Capitolo 6

Il giorno seguente, Laera, appena sveglia, trovò Briya seduta sulla sedia vicino al muro. Se ne stava con le gambe accavallate e le braccia incrociate, fissando una linea scura sul pavimento di pietra bianca. Non aveva idea da quanto fosse lì, ma il sonno profondo indotto dai farmaci non le aveva fatto notare la sua presenza.

Voltando lo sguardo dall'altra parte, vide che sul tavolino accanto al letto c'era il vassoio con la scarna colazione che l'ospedale offriva ai pazienti.

Il rumore che il piatto e la tazzina fecero quando spostò il vassoio sopra le proprie gambe, fecero alzare la testa a Briya.

«Oh, sei sveglia, soprammobile» le disse con un sorriso tirato. Spostò le mani sulle cosce, lisciando distrattamente la gonna.

Laera sospirò, rigirandosi la forchetta tra le mani e guardando la ciotola riempita con pezzetti di frutta. «Ho un nome e un cognome, Anderz».

Quella ghignò. «Per quale motivo dovrei usarli quando ho qualcosa che ti rappresenta in pieno? E forse meglio» ribatté guardandola negli occhi. Sapeva che non avrebbe dovuto sfidarla, ma la tentazione era troppo forte.

Laera scosse la testa. Non le avrebbe dato la soddisfazione di continuare con le provocazioni, una volta tanto che aveva modo di metterla in difficoltà.

«Immagino tu abbia saputo la decisione del Consiglio» le disse dopo aver preso un pezzetto di frutta.

«È per questo che sono qui. La Discordia non può imbarcare altre persone» mentì spudoratamente appoggiando i gomiti sulle ginocchia e intrecciando la mani davanti alla bocca. Voleva vedere fino a che punto il Consiglio era arrivato con quella decisione, anche se dubitava che avessero controllato anche lo spazio rimasto sulla Discordia.

«Strano. A noi risulta il contrario».

«E io ho fatto le mie ricerche. Non ci sono cabine libere. Quindi o ti arrangi a dormire per terra o resti qui, su Kiaphus».

Laera serrò le labbra. Da quando si era risvegliata dal coma non aveva avuto un attimo di pace, se non durante il sonno. A volte si chiedeva cosa sarebbe stato del Patto una volta che lei fosse morta: forse si sarebbe squagliato come neve al sole.

«La ricerca di una soluzione spetta a te, Anderz. Avere pieni poteri decisionali non significa non ubbidire al Consiglio. E l'ordine viene da lì, non dall'Olavia. Quindi, trova una soluzione entro il decollo» ribatté decisa Laera continuando a mangiare. Briya si sistemò meglio sulla sedia, ma sentiva di essere con le spalle al muro. Il Consiglio voleva che la Breckett si imbarcasse sulla Discordia e aveva fatto il possibile per mettere lei in difficoltà con i cavilli burocratici.

«Potrebbe essere domani come tra una settimana o tra tre ore» sbottò Briya osservando una ciocca di capelli sfuggita al fermaglio.

«Un motivo in più per sbrigarsi, non credi?»

«Sai essere una palla al piede pur essendo un soprammobile».

«Anderz. Tu sei una cretina».

«Mi hanno definito in vari modi, mai così. Devo considerarlo un onore?»

«Fai quel che ti pare. Non credo comunque che tu sia qui per rompere le scatole e basta».

«No, cioè, sì. Anche quello. Edam ha fatto visita, vero?»

«Sì. Gli ho detto che sono stati gli Affiliati a...»

Briya la interruppe. «Mi ha riferito. Ho ottenuto il suo permesso per fare qualche piccola indagine personale: anche se la flotta dovesse partire prima, la Discordia rimarrà su Kiaphus per analizzare la situazione con gli Affiliati della Mano Scarlatta. Da quel che ho sentito sulla metro, sembrano quasi intenzionati a colpire me. Dovremmo accertarci che non siano pericolosi prima di partire. Il rapimento potrebbe esser stata anche una trappola, c'erano astronavi pronte a colpire la Discordia fuori dall'atmosfera di Kiwei. Non escludo che possano tentare qualcosa di simile».

«L'ho pensato anch'io. Non sappiamo se Confederazione e Affiliati siano effettivamente in combutta, ma in tempo di guerra tutto è possibile e adesso qualsiasi occasione è lecita per far entrare in campo la Discordia».

«Non capisco comunque che possano volere da me».

«La tua testa. La campagna che hai portato avanti contro i disertori e traditori ha fatto perdere la fiducia nei tuoi confronti a chi ti riteneva un possibile elemento a capo di una ribellione contro il pugno duro del Patto».

«Non mi interessa guidare un gruppo di scapestrati. Io voglio solo affrontare la Confederazione».

«Perché, Anderz? Che ha fatto la Confederazione a una come te? Sono arrivati fin sula Terra?»

«No... sono stata io a lasciare volutamente la Terra. Quando ero su Itov, si sentiva fin troppo la presenza della Confederazione. Non hanno mai voluto questo ingresso di altre specie nella galassia. Rastrellavano i bassifondi ogni volta che potevano, riducendo in schiavitù chiunque non fosse come loro. Non avevo né soldi né documenti per scappare da lì, me la cavavo alla giornata. A volte c'era lavoro, a volte c'erano i furti, a volte cinquanta e cinquanta. In un certo senso devo la vita a Edam: mi tirò fuori da quel buco dopo avermi sentito imprecare in inglese».

«Inglese?» chiese Laera inclinando la testa.

«Era una delle tante lingue che si parlavano sulla Terra, l'inglese era forse la più diffusa. Ho imparato a fatica la lingua comune della Proxima Hemithea».

«Ormai la parli bene».

«Dettagli. Non ci pensai due volte ad accettare la proposta di un terrestre».

«Ti rendi conto che hai fatto ciò contro cui volevi ribellarti? Hai fatto una campagna che mirava a opprimere chi non aveva le stesse idee. Cambia l'apparenza, ma la sostanza dei due ideali resta la stessa. Vi state accanendo contro il diverso».

«Risparmiami la retorica da politica inclusiva. Chi era su Itov non nuoceva in alcun modo ai "puri". Era solo povera gente in cerca di un lavoro, di una qualche stabilità. Traditori e disertori per il Patto rappresentano una minaccia, devono essere controllati. Conoscono i nostri schemi di battaglia, le basi segrete e come sono fatte le navi. Possono essere pericolosi».

Laera sospirò. «Lo capirai forse quando sarà troppo tardi che anche la gente di Itov rappresentava un pericolo: venivano da fuori, non sapevano niente di loro. Potevano essere una minaccia per la sicurezza pubblica».

«Bastavano controlli, non rastrellamenti e schiavitù».

«Cosa cambia con traditori e disertori?»

«Che hanno infranto un giuramento. Non so come funzioni da queste parti, ma è da millenni che sulla Terra infrangere un giuramento è un crimine gravissimo».

«Concordo su questo. Buona fortuna per le tue indagini, in ogni caso. Fammi sapere se ottieni sviluppi, Anderz».

«Sarà fatto, signorina Breckett» rispose Briya alzandosi. Uscita dalla stanza, colpì la parete grigia del corridoio con un pugno. Aveva ottenuto tutto il contrario di quello che avrebbe voluto: la Breckett sulla Discordia e il dover restare su Kiaphus a indagare. Come se non bastasse, quel diverbio sulla politica le aveva fatto peggiorare l'umore già nero di quella giornata. Ma la situazione politica e militare era ancora in stallo e non sapeva tra quanto si sarebbe smossa. Cominciava a detestare quel pianeta, ma non sarebbe mai tornata sulla Terra. A ben pensarci, non aveva notizie dei suoi luoghi natii da anni, l'unica cosa che continuava a celebrare era il Natale. Ogni anno si divertiva ad addobbare un alberello di plastica raccato in un mercato nero, per il resto, oltre all'orologio, non aveva più nulla che la legasse alla Terra.

Mise le mani in tasca, avviandosi a testa bassa verso l'uscita. Indagare da sola era un mezzo suicidio, ma Edam non le avrebbe mai e poi mai concesso un aiuto. Gli Affiliati volevano lei e nessun altro, volevano vendicarsi di quel marchio che li segnava a vita.

Sperava in un qualche aiuto politico da parte di Laera, ma rimaneva fin troppo legata alle ideologie inclusive di Grinda e al venire da una famiglia importante. Non aveva mai conosciuto il peso dell'incertezza sulle spalle e Briya non capiva come alcuni potessero lasciare il posto di lavoro sicuro offerto dal Patto. La Confederazione era famosa per voler togliere di mezzo gli estranei, lasciando solo le razze "pure" della Proxima Hemithea, e il Patto era nato come un organismo in grado di offrire protezione agli emarginati, ma si era trasformato presto in un'organizzazione militare con il sostegno economico di famiglie importanti, come i Breckett.

Gli interessi degli investitori e dei protetti convergevano verso la stessa direzione - quella del contrasto a un'egemonia dilagante -, ma la Confederazione voleva avere il controllo generale della galassia. I vertici di quella non erano conosciuti, ma il sospetto che fossero molto potenti era radicato in tutti gli appartenenti al Patto.

Briya uscì dall'ospedale, rimanendo ferma sul marciapiede, indecisa sul da farsi. Andare nei bassi fondi da sola sarebbe stato un rischio, ma non poteva contare su molte persone in quel momento. Edam non avrebbe rischiato uomini per un'azione azzardata.

Alzò lo sguardo al cielo, coperto da una foschia come al solito.

Aveva abbandonato la religione da tempo, a dir la verità non era stata mai una fervente credente, aveva sempre pensato più all'azione e all'addestramento militare. Ma in quel momento si sentiva vacillare a tal punto da mormorare l'unica preghiera che conosceva con lo sguardo fisso sul cielo lattiginoso.

I bassifondi di Sester erano un grande agglomerato che si estendeva intorno alla città, quasi a stringerla in un abbraccio soffocante. Per quanto il luogo fosse squallido, rappresentava per molti il posto da chiamare casa. Lì, infatti, ci vivevano sia coloro che erano arrivati su Kiaphus per lavorare nella zona industriale che si trovava a poca distanza dalla cittadina, sia chi aveva disertato o era risultato colpevole di tradimento nei confronti del Patto.

Era stato il Consiglio a relegarli lì, credendo che marchiarli e tenerli a distanza ravvicinata sarebbe stata una buona idea. Solo quando arrivò la voce che traditori e disertori si erano uniti sotto il nome della Mano Scarlatta, il Consiglio si decise a prendere provvedimenti contro di loro, ottenendo solo lo sterminio dei soldati mandati nei bassi fondi ad arrestare gli Affiliati. Da allora li avevano lasciati indisturbati, pensando che non avrebbero mai alzato la testa.

"Quanto si sbagliavano" pensò Briya calciando una lattina che aveva trovato sul marciapiede di una strada secondaria. Stava vagando da ore, non aveva una meta. Non poteva tornare nei bassifondi senza un piano di fuga: non era su Kiwei, non aveva la Discordia e il suo equipaggio alle spalle pronti a salvarle la pelle.

Infilò le mani in tasta, borbottando qualche insulto tra sé. Prendere la metropolitana significava rischiare di finire la vita in bellezza, con un attentato che sarebbe rimasto sulle prime pagine dei giornali di tutta la galassia per giorni e sulla bocca di tutti gli abitanti dei bassifondi per anni. Forse ci avrebbero anche costruito sopra una leggenda. Forse qualcuno avrebbe addirittura gioito al suo funerale. La certezza che ci fosse qualcuno che la voleva morta era arrivata improvvisamente, come una doccia fredda e ancora quella paura di essere colpita alle spalle non le si era staccata di dosso. Si voltò indietro, ma oltre al consueto passeggio di militanti del Patto, tutti vestiti con la divisa nera, e del transito delle piccole astronavi private, non vide nulla di diverso. Era come se fosse tutto normale per gli altri, tranne che per lei.

Non aveva modo di scoprire come gli Affiliati agivano: tranne qualche furto di poco conto non avevano mai fatto attentati - o almeno, non figuravano nei registri del Patto. Ciò che avveniva nei bassifondi, rimaneva lì. Ogni volta che ci andava per bruciare una fetta di stipendio tra alcool e scommesse, le sembrava di entrare in un mondo parallelo, quasi che anche la gravità e il tempo fossero diversi.

O forse era solo una paura inconscia a farle sembrare ogni movimento trenta volte più faticoso, a darle l'impressione che lì i minuti fossero ore. Sapeva che una volta lì dentro sarebbe stata una preda facile: i sistemi di comunicazione non funzionavano, non avrebbe quindi avuto modo di chiamare aiuto esterno. Aveva fatto sempre la stessa strada per arrivare allo stesso bar, ma una fuga l'avrebbe portata verso zone che non conosceva e probabilmente sarebbe finita in trappola.

Sospirò, passandosi una mano tra i capelli lasciati sciolti. Non sapeva cosa fare e ciò quasi la spaventava: non era solita lasciarsi prendere dal panico, sapeva mantenere la calma anche in situazioni difficili, ma per quella in cui si trovava, non aveva idea di cosa fare, anzi, aveva come l'impressione di star precipitando nel vuoto senza rendersene conto.

L'angolino buio e misterioso

E mentre le cose mi si sistemano (in qualche modo) per ACDV, per Discordia vanno a peggiorare. E tanto.

Briya e Laera si sono finalmente parlate, ma le loro ideologie sono sostanzialmente diverse, ma non essendo proprio pratica di politica, spero di non cadere nel banale. Quindi fatemi sapere se i personaggi "reggono" o meno u.u

Che ne dite del loro incontro (ai limiti della professionalità, maremma Briya quanto sei cretina qua)? È come ve l'aspettavate?

La nostra cara protagonista si metterà nei guai o troverà qualcosa?🤗

Ci si vede lunedì con il prossimo capitolo!

E grazie per le 200 letture con così pochi capitoli, mi si riaccende la speranza che qualcuno segua la fantascienza hardcore ahahha

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