My Little Red Riding Hood

Ecco il disegno per il terzo round del concorso di _DolceLuce_

Spero ti piaccia !

Si tratta di una mia personale versione di cappuccetto rosso con Alois Trancy e Claude Faustus dell'anime Black Butler, o Kuroshitsuji.


C'era una volta, in un piccolo paesino al limitare di un profondo bosco oscuro, una casina ancor più piccina nella quale viveva una modesta famiglia qualunque, come ce n'erano tante. I membri di questa famigliola altri non erano che un falegname, forte e robusto come una roccia, che passava le sue giornate a procurar legna e la sua amata mogliettina, dolce e gentile come poche. E mentre quest'ultima, donna semplice, stava sempre in casa a preparare qualcosa di buono per il marito o a rammendare i suoi calzini, lui le procurava tutto quello di cui aveva bisogno, entrambi vivevano felicemente da anni, ma il destino non aveva voluto che i due ottenessero l'unica cosa che avevano sempre voluto, un figlio. Ovviamente all'inizio vi avevano provato molto, desiderandolo ardentemente con tutte le proprie forze, ma infine, all'avvicinarsi della mezza età per la signora di casa, il sogno era sparito trasformandosi solo in triste rimpianto, o almeno fu così fino a quella strana e magica notte.
Era una bella notte estiva, solo il flebile movimento delle foglie ed il frinire dei grilli rompevano quel silenzio perfetto, la moglie del boscaiolo se ne stava pacata sulla sedia a dondolo che le aveva fatto il marito lavorando a maglia una bella coperta calda e rossa per quell'inverno, il marito, invece, fumava la pipa sulla poltrona imbottita, tenendo gli occhi chiusi e soffiando piano il fumo attraverso la finestra perché non infastidisce la sua amata. Per loro era normale vivere in tranquillità, ma non sapevano che quella notte nel buio più profondo, un piccolo terremoto dai capelli color grano era in agguato, pronto a cambiare la loro vita per sempre. Eh già, mentre loro erano lì felici un'ombra scura in lacrime si muoveva al limitare del bosco. Una donna dai lunghi capelli dorati stava appoggiando un piccolo fagottino rosso dagli occhi celesti, sull'erba fresca della notte, il cuore che le batteva nel petto, anche se non avrebbe saputo dire se per la tristezza o la gioia all'idea che il suo piccolo avesse una vita migliore di quella che le avrebbe potuto offrire lei. " Scusami tanto piccolino " disse dolcemente facendo arrossate le guance paffute del suo piccolo prima di appoggiare le labbra sulla sua fronte nivea " Sii felice " sussurrò tra le lacrime un attimo prima di alzarsi in piedi e correre via, lontano nella notte buia per non tornare più indietro. Non ci volle molto perché il fato facesse il suo corso ed il bambino, accaldato e triste per l'abbandono della sua mamma, cominciasse a piangere disperatamente rompendo il perfetto silenzio che si era creato. Inizialmente gli abitanti della casa, nonostante il suono li avesse messi in allerta, non si mossero da dove si trovavano, avevano desiderato così tanto di poter sentire il loro primogenito piangere per attirare la loro attenzione, che credettero si trattasse della propria immaginazione. Il neonato sarebbe dunque stato destinato ad una morte certa se solo il suo pianto cristallino non avesse attirato anche l'attenzione di qualcun altro che, per puro caso, stava passando nei cespugli poco distanti dal sicuro perimetro boschivo. Un branco di uomini lupo, di poco meno di dieci unità, attirato dal suono e dall'odore di preda fresca, si fece largo nell'intricata boscaglia fino a quando i loro occhi, gialli e luminosi come stelle nel buio, non riuscirono ad intravvedere il tenero pasto che li attendeva. " Certo, si direbbe un po' misero come banchetto " ammise un po' deluso il vecchio lupo grigio, sperando in qualcosa di meglio. Come alfa del clan, era suo compito guidare e sfamare il branco, non poteva che essere insoddisfatto da quel magro bottino, anche se, dopo una breve riflessione, riuscì ad intravedervi un'irripetibile occasione " Non basta di certo a sfamare il mio branco, ma sarà più che sufficiente per mettere alla prova le tue capacità " disse severo al piccolo cucciolotto nero tutto pelo che stava accoccolato tra le braccia della propria madre. Non aveva nemmeno due anni, era l'ultimo nato nella famiglia ed era troppo giovane per cacciare come il resto del gruppo, ma una preda tanto debole ed indifesa come quel cucciolo d'umano, gli avrebbe sicuramente insegnato il piacere della carne fresca e così venne mandato lui in avanscoperta " Quella è la tua preda, saziati delle sue carni e poi torna qui " ordinò il padre del piccolo mentre questi scendeva impacciato dalle braccia della madre e si metteva in piedi stando attento a non inciampare nella folta codina nera " Coraggio cucciolo mio, noi resteremo ad osservarti " lo incoraggiò la sua mamma spingendolo verso il limitare del bosco in modo che raggiungesse il piccolo umano che ancora non sembrava intenzionato a smettere di piangere. Il lupetto deglutì nervosamente mentre si avvicinava al suo obbiettivo, passetto dopo passetto, senza fare rumore, come gli aveva sempre insegnato suo padre, era la prima volta che uccideva e non era sicuro di riuscirci, ma i suoi genitori si fidavano di lui, non poteva deluderli. Ma mentre cercava di concentrarsi su quel pensiero per farsi coraggio, inciampò su una radice, rotolando senza controllo, fino a fermarsi contro il fagottino rosso con un tonfo pesante. Fu allora che il neonato smise di agitarsi e prese fra le mani la morbida coda che gli era arrivata a portata delle piccole e delicate manine accarezzandola e tirandola piano. " E-Ehi ! " balbettò il lupetto liberandosi facilmente dalla debole presa con un leggero scodinzolio " Cosa pensi di fare ? N-non sono un peluche ! " urlò il cucciolo imbarazzato facendo riprendere l'altro a piangere " Oh no ! " disse preoccupato il lupetto, dispiacendosi nel vedere le lacrime solcare quel visino tanto adorabile " Non volevo farti piangere o spaventarti, scusami " sussurrò più dolcemente al bambino rimettendo la coda tra le sue manine e facendogli il solletico sul naso fino a farlo sorridere. Fu allora che i loro sguardi si incontrarono per la prima volta, un piccolo umano dagli occhi celesti ed un piccolo cucciolo di lupo dagli occhi gialli come l'oro, l'uno perso nell'altro, come fossero destinati a stare insieme e le loro anime sentissero già di appartenersi a vicenda. " Mangialo ! Che aspetti !?! " urlò improvvisamente una voce alle spalle del lupetto facendogli drizzare il pelo e spaventando il morbido neonato " P-papà, non urlare, lo spaventi " rispose impudente il cucciolo sollevando stizzito la coda e le orecchie prima di tornare dal suo prezioso tesoro e strofinare fra loro i loro nasi fino a farlo tornare a sorridere " Dunque non intendi mangiarlo ? Né ucciderlo ? " disse severamente il grande lupo nero assistendo disgustato alla scena e mettendosi in posizione d'attacco contro il proprio figlio che fece immediatamente lo stesso in difesa del bambino " No, è così piccolo ed indifeso, in più io non sono minimamente affamato ! Le regole della foresta dicono che, solo per necessità, un essere vivente può ucciderne un altro. Non sacrificherò la sua vita per nulla ! " il lupetto allora prese fra le labbra un lembo della coperta rossa che avvolgeva quella magnifica creatura e cominciò a trascinare dolcemente il fagottino alla soglia della vicina casetta in legno, senza mai togliere gli occhi da suo padre, fino a quando non furono al sicuro. Il cucciolo portò il bambino davanti alla porta dell'abitazione degli uomini senza rendersi conto che, intanto, il suo papà, si era allontanato silenziosamente verso il clan con uno sguardo di profonda delusione sul volto. " Ecco qui piccolo " sorrise il piccolo salvatore al bambino " ora sei a casa " in risposa a quelle parole, quasi come se avesse capito ciò che era appena accaduto, il neonato prese fra le mani le guance del lupetto e se lo avvicinò facendo entrare leggermente in contatto le loro labbra che l'altro, in risposta, leccò felice. Dopo che il bambino l'ebbe liberato l'animaletto grattò con gli aguzzi artigli la porta della casa attirando così l'attenzione dei suoi abitanti e poi scappò di nuovo nella foresta, dietro un cespuglio, ammirando la gioia e le lacrime di felicità aprirsi sugli occhi di quella nuova, splendida famiglia. " Ci vediamo " salutò mentalmente il suo nuovo amico ancora una volta prima di tornare nel fitto del bosco. Non si era mai sentito così felice ed appagato prima, se avesse mangiato quella creaturina indifesa sicuramente non se lo sarebbe mai perdonato, era orgoglioso di sé stesso, come non lo era mai stato, e non vedeva l'ora di raccontarlo alla sua mamma. Ripercosse fieramente i propri passi e saltò la radice su cui prima era inciampato guardandola con aria di sfida " Sei stata sconfitta mia acerrima rivale " le diede una piccola zampata " così impari a sfidare il grande Claude ! " il lupetto rise felice e ricominciò la sua marcia fino a tornare dove, poco prima, aveva lasciato sua madre ed il resto del clan, però non vide nessuno dei suoi familiari. Abbassò le orecchie terrorizzato e cominciò ad annusare in ogni dove ululando e chiamando la mamma ed il papà a squarciagola, ma perfino il loro odore era sparito nel nulla, quasi non fossero nemmeno mai esistiti. Il povero lupetto ci mise pochi secondi per capire quello che era successo " O sei con noi ... O sei contro di noi " doveva ammetterlo a sé stesso, era solo adesso.

Da quel giorno in avanti, ovunque il bimbo andasse, il lupetto lo seguiva, proteggendolo e vegliando su di lui amorevolmente da dietro le fronde scure dei cespugli mentre, nel suo piccolo cuore coraggioso, prendeva forma un sentimento nuovo che mai abitante della foresta, prima di lui, poteva dire di aver provato per un essere umano.

Ok, lo so, è un po' lungo come racconto, ma mi ha preso la mano e sono andata avanti 😅
Comunque spero vada bene e, come sempre, qui sotto metto i vari passaggi del disegno !

- Disegno a matita

- Colorazione personaggi, sfondo ed aggiunta del coniglietto

- Conclusione della colorazione del disegno con le matite

- Acquerellizzazione dei colori

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