CAPITOLO 1 NON SONO VENUTA PER PARLARE, CLINT!

Il Falco - Clinton Francis Barton, componente degli Avengers, arciere noto col soprannome di Occhio di Falco o Falco, per gli amici intimi - faceva quello a cui si dedicava nella sua triste e spoglia camera del cavolo allo S.H.I.E.L.D... nulla. Si buttava sul divano del micro soggiorno, la tuta da ginnastica indosso, a volte a fumare, a volte con lo stereo acceso. In quel momento, nessuna delle due cose.

Udì bussare alla porta, stupito.

Aprì, scalzo.

Layla Evans! Che diavolo voleva? Non avevano interagito quasi mai, da quindici giorni che si erano conosciuti, tranne per pochi, isolati e singolari episodi. Era odiosa. Tanto carina ma odiosa. Mica per niente era la figlia di Fury...figliastra di Fury, per la verità, la pargola della moglie deceduta. Genetica o vicinanza, faceva lo stesso. Stronza patentata e bellissima...purtroppo, occupava la stanza della base accanto la sua.

'Ciao...che fai?' la ragazza lo sussurrò, tranquilla, zero inflessione nella voce, entrando e richiudendosi la porta metallica alle spalle.

'Niente...perché sei qui?' meglio chiederglielo, così se la sarebbe tolta di torno, prima possibile. C'era il coprifuoco e tutti i presenti alla base dovevano rimanere nei propri alloggi, vigeva il divieto di incontrarsi, dopo le venti.

Layla finse di guardare in giro, nella camera. Pantaloni della tuta grigi chiari pure lei, le infradito di gomma, una canotta bianca a costine sottili, senza reggiseno 'Magari ti andava di non fare nulla, insieme a me...' lo bisbigliò. Maliziosa...forse.

'Non ho capito' Barton provò ad approfondire. Gli era parsa una provocazione sessuale!

'Certo che hai capito' gli si avvicinò e gli poggiò le mani sul torace, delicatamente, spingendolo a sedere sul divano.

Quando si fu accomodato, di fronte a lui, tolse le ciabattine, i pantaloni e le mutandine...la canottiera arrivava all'ombelico, a vista spiccava il triangolo folto e scuro che aveva fra le gambe, sexy da morire.

Clint la fissava sbalordito, senza una parola: era impazzita?

Sentì un irrigidimento già visibile sotto la maglina del cotone mélange, dove andò lo sguardo strafottente della ragazza.

Gli fece un sorrisetto e gli si piazzò sopra, a cavalcioni, sulle ginocchia muscolose, disorientandolo maggiormente. 'Ho tanta voglia di coccole...' era dolce e sensuale, irresistibile, lo sguardo pieno di desiderio, gli occhi scintillanti.

Barton era ammutolito, invece. Si era ritrovato preso ed eccitato...vista da così vicino, Layla era proprio bella da morire! E da tempo non frequentava una donna: era un single incallito e la sua professione di agente di un'istituzione come lo S.H.I.E.L.D. non era un buon biglietto da visita, per ogni tipo di relazione.

'Non ti va, Clint?' la giovane domandò, incerta, accarezzando la sua guancia, sulla barba ispida tagliata al mattino. Forse aveva sbagliato ad andare da lui: era sicura di piacergli, dal modo in cui la squadrava sempre. L'aveva colpita: gli occhi azzurri, i capelli castani, con un ciuffo, la bocca sensuale, il corpo snello e tonico... era di suo gusto e, soprattutto, l'unico fra gli Avengers che componevano la squadra guidata da suo padre per cui sentisse un'attrazione...una forte attrazione...e l'unico che le tenesse testa, circostanza che aveva aumentato la tensione, fra loro, in modo inequivocabile.

'Mi hai preso alla sprovvista, non ci siamo praticamente parlati...' l'agente tentò di comprendere il da farsi. Quella creatura tentatrice era la figlia del suo capo!

'Non sono venuta per parlare' la brunetta, consapevole della propria avvenenza, tolse, senza vergogna, la canottiera bianca e rimase tutta nuda, sopra il Falco, i seni floridi e meravigliosamente rotondi davanti al suo viso, i capezzolini eretti come missili, nella sua direzione.

Che razza di situazione, penso il Vendicatore! Lo scrutava, con gli occhi marroni, eccitata, in attesa di un suo gesto...non la fece attendere, ulteriormente...
Strette le mani sulla vita sottile, poggiò la bocca sul suo capezzolo sinistro, mordicchiandolo, godendo del suo odore di cannella e ambra...la punta durissima gli ricordava quella di una freccia...beh, lui ne sarebbe stato l'arco!

La ragazza gli si strusciò, flettendo la schiena ed esponendogli le sue splendide grazie, le pelle soffice e vellutata. Le labbra maschili, avide, si alternarono su entrambi i suoi boccioli, senza dimenticare il collo, provocandole più di un attacco di brividi.

Dopo qualche minuto di quello strazio, lo invitò a spogliarsi, non le bastava più il loro contatto, le mani che cercavano la pelle maschile sotto la maglietta 'Sei molto vestito per i miei gusti, agente Barton... e troppo serio!'.

L'uomo la scansò, leggermente, da sé, per liberarsi dei propri indumenti, in piedi, eliminando ogni traccia di stoffa...si rimise seduto e lei - che lo aveva aspettato, paziente - gli andò sopra, subito, senza attendere un secondo, con i propri fianchi femminili che lo cercarono, per unirsi sfacciatamente alla rigidità dell'Avenger. Lo fece entrare in sé, con un urletto, nel modo in cui una donna si completava ad un compagno, nella classica posizione all'amazzone.

Era stretta da morire e un lago di vischiosità profumate; solleticava Clint con il boschetto colmo di umori e con le punte dei suoi lunghissimi capelli castani sulle cosce ...era un eden...sentendola muoversi, in cerca del proprio piacere, la sollevò, con foga, da dosso. Era sempre nervosa, Layla!

'Così no...vai troppo veloce' non amava la fretta, nei rapporti intimi, era preciso in ogni aspetto della sua vita. 'Andiamo di là, staremo più comodi' con gentilezza, e sganciandosi da lei a malincuore, la prese per mano, per portarla in camera da letto, più spartana del salottino 'A modo mio o niente!' le intimò, duro come la pietra, e la ragazza dovette ubbidire.

La fece stendere sul talamo e le fu addosso, in un attimo, con le labbra appoggiate alle sue rosate, fameliche, le lingue avviluppate l'una all'altra. Era morbida, sapeva di dentifricio, di buono...era un sapore che mancava da troppo tempo dalla sua vita, che forse non ne aveva mai fatto parte.

Fu il primo bacio che si scambiarono...il primo di una lunghissima serie...le mani della fanciulla corsero sulla sua schiena, coi corpi bollenti che si incollarono, audacemente.

L'arciere le separò le cosce con una gamba, impetuoso. Fu un gesto di possesso, per farle intendere chi comandava, che non avrebbe certo sottostato ai suoi capricci, nel proprio letto.

La femmina arcuò il bacino verso di lui, per farsi possedere, impaziente. 'Ti prego...adesso' lo scongiurò, accesa di brama, i profondi occhi scuri in quelli azzurri di lui.

'Aspetta...stai tranquilla...' la carezzò sul ventre, con delicatezza 'abbiamo tanto tempo' leggero, scese verso la sua orchidea, bypassando i seni floridi a cui aveva già dedicato il proprio interesse sul divano del soggiorno.

L'intensità dell'afrore femmineo era divenuta insopportabile, gli aveva intossicato la testa, non poté fare a meno di gustarla.

Gli intimi petali già aperti si erano schiusi in un fiore grinzoso e sbalorditivo, rorido del suo miele; Clint sfiorò il pistillo polposo e turgido che bramava di assaporare, dall'inizio, pian piano, centellinando persino i gesti delle dita.

La lambì, con le labbra, di piatto e di sbieco, cercando di appagarla. Capì di essere sulla strada giusta, giacché un turbinio di brividi aveva assalito la dolce compagna; fu più intenso, aumentando il sollazzo al centro della sua perla, vellicando il canale caldo e carnoso con la punta delle falangi.

Layla si contorse, ansimando; ad un secondo approccio più profondo, la stimolazione esperta la portò, immediatamente, a contrarsi sulla mano del Falco, in un turbinio di spasmi, intensi, accompagnati da una litania di sospiri e dallo stillare dell'ennesimo elisir di piacere che le aveva provocato.

L'arciere la sentiva gemere e, con la mano, in contemporanea, carezzargli i capelli, carinamente...pian piano divenne più calma e percepì solo un lieve tremolio.

Continuò a lambirla ovunque, sulle pelle tenera, sul climax afrodisiaco che aveva assaporato.

'Ti voglio' le palesò, in modo rude e aggressivo. Fretta, non ne aveva...più o meno! Credette che quel tipo di espressione le sarebbe piaciuto, visto il modo con cui gli si era palesata, anche se notò avesse aggrottato le sopracciglia, leggermente stupita.

Prono verso di lei, lo scettro virile cercò, spontaneo e istintivo, il bottoncino carnoso che aveva appena terminato di straziare; udendola gemere di nuovo, si appoggiò alla sua entrata arroventata e la possedette, con un potente colpo di bacino, violento, fomentato, l'intimità che ondeggiava rumorosa sui deliziosi glutei.

La mora lo guardò: aveva il viso contratto, da un ghigno...un misto di voluttà e di sforzo. Provava a mantenersi saldo, un impegno smisurato per continuare il ruolo del padrone dominante.

Le parole che aveva usato proprio non gli appartenevano, chissà come gli erano uscite, era misurato persino nel discorrere: le era venuto pure da ridere e si era trattenuta, per non mortificarlo...in effetti, era presa da altro. Dal corpo splendido che aveva fra le braccia, perfetto. Lo vezzeggiò, con il dorso delle mani, sulle spalle e la schiena, giocando con i polpastrelli sui lombi e poi sulle natiche. Udì dei profondi sospiri...le sue carezze erano state apprezzate!

Comprese che fosse particolarmente accecato dal desiderio e per provocarlo, accentuò quella danza, muovendo i fianchi, ritmata, nella sua direzione, roteando quasi l'inguine. Per farlo impazzire, con lei.

Sentì il Falco aumentare di dimensioni ed irrigidirsi di più. L'uomo cominciò a spingere, un urto via l'altro, prepotente. Erano avvinghiati. Lei con le mani sulla sua schiena, lui con un braccio attorno al collo e l'altra mano in mezzo al sederino per stringerla a sé.

Lo sentiva dentro, fino alla fine delle proprie viscere ed ogni volta che riceveva una stilettata era un dolore ed un piacere pulsante insieme, a cui non avrebbe più potuto rinunciare...aveva alzato il viso, per baciarlo sulla bocca, tenue e lui ci si era saldato con la propria, più acceso...fu travolta da un godimento inenarrabile, da spasmi incontenibili, che trascinarono pure Clint in una spirale di lussuria sfrenata.

Tremavano entrambi, l'uno nelle braccia dell'altra, esausti, il volto di lei arrossato e sudato, la testa buttata sul cuscino, il viso di lui sul collo della partner, cercando di riprendere un fiato che stentava a normalizzarsi.

La sfiorò, sulle labbra, dolcemente contraccambiato; qualcosa di sensato da dirle...proprio no. Non c'era logica, in quello che era accaduto. Solo istinto, naturalezza, fisicità, benessere.

Il Falco percepì di essere ancora pronto, incredibilmente... non gli era mai capitato prima! Accidenti! Layla, avendolo compreso all'istante lo anticipò 'Amami, per favore, Bartonnnn...'. Con un versetto, lo istigò a continuare.

'Sì...quello che vuoi' la riempì di succhiotti sul collo e sulle spalle e lei si rivoltò di fianco, strusciandosi col sederino contro la sua eterna durezza.
Clint la valicò, tormentandola con le dita nel suo bocciolo, vigoroso come in precedenza, quasi brutale, carico...con i ventri uniti spinse più forte e più in fretta...per la donna un nuovo strillo, un nuovo piacere, un attimo prima di raggiungerla, colmandola di baci.

***

La mora aveva atteso per lavarsi, dopo il Falco. Si era crogiolata, nel suo letto, fra le semplici lenzuola bianche, in silenzio, intanto che l'uomo faceva una breve doccia, brevissima. Era contingentata addirittura l'acqua, durante quella maledetta quarantena.

'Sei sicuro che posso lavarmi da te?' chiese, amabile, la moretta. L'acqua non gli sarebbe bastata al mattino, era incerta se volesse condividerla.

'Certo, in qualche modo faremo: magari verrò io ad usare la tua doccia...' Barton rise, mentre lei spariva alla toilette. Non si aspettava che la figliastra di Fury fosse così, nell'intimità piena che già avevano instaurato. Era appassionata, coinvolta, gentile, dolce...l'esatto contrario di come era apparsa fino ad allora.

Meditando su questo, si accese una sigaretta. Aveva disattivato l'allarme antincendio. Fumava poco, per via del ricambio d'aria e della difficoltà di reperire le bionde, ma aveva bisogno della sua razione quotidiana di nicotina.

Layla uscì dal bagno e lo squadrò, impudica, intanto che schiacciava il mozzicone nel portacenere, colto sul fatto. Era completamente nuda come quando vi era entrata.

L'Avenger avrebbe scommesso
qualsiasi cosa che quella femmina avesse di nuovo voglia...la sua occhiata fra le gambe fu sufficiente a mandarlo in tilt...una rigidezza completa si stagliò svettante, al primo sguardo.

Lei, piuttosto compiaciuta dell'effetto che gli provocava, si passò la punta della lingua, sul contorno delle rosee labbra, sdraiandosi sul letto, languida e felina in un evidente ed esplicito richiamo all'accoppiamento.

Clint si avvicinò per baciarla, intuendone i desideri.

'Hai fumato...lo sai che è vietato e dovrò denunciarti all'agente Hill?' gli circondò le spalle, con le braccia, e gli stampò un bacio a ventosa.

'Sono stato tanto cattivo...Mi punirai?' la provocò; era stata simpatica.

'Uhm uhm' la donna annuì, scendendo a leccargli il torace. In un secondo, ritrovò la sua lingua che lo lappava, ovunque, in ogni centimetro quadrato della cute dello scettro virile.
Lo baciava, dappertutto...'Sei squisito, Falco' bisbigliò, languida. Lambì le carni che sapevano di bagnoschiuma e di desiderio maschile, utilizzando le labbra gentili. Era fantastica, sciolta e serena, in un atto di estrema naturalezza e grande intimità. Che sulla carta non avrebbe dovuto esserci e che, invece, già possedevano entrambi.

Fu un attimo e il Falco sparì in lei, in quella deliziosa boccuccia, che iniziò a farsi spudorata e lasciva. Pensò di perdere il senno, preso dalle interminabili stimolazioni e carezze. I suoi capelli scuri e lunghissimi lo lusingavano, aumentandone la soddisfazione. Non resistette a lungo...La inondò, un fiotto spaventoso di quel benessere sconfinato cui l'aveva condotto, con un grido strozzato nel petto, che si sforzò di trattenere per evitare di essere udito dagli occupanti delle stanze limitrofe. Era di nuovo senza fiato e senza parole.

Layla lo raggiunse, con il bel volto - leggermente arrossato sulle guance - accanto al suo, sul cuscino, facendogli l'occhiolino.

'Sei pazzesca...' mormorò Clint, in un sussurro, voltandosi di fianco.

Le passò la mano sinistra sul tappeto di capelli castano scuro e le sfiorò il profilo del corpo. Lei aveva piegato la gamba, poggiandogli il ginocchio all'altezza della coscia...ottimo, avrebbe potuto toccarla con più facilità.

Non riusciva a smettere di desiderarla, di coccolarla, di lusingarla. Le strofinò il centro del suo piacere, fissandola negli occhi marroni.

La ragazza mosse il bacino, simulando il movimento di un rapporto...era erotica da morire. Il Falco si spinse oltre, arrivando, con le dita, lievi, nel punto più nascosto del suo corpo flessuoso.
Era colma di fluidi e leggermente aperta, per l'eccitazione. Entrò in lei, leggero. Non riusciva a smettere di guardarla e di bramare ogni tipo di conoscenza del suo fisico e della sua anima, di ciò che si celava dietro i suoi capricci e la sua apparente timidezza ed asocialità.

La Evans lo stupì. Con una piccola spinta, dall'alto verso il basso, lo aiutò nell'esplorazione discreta. Lui mosse la propria mano, cercando le sue zone più erogene. Trovandole, evidentemente. Percepì un sussulto ed una vibrazione fra le sue carni.

E, soprattutto, la manina della ragazza che lo stimolava sulla novella durezza...nemmeno se ne era accorto! Quella donna era un viagra umano, avrebbe fatto fallire le case farmaceutiche.
La moretta lo sbaciucchiò, per qualche secondo, con tenerezza, e poi si spostò, mettendosi carponi, per farsi possedere, di nuovo.

Clint la seguì, in ginocchio, come un fulmine, senza sfuggire a un'occhiata fra la natiche;
Layla era rosea, delicata e favolosa perfino lì, impregnata di secrezioni profumate ovunque 'Mi fai perdere il lume della ragione!'. Lo aveva confessato come un adolescente alla prima cotta, senza remore. Era la verità, perché avrebbe dovuto mentirle?
L'attrazione per lei era più che evidente, sprizzava dai pori dell'epidermide, dal suo sguardo, da ogni dettaglio, persino dal respiro affannato.

Puntò la propria virilità sul paradiso della partner, come un rabdomante in cerca della sua acqua. Ci si appoggiò, titubante, sulle prime, con una cupidigia folle nei lombi, colpito dall'intensità della propria brama.

Fu ancora Layla a venirgli in aiuto, sfregando il bacino sul suo, 'Clint, non farmi aspettare...anche io ti desidero...' lo esortò, adorabile, voltandosi verso di lui, in un sorriso splendente che illuminò la stanza.

Non si fece pregare, smaniava. La tenne ferma per i fianchi e la pervase, con forza. La donna emise un lamento.

'Scusa...' si rammaricò di aver esagerato.

'Prima incerto...ora mi stupri? Equilibrato in tutto, tranne a letto!' sghignazzò, con una battuta che lo mise a proprio agio.

Il Falco, divertito, tentò di razionalizzare gli impulsi che gli arrivavano dal basso ventre. In fondo, da ore era preso da quella donna, poteva contenersi, attendere e durare a lungo.

Diede un ritmo alla loro unione, godendo delle strettezze della sua femmina.
Si era sbagliato, sulle capacità e possibilità di gestione della propria sessualità...Layla, coinvolta, iniziò a tremare, e lui incastrato nelle sua viscere ad aumentarne l'estasi, si perse nella sua visione.

La ragazza si era ritrovata, immediatamente, all'apice di una rinnovata e folle beatitudine, squassata da contrazioni intense, lunghe, in una sorta di terremoto interno. Non appena le aveva avvertite su di sé, il maschio aveva, istintivamente, spinto, raggiungendola, senza alcun freno.

'Oddio...sono impazzito del tutto...' l'arciere confessò, nel pieno delirio della spirale di lussuria in cui erano avvinti. Come era possibile essere attratti, carnalmente, da una quasi sconosciuta in quel modo e con quell'affinità? Però...lo era!

'Falco, mi piace proprio tanto stare con te...' la bruna contraccambiò, stampatogli un bacino sulla guancia, stesa al suo fianco

'Sei venuta qui perché siamo chiusi alla base da giorni? Perché non avevi nulla da fare?' Clint voleva sapere se fosse stato per mera noia.

'No...Mi sentivo attratta da te ed ho percepito, a pelle, che tu provassi la stessa cosa. Stasera mi sono decisa...sai, da quando c'è la pandemia, vedo le cose in maniera diversa. Non mi va di perdere altro tempo, voglio godere dei pochi piaceri che mi rimangono...stanotte l'ho fatto parecchio...' Era seria e triste, distratta dalle carezze delle proprie dita fra i capelli castani del Falco.

'Hai ragione...' l'arciere l'abbracciò, la testa sul suo petto, sospirando, concorde; era stato splendidamente, ed era molto che non gli accadeva...il sesso ed il resto...

***

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