Capitolo 29

«Non è finita, non ancora, figlio mio».

Kaeler appoggiò il microfono sul tavolo, voltandosi verso la propria destra. Cinque inviati della Confederazione, rimasti immobili alle sue spalle fino a quel momento, annuirono all'unisono quando l'Affiliato , seguendo la battaglia da Kiaphus, dalla sala di controllo del Patto. Nessuno aveva cambiato i programmi e gli schermi continuavano a elencare le astronavi distrutte e quelle che, per i computer, non erano altro che traditori.

«Dovevano morire tutti» sibilò uno dei cinque.

«La Discordia non andrà lontano: benché abbiano staccato la rilevazione, c'è un solo luogo in tutta la galassia che non è sotto il controllo - diretto o indiretto - della Confederazione delle Venti Stelle. Si dirigeranno su Grinda» rispose Kaeler.

L'uomo serrò le labbra, annuendo piano con la testa. «Lo so, l'intera Confederazione è al corrente della loro meta. Ma finché non saranno loro a venire fuori da lì, dubito che re Davian ci farà atterrare».

«La Discordia ha a bordo database sulla Mano Scarlatta?»

«Siamo tutti schedati: per loro non siamo altro che scarti della società, siamo inutili. Passerà tutto a Davian».

«Vostro figlio non è sulla Discordia?»

«Sì, ma potrebbero averlo scoperto. È sotto copertura, ma nell'attacco potrebbe essere saltata».

L'uomo annuì, accarezzandosi il mento. «Quindi?»

«Dovremmo aspettare».

«E dare il tempo a Grinda di aiutarli?» si inserì nel discorso un altro dei presenti. «Dovremmo invadere il pianeta».

«Non prima di sapere se mio figlio è stato scoperto o no. Potrebbe scatenarsi una crisi politica e Grinda potrebbe mettere in stallo i commerci di tutta la galassia. Senza i loro soldi, nemmeno la Confederazione può fare qualcosa» ringhiò Kaeler prima di allungare di scatto il braccio sinistro e afferrare, dopo qualche tentativo, una stecca di Chow.

Gli uomini della Confederazione annuirono. «Rimarremo in attesa di vostre notizie» disse quello che tra loro indossava la divisa più decorata da medaglie - segno che aveva dato a Kaeler l'idea che si trattasse del capo; quando l'Affiliato fece un cenno con la testa, uno dopo l'altro uscirono dalla stanza. Rimasto solo, Kaeler addentò la stecca, lasciandosi scivolare sulla sedia: aveva seguito tutta la battaglia ascoltando le comunicazioni della Discordia e i movimenti delle navi attraverso gli schermi. Aveva violato tutti i loro sistemi con l'aiuto di uno degli uomini della Confederazione e, per qualche istante, gli era sembrato di essere di nuovo a bordo di quelle astronavi.

Sospirò, massaggiando con forza le palpebre: non era una novità l'essere venuto a sapere che la Discordia era riuscita a fuggire dalla Confederazione, ma quella volta rappresentava solo un problema.

Avrebbero potuto riportare la galassia alla sua purezza originaria se non fosse stato per la Anderz.

Più lei si andava a fondo nella guerra con la Confederazione, più Kaeler desiderava sentire il suo sangue scorrere tra le proprie dita. Si leccò le labbra mentre nella mente si formava quell'immagine, ispirata anche dal Chow. Sperava che Briya lo temesse, o se non lui personalmente, avesse paura della Mano Scarlatta, coloro che potevano arrivare ovunque indisturbati. Era certo che, prima o poi, gli Affiliati avrebbero avuto in pugno anche la Confederazione e allora non sarebbero stati i reietti, i traditori, gli scarti della società.

Il gruppo di soldati della Confederazione si guardarono tra loro non appena misero piede fuori dai palazzi dell'ex Consiglio.

«Capitano, che ne pensa?» chiese uno di loro.

L'interpellato si accarezzò il mento, spostando lo sguardo tra tutti gli uomini.«Non possiamo dare tutta la nostra fiducia alla Mano Scarlatta: sono traditori, bastardi, figli di puttana! Se hanno tradito il Patto, potranno tradire anche noi». Prima che potesse aggiungere altro, si piegò in ginocchio per un dolore lancinante alla gamba. Guardando in basso notò che la divisa si era macchiata di rosso: qualcuno gli aveva sparato.

«Figli di puttana a chi?» urlò un Affiliato allargando le braccia. In una mano teneva la pistola con cui aveva sparato. Ghignava, vedendo i compagni che, pian piano, avevano circondato il gruppo della Confederazione.

«Pagherete caro questo affronto» ringhiò il capitano, rimettendosi in piedi e appoggiandosi alla spalla di uno dei sottoposti. «La Confederazione verrà a sapere cosa avete fatto, ma non ve la caverete con un marchio a fuoco sul collo, bastardi!»

«Uh, che paroloni. La Confederazione non verrà a sapere niente» biascicò uno in prima fila nel gruppo che si era formato, avanzando con passo incerto e scatti meccanici.

«Drogato» sbottò uno dei soldati, sputando poi in terra ed estraendo la pistola. Il rumore del colpo scatenò un chiacchiericcio confuso mentre una pozza rossa si allargava sotto al corpo riverso supino dell'Affiliato.

Kaeler si affacciò alla finestra, richiamato dalle grida e dagli spari: le divise - ormai bianche solo in alcuni punti - dei soldati spiccavano in mezzo ai vestiti rovinati degli Affiliati. Si appoggiò con entrambe le mani al davanzale, osservando con un ghigno sulla faccia quella mattanza: il Chow risvegliava gli istinti primordiali e il sangue era tra loro.

Si leccò le labbra, continuando a guardare la scena: la resistenza degli ultimi due soldati rimasti sarebbe stata ben presto sopraffatta. Gli Affiliati stavano con il fiato sul collo ai due, impendo qualsiasi via di uscita, puntando più di una pistola contro di loro. Si divertivano a guardare la paura nei loro occhi, mentre sentivano quel falso potere, che la divisa della Confederazione aveva dato loro, scivolare via dalle mani, strappata come lo era stato per le loro armi.

Chiuse gli occhi, immaginando che al centro di quel marasma ci fosse la Anderz e non due soldati qualunque di cui non sapeva nemmeno i nomi mentre il suono di due colpi, sparati a distanze di tempo molto ravvicinate. Sarebbe stata la realizzazione di un sogno vederla cadere a terra, priva di vita, e non morire a bordo della Discordia.

Colpì tre volte il davanzale con i palmi delle mani mentre un'idea per coprire il misfatto si faceva largo nella sua testa; scese in strada, avvicinandosi al gruppo che, come lo vide, lasciò lo spazio per lasciarlo passare.

«Che ne facciamo dei corpi?» chiese una voce indistinta dell'ammucchiata che si era stretta per osservare e sputare sui corpi sfigurati dal sangue e dai colpi.

«Quello che volete, l'importante è che scompaiano» rispose Kaeler appoggiando il piede sopra il braccio inerme di uno dei soldati.

«Faremo credere alla Confederazione che la colpa è di un gruppo di ex politici del Consiglio: potrebbero darci la possibilità di giustiziarli uno a uno... e se riuscissimo noi a catturare la Anderz, la Confederazione sarà completamente nelle nostre mani».

Un coro di approvazione si alzò dal gruppo di Affiliati che si avventarono sui corpi. La Confederazione non avrebbe trovato la minima traccia di loro, ma un'altra tempesta si sarebbe abbattuta sui membri del Consiglio, ormai troppo spaventati dall'uscire di casa.

Kaeler scosse la testa, ridendo fra sé, pensando a quei politici che si erano barricati in casa che sopravvivevano a stento nel lusso che avevano comprato negli anni. Avrebbe inviato subito il messaggio a Quater: almeno, sarebbe successo qualcosa di interessante su Kiaphus.

«Signore, è arrivato un messaggio dalla Mano Scarlatta: dicono che i nostri soldati sono stati massacrati da un gruppo di ex membri del Consiglio del Patto della Frontiera».

La ragazza che aveva ricevuto il messaggio rimase in piedi davanti al gruppo di oligarchi che tenevano in mano il governo della Confederazione. Inghiottì a vuoto, certa che si sarebbero scagliati contro di lei, seppur fosse solo colpevole di essersi precipitata nella sala in un momento in cui stavano discutendo i futuri piani di guerra.

Uno di loro si alzò lentamente in piedi, lasciando scivolare in basso le larghe maniche della veste dorata che indossava, coprendo così le mani. «Questa è un'informazione importante, soldato...»

«Caporale Tira, al vostro servizio» rispose lei facendo il saluto militare.

«Caporale. Bene. Siete certa della notizia?»

«Il mittente era su Kiaphus, zona centrale di Sester, edificio da identificare. Il codice identificativo finale era JQ576. Nei registri è associato alla Mano Scarlatta».

«Era crittato?»

«No, signore. Credo perché le operazioni di decifratura avrebbero richiesto troppo tempo... e perché non ci sono navi che possono intercettarlo e Grinda è troppo distante da qui per poterlo ricevere».

Gli oligarchi annuirono quasi in contemporanea, fissando tutti la giovane.

«Cambieremo i nostri programmi di discussione in questa riunione. La discussione sull'uccisione dei nostri confratelli avrà la priorità ora che la Discordia non è altro che un pezzo di ferraglia. Potete andare, caporale. Fate in modo che entro un'ora tutti i generali presenti su Quater oggi stesso siano convocati in questa sala».

Lei annuì, si congedò e non appena fu fuori dalla stanza, corse verso la posizione che aveva lasciato per inoltrare il messaggio.

Non appena anche l'ultimo uomo fu arrivato e la porta chiusa alle sue spalle, il silenzio calò sulla sala.

«Siete stati convocati con così breve preavviso, signori, e vi ringrazio della celerità che avete avuto nel raggiungerci perché quest'oggi, su Kiaphus, si è verificato un fatto fin troppo grave: avevamo inviato una delegazione di nostri soldati a Sester per seguire lo svolgimento della battaglia contro le astronavi ribelli, tuttavia, un gruppo di ex consiglieri del Patto, li ha aggrediti, trucidandoli uno a uno, stando a un messaggio ricevuto dal caporale Tira che si è premurata di informarci immediatamente della questione. La Mano Scarlatta controlla Sester: una rappresaglia non sarà un problema».

«Dovrebbero condannarli in maniera esemplare» disse qualcuno. «Li hanno lasciati liberi pur... pur essendo personaggi inutili. Se vogliamo depurare la galassia, dovremmo iniziare dai consiglieri del Patto: sono loro che hanno permesso che la purezza della Proxima Hemithea venisse intaccata dai bastardi stranieri!»

«Andremo a votazione sulla rappresaglia. Quanti favorevoli al lasciare alla Mano Scarlatta l'incarico di vendicare i nostri confratelli? Alzate le mani» disse l'uomo. Con più o meno riluttanza, le mani di tutti i generali e degli oligarchi si alzarono verso il soffitto. Sangue avrebbe lavato il sangue versato sulle strade di Sester.

«Io farei interrogare i presunti disertori della Discordia e La Breckett. Potrebbero sapere qualcosa riguardo all'attacco su Kiaphus: non può trattarsi di un omicidio scoppiato dopo un diverbio, devono averlo organizzato da tempo e messo in atto alla prima occasione favorevole» aggiunse un altro generale non appena la votazione fu terminata.

«E sia. Potete occuparvene personalmente, generale». Quello sorrise, portando entrambe le mani dietro la schiena.

«Non vi deluderò, eccellenze».







L'angolino buio e misterioso

Che. Parto.

Non so che schifezza sia venuta fuori da questo capitolo di passaggio che ho sbloccato solo trucidando cinque persone della Confederazione. Vabbè, sono dettagli. Mi mancava ammazzare così la gente, ma don't worry da qui in poi ci saranno più casini che altro e guai per i protagonisti perché ho avuto un'idea così angst per Laera e Briya che EHEHEHEHE.

Anyway, vedo un po' la fine di Discordia, ma la concluderò prendendo a testate un muro perché ne ho bisogno. 🙃🙂🙃🙂🙃🙂🙃🙂🙃

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