CAPITOLO 11 QUATTRO CUORI...VERDE, AZZURRO, VIOLA E GIALLO!
'Siete scappati, ieri sera, per la vergogna di aver perso!' Loki prendeva in giro il Falco, la mattina seguente.
'Avevo la vittoria in tasca; ho soprasseduto, perché sono educato anche se mi giudichi burino...tu, piuttosto, vicino a me, stai diventando sempre meno principesco' l'altro rideva.
Era l'ultimo giorno che trascorrevano insieme, giacché il moro avrebbe riaperto il Bifrost, l'indomani, per permettere ai suoi amici di tornare su Midgard e si era voluto industriare in qualcosa di grandioso. Intanto che i servitori pulivano e sistemavano il Palazzo, dalla confusione e il disordine conseguente lo scambio delle promesse, li aveva condotti, con l'aeronave, al laghetto più vicino la reggia.
'Non rovinare l'atmosfera che si respira qui; abbiamo voluto condividere la piacevolezza di questo luogo, per noi così importante' si fece subito serio e solenne.
L'immagine della montagna a ridosso dello specchio d'acqua si sdoppiava in quest'ultimo. La riva del lago era circondata da un lussureggiante giardino naturale, colmo di fiori e piante, che emanavano un odore quasi inebriante. Sulle rive antistanti, raggiungibili solo a nuoto, spiccavano distese a non finire di lavanda, fiorellini gialli, e di tulipani dai mille colori.
Un prato verde, corto e ben curato avrebbe fatto da tavolo al desinare, visto che Erika stava già allestendo la colazione, su una larga e quadrata tovaglia di lino bianco, con l'aiuto di Layla; i due uomini, invece, non facevano che prendersi in giro, passeggiando sulla battigia.
Da diversi cestini di vimini, le amiche estrassero le vivande preparate per il loro pranzo. C'era pane di tipi diversi, focacce, salumi affumicati e formaggi stagionati, sistemati su taglieri di legno con marmellate e composte, con cui accompagnarli. Uno stinco di dimensioni esagerate, brasato in un delizioso intingolo e contornato di patate era il piatto forte, insieme a spiedini di carne mista. Ciotole di insalate di verdure miste e cetriolini sottaceto rappresentavano i contorni, due bottiglie di vino rosso già stappato il nettare di Bacco con cui pasteggiare.
Piatti di porcellana, bicchieri di cristallo, posate d'argento e tovaglioli anch'essi in lino completavano l'apparecchiatura.
'Venite, è pronto' la Evans li avvertì e si precipitarono. Loki, con il suo passo elegante da gazzella, e Clint a razzo, buttandosi, letteralmente, sui candidi e morbidi cuscini di piume, sparsi intorno.
'Ho un appetito, con tutto questo ben di Dio!' rubò, con la mano, un pezzetto di formaggio che aveva già puntato. Appena inghiottito, sentì uno schiaffetto sul braccio.
'Almeno usa la forchetta! Sei un troglodita midgardiano!' lo ammonì il principe.
'Mi hai stufato, oggi me la pagherai, per le tue offese continue...da domani sarai contento di non avermi più fra i piedi, stai tranquillo' Barton, fintamente arrabbiato, iniziò a colpirlo con forza, utilizzando uno dei guanciali.
L'asgardiano ne agguantò un paio, e si difese...erano stati talmente veementi, nei movimenti, da averne lacerato la fodera, in più punti; una marea di piume svolazzarono nell'aria, sopra le loro teste, creando l'effetto di una strana nevicata, mentre i contendenti, divertiti, provavano a non farle cade sul cibo, le loro compagne che li rimproveravano.
'Siete due ragazzini, infantili. Bisticciate invece di godervi questi momenti...abbiamo faticato a sistemare tutto' la principessa li redarguì e si trattennero, temporaneamente, da altri scherzi.
'E' splendido, qui, l'adoro' Layla aveva immaginato il lago dai racconti di sua sorella; la realtà aveva superato l'immaginazione.
'Siamo venuti, in questo incanto, per il nostro primo appuntamento. E per molti altri successivi. E' magico, per l'oggettiva bellezza del panorama e per ciò che rappresenta' Erika carezzò la mano del marito, che addentava, famelico, uno spiedino di carne.
'Grazie per averlo voluto spartire con noi; mi auguro potremmo fare lo stesso, sdebitarci. Ci siamo innamorati all'interno di una base militare e non è il massimo da visitare...quando verrete sulla Terra a trovarci, dovrò inventarmi qualcosa che possa colpirvi!' Clint spiegò.
'Verremo per voi, non per altro. Se vi sarà modo, visiteremo i posti che ci suggerirai...e, comunque, sono curioso di vedere il grattacielo a forma di spicchio di luna che stai progettando, architetto!' Loki si rivolse a Layla.
'Sai, il disegno è molto complesso da portare a termine da sola; per di più, è vero che, grazie agli studi di Banner, la popolazione rimasta in vita è ora immune alla pandemia, tuttavia è stata decimata in maniera importante. Sarà necessario comprendere se vi sarà, nel futuro, la volontà e la possibilità economica e materiale di costruirlo' fece un ragionamento obiettivo.
'Tu finisci di disegnarlo...è quello il segreto...qualcosa accadrà, ne sono certa! E' così da quando ci siamo incontrati ed anche da prima! Gli schizzi di Asgard che hai fatto per Thor, ti hanno condotta qui...per non parlare del resto. Devi essere più fiduciosa!' la rincuorò la bionda.
Layla le si accostò e le dette un bacino sulla guancia. Aveva imparato a conoscerla e sapeva non amasse granché i contatti fisici, eccezion fatta per quelli con suo marito. Tuttavia, non si tirò indietro e la contraccambiò, tenera, sull'altra.
'Bando alle smancerie femminili...posso attaccare coi dolci?' il Falco indicò un angolo della tovaglia, ancora intonso, sopra vassoi con P
piccoli bignè farciti di crema pasticcera e un dessert che aveva già provato, in quanto preferito di Loki, simile al tiramisù, in quattro coppe enormi, decorato con pasticcini secchi alle mandorle...e di lato, un vassoio con cioccolatini all'arancia, una bottiglia di foggia antica, di vetro soffiato, colma di liquore color ciliegia.
'Ho il tuo stesso desiderio di assaggiarli. Ti richiamo all'ordine; vorrei proporre un brindisi, prima' il moro versò l'alchermes e porse loro i bicchierini 'Ho un regalo, per voi...anzi, per noi...' da una scatolina di legno, pescò quattro laccetti di cuoio nero. Erano delle collane, che terminavano in una pietra preziosa, identica in grandezza, a forma di cuore, forata. In quattro colori diversi.
'Ho pensato che, indossandole, saremo vicini, pure se in mondi diversi. Clint, la tua è viola' gliela passò 'è un'ametista, e l'ho scelta perché rappresenta il colore del Falco e della tuta che indossi. Ad Asgard si dice abbia la proprietà di rafforzare la capacità di sognare...magari ti scioglerai, sei sempre tanto rigido'. Barton la indossò, immediatamente, dandogli un'occhiata colma di gratitudine.
'Layla, la tua pietra è un opale. L'ho presa perché mi ricordava vagamente le tue iridi...me ne parla il tuo fidanzato' rise 'ed è il simbolo del talento nelle arti tecniche, di cui ci hai dato dimostrazione'. La mora la mise al collo, sfiorandola. Le parve avesse quasi un fuoco, dentro: quello della loro amicizia.
'Erika, amore, per te ho optato per l'acquamarina, azzurra come la sfumatura dei tuoi occhi quando sorridi. E' il simbolo della serenità e della felicità, ciò che mi auguro per te ogni istante della mia vita!' la baciò sulle labbra e gliela infilò al collo, intanto che la sua sposa lo corrispondeva, una mano dietro il collo, emozionata e colpita da quel gesto così romantico, a cui lei stessa non aveva pensato.
'In ultimo, la mia. E' uno smeraldo, verde come i vessilli della mia stirpe. Si dice che rappresenti la divinità in un corpo fisico e per me è davvero calzante, come espressione. E' anche il simbolo della prosperità' fissò sua moglie, fiducioso, e vide che Layla abbozzava un sorrisetto 'e dell'amore eterno...ci sono molte forme di sentimento, e l'amicizia è un lato dell'amore, quello più puro, di condivisione di anime...vi voglio bene, amici miei!' con una lacrima che gli scendeva dall'occhio sinistro, indossò il ciondolo e alzò il bicchiere 'A noi, alla nostra amicizia!'.
Gli altri tre, ugualmente commossi e coinvolti, lo seguirono nel brindisi, contenti di quel gesto e terribilmente intrisiti di doversi separare.
Erika guardò Clint e sua sorella, poi l'orizzonte che si stagliava alle loro spalle, tentando di contenersi, di rimandare indietro il groppo alla gola che la attanagliava. Si perse, per un attimo, in un ricordo personale.
***
Il suo pricipe l'aveva portata su quel prato, un'infinità di occasioni. Era stato testimone del loro primo bacio e delle loro prime effusioni amorose. Oggi voleva dedicarsi a Loki, che tante volte l'aveva sollazzata di baci e del resto, assolutamente disinteressato della sua scarsa esperienza amorosa.
Lo vide muoversi verso di sé, nelle mani un mazzetto di lanterne asgardiane colto per lei, col suo fare misterioso ed intrigante, il sorriso arcuato, pieno di molte promesse e di altrettante certezze. Il matrimonio era imminente, e si era ritrovata a desiderarlo, in maniera quasi lancinante. Lui si abbassò, per darle un bacino, che la femmina trasformò in uno scambio molto più passionale...entrambi percepirono, nell'aria, una forte elettricità di sensi.
Erika udì il respiro mozzato del compagno, nell'attimo in cui lo sfiorò, sulla pelle del pantalone, sull'inguine.
Il principe le sfiorò le mani con le proprie...non c'era bisogno facesse nulla che non volesse...capì dal suo sguardo, preso, che lo desiderava, come non aveva mai voluto null'altro nella sua esistenza...per lui valeva lo stesso e si decise ad accondiscendere alle sue coccole.
Si erano liberati, con velocità, dei rispettivi abiti, e stesi sull'erba fresca e bagnata. Dopo qualche carezza, la bionda si appropinquò all'altezza delle gambe. Con estrema naturalezza, prese lo scettro del suo uomo fra le labbra, senza alcuna ritrosia o inibizione. Lo sbaciucchiò, e lo stuzzicò con la punta della lingua...lo udì respirare sempre più intensamente, comprendo che quella pratica gli fosse gradita. Alzando lo sguardo, incrociò gli smeraldi verdi, dilatati per l'eccitazione, il volto felice e sereno.
Si fece più audace e spinta: sarebbe diventata principessa, ma più di tutto era e sarebbe rimasta una donna che amava il suo uomo, dentro e fuori dal letto! Velocemente, lo fece arrivare in gola, serrandolo fra le mascelle.
Il moro poggiò una mano sulla sua nuca, per darle il ritmo del proprio piacere, carezzandole l'idolatrato manto dorato; la rigidità maschile era fermo tra il palato e la lingua abile di lei, che disegnava ghirigori ed arabeschi sulla sua pelle tesa. Erano semplici ed intensi disegni d'amore...
Dovette chiederglielo, sentendosi al limite 'Posso, principessa?'.
Non gli rispose verbalmente, ma alle prime vibrazioni, aumentò la suzione, scrutandolo di nuovo, negli occhi, colpita dalla sua sensibilità 'Per tutti gli Dei, Erika...ti amo!'. Loki mosse, leggermente, i fianchi, in avanti, uno schizzo di calore, di fuoco, di passione, nella bocca della sua femmina. Era soltanto l'amore, sciolto fra le sue labbra...
'Sei bellissimo, Lò...anche io ti amo' sussurrò, finendo di sollecitarlo, con la mano, e bevendo ogni goccia di pregiato elisir benevolo; intanto che il moro smetteva di tremare come una foglia, lo ripulì, fino alle ultime secrezioni e gli si pose accanto, per baciarlo sulla bocca...era un bacio fonte di vita, l'inizio di una splendida eternità a due.
Capirono non fosse finita lì; si volevano troppo, per interrompersi. Il principe la invitò ad alzarsi, con un gesto del braccio, e la prese per mano, per condurla sulla riva del lago, i piedi ricoperti di sassolini. Si abbassò a terra, in ginocchio, per baciarla sui fianchi. Passò al sederino, ed al retro delle cosce, fino al ginocchio, rimettendosi davanti, ed allargandole le gambe, con delicatezza, lambendo lui, stavolta, il centro del suo piacere.
Erika si abbandonò a quell'estasi, per pochissimo. Lo chiamò 'Lò...' e lui comprese desiderasse la sua bocca più di ogni cosa. Al culmine di un bacio appassionato, gli confessò 'Voglio fare l'amore qui, per la prima volta, fra le onde del lago...pure se non è la prima notte di nozze'.
Era stata tanto tenera che acconsentì, preso da una lussuria incontenibile...la portò, in braccio, dove l'acqua si faceva più alta e la sollevò, possente, intanto che la bionda gli cingeva l'inguine con le gambe, incrociate dietro la schiena muscolosa.
Passò le dita fra i capelli scuri del suo compagno e lo esortò a farle scoprire le gioie della carnalità 'Bramo di sentirti venire dentro di me e, soprattutto, voglio venire insieme a te...' fu una preghiera romantica e sensuale, che esaudì, seduta stante.
La fece sua, felino, gentile e deciso, percependo in quell'attimo che le avesse fatto dono della sua femminea integrità, muovendosi in lei, sinuoso. L'istinto aiutò Erika ad adeguarsi, con naturalezza, a quel ritmo in cui entrambi si persero, qualche attimo dopo; il piacere dell'una nell'altro, lo spirito ed il fuoco di Loki con lei, dentro di lei.
***
Non c'erano valigie da fare né bagagli da portare. Tutto ciò che avrebbero condotto con loro, da Asgard, era quello che sentivano nell'anima ed i ricordi dei momenti felici trascorsi.
Erika aveva aiutato Layla a prepararsi, dopo aver gustato il thè alla mela, la loro piacevole abitudine del primo mattino. Le tirò su la chiusura lampo della tuta blu dell'Agenzia, la stessa uniforme che le aveva tolto, prima del bagno miracoloso.
'Come farò, senza di te?' chiese, con la voce rotta dall'emozione.
La mora sussultò, voltandosi, gli occhi zuppi 'Ed io, allora? Non potrò chiamarti o scriverti o sentire la tua voce...chissà fino a quando'.
La principessa provò a darsi un tono, per dissimulare la disperazione di entrambe 'Saremo vicine, ugualmente. Pensami, disegnami e significherà che ci rivedremo...'. L'abbracciò, impetuosa e d'improvviso, stritolandola. Si ritrovarono, avvinghiate, in un pianto dirotto, senza fine.
Fuori sul balcone, Loki e Clint si salutavano, a modo loro.
'Mi mancheranno le tue lamentele sui cavalli, la tua ingordigia a tavola e le tue maniere maleducate...perfino quelle, temo' era il modo del principe per dirgli che gli voleva bene.
'Pensa che mi sembravo migliorato, accanto a te...sognerò le nostre bevute!' lo schernì.
'Falco...sono serio. Il vostro arrivo qui non è stato casuale e ha cambiato le vite di tutti noi. Insieme abbiamo salvato Asgard. Grazie per l'aiuto!' gli dette una maschile pacca, sulla spalla.
'Tu e Erika avete curato Layla e ve ne sarò grato per sempre. Così come della vostra ospitalità. Per favore, so che sei molto impegnato, principe Loki ma vienimi a trovare. Non voglio perderti, amico mio!'.
'Hai gli Avengers...non hai bisogno di me!' minimizzò.
'Ti sbagli di grosso, non ho mai avuto un amico come te...' non si trattenne e, irruento come al solito, lo avvinse. Il moro lo fece fare, augurandosi che quel contatto placasse il loro dolore. 'Nemmeno io! È ora, muoviamoci...' sentì la propria voce che li spronava a scendere giù, per recarsi al ponte dove era già visibile il cilindro colorato, tramite il quale avrebbero attraversato l'universo conosciuto.
Osservò la figura di sua moglie, di spalle, mano nella mano con quella sorella che aveva trovato nel cammino dell'esistenza. Più sorelle che se avessero avuto un legame di sangue. Si muovevano, lentamente, a piedi, verso il Bifrost, per allungare i tempi.
'Sono belle, vero, arciere? Insieme di più...' sottolineò, Barton al suo fianco.
'Concordo...tienimi l'arco da parte' sdrammatizzò l'altro.
'Ti aspetta...come me!'.
Arrivati al tunnel di energia, Erika dette la sinistra a Loki che la strinse, porgendo la propria a Clint, che chiuse il cerchio con Layla. Era il cerchio della vita. Dell'amicizia. Del loro intenso legame.
'Addio...' bisbigliò la principessa, incerta se, in un futuro più o meno lontano, avrebbe potuto rivederli.
'È un arrivederci, sorella mia...ora devi dedicarti ad altro' Layla la consolò, una frase sibillina.
'Amici miei, vi auguro il meglio. A presto' Loki si accomiatò, formale.
'Vi voglio bene' Clint si era sciolto ed intenerito.
'È il momento' il principe esortò il Falco, che strinse la fidanzata, spingendola all'interno del Bifrost. La mora, tuttavia, faceva resistenza, non voleva entrarci e teneva forte la mano di Erika, che, con altrettanta foga la tratteneva... peggio che mai. Non riuscivano a staccarle!
'Non andartene, non lasciarmi' pregava l'asgardiana, Loki che la ghermiva, per farle mollare la presa.
'Non ti lascio, saremo sempre vicine' le gridò sua sorella.
Le mani si separarono, definitivamente, ed i due midgardiani scomparirono, nel vortice di luce. Erano andati. Dissolti. Non c'erano più.
La principessa, esanime e profondamente turbata, tornò verso il Palazzo, fra le braccia di suo marito.
Non era riuscita a dire nemmeno una parola, si sentiva vuota e persa, senza bussola.
Loki l'accompagnò in camera da letto, le tolse le scarpe e la fece stendere e le si mise accanto, carezzandole il bel volto, colmo di lacrime. Ognuno vedeva perdita e dispiacere, negli occhi dall'altro. Erano uniti per tutto e pure in questo.
Abbassò lo sguardo e notò l'angolo di un foglio carta, che usciva da sotto il guanciale di sua moglie. Lo indicò 'Cos'è?' capì, al volo, di cosa di trattasse.
Erika si alzò a sedere e lui, con delicatezza, estrasse la carta, cauto, per non rovinarla. Rimirò lo schizzo, assorto e sconvolto. Era pieno di dettagli, tanto da sembrare reale. Era l'ultimo regalo di Layla, per sua sorella. Per lui. Per Asgard! Scoppiò a piangere, felice, e lo girò in direzione della sua donna.
Sul foglio, cera il ritratto di loro due insieme...i due principi seduti vicini, sul prato antistante il lago, incredibilmente felici e sorridenti.
Fra le braccia tenevano due fagottini, due piccoli esseri viventi; un bambino ed una bambina, a giudicare dai tratti somatici, della medesima età, probabilmente gemelli. La bionda portò la mano alla bocca, per lo stupore. Scese, d'istinto, a toccare il ciondolo azzurro a forma di cuore che portava al collo, l'altra mano intrecciata sul ventre già fecondo delle due vite, con quella di Loki, che la fissava, più innamorato che mai. Guardarono, di nuovo, lo schizzo all'unisono.... Non era un semplice disegno, era un disegno d'amore!
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