L'Illusione del Silenzio
Ecco il mio racconto per lo spareggio del concorso di ElisaCaffari sul Silenzio, spero vada bene 😅
L'aria calda del pomeriggio era oramai scomparsa divenendo un ricordo lontano e lasciando il proprio posto alle fredde folate della notte. Nonostante fosse metà Agosto, e non si trovasse affatto in una posizione così elevata, Nico si stringeva nella sua adorata felpa di cotone color verde palude, di ben tre taglie più grande, godendosi l'ultimo canto intonato dal gruppo farsi sempre più flebile fino a cessare del tutto.
Gli occhi del ragazzo scrutavano nelle braci accese dove prima scoppiettava allegramente il falò, beandosi del tepore che ancora sprigionavano mentre andavano spegnendosi lentamente, diventando sterili resti di carbone scuro dall'odore acre. Mentre i suoi pensieri si annullavano, quasi fosse venuto dal nulla, uno dei compagni di squadriglia del ragazzo prese a sollazzarsi dando dei colpetti al centro del cerchio di pietre intorno al quale stavano seduti, facendo svolazzare qua e là faville luminose, sinuose e danzanti, come lucciole nell'aria.
Sembrava impossibile che fossero già passati quindici giorni da quando erano giunti su quella collina per svolgere il loro campo di quell'estate, Nico aveva sentito nostalgia di casa solamente nei primi due o tre giorni, ma poi essa si era diradata, tra il lavoro sfiancante e le scarpinate esplorative, permettendogli di godersi quella splendida esperienza di libertà ed indipendenza fino al suo tramontare, avvenuto quella stessa sera.
- Bene ragazzi - affermò con tono fermo il loro capo riparto sollevando fra le mani un'enorme tanica bianca e gettando sulle ultime braci una grande quantità d'acqua - Il bivacco è finito, tornate alle vostre tende - ordinò mentre dai resti del focolare, ormai spenti, andava sollevandosi una fumata grigiastra confondendosi con il cielo notturno - Domani mattina dovrete svegliarvi presto per smontare tutto -
Dal gruppetto si sollevarono vari lamenti di protesta, in fondo era l'ultima notte che passavano in quei luoghi e, nonostante Nico fosse sempre stato un ragazzo molto ligio ed obbediente, non poté certamente nascondere il proprio desiderio di passare ancora qualche ora sveglio ad ammirare quella stellata mozzafiato.
- Come volete, se restate svegli però non voglio che stiate con i telefonini in mano, e soprattutto mantenete il silenzio - il vociare divenne più euforico e molti corsero nelle proprie tende per recuperare i materassini sui quali stendersi - Vi avviso, se cominciate a urlare o a mettere della musica vi sequestro tutto e vi mando a dormire -
Davanti a tanta concitazione il giovane esploratore rimase indifferente troppo concentrato ad osservare la figura del proprio capo alluntanarsi scendendo lungo la collinetta sulla quale si erano accampati. Non appena la torcia dell'adulto si spense nel buio e Nico tornò a voltarsi verso il proprio gruppo, vide la maggior parte di loro intenti a chiacchierare, stringendo il proprio telefono fra le mani, i volti illuminati da quelle luci artificiali, non uno che sollevasse lo sguardo. Il ragazzo allora si stese sull'erba fresca e osservò il cielo, era davvero qualcosa di indescrivibile, poetico ed immensamente lontano, tanto da farlo sorridere come un bambino. Improvvisamente, accanto ai poveri timpani di Nico, partì una canzone ritmata e chiassosa che tutti i suoi coetanei cominciarono ad intonare, strillando con ancora maggior foga quando in questa si presentavano parole volgari o doppi sensi imbarazzanti.
- Come possono perdersi un cielo simile e distruggere un'atmosfera tanto bella in questo modo ? - pensò serio alzandosi a sedere ed infilando le mani nelle ampie tasche della felpona per scaldarle, fu allora che sentì la torcia che gli era stata regalata dal proprio capo nel palmo e prese una decisione.
In un attimo fu in piedi, luce nella mano e passo veloce, diretto verso il folto della boscaglia, non uno che lo fermasse per domandargli dove si stesse dirigendo, ma a lui andava bene così, aveva bisogno di trovare un po' di quiete e riposo dopo tanti giorni passati a sgobbare ed a darsi da fare. Dopo qualche minuto il giovane drizzò le orecchie, le voci dei suoi compagni di avventura era oramai un lontano ronzio e la radura nella quale si era fermato era abbastanza pianeggiante da permettergli di mettersi comodo senza venire disturbato.
- Perfetto - sospirò rasserenato stendendosi e godendosi la magnifica quiete ed il silenzio appena trovato, interrotto, di quando in quando, dal frinire di qualche grillo.
Le stelle non erano mai state così luminose ai suoi occhi, splendide gemme poste in un blu scuro talmente piatto e privo di nuvole da sembrare irreale e, soprattutto, impossibile da riprodurre.
La vita in città non aveva mai permesso a Nico di assistere ad uno spettacolo simile, certo, a volte andava in terrazza alla ricerca di pace, ma non era una questione così semplice visto che la sua abitazione disava solo di pochi metri da una strada spesso trafficata. Amava essere uno scout e la sensazione che ora gli faceva venire la pelle d'oca lungo la schiena, era certo che non avrebbe mai potutto provarla in vita propria se non in quell'istante, non si era mai sentito più felice ed era ingenuamente convinto che niente mai avrebbe potuto rovinare quel momento, almeno fino a quando un frastuono di festa e risate non sopraggiunse dal lato opposto dal quale era arrivato.
- No ... No ! No ! No ! No ! - il ragazzo scosse rapidamente la testa affondando il viso nelle mani per la frustrazione.
Si era appena ricordato della sagra di paese che era stata organizzata poco distante da lì, aveva letto i cartelli durante l'ultimo hike che avevano svolto. Era appena fuggito alla ricerca di una tranquillità così perfetta che solo la solitudine di un boschetto avrebbe potuto dargli, ma anche in quel luogo, molto più incontaminato rispetto alla cittadina in cui viveva, il suo desiderio sembrava irrealizzabile.
Questa consapevolezza cominciò a scavare profondamente nella mente di Nico, lo portò a riflettere figurandosi ogni luogo nel quale si era trovato fin da quando aveva memoria, ed un unica, inaccettabile risposta, prese forma facendolo singhiozzare e tornare a stendersi contro la volta stellata.
- È dunque questa la verità ? - sospirò rassegnato scrutando l'immensità del cosmo, quasi parlasse con lui attraverso i propri pensieri, triste, deluso ed amareggiato - Il silenzio è qualcosa che non può e non potrà mai esistere ... Anche in una stanza chiusa, sigillata e senza vie di fuga il suono del mio stesso respiro frantumerebbe questa illusione -
Un paio di lacrime corsero rapide lungo il suo viso inumidendogli le guance e spingendo il giovane a passarvi sopra le mani - Non c'è silenzio né pace a questo mondo, nessuno che possa dirsi solo, nemmeno in questi luoghi - e mentre le sue speranze si facevano ancor più vane accadde qualcosa di incredibile, di così strabiliante ed inaspettato che Nico ebbe quasi l'impressione di averlo sognato.
Sopra la sua testa, leggermente spostata verso la sua sinistra, era appena volata lungo la sua visuale, una stella cadente così chiara e visibile da avergli permesso di notare l'azzurro della sua coda, come la fugace pennellata di un pittore, prima di sparire nella notte. Ed in quel momento tutto passò in secondo piano, la sua frenetica ricerca del silenzio, il campo, i suoi compagni di viaggio, i dubbi e le paure che lo angosciavano. Nico sorrise emozionato e si portò le mani al petto in una rapida preghiera, chiudendo le palpebre per qualche secondo, per poi sollevarsi e tornare dagli altri.
- In fondo la vita è fatta di suoni - pensò fra sé e sé rintanato nel proprio sacco a pelo qualche ora più tardi - Solo dopo di essa, potrò conoscere la vera identità del silenzio che cerco - e con questa nuova serenità finalmente si addormentò.
Qui sotto taggo anche gli altri giudici
Biancaneve-1
Alex_Bieber87
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