il suo corpo fremere, più spingeva forte in lei.

Dopo l'ennesimo urto, si fusero completamente nel loro abituale gioco d'amore.

***

Si erano lavati, velocemente, ed erano tornati, nelle rispettive brande. Clint avrebbe voluto guardarla tutta la notte, ma era così stanco da essersi addormentato subito.

Lei era nervosa. Per tanti motivi. Provava un sentimento profondo per il Falco, l'aveva capito analizzando le proprie reazioni. Finora non era stata in grado di gestire affatto i propri impulsi ed emozioni. Nella sfera affettiva, era sempre stata un disastro completo. Le sue precedenti relazioni erano terminate a causa sua. Sceglieva i tipi sbagliati, oppure quelli giusti ma, col caratterino che si ritrovava, erano litigi e scenate interminabili...l'arciere le aveva tenuto testa, fin dall'inizio, spesso riuscendo ad imporsi ed a farla persino ragionare. 

Conduceva lui il gioco, a letto e fuori dal letto. E la cosa più strana era che le piaceva il suo dominio. Era...stimolante, divertente. Tuttavia i propri modi di fare avevano creato disagi ed imbarazzi al posato, retto e virtuoso Barton in primis, agli Avengers e a suo padre. Avrebbe dovuto darsi una calmata, una volta per tutte!

Sempre se ci fosse arrivata: aveva provato a nasconderlo, visto il gesto avventato di entrare nella loro stanza senza protezioni, ma era letteralmente terrorizzata dalla possibilità di essere stata infettata. Nessuno meglio di lei conosceva le sofferenze dei giorni del contagio e l'orrore di quella morte infausta, la febbre altissima, i dolori, il delirio. Provò, senza riuscire, a concentrarsi su altro.

***

I controlli, prelievi e tamponi erano risultati negativi, per tutti. Ventiquattr'ore dopo, erano di nuovo liberi...liberi, e rinchiusi allo S.H.I.E.L.D..

Trascorsa una cena veloce, ognuno si era rintanato nel proprio alloggio, in cerca dell'agognata privacy. Clint e Layla subito nella stanza di lui.

Steve e Tony, invece, furono convocati dal Direttore.

Fury li aspettava alla scrivania e li fece accomodare.

Credevano fosse un momento di incontro, per fare il punto sulla missione o sull'epidemia. E sarebbe stato meglio.

'Signori, è un periodo in cui mi sto scusando parecchio con voi. Bando alla ciance, volevo farvi vedere questo...' indicò il monitor del computer, voltando verso di loro.

Erano spezzoni di immagini, montate ad hoc. Layla entrava e usciva, dalla stanza di Barton. Moltissime volte ed in occasioni diverse, poiché indossava un abbigliamento differente.

Rogers, dall'orario impresso sui nastri delle telecamere di sorveglianza, notò che si intratteneva col collega tutta la notte, recandosi nella sua camera all'inizio del coprifuoco, il momento in cui terminavano le attività della base, per riuscirne all'alba, prima che l'Agenzia si rimettesse in moto. In ultima e ciliegina sulla torta, l'immagine dei due, insieme, che entravano ed uscivano dal bagno della sala dove erano stati in isolamento.

Stark commentò 'Avevamo percepito ci fosse qualcosa, ma non che durasse da tanto e che la loro frequentazione fosse così assidua'.

'Perché ci ha fatto vedere il filmato?' Steve era a disagio 'Non è propriamente un problema professionale. Erano adulti e consenzienti, certo non potevano essere affari della squadra intera.

'Lo diventa, nel momento in cui mia figlia interferisce, con i suoi comportamenti, col lavoro degli Avengers. Come ieri o la scenata prima della missione' controbatté il nero.

'A parte questo' Tony aveva compreso che il Capo volesse qualcosa 'c'è altro? Che ti serve'.

'Un consiglio e un po' d'aiuto' ammise 'Non so che fare; io e Layla ci scontriamo, da sempre, e non sono mai stato il suo confidente preferito. Onestamente, vorrei capire cosa passa per la sua testa e per quella del Falco'.

'Missione impossibile, Direttore, lo conosciamo. Non proprio il tipo da aprirsi, davanti ad una tazza di tè!' Rogers rise, nervosamente. Continuò 'E' la persona più onesta, seria e leale che esista, la più adatta ad un'esagitata come tua figlia; se non la domerà lui, non la domerà mai nessun altro, dammi retta'.

'Concordo. Stiamo a vedere cosa accadrà nelle prossime settimane. Noi li controlleremo a vista e ci aggiorneremo. Layla ha legato molto con Bruce e Natasha, passano parecchio tempo fra assieme. Può darsi che fra donne si capiscano meglio, domani parlerò con Banner...' Stark si augurò di chiudere il capitolo, perché si stavano addentrando in faccende personali, di cui riteneva non fosse opportuno impicciarsi.

'Va bene, facciamo come dite, non vedo alternative. Grazie ancora, e buonanotte. Andate!' Fury li liquidò, mestamente.

***

'Sai che ti dico? Sono così contento che sia andato tutto bene che voglio mangiare l'ultimo cioccolatino rimasto. È un'occasione speciale. Prendi la tua metà, sto arrivando' Clint dal bagno del proprio alloggio, esortò Layla.

'Va bene' rispose.

Tornando in stanza, la trovò nuda, sul letto, in sua attesa. Accanto, la scatola di cioccolatini vuota. Lei che finiva di masticare. Un'espressione dispettosa ed indisponente. Magnifica!

'Sei incredibile...era per tutti e due' non sapeva se ridere o piangere.

'Non ho mangiato la tua parte, .l'ho nascosta su di me e devi trovarla, ti sfido, Occhio di Falco!' più maliziosa che mai, lo provocò, con lo sguardo.

'Dove?' stette al gioco, baciandola sulla bocca 'fammi vedere se è qui' la esplorò, con la lingua, in tutti i pizzi, sentendo il sapore del gianduiotto.

'Acqua...'.

Le carezzò i capelli ed il collo...lì era impossibile.

'Forse qui' alzò leggermente i seni, li massaggiò e mangiò i capezzolini, prima l'uno e poi l'altro...'Che peccato, adoro il cioccolato con le pere' fece una battuta.

'Cretino' rise 'Acqua'.

'Fammi cercare bene' con la lingua, scese verso l'ombelico e lo tormentò. 'Sei tanto carina, in questo buchetto, ma non ho trovato nulla'.

'Grazie, acqua, però' gli sfiorò i capelli castani, affettuosa.

Il Falco aveva una mezza idea, la bruna era proprio pazzerella; scese a giocare, con la bocca, sull'inguine, sbaciucchiando la peluria castana ebano.

'Fuochino' gli sussurrò.

Cavolo, aveva visto giusto! Si buttò verso la sua vulva e lo intravide subito...un angolo del mezzo cioccolatino si stagliava fra i suoi petali, rasente la superficie dell'inguine. Aveva provato a nasconderlo, fra le sue pieghe, e si stava leggermente sciogliendo, a causa del calore in cui aveva trovato riparo.

'Clint...fuoco...' lo disse, accalorata lei stessa 'non sapevo se potesse piacerti questa caccia al tesoro. In fondo era la tua parte ed ho deciso per te'.

Mai decisione gli era parsa migliore. Le aprì le carni; la cioccolata era avviluppata del suo piacere in una visione erotica e coinvolgente.

Si abbassò, per tentare di prenderlo in bocca e si liquefece; ne leccò un pochino  e il sapore inebriante della cioccolata e della sua donna lo fecero vacillare. Salì a baciarla, per farlo gustare pure a lei.

'Uhm, che favola' era estasiata ed eccitatissima.

Ridiscese, di nuovo, per recuperare la gianduia rimasta, mischiatasi ai suoi succhi e lui ne lappò una parte. Sparse la restante, all'interno della sua intimità per proseguire il sollazzo, guardandola, mentre si contorceva per il piacere che stava ricevendo. Le cosce aperte per lui, il ventre morbido arcuato, la pelle attraversata da brividi, i capezzoli che puntavano il soffitto, i capelli stesi sul cuscino, i topazi che lo fissavano intensamente, dolcemente. Era meravigliosa!

Lo aveva capito da tempo, ebbe il coraggio di confessarglielo 'Ti amo...' lo sparò, come un missile, nel silenzio della camera intervallato dai loro sospiri; gli era uscito dal cuore...sfrecciato via!

Layla, gli occhi lucidi e luccicanti, non disse nulla; emozionata, tese la mano, per richiamarlo a sé, in un bacio straziante

Lui la baciò, impazzito d'amore.

Non aveva bisogno di parole, aveva già le sue certezze, che andavano al di là delle paure di entrambi.

La femmina lo circondò, con le gambe, per farsi amare. Il compagno le tirò i capelli, per alzarle il volto e guardarla meglio.

La moretta aprì la bocca, per ricevere le sue labbra, ripulendo ogni piega di quel gusto meraviglioso, intanto che il suo uomo gemeva 'È il sapore più buono che abbia mai assaggiato, sa di te, sa di noi...' gli sussurrò.

Barton la sbaciucchiò, appassionato, per tornare nella sua casa preferita, dentro di lei, per terminare insieme la loro romantica ed erotica danza amorosa.

'Sarà sempre così?' domandò, strettagli, dopo l'amplesso dolce che avevano condiviso.

'Così come?'.

'Fantastico...' balbettò.

'Ci puoi giurare' ribatté, infervorato. 'Sei nervosa...' le passò le dita sulla guancia 'perché ti ho detto che ti amo' non era una domanda 'stai tranquilla'. Clint le si mise di fianco, prendendole una mano, e recandola sul proprio petto, con la calma che lo caratterizzava, giocando coi suoi capelli.

Le placò l'agitazione che aveva nel cuore e si aprì, con un respiro profondo...dillo dillo dillo, la vocina in sé la spronò...'Sì...perché anche io ti amo...' le uscì una lacrima e di felicità.

'Non ne ho mai dubitato...ed è così terribile?' l'arciere era tanto felice, impazzito lui, per amore.

Lei rise 'No, ma rovino sempre tutto ciò di bello che mi capita, col mio carattere schivo e complesso e l'epidemia ha portato via le persone a cui volevo bene; siamo chiusi qui, in questa situazione strana, dove è tutto alterato...che ne sarà di noi?'.

'Per quanto riguarda il virus, siamo nelle mani degli scienziati e di Dio. Temo non si possa avere ingerenza su questo. Mi sono innamorato del tuo noto caratteraccio. Non è così drammatico, devi solo limarne qualche aspetto. Tuo padre ci raccontò che avevi molte doti e posso solo confermarlo, devi farle venir fuori di più e in due sarà più semplice, sii positiva, prova...' la consolò.

'Sei così saggio. Mi ricordi mio fratello. Aveva una frase ricorrente, che mi ripeteva, in continuazione. Non ci viene consegnata una vita bella o brutta, ci viene solo data una vita, stai a noi renderla meravigliosa o sprecarla...' bisbigliò.

'E' toccante, prendo spunto...voglio renderla meravigliosa assieme a te' Clint unì le labbra alle sue, in un bacio d'amore.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top