Diversa

Ecco il disegno per il concorso di ElisaCaffari e Biancaneve-1
Spero vada bene :

E qui di seguito metto il racconto ( scusate se è così lungo, ma mi ha davvero ispirata avere il Tema Libero 😂 ) :

Trilla la sveglia , come ogni mattina, è sempre più alta e mi trapana il timpano costringendomi ad alzarmi. In un lampo tolgo le soffocanti coperte che mi strozzano e mi dirigo in bagno dove , in fretta, lavo faccia e denti, poi mi vesto in un attimo e faccio colazione seduta al tavolo della cucina, da sola. Guardando le foglioline rafferme del mio tè, mi sale la malinconia e mi sento esausta, capisco che oggi sarà come ieri e tutti i giorni passati, vuoto, monotono, normale.

Butto un occhiata all'orologio e prendo lo zaino come un lampo, il carico però pesa e mi trascina verso terra come un macigno verso l'oblio. Arrivo di corsa alla fermata in poco più di quindici minuti e mi metto in attesa fissando con attenzione le macchine arrivare sul lato destro della strada ed il mio fiato condensarsi nell'aria, fa freddo, un po' tremo mentre mi sfrego le mani nel tentativo di scaldarle un pochino, finalmente arriva l'autobus, sono salva. Salgo di corsa e mi accascio sul sedile con le cuffiette alle orecchie e la musica a tutto volume mentre la gente mi passa accanto ed il mondo corre rapido fuori dal finestrino, mutando fermata dopo fermata, paese dopo paese, reso magnetico e rilassante dalle mie canzoni preferite. Sono quasi sul punto di appisolarmi, ma ecco che un suono di risa mi attrae, è così forte da sormontre perfino i miei stessi pensieri, si tratta solo dell'ennesimo ragazzotto con il suo seguito di amici già sballati di prima mattina che mi passano avanti, sono agitati ed euforici, mi chiedo se sanno almeno dove si trovano. L'autista non chiede loro nemmeno il biglietto, ma che importa, tanto per le persone di quel genere le regole sono fatte per essere infrante.
In poco tempo, eccoci ad un'altra fermata, questa volta monta una ragazza, un personaggio davvero particolare, nuovo e mai visto prima, ha la pelle scura e porta un velo multicolore, mi cattura così tanto che ancora la sto fissando mentre oblitera per poi scomparire nei sedili più in fondo, da quell'istante per me è come se non esiste più, un'altra figura sfocata che, come mille altre foglie marroni, mi passa sotto i piedi in autunno.
Dopo mezz'oretta non riesco a trovare più nulla che mi aggradi ascoltare, sono quasi tentata di spegnere tutto quando sento il mezzo fermarsi producendo un forte contraccolpo che mi fa scivolare le cuffiette dalle orecchie. L'autista si alza davanti a tutti nel silenzio più totale e si sporge dallo sportello di vetro, il viso piegato in una maschera di rabbia.

" Il biglietto, subito !!! " capisco quasi immediatamente che si sta rivolgendo ad un giovane orientale al centro della corsia del mezzo, assillandolo in modo davvero aggressivo e spaventoso. Sono preoccupata e sento un peso allo stomaco che mi spinge a schiacciarmi insistentemente contro il tessuto rigido del sedile:
" Dovrei aiutarlo ? Dovrei intervenire ? " penso fra me e me, ma, in un attimo, la scena si spegne e salta fuori l'abbonamento del ragazzo, solo allora ricomincio a respirare, quasi fossi stata appena sgridata io.
Tranquillizzata, sposto lo sguardo oltre il finestrino, ed ancora più lontano, mentre il mio viaggio continua, non mi scosto più dal panorama fino a quando non arriva il mio momento di scendere, la strada verso la scuola mi è talmente familiare che ormai la percorro con lo sguardo fisso a terra osservando le scarpe dei passanti e schivandoli.

Iniziano le solite lezioni monotone e noiose che si susseguono senza mai aver fine, come n serpente che si morde la coda, ma non posso perdere tempo. Infilo una mano nello zaino e prendo il mio blocco senza farmi vedere, le mie opere attendono ed io sono una persona che arriva puntuale ai propri appuntamenti. 
Quando disegno vivo in equilibrio su un filo, tra i miei sogni e la vita reale e, mentre la mia mano corre sul foglio, infinite storie mi si aprono davanti agli occhi: racconti di cavalieri, alieni, piccoli nani, mi faccio più leggera e le mie fantasie si fanno ali, mi guidano e portano lontano a loro piacere. Affondo in tranquillità in questa piacevole confusione fino a che sento battere con forza alla porta, le piume si bruciano, i fili si spezzano e ricado nell'angolo a destra dell'aula, di nuovo nella noiosa realtà.

Osservo tutto e tutti, ma il desidero di tornare ai pochi, beati, istanti passati, mi chiama, è sempre più forte, fino  quando non capisco la ragione di tanta agitazione, c'è una nuova compagna, con tutta probabilità, l'ennesima marmocchia viziata, truccata e piena di soldi, la norma. Sono così annoiata e stanca, la notizia non mi tocca, alzo le spalle e faccio ritorno nell'unico luogo che mi appartiene veramente, la mia mente. Sento delle risate ed ecco che crolla ancora il castello di carte, sono l'unica cosa in grado di riportarmi sempre indietro, siano basse, alte, di divertimento o di scherno, quando si aprono nell'aria cancellano la mia sanità mentale riducendomi al moscerino che sono. Parlano della nuova ragazza, è straniera e porta il velo, si chiama Kari da quanto riesco ad intuire, in questo momento è seduta al proprio banco e sta leggendo, ma lentamente, inoltre si blocca spesso, come un CD messo al rallentatore. Gli altri ridono in coro e c'è chi le lancia pezzi di gomma, ignorano la sua tristezza, anche se la poverina sembrerebbe sul punto di gridare, quei gesti e quelle parole la rinchiudono in un angolo, una preda circondata da belve fameliche.
La campanella corre in suo soccorso, appena suona tutti scompaiono, i mastini hanno molato la lepre che ora resta ferita in mezzo alla prateria, solo il compagno di banco di Kari è rimasto, si alza prendendo le proprie cose e cambia posto lasciandola sola. Anche durante i giorni seguenti nessuno le si avvicina, nessuno le parla, sembra quasi un'appestata, tranne per Billy, il giovane più ambito della scuola, che le sta accanto e l'aiuta, ignorando i gridolini compiaciuti delle oche che gli sbavano dietro come cagnolini davanti ad un bell'osso, e come dar loro torto. Billy è bello, sportivo, talentuoso, sempre circondato da un'aura misteriosa, perfino io non gli sono indifferente, ma lui lo è a me, come chiunque altro.
Eccolo lì il grand'uomo. Nessuno gli ha chiesto nulla, ma spontaneamente si avvicina a Kari, le mostra la scuola e le da' tutte le proprie attenzioni. Perchè ? Cosa lo spinge ad un gesto simile ? In fondo l'ha appena conosciuta.
Un altro giorno di scuola è passato, domani tutto ricomincerà.

Cuffiette presto, la strada è ancora lunga fino a casa. Mi avvio verso la fermata, ma Billy rispunta proprio lì, davanti a me. Cammina, va nella mia stessa direzione, vorrei che sparisse e così chiudo gli occhi e mi fermo per qualche istante, non posso quasi crederci quando, appena sollevo le palpebre, il mio desiderio si realizza, è sparito nel nulla. Più serena sospiro e procedo, ma, nemmeno cinque minuti dopo, mi sento toccare sulla spalla così mi volto e quasi grido per lo spavento
" Billy !?! " indietreggio di un paio di passi e inciampo tenendomi alla muretta per evitare di cadere. Il corvino mi guarda e, per la prima volta da quando ricordo, mi rivolge la parola
" Tu sei nella mia classe, vero? " alla sua domanda annuisco, leggermente stordita per la novità " Dove lo prendi l'autobus ? " chiede ancora e così ritorno in me e mi tolgo le cuffie per rispondergli
" In stazione " 
Lui mi osserva per qualche istante e poi sorride " Allora ti va bene se ti accompagno? Anch'io ci sto andando ".
Un passo, due, tre ed intanto parliamo tranquillamente, non lo avevamo mai fatto prima, io, la sfigata senza nome e l'idolo della scuola a chiacchierare amabilmente come amici di vecchia data, posso fiutare la puzza di bruciato da un chilometro.
" Tu cosa ne pensi di Kari ? Hai visto come gli altri la trattano ? " Perché tirare fuori questo argomento? Logico, solo per chiedermi di altri le persone mi rivolgono la parola, siano questi compiti, conoscenti o parenti, perché mai nessuno si cura di me ?
" Non saprei " e davvero non lo so. Non mi riguarda, non è una cosa a cui presto attenzione, Io Kari non la conosco nemmeno, ma, per quanto semplice, la mia risposta è sufficiente a far voltare il mio interlocutore verso di me
" Come sarebbe a dire - Non saprei – ? Non mi dire che non hai visto nulla? " lo guardo apatica, ma non sono in grado di reggere il suo sguardo
" No, certo che ho visto, ma ... " Sì, per averla vista la avevo vista, ma la cosa non mi aveva sfiorato neppure. Come mai ? Perché non l'ho aiutata ? Perché proprio io avrei dovuto aiutarla ? Con tutte le ragazze che pendono dalle sue labbra perché Billy si staconcentrando su di me ?
" Quindi ? " Sono confusa, cosa vuole da me ? Che risposta si aspetta ?, mi guarda in modo strano " No tu non l'hai vista, l'hai solo guardata. Prova a pensarci su "

Detto ciò il ragazzo sale sul suo autobus e se ne va, finalmente.
" Pensaci su ... ? "
In un secondo ecco che arriva molta gente, quasi prima ci fossimo stati solo io e Billy, ma non posso perdere tempo, devo mettermi in un posto appartato, devo riflettere in pace, ma voglio comunque riuscire a vedere l'autobus.
Non ci vuole molto però perché io perda nuovamente l'attenzione, alla mia sinistra arriva con passo svelto una donna elegante, ha lunghi capelli neri e delle labbra rosse incandescenti, i suoi occhi puntano un posto libero sulla pachina ed è così concentrata a raggiungerlo che mi urta e si allontana senza dire nulla.
A causa del contatto perdo una cuffietta, ma la rimetto rapidamente al suo posto mentre sento nell'aria ancora il forte profumo della signora appena passata. Alzo lo sguardo emettendo un sospiro frustrato ed è allora che vedo un portafoglio rosso spiccare sul grigio asfalto.
Dovrei prenderlo ? Dovrei chiedere a chi appartiene ? Ma ancora prima di poter agire, un giovane mi precede e lo raccoglie, sembrerebbe marocchino dalla carnagione, in un secondo si guarda intorno, cerca la proprietaria, ma l'oggetto gli viene strappato dalle mani proprio da quest'ultima che si mette a strillare quasi in preda ad una crisi isterica
" Marocchino ladro !!! Siete tutti così, venite nel nostro paese solo per rubarci ciò che è nostro !!! " e dopo aver inveito ancora un po' l'arpia si allontana ancora su tutte le furie.
Dovrei dirle la verità ? Chiederle di scusarsi ? Scuoto la testa ed alzo il volume delle cuffie, non è mai accaduto. Salgo sull'autobus, lo stomaco mi brontola, ho molta fame. Cerco in fretta un posto ed appena il mio radar ne individua uno, mi siedo.
Davanti a me c'è una ragazza, sono imbarazzata e spero non inizi a fissarmi. Ad un tratto sale un giovane che le si siede vicino, l'altra lo scruta, quasi a volerlo incenerire, si volta e tenta di allontanarsi schiacciandosi contro il finestrino. Il suo viso è storto in una smorfia di disgusto. Allora sposto lo sguardo e noto che il ragazzo accanto a lei ha tratti asiatici, che sia per quello ? Come mai si comporta così ?

No, non posso vedere ovunque problemi che non ci sono, si tratta solo di una mia impressione, una paranoia, le parole di Billy mi devono aver colpito fin troppo. Per fortuna sono alla mia fermata, non devo più pensarci. Scendo in fretta ed inizio a camminare verso casa, ho un passo spedito, procedo in fretta, poco dopo arrivo.
Varcata la soglia lascio lo zaino sul pavimento della mia stanza, afferro il telecomando e mi butto sul letto. Non ho più fame, sento di avere troppe cose che mi girano nella testa, devo smettere di pensare e così accendo la TV e metto il telegiornale. Crisi, guerre, fame, morte, Il solito: L'ennesimo incidente stradale, rapina, furto tutto a carico di stranieri. Noi italiani non esistiamo ? Non compiamo forse anche noi atti orribili ? Mi sono stancata delle solite notizie, cambio canale. Un'altra campagna di beneficenza, ne creano una nuova al giorno: Bambini, malati, africani, senzatetto, terremotati, immigrati e molto, troppo altro ancora. Anche al telegiornale ho sentito parlare di coloro che, pur di raggiungere questo paese, che si sta sgretolando lentamente , attraverso miglia e miglia lasciano la loro casa. Pioggia, sole cocente, un oceano d'acqua per poi sbattere contro un muro di pregiudizi, morire, perdere cari e amici.
A quale scopo ? Chiudo tutto e  vado in cucina.

Nella mia testa girano troppe cose, nomi, parole, significati, belle e brutte immagini di cui avrò sentito parlare almeno un milione di volte. Esse, per quanto importanti siano i concetti, sono incapaci di fornirmi un aiuto, una minima soluzione o spiegazione alle domande che mi pongo.
Cosa farei io ? Se ne avessi la facoltà cosa farei per cambiare le cose ?
 Rifletto per diverse ore, nemmeno durante i compiti o la cena vengo lasciata in pace, ma poi, finalmente, posso andarmene a dormire.

Nei sogni torno al mio universo privato fatto d'incanto e di magia e le rivedo tutte, rivedo le scene della mia giornata e la mia immaginazione le muta a suo piacimento.
Ci sono io, al posto di Kari, sto piangendo e cerco un barlume di conforto, umanità, amicizia, sono così bella, ma altrettanto incompresa ...
Ora sono il ragazzo dell'autobus e sono ferito da mille frecce che mi trafiggono nel buio, sono gli sguardi di chi mi circonda, mi volto e sto raccogliendo un portafoglio rosso da un'oscuro liquame, ma vengo preso dal terrore, un gigante sta per schiacciarmi.
Tra le mie mani un'oca e un'arpa dorata, sono Jack il ragazzo dei fagioli magici, inizio a sporgermi dalle nuvole, tendendo la mano per afferrare la mistica pianta della mia salvezza, una porta che decreti il mio lieto fine, ma cado.

Sbatto la testa sul pavimento della mia camera e, pochi secondi dopo, mi tiro su, stordita. In quel momento ecco che entrano i miei , ci guardiamo. " Tutto a posto, un incubo " Ritorno sotto le coperte e mi rimetto a dormire.
In quel momento sento qualcosa, mi manca qualcosa.

Trilla la sveglia , come ogni mattina che, sempre più alta mi trapana il timpano. Mi alzo e tolgo le coperte.
" Qualcosa " questa parola mi rigira nella testa ancora da ieri sera. Vado in bagno, lavo faccia e denti, quasi me ne sono dimenticata. Prendo lo zaino, scendo e, in meno di mezz'ora, sono già sul bus. Mi siedo e mi metto le cuffie, sento l'improvviso bisogno di prendere il blocco da disegno. È nello zaino e mi chiama.
Apro la cerniera e lo tiro fuori, intanto noto salire il ragazzo del biglietto di qualche tempo fa, sembra intimorito ed, ora che ci penso, non si vedeva da un po', probabilmente a causa di ciò che è successo. Scrollo leggermente la testa e ricomincio a concentrarmi sulla mia opera, tengo gli occhi puntati sul foglio, sono troppo concentrata sul disegno, ma, improvvisamente, mi sento osservata. Alzo lo sguardo.
" Kari ? " la mia compagna punta lo sguardo verso di me per qualche istante e poi torna a guardare il mio blocco. Il suo volto è illuminato e, un attimo dopo, mi si siede vicino.
" Mi piace come disegni " Mi tolgo le cuffiette e le metto via, lei ha davvero una voce molto più melodiosa delle mie canzoni. Parla piano, lentamente, apre a sua volta la borsa e tira fuori un quaderno a quadretti.
Appena lo apre è come un'esplosione di colori, forme curiose con immagini di luoghi lontani ed esotici. Matite colorate, pennarelli, acquerelli, cere e gessetti. Mi mostra i disegni tipici del suo paese ed intanto io le mostro i miei che, in confronto ai suoi, sono grigi e spenti.

Io disegno solo a scuola ed esclusivamente da sola riesco a far galoppare la mia immaginazione, ma Kari no. Lei colora tutto a modo suo , persone ed ogni tipo di ambiente. Il suo mondo non è chiuso come il mio,ma vola, si libra in aria senza mai toccare il suolo, ed è creato per essere visto ed ammirato anche dagli altri. Così passa il viaggio, tra suggerimenti e consigli, risate ed emozione, sento che anch'io, accanto a lei, prendo colore e mi fa sentire bene.
Siamo insieme e vediamo con un unico punto di vista, non più ognuna persa nel proprio. Il tempo passa in fretta, siamo già arrivate e, nonostante scendiamo alla stessa fermata, prendiamo strade diverse.
Mentre cammino penso a lei, a quello che la aspetta oggi, ai nostri compagni e compagne che non sanno nulla, nulla di ciò che Kari ha nell'animo e nel cuore.

Come dice Billy, loro guardano, non vedono.
" Loro, come me prima, non sanno proprio nulla, quindi dovrà essere Kari a spiegargli ogni cosa. Iniziare dicendo loro chi è davvero, che anche lei è umano e così tutti potranno imparare molto da lei, come Kari da loro "
Sono pervasa da una carica di energia e cammino più spedita del solito, l' intolleranza e la passività mi appaiono solo come un brutto ricordo. La telecamera cade, ora sono io l'artefice delle mie azioni e l'attore di questo video. Ed è con questa energia che poco dopo entro in classe. Vedo gli altri, loro mi guardano, li sento bisbigliare e subito il grigio torna.

" Ecco la strana" Come? Ho capito male ?
" E' così apatica " Parlano di me ? Come se non ci fossi ...
" E' proprio un'asociale " Da quanto tempo lo fanno ?
Perché non li ho mai sentiti ? Io li ho sempre aiutati, ora perché mi fanno questo ? Perché a me ?

Mi blocco e guardo Kari, è curva sul quaderno. Sta cercando di leggere meglio, si impegna per dimostrare alle altre persone quanto vale.
" Imbranata" Ancora quelle voci
" Che incapace " Questa volta sono per lei, ma sono solo bugie
" Secondo me è dislessica " Kari non è diversa, è umana anche lei.

In preda all'ira mi porto sul banco davanti, tiro indietro la sedia e mi metto accanto a la mia compagna. La aiuto ed intanto intorno a noi è caduto il silenzio. Sarà stato il mio gesto ? No, è solo perché, ora che ho capito, di ciò che pensano gli altri non mi importa più nulla. Il significato di quelle domande nella mia testa ora è limpido. In quel momento arriva Billy, siede accanto a Kari, ma guarda me " Ehi, è bello vederti finalmente "

Da qui eccoci alla fine della storia o sarebbe meglio dire all'inizio della mia nuova vita.
Il prologo parte con me, con la mano stretta in quella di Kari, e, vicino a noi, Billy, tutti e tre insieme, l'uno accanto all'altro.
Tutto è cambiato.
Ho avuto il coraggio di conoscere quella particolare ragazza del bus, con l'album da disegno più colorato del mondo, ma, soprattutto, quella cupa e solitaria giovane, piena di immaginazione che sono sempre stata e, nonostante tutto lo schifo che mi toccherà affrontare, non lascerò mai più che siano i giudizi degli altri a definirmi.
Questa sono io, il mio nome è Xenia, il mio nome è straniero.

Xeno: sign. di "straniero, estraneo, ospite "

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