Amicizia Tradita

Ecco il disegno per il concorso di ElisaCaffari

Ed il racconto :

Avevo un'amica una volta, e quando dico questa frase, non voglio dire che, un tempo, avevo una migliore amica o un'amica più importante fra tutte le altre, ma che ne avevo una sola, un'unica ed insostituibile migliore amica del cuore, del fegato e della milza.
Il suo nome è Alice, e per me, fin da quando avevo solo due anni, è sempre stata una figura fondamentale, l'unica persona della quale riuscissi a fidarmi, ancora più importante perfino della mia stessa sorella, la sola ragazza della mia età che non volevo prendere a sprangate sui denti o decapitare con un'ascia. Sono sicura che, se non avessi avuto lei, forse oggi non sarei nemmeno qui, non sarei mai stata in grado di andare avanti e di questo le sarò grata per sempre.

Il giorno del nostro incontro avvenne quando andavamo all'asilo nido, però ero così piccola che non lo ricordo, ma il primo frammento che riesco a riportare alla memoria non è molto distante ed è ambientato alla scuola materna, nei bagni che si trovavano accanto alla grande stanza dei giochi nella quale passavamo la ricreazione. Doveva mancare poco al natale ed io mi trovavo davanti ai rubinetti quando sentii, da quello accanto, la voce di qualcuno che intonava la canzoncina "Din Don Dan", così mi sporsi per vedere chi la stesse cantando, ed era Alice. Da quel giorno in poi tutti gli altri sparirono, non avevo più altri compagni al di fuori di lei, chiunque divenne solo un'ombra, lo sfondo grigio di una vita con la quale non volevo avere niente a che fare, il mio sogno più grande cominciò ad essere quello di stare in classe con Alice per sempre, ma purtroppo il destino aveva altri programmi per noi. I suoi genitori si separarono e lei si trasferì a Padova all'inizio della scuola elementare, ma questo non ci fermò, io continuai a vederla e mantenni le distanze con coloro che mi stavano più vicini, divenendo così un'emarginata, quella "strana" da evitare, ma niente aveva importanza, fino a quando avevo la mia migliore amica del cuore, del fegato e della milza, potevo andare avanti, sopportare l'odio degli altri e le loro malelingue, solo per sentire Alice via mail o incontrarla una volta ogni tanto.

Crescendo siamo diventate sempre più diverse fra noi, non solo fisicamente, anche caratterialmente, ma, nonostante questo, avevamo tante cose che ci piaceva condividere insieme, insomma, i soliti divertimenti dei bambini, come i Pokémon, i più disparati cartoni animati e film, di animazione e non, ma soprattutto amavamo la compagnia l'una dell'altra e, proprio le nostre differenze, ci accrescevano. Ripensandoci da fuori dovevamo sembrare una coppia davvero bizzarra, una bimba mora ed una bionda, una dalla carnagione bianca come il latte che si arrossava al minimo raggio di Sole e l'altra che invece diventava scura ed abbronzata, quasi fosse stata al mare due settimane, una silenziosa e timida e l'altra solare e decisa, uno yin ed uno young.
In ogni cosa io ed Alice eravamo agli antipodi, io amavo i Pokémon di tipo fuoco, lei quelli d'acqua, lei amava la pasta, da me tanto odiata, mentre io la carne, ma la cosa che più mi piaceva della mia amica, era che sembrava sapere sempre ogni cosa del mondo, luogo per me privo di interessi e noia, ed aveva una spiegazione magica per tutto, come quando mi raccontò per la prima volta dei draghi, argomento che divenne la mia ossessione durante tutti gli anni delle medie.

La mia amica era un'avventuriera, il suo sogno era quello di viaggiare, io invece ho sempre avuto paura a lasciare i luoghi a me familiari, ma nonostante questo, la seguivo quando mi invitava nelle sue esplorazioni, una volta ricordo che mi portò oltre i campi di casa sua, fino ad un boschetto nascosto, dove una distesa immensa di foglie ci fece da materasso per un intero pomeriggio, fu bellissimo, anche se ancora non sapevo che sarebbe stata una delle nostre ultime fughe.

Giunse la fine delle medie, non avevo altri al di fuori di lei, ed anche l'ultima occasione di trovarci insieme nella stessa scuola sparì quando Alice scelse il liceo linguistico ed io quello sociale, non potevo farci nulla, io ho sempre detestato le lingue straniere, sono proprio una materia nella quale soffro più che in ogni altra, ma la nostra amicizia, anche se più saltuariamente, sembrò sopravvivere all'aumento dei compiti e degli impegni di entrambe, almeno fino a qualche anno più tardi, quando un'amicizia durata 17 anni raggiunse il suo termine senza che potessi fare nulla per impedirlo.

È accaduto tre anni fa, con una possibilità irripetibile per Alice che, dopo tanta fatica ed impegno, era finalmente riuscita ad ottenere, grazie ad Intercultura, l'occasione di andare in un paese straniero e, visto che era risultata addirittura tra le migliori di Padova, poteva addirittura scegliere dove andare e per quanto tempo, così scelse la Costarica e di restarci per un anno intero, non era nemmeno maggiorenne e sarebbe stata lontana per dodici mesi, non l'avrei più avuta accanto, credevo di morire.
Non volevo rendere tutto più difficile, avevo il desiderio di urlare, di supplicarla di restare, ma non l'ho mai fatto, l'ho sostenuta come una brava amica avrebbe fatto, ma se avessi immaginato quello che le sarebbe successo lì, l'avrei bloccata subito con tutte le mie forze impedendole di lasciare l'Italia e la vita che aveva. In quel dannato paese  le è successo di tutto e di più, ci sono stati periodi in cui ha rischiato davvero di non tornare indietro, ed altri nei quali si è lasciata andare a sé stessa, concedendosi a persone che non conosceva, fumando, inciampando anche nella droga, mentre io restavo ad aspettarla.

Le scrivevo quando potevo, ma nemmeno troppo spesso, per evitare che sentisse la malinconia, le parlavo delle cose più semplici e disparate, per distrarla e per nasconderle i problemi e la tristezza che mi prendevano pensando alla distanza che ci separava, ed a tutte le difficoltà che incontravo. Alice mi rispondeva a malapena una volta ogni due o tre mesi, avevo paura di annoiarla con la mia presenza fino a quando sua madre chiamò la mia perché mi sgridasse, a quanto pare la mia amica era diventata troppo matura ed adulta per perdere tempo con le sciocchezze che le scrivevo, così decisi di limitarmi al "Qui va tutto bene. Tu come stai ?, ma la situazione non migliorò molto.

L'anno passò così e, quando terminò anche l'ultimo mese della sua permanenza, non ebbi ancora alcuna notizia, fino al giorno in cui, mentre mi trovavo all'ospedale per dei controlli, mia sorella mi avvisò che Alice, su facebook, aveva scritto di essere tornata già da un paio di settimane, non mi aveva detto nulla, ma ero felice lo stesso e riuscii ad organizzare con lei un'uscita insieme. Un mese dopo ci ritrovammo, quando rividi la mia migliore amica del cuore, del fegato d della milza, la catturai in un lungo abbraccio, ricordo che mi venne addirittura da piangere, ma dovetti trattenermi, c'era troppa gente. Passammo il resto della giornata tutte e tre insieme, io, Alice e mia sorella, camminando mentre Ali raccontava tutto del proprio viaggio a mia sorella, in particolare del suo nuovo ragazzo Costaricano, di cui solo io non sapevo nulla.
Per quanto mi facesse male, decisi di non rovinare tutto e di rimandare la lunga chiacchierata fra me e la mia amica al mio compleanno, poche settimane più tardi, al quale lei mi promise di venire assicurandomi che tutto sarebbe tornato esattamente come prima.

Il mio diciottesimo compleanno lo passai aspettandola, guardandomi attorno fra i tre compagni di classe che avevo invitato, lei non venne, scoprii dopo che era andata a Malta per trovare dei suoi amici, ma lasciai correre, in fondo era appena tornata, avrei avuto tanto tempo da passare con lei, quindi rimandai di nuovo. L'ultima volta che la vidi era al compleanno di uno dei miei compagni di classe, quando Alice mi portò il regalo per i miei diciotto anni, un libro in lingua inglese che non sono mai riuscita a leggere, e la promessa di ricominciare a vederci si presentò nuovamente, rasserenandomi ancora una volta. Per tutto il mese seguente non ricevetti nemmeno un messaggio, così feci un altro passo verso di lei, le chiesi quando potevamo rivederci, mi disse che aveva dei problemi a scuola e che, una volta risolti, mi avrebbe richiamato.

Sono due anni che non la sento, sua madre ogni tanto chiama la mia, Alice adesso è in Spagna, ma si è iscritta all'Università a Padova, proprio come me, non ho ancora sue notizie e non so se ne riceverò mai, so solo che sono stanca di continuare a provare a recuperare i frammenti di un vetro ormai rotto. Piango spesso quando ripenso a tutto il tempo passato insieme, mi chiedo se ogni tanto pensa a me o se la nostra amicizia sia stata solo un'illusione che mi ero creata io, possibilità che, di giorno in giorno, diventa sempre più simile ad un'orribile realtà.

Qui sotto taggo anche gli altri giudici
Biancaneve-1
Alex_Bieber87

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