CAPITOLO 2 LAYLA, L'ARCHITETTO DELLA LUNA
Il mondo era cambiato. Non in poche ore: in qualche mese. Iron Man - l'armatura di metallo gialla e rossa che conteneva il fisico del miliardario Tony Stark -
aveva colpito, con il famigerato missile, la nave madre dei Chitauri, popolo alieno dalle bellicose intenzioni,
ma quelli rimasti sulla Terra e morti proprio in seguito all'evento, si erano dissolti in un pulviscolo letale.
L'infezione portata attraverso le loro particelle si era diffusa, pian piano, in ogni angolo del pianeta. I cadaveri eran ovunque, per le strade. La popolazione era nel panico. Vigeva la legge marziale. Gli scienziati cercavano di trovare antidoti e virus, senza riuscirvi. Qualcuno era immune e, stranamente, parevano esserlo pure gli Avengers, che erano stati tanto esposti nel combattimento.
Nick Fury, il loro capo, li aveva precettati alla base dell'Agenzia che guidava ed a cui anche il gruppo di Vendicatori riferiva, insieme ad un esiguo numero di agenti sopravvissuti. Avevano un micro alloggio per ciascuno. Vivevano appiccicati, obbligati al rispetto di rigide regole, con le poche cose portate, a causa dello spazio disponibile, che era minimo. I beni erano razionati. Acqua, cibo, energia elettrica. Generi di prima e seconda necessità.
In quanto Vendicatori, avevano un trattamento speciale. Mangiavano nella sala relax a loro destinata e non in mensa. Avevano mantenuto i laboratori, le palestre e i percorsi per allenarsi ed erano pronti per entrare in azione casomai ve ne fosse stato bisogno.
Qualche giorno dopo l'inizio dell'isolamento, Maria Hill - agente e braccio destro di Fury, longilinea, castana, occhi azzurri -
li aveva avvisati che avrebbero avuto un altro ospite. Niente meno che la figlia del Capo. Non sapevano ne avesse una e si erano incuriositi.
La Hill aveva spiegato, brevemente, che il Direttore aveva sposato una donna che aveva già due figli e la femmina sarebbe stata in quarantena con i sette Avengers segregati: Bruce Banner, Natasha Romanoff, Tony Stark, Steve Rogers, James Buchanan Barnes detto Bucky, Thor e Clint Barton.
Svogliata, intristita, e scocciatissima poiché la ragazza era sempre stata una vera e propria peste, non aveva buoni rapporti con nessuno, soprattutto col padre adottivo e non era affatto contenta di chiudersi allo S.H.I.E.L.D..
Come non capirla? si domandò il Falco. Chi era contento di vivere in una scatola di metallo, con sconosciuti, non sapendo con certezza quanto sarebbe durata? Forse per sempre. Zero libertà, zero comodità.
Intanto che si apprestavano a farle mille domande sulla nuova coinquilina, Maria fu chiamata al cercapersone e si allontanò, senza avere il tempo di rispondergli, aggiungendo solo il nome. Strano ed originale: Layla. Evans, il cognome del padre naturale. Ed un insolito ammonimento...state attenti, è una rompiscatole!
L'ultima cosa che volevano era gestire una ragazzina o, peggio, un'adolescente brufolosa. Si aspettavano un'antipatica bambina di colore, con le treccine ed i libri di scuola. L'impatto, molto diverso, non fu dei migliori.
'Non mi interessa, se non si possono tenere...è il mio lavoro...non posso buttarlo nel water!' una ragazza dell'età di Romanoff gridava, in corridoio, contro la Hill. Un paio di borse piene di effetti personali, una scatola cubica, piuttosto grande, dei tubi di cartone ed un pc portatile erano il suo cospicuo bagaglio.
Gli abitanti la struttura erano stati ammoniti a recare con sé l'indispensabile; lei era parecchio fuori misura.
Anche nell'aspetto esteriore. Alta come la loro collega, i capelli lunghissimi castani scuri, quasi ebano, naturalmente ondulati, gli occhi marroni, intensi, in un viso splendido, i tratti delicati, la pelle candida, la bocca carnosa, gli zigomi alti. Il fisico sensuale, con le forme giuste. Era bella, oggettivamente. Vestita in maniera semplice. Jeans, maglietta e felpa.
'Layla, niente eccezioni!' Maria provò a contenerla.
Quella era la figlia di Fury? Per la miseria, non era affatto una bambina! commentò Clint, tra sé.
'Se non posso tenerle, vado via...scegli!' fu laconica e tranquilla, serissima, lo sguardo di sbieco verso gli Avengers che, in gruppo, incuriositi dalle grida, erano sopraggiunti per impicciarsi.
'Ci sarà da divertirsi...' commentò Tony, contraddistinto da capelli ed occhi neri, barba curata, una certa originalità nell'abbigliamento addirittura in quella situazione.
Stavolta il Direttore mi uccide, pensò la Hill. 'Rinuncia a qualcosa...per favore!' la pregò.
'Noooo!' l'altra le gridò in faccia, inquieta.
Maria era in evidente difficoltà e Bruce tentò di salvarla, avvicinandosi 'Ciao...perché non le facciamo mettere i suoi oggetti di lavoro nella nostra sala? Non daranno fastidio, credo. Il resto del bagaglio regolamentare può stare in camera...in stanza non avrai abbastanza luce né spazio, per disegnare, architetto'. Aveva intuito che tipo di mestiere svolgesse ed era chiaro fosse una professionista di quel settore.
La moretta lo guardò, interessata. Almeno era sveglio, il piccoletto occhialuto! Era bassino e tracagnotto, coi capelli scuri e gli occhi marroni, dolce e garbato, nei modi.
Banner continuò, gentilmente, giacché la Hill, grata della soluzione proposta, che pareva percorribile, aveva annuito 'Ti do una mano a portarle dentro?'.
'Non ti azzardare a toccare nulla, mostriciattolo verde!' Layla lo sibilò, riferendosi ad Hulk, la bestia che albergava nello scienziato, e Bruce, poverino, perse i colori.
'Come ti permetti! Sei una maleducata! Stava tentando di aiutarti!' Natasha, purpurea di rabbia come i suoi capelli, si era messa subito in mezzo, per difendere il fidanzato che, timido ed educato, non avrebbe mai risposto a quella carogna. Lei, invece, era un'ex spia russa tosta e dai modi spicci, conosciuta col nome di Vedova Nera ed avrebbe messo in riga la saccente nuova arrivata.
'Tu devi essere la puttana russa, giusto?' l'altra, fredda come il ghiaccio, era riuscita a spiazzarla. Dopo qualche secondo di riflessione, la Romanoff - fisico minuto e prorompente, occhi verdi, sguardo furbo e sveglio - offesa, partì di testa e le diede una spinta. In un baleno, si materializzarono Bucky e Steve per dividerle; ognuno teneva una delle due ragazze per le braccia. Layla era ferma e tranquilla, Vedova Nera, invece, isterica.
'State buone, per favore' chiese Rogers, intervenuto per fare da piacere 'Già non va a nessuno l'idea della convivenza forzata...evitiamo certi atteggiamenti...'. Capelli biondi, occhi azzurri, massiccio e muscoloso, aveva la classica faccia da bravo ragazzo. Non era Capitan America per caso!
'Oggi ti mancano il costumino attillato ed il sospensorio, non ti avevo riconosciuto' la donna lo fissò, squadrandolo, e soffermandosi sull'inguine, ironica. Rogers, nulla smaliziato, arrossì, fino alla punta delle orecchie alla presa in giro, davanti a tutti.
'E tu, toglimi quello schifo da dosso!' la moretta aveva guardato, disgustata, l'arto in vibranio di Barnes - regalo ricevuto molti anni prima da un'organizzazione avversa all'Agenzia governativa che glielo aveva impiantato e lo aveva potenziato nel fisico, facendolo diventare un super soldato - mortificandolo, impietosamente.
'La situazione ci sta sfuggendo di mano...Clint, Thor, inventiamoci qualcosa' Tony spronò i due amici, limitrofi, andando verso il gruppetto.
'Senti, figlia arrogante di Fury' il Falco si buttò; era diplomatico ed odiava scocciature e discussioni 'occupati di persona di mettere al sicuro i tuoi preziosi strumenti di lavoro! Ti accompagnerò nell'area a noi destinata, dove, purtroppo, dovremo stare in tua compagnia' le indicò la porta attigua 'il gigante biondo, al mio fianco, se lo permetterai, prenderà le borse e le lascerà nella tua stanza. Va bene come soluzione o vuoi insultarci tutti?'.
Contraccambiata con la stessa moneta, la Evans si calmò. Che poteva fare? Aveva ragione l'uomo davanti a sé, quello serio e carino con gli occhi azzurri, che esaminava, in dettaglio, le sue grazie, da quando l'aveva incrociata 'Ok!' fu stringata.
'Sono Clint Barton, lui è Tony Stark' l'arciere le tese la mano, per educazione. Lei la fissò schifata e si voltò dall'altra parte, per sollevare da terra la scatola cubica 'Buon per voi!' omise di presentarsi 'Dove sarebbe?' lo esortò a farle strada, vedendolo scuotere la testa dai capelli castani, mentre Thor, biondo principe asgardiano, pensava ai bagagli.
'Ecco' Barton aprì la porta e le mostrò la sala relax; di lato c'erano dei tavolini bianchi su cui, di solito, mettevano i contenitori col cibo, da dove servirsi. Ci mangiavano, colazione, pranzo e cena, e ci trascorrevano il tempo libero, quando non si allenavano.
Stark riepilogò, sintetico, l'utilizzo della stanza.
'Potresti disegnare lì!' Bruce non si era perso d'animo. La condusse al tavolo meglio esposto, a suo dire.
Layla gli sorrise, poggiandoci la scatola 'Bravo, ottima idea'.
Aveva un sorriso splendido, radioso, rimuginò il Falco. Era una donna molto attraente, di una bellezza inconsueta, fine ed elegante. Un caratterino insopportabile compensava l'avvenenza. Stronza da paura!
La Evans posizionò il computer portatile, cercando le prese di corrente, aprì i tubi, pieni zeppi di disegni arrotolati e tolse il coperchio dalla scatola di cartone. Sotto era custodito un plastico, quasi terminato, di un edificio stranissimo...a forma di spicchio di luna!
'E' fantastico!' Banner emise un grido 'E' l'albergo che sorgerà a Dubai! L'ho visto in tv e ne ho letto moltissimo!'.
'E' splendido!' Tony si avvicinò, per rimirarlo; adorava l'arte, in ogni sua forma.
'Non ci capisco assolutamente nulla, però è bellissimo...' Clint si allineò: era una costruzione da sogno.
Gli altri annuirono.
L'architetto fu stupita dei complimenti 'Grazie, nemmeno so se riuscirò a finire il progetto, da sola: molti colleghi, con cui stavo collaborando, sono venuti a mancare. Questo è un lavoro di equipe. Comunque, se lo terminassi...c'è da chiedersi se potrà, un domani, essere realizzato e chi ci alloggerà: con l'epidemia è tutto incerto'. Era vero e molto triste.
'Cos'è?' Barnes indicò un strana struttura. Era un ragazzo dal volto attraente, circondato dai capelli castani scuri lunghi. Spiccavano le iridi color ghiaccio, un bel fisico contraddistinto dall'anomalo arto metallico.
'E' una piattaforma di osservazione, per guardare le stelle...' lo disse, persa nei suoi ragionamenti.
'Che pensiero romantico!' Thor esclamò, appena tornato. Anche lui era incredibilmente fisicato, con un corpo mastodontico ma proporzionato, i capelli biondi come il grano maturo, lunghi alle spalle, gli occhi di un azzurro intenso. Tanto bello, nell'insieme, da sembrare finto.
'Immaginavo che i futuri clienti dell'albergo fossero solo coppie innamorate, che fissavano il cielo, mano nella mano'.
'Davvero?' Steve parve perplesso, era una iena!
'Già...c'è una biblioteca per bambini, delle sale conferenze, ristoranti, molti locali diversi, nei trentatré piani della struttura. Comunque, ha un'altezza poco ragguardevole per un grattacielo sito in quella zona' sminuì.
'Sì, ma quante volte hai visto svilupparsi un edificio simile a forma di luna?' Bruce si stava esaltando.
'Scusate, vorrei dedicarmi al progetto' gli dette le spalle, srotolò un disegno, accese il pc e si mise al lavoro, non degnandoli di mezzo sguardo, per il resto della giornata.
***
Timida e chiusa, non gli aveva parlato mai. Nemmeno durante il pranzo. Aveva portato il suo piatto direttamente al tavolo da lavoro, fregandosene del resto del mondo.
Durante l'intero pomeriggio, aveva disegnato e progettato. Prima di cena era andata nella sua stanza.
In quel momento era comparso Fury, con la Hill al seguito. Era stato sintetico 'Layla è un osso duro. Mi debbo scusare con voi, per i suoi comportamenti...so che vi ha risposto male e non ha particolare voglia di socializzare. Temo non sia una giustificazione, tuttavia l'epidemia, negli scorsi mesi, ha portato via mia moglie e suo fratello' era sull'orlo della disperazione e esprimersi in una confidenza tanto personale era stato difficile.
'Ci spiace tanto, Capo. Possiamo fare qualcosa?' chiese Steve. Sapevano ben poco della vita privata del proprio diretto superiore, uomo di grande carisma e di modi spicci.
'Sì, siate pazienti con mia figlia. Ha dei lati del carattere spiacevoli e molte doti. In caso di problemi, avvisatemi, immediatamente' li pregò, accorato e sintetico.
'Contaci' Tony rispose, per tutti.
Problemi...da subito si presentò quello dei pasti.
Layla, come nulla fosse, era entrata in sala, la sera stessa, solo per riempirsi il piatto e tornare nel suo alloggio.
Il Capitano, incredulo, aveva fissato l'integerrimo Barton, che l'aveva redarguita, bruscamente 'Il cibo si deve consumare qui. In stanza è vietato!'.
Lei, strafottente, aveva fatto spallucce e persino uba linguaccia 'Denunciami, arciere dei miei stivali!'.
Il giorno seguente si era esibita stessa solfa!
Cosicché Maria, avvertita da Clint, nel mezzo della cena della sera successiva, si era presentata alla porta della mora e, constatato stesse mangiando lì, le aveva fatto una lavata di testa cosmica. L'altra, indemoniata, si era calmata alla minaccia del sequestro del suo materiale, l'unica cosa che le interessasse, sul serio.
Per cui, la mattina dopo, aveva dovuto far colazione col simpatico gruppo.
'Barton, arciere e spia...pensavo che la spia fosse la nostra Natasha' aveva preso di petto il Falco, affrontandolo viso a viso.
Quello, tutto d'un pezzo e monolitico, non si era scomposto 'Ci sono delle regole, semplici da seguire' controbatté 'se non ti piacciono, è un problema tuo! Non crearci altri problemi: non sei una ragazzina!'.
'Capito...tu sei coscienzioso e severo alla morte, su tutto e giudichi gli altri, con estrema facilità, dall'alto del tuo zelo: sii sincero, adori guardarmi, per questo mi vuoi al tuo tavolo' glielo aveva sussurrato, senza farsi udire dagli altri.
Imbarazzato, non aveva replicato. In effetti Layla era molto carina e non perdeva occasione per ammirarla. Era l'unica donna che frequentavano, oltre a Romanoff, fidanzata con un collega ed amica storica. E la mora era un belvedere, oddio se lo era! Almeno, per il resto del pasto, non gli aveva parlato ed era rimasta in silenzio; altri scontri non ne voleva.
'Che fai, oggi?' le domandò Banner.
'Il solito, Bruce...'. Il professore era un genio, era evidente dai commenti e dai brevi confronti che avevano avuto. Lo stimava.
'Io e Tony andiamo in laboratorio, gli altri si allenano. Buona giornata!'.
'Pure a te! Ciao, Banner!' lo salutò, con la mano.
'Ti rivolge la parola perché sei al suo livello, noi miserabili' commentò Bucky.
'Vorresti conversarci?' fece Rogers al fedele amico.
'Sì. Qua è un mortorio e viviamo sotto lo stesso tetto. Rapporti più cordiali sarebbero graditi. Stare sul chi va là, è antipatico'.
'È antipatica lei' insistette il principe.
'Diamole tempo, avete sentito il Direttore. Le persone ferite, spesso, attaccano per prime. Nessuno di noi è proprio un santo, a rifletterci. Thor e Cap a parte, forse!' Bruce la difese.
'Comincio a ingelosirmi, piantala' scherzò Nat.
***
Fu proprio Natasha la protagonista di uno dei pochi gesti degni di nota, che riguardavano la moretta.
Nel corso di un pomeriggio, sentirono la russa litigare con la Hill. 'È una questione fisica e igienica, non un capriccio. Sono una femmina...razionare tutto è un conto, ma quelli no!'.
'Mi spiace, sono finiti. Forse ne avremo il mese prossimo!' Ribadì l'altra.
'È una follia, uno schifo'.
'Fai un giro fra le donne dell'Agenzia. Non stanno messe meglio di noi ma puoi tentare...arrangiati, come facciamo tutte, non ne morirai' Maria se ne andò, aveva tante di quelle rogne da risolvere.
'Di che parlano?' domandò Steve.
'Accessori...ehm... femminili' Tony provò a non essere troppo esplicito.
Nat si mise una mano sulla fronte, in preda allo sconforto.
Videro Layla alzarsi, in silenzio, e tornare qualche minuto dopo, in mano una confezione violetta plastificata.
'Ecco, è per te' porse alla russa un pacchetto di tamponi. Nuovo.
'Gra...grazie! Che vuoi in cambio?' Alla base era tutto un baratto e lo domandò.
La Evans rise, di gusto 'Niente, tranquilla. Avevo una piccola scorta. Tienili...anzi, considerali come scuse, per quando ti ho dato della puttana!' si rimise al tavolo a disegnare, intanto che Romanoff andava in bagno, sollevata.
***
Natasha, colpita dalla generosità disinteressata di quella donna tanto introversa, l'aveva rivalutata...leggermente. Provava a fare conversazione con lei, di argomenti neutri. A volte si accostava al suo tavolo da lavoro, per sbirciare. Non si azzardava ad alcun commento. Fu durante un pranzo che poté, un minimo, sdebitarsi. Fra le vettovaglie della mensa, portate in contenitori di alluminio, il menù del giorno prevedeva spaghetti al pomodoro.
Layla si era servita e, prima di sedersi a tavola, era tornata verso il disegno cui si stava dedicando. Le era venuto in mente un particolare da modificare ed era assorta nel ragionamento. Talmente assorta da inciampare, malamente. Era riuscita a rimanere in piedi ma la scodella era volata sul progetto, rivoltandosi. Pasta e salsa si erano sparse, ovunque.
Lei aveva emesso un urlo straziante e gli Avengers si erano precipitati. La mora era immobile, e tremava.
'Che possiamo fare?' chiese Tony.
'Prendete dell'acqua minerale, del sale e del cotone idrofilo. Fazzoletti puliti e tutti i phon che reperite' il Falco non si perse d'animo. Poteva tentare, tanto peggio di così era impossibile!
'Dai, muoviti' la russa strattonò la Evans, con forza, e quella si destò, dal suo torpore.
'Per il cotone, vado in laboratorio' Bruce volò.
Bucky trovò acqua e fazzoletti.
Gli altri corsero, in giro, per la base, a recuperare gli asciugacapelli, con le due ragazze.
Tony sgombrò il tavolo da pranzo e prese il sale.
Clint mise lì sopra il progetto, tentando di non pasticciare ulteriormente, e, pian piano, tolse con i fazzoletti salsa e spaghetti.
'Che fai?' balbettò Layla, appena tornata.
'Provo a salvare il tuo disegno...' borbottò Barton 'fammi lavorare e sta zitta, rompipalle!'.
Nat le circondò le spalle, con un braccio, e, incredibilmente, la ragazza contraccambiò col suo, sulla vita di Vedova Nera.
Dopo aver ripulito la tavola, Clint inumidì i batuffoli di cotone idrofilo con l'acqua minerale e il sale e tamponò le macchie. Il sugo venne via, in un lampo in una sorta di reazione chimica.
'Passatemi un phon ed accendete gli altri...esponiamolo all'aria calda, non troppo vicina e non diretta' ordinò.
Iniziarono, i ragazzi avevano ognuno un asciugacapelli in mano, e seguivano le indicazioni. Trascorso un quarto d'ora, il disegno era perfettamente asciutto.
Certo, non era perfetto, ma si vedevano, con chiarezza, le righe della matita e della china. Tutte.
'Se ci ripasserai sopra un po' di colore tornerà come nuovo' concluse il Falco, soddisfatto.
'Bel lavoro e grande intuizione!' si complimentò Thor.
'Lavoro di squadra eccezionale...al solito!' commentò il Capitano.
Layla si mosse, lentamente, verso il suo progetto, ancora incredula. Avrebbe potuto sistemarlo sul serio...guardò Barton, grata, e lo cinse a sé in una repentina e inaspettata mossa carina. Lo tenne stretto, a contatto col suo corpo, la guancia sul suo collo. I capelli profumati lo avviluppavano, nel silenzio calato nella sala. Era stata dolcissima. Pareva una bambina, indifesa e vulnerabile.
Lui era rimasto di sasso, colpito da una simile manifestazione di affetto e gratitudine, che durò pochi secondi.
La ragazza si staccò, non prima di avergli bisbigliato nell'orecchio 'Grazie'. Si voltò verso i Vendicatori 'Grazie a tutti' Non sapeva cosa dire, era in imbarazzo, li aveva trattati a pesci in faccia dal primo giorno 'Certo, impugnate i phon come armi...' Ridacchiò, indicando il braccio in vibranio di Bucky, che stringeva l'apparecchio, come fosse una pistola.
'È per quello che siamo così bravi' Stark fece una battuta, chiudendo l'argomento.
'Come va?' Le aveva chiesto Barton, qualche ora più tardi, fissando il progetto.
'Benino. Sto ricalcando le linee che si vedono meno...vuoi aiutarmi?' Era seria.
'No, non sono capace, lo rovinerei' si oppose.
'È facile, invece; siediti al mio posto e ti insegno...' insistette.
Era l'unica cosa carina che gli avesse detto da quando era arrivata, abbraccio a parte: obbedì. Si sedette al tavolo da lavoro e lei si mise dietro.
'Sei mancino, è più difficile disegnare, per te' notò la donna. Con una mano gli teneva la sinistra, con cui gli faceva passare il pennarello, con l'altra la destra, che muoveva il righello.
Clint sentiva i capezzoli che gli sfioravano la schiena, i capelli ovunque ed un profumo tenue di vaniglia e muschio bianco: percepì una curiosa intimità, in quell'attimo, sfuggente...e concreta!
Era certo se ne fosse accorta anche Layla, giacché tornò a punzecchiarlo, immediata.
'Falco, sei la persona più incoerente che conosca. Prima mi hai fatto la prosopopea delle regole e del loro rispetto e poi fumi di nascosto?' Era impregnato di odore di sigaretta. Abiti e capelli...alla base, era rigorosamente vietato fumare per il problema di ricambio dell'aria stante il mercato nero di bionde e prodotti simili.
Lui non negò 'Il tabacco è come per te il tuo lavoro. Non posso farne a meno, ognuno ha i suoi vizi, architetto capriccioso e viziato! '.
'Dovrei avvertire la Hill, come hai fatto tu con me. Stai attento a non farmi incavolare: un Avenger fumatore, da non credere...grazie mille per l'aiuto, finirò da sola, puoi accomodarti da un'altra parte, lontano da me!' lo invitò ad alzarsi, non troppo garbata.
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