Capitolo 13

Jareth scorreva con gli occhi il messaggio inviato dalla Discordia.
Il silenzio che regnava sull'Olavia non l'aveva mai preoccupato così tanto. Avevano dimezzato la potenza dei generatori per la notte e, da quando li avevano cambiati, non c'era più il costante rumore che gli teneva compagnia durante le nottate insonni trascorse a verificare che tutto andasse bene.

Briya aveva fatto rapporto: dopo tre giorni dalla partenza, non avevano trovato nulla di interessante. Il luogo indicato dai radar di Kiaphus non presentava anomalie. I sistemi della Discordia non rilevavano altre navi nei paraggi, né della Confederazione né da navi senza bandiera. Sembrava che la Discordia fosse l'unica in quel luogo. Non avevano ricevuto nessun messaggio, tantomeno attacchi a sorpresa.

Giuro che se scopro che tutto questo è un tuo tentativo di tenermi lontano dalla rissa ti stacco la testa appena ti vedo.

A Jareth sfuggì un sorriso nel leggere l'ultima frase. A causa del tono con cui Briya aveva concluso il messaggio, a Jareth sembrava di vederla con il dito puntato verso di lui, a sibilargli quelle parole in faccia. Doveva ammettere che gli sarebbe mancata la sua presenza.

Incrociò le braccia dietro la testa, continuando a guardare lo schermo. Era una delle poche fonti luminose e gli illuminava il viso con una sfumatura azzurrina.

Non che per il resto della flotta le cose volgessero al meglio: era partito portandosi dietro aspettative ben diverse da ciò che era accaduto davvero.
Avevano trovato sì quella della Confederazione, ma le loro navi erano fuggite prima che la battaglia potesse iniziare e non volendo rischiare di cadere in una trappola, Jareth aveva dato ordine di fermarsi su un pianeta disabitato e da lì condurre le ricerche per la nuova posizione della flotta della Confederazione.

Non sarebbero fuggiti un'altra volta, ne era certo.

Sul ponte dell'Olavia si sentivano solo i bip emessi a intervalli di tempo regolari dal radar. Non era facile tracciare la posizione o la rotta delle navi nemiche: potevano essere fuori dal raggio di azione dei satelliti fantasma disseminati nella galassia potevano anche avere schermi protettivi contro il segnale nemico.

Dopo tutti quegli anni passati nella Proxima Hemithea, Jareth non aveva la minima idea di quale fosse il livello della tecnologia lì. Ogni giorno gli sembrava di scoprire qualcosa di nuovo. Si alzò dal sedile, dirigendosi verso un'altra postazione. Voleva parlare con la Anderz, accertarsi che i suoi rapporti non fossero stati intercettati dalla Confederazione che gli aveva alterati, rendendoli tutti uguali. La frase finale lasciava pochi dubbi, ma avere la certezza rimaneva la cosa migliore. Avviò la chiamata, aspettando che qualcuno sulla Discordia rispondesse.

«Chi non muore si rivede, a quanto pare, Edam» scherzò Briya prima che la sua immagine si formasse completamente sullo schermo.

«Finalmente ti sei degnato di contattarci. Sono giorni che non riceviamo notizie dalla flotta e vaghiamo nel vuoto. Vi credevamo morti».

Prima che Jareth potesse rispondere, una terza voce si aggiunse alla chiamata. Riconobbe la Breckett rimproverare la Anderz.

«La tua diplomazia è inesistente».

«E non colpirmi con i fogli! BIT non dire una parola prima che ti tolga tutto l'olio. Cielo, quanto vorrei un mese di vacanze lontano da questa nave. Ora che c'è, Edam?»

«Volevo sapere se veramente non avete incontrato nessuno».

«È vero. E la cosa mi preoccupa. Non vorrei che la storia dell'arma segreta fosse un pretesto per attirarci in qualche trappola».

«La Confederazione non si lascerebbe scappare l'occasione di catturare la Discordia» aggiunse Laera.

«Concordo con il Soprammobile, per una volta. Siamo da soli, anche se abbiamo tutti i sistemi di allarme in funzione potrebbero piombarci addosso da un momento all'altro. Ho una nave, niente di più, niente di meno».

Laera sospirò, appoggiando una mano sullo schienale del sedile di Briya che riprese a parlare. «C'è qualcosa che la Confederazione nasconde. So che anche voi siete rimasti con un pugno di mosche».

«Sì» ammise Jareth passandosi una mano tra i capelli. «Sono fuggiti non appena ci siamo avvicinati. Non era una flotta molto grande, era come se... se ci stessero aspettando per riferire».

Laera annuì e Briya aggrottò la fronte. «Inviami le coordinate della vostra posizione sulla linea crittata. È meglio parlare a voce, non sappiamo se siamo intercettati e rischiare così non ci conviene. Faremo il punto di persona».

Jareth annuì, chiuse la chiamata dopo i saluti di rito e ottemperò alla richiesta della Anderz. Certo, in caso di attacco, avere la Discordia separata poteva dare loro modo di avere una qualche nuova possibilità, ma quell'essere così sfuggente da parte della Confederazione preoccupava tutti.

Passarono poche ore prima che la Discordia atterrasse.
Jareth scese dall'Olavia non appena i segnali radar riferirono la sua presenza nell'atmosfera di Syspo Z9, un pianeta disabitato a causa dell'atmosfera che conteneva elementi dannosi per la salute di molte specie.

La flotta si era disposta su buona parte della superficie, ma in pochi erano riusciti a scendere senza casco. Jareth sperava che la sosta fosse quanto più breve possibile: non voleva che si sprecasse troppo carburante per tenere in funzione i sistemi di ricircolo dell'aria.
Sapeva che il metodo con cui avevano ovviato al problema del mantenere l'ambiente sicuro per tutti i membri dell'equipaggio era stato attraverso delle speciali pasticche di cui gli bastava conoscere il funzionamento - non aveva idea di chi le avesse create, ma sicuramente aveva risolto un bel problema.

Fuori dalle navi, almeno per lui, continuava a essere d'obbligo la tuta con il casco: Briya gli diceva sempre che usava troppe precauzioni, soprattutto trovava esagerato il fatto che tenesse nella cabina una bombola d'ossigeno di scorta. Eppure sorrise istintivamente quando notò che su quel pianeta per niente ospitale anche Briya non stava rischiando. La vide scendere a passo svelto dalla Discordia, seguita poco lontano da BIT che urlava qualcosa e agitava un pezzo di tubo in mano - Jareth non voleva sapere che succedeva ogni giorno sulla Discordia - e Laera che procedeva a passo tranquillo, tenendo le mani intrecciate sul ventre. Era la prima volta che la vedeva senza la tunica lunga, tipica di Grinda.

Scosse appena la testa all'interno del casco, ricordandosi mentalmente che uno, lei non sarebbe mai venuta a cena con lui per ovvi motivi di discendenza e due, doveva pensare alla guerra e non alla tuta rossa attillata che Laera indossava.

Quando furono vicini, Jareth fece un cenno con la mano, invitandoli a salire sull'Olavia. Non appena furono a bordo, Briya si tolse il casco, appoggiandolo da una parte. Scosse la testa, passandosi poi una mano tra i capelli schiacciati appena dall'imbottitura interna. BIT lasciò cadere il tubo a terra, il suono prodotto da quello fece voltare parecchi dei presenti.

«Cos'è quello?» chiese Jareth e BIT guardò in basso prima di rispondere: «Un tubo».

«Grazie... tante. Volevo sapere da dove proveniva» rispose Jareth togliendosi il casco, dopo essersi accertato che i rilevatori segnassero che l'aria era sicura.

«Da... un posto» rispose BIT, guadagnandosi un'occhiataccia da parte di Briya.

«Portalo subito dove l'hai preso e non fare storie, voglio solo sperare che la Discordia non si sfracelli mentre decolliamo perché l'addetto alle riparazioni meccaniche si diverte a togliere cose».

BIT annuì, raccolse il tubo e tornò sulla Discordia. Briya si voltò verso il comandante dell'Olavia, allungando entrambe le braccia davanti a sé. «Non chiedere. Non lo so. E non credo che nessuno lo voglia sapere. In ogni caso, non è per quel che succede sulla Discordia che sono qui».

Jareth annuì.

«Ci sono vari dubbi che mi sono venuti in mente da quando abbiamo lasciato Kiaphus. Spero non sia un problema se sono qui adesso» aggiunse Laera quasi sottovoce.

«Non è tenendosi i dubbi che la guerra verrà vinta» sibilò Briya. «E se ti ho tirato giù dalla Discordia a forza è anche per questo. Ci sono cose che a me, a lui, a chiunque non veda la situazione da fuori possono sfuggire facilmente. Se ci sono punti poco chiari, è bene metterli in luce».

«Come al solito, Anderz spiega male le cose, ma ha centrato il punto. Ormai noi siamo abituati a vedere la Confederazione muoversi in determinate direzioni, cerchiamo di prevenire le loro mosse come loro fanno con noi. Ma da fuori, come in molte altre cose, si ha una percezione diversa, si vede dov'è che c'è qualcosa che non va. Qualunque dubbio potrebbe rivelare posizioni dove siamo carenti o a cui non abbiamo pensato. Direi di non perdere altro tempo. Accomodatevi pure a quel tavolo, avremo di che parlare».

Briya e Laera seguirono Jareth verso il tavolo che era stato sistemato nel centro del ponte quattro dell'Olavia. Briya si guardava intorno, come se fosse in ansia. Si sentiva inquieta, era vero, ma non riusciva a capire per cosa. Forse perché non avevano trovato nulla nonostante le coordinate precise inviate dal Consiglio.

Poteva anche trattarsi di una nave fantasma, magari dotata dei migliori sistemi di camuffamento o semplicemente potevano essersi spostati. Picchiettava ripetutamente sulla superficie lucida del tavolo con le dita, spostando lo sguardo tra le postazioni - di cui la metà erano in funzione, segno che i motori erano accesi, ma nel complesso la nave era in modalità di risparmio energetico - e il soffitto grigio. Jareth stava riempiendo tre tazze di caffè, appoggiandole sul tavolo una dopo l'altra. Laera afferrò la prima, stringendo le dita affusolate sulla tazza; Briya la osservò con la coda dell'occhio, seguendo con lo sguardo il lento movimento con cui la Breckett se la portò alle labbra. Soffiò sopra il liquido scuro, socchiudendo gli occhi mentre beveva il primo sorso. La tenne fra le mani per un attimo, come se stesse assaporando l'aroma, poi svuotò la tazza, appoggiandola davanti a sé. Briya guardava il liquido ondeggiare sotto la spinta del cucchiaino, mentre aspettava - e sperava - che lo zucchero si sciogliesse.
Jareth guardava entrambe, aspettando che quel momento di pausa finisse.

«Quali sono i dubbi?» chiese infine, fissando i propri occhi in quelli di Laera. Lei fece un piccolo cenno con la testa.

«Il primo è di carattere puramente personale: mi sono chiesta se non ci fosse un qualche motivo particolare per mandare la Discordia, con me a bordo, in una direzione diversa rispetto alla flotta. Insomma, mi è sembrato quasi una mossa di salvataggio, un modo per portarmi via da Kiaphus».

Jareth e Briya si guardarono, poi lei quasi scoppiò a ridere. «Mettiamola così, Soprammobile. Quale parte del discorso che ti ho fatto a bordo non ti è chiara?»

Jareth allungò una mano, facendole segno di chiudere la bocca. «Non è una fuga. Far prendere una direzione diversa a una nave è ormai un'usanza assodata. Stavolta è toccato alla Discordia, non senza una ragione. Mentre erano impegnati nella missione di salvataggio, il Consiglio si è riunito per decidere riguardo alle mosse successive in guerra. Sappiamo tutti che la Discordia da sola può eccellere in azioni che per altre navi sarebbero troppo rischiose visto che si tratta di una delle navi più moderne. Quanto alla vostra presenza a bordo, come immagino sappiate, è per evitare che eventuali trattati con la Confederazione prendano troppo tempo... e per evitare che qualcuno non causi incidenti diplomatici, rischiando una condanna a morte».

Laera si voltò verso Briya che aveva ascoltato il discorso tenendo le labbra incollate alla tazza, sorseggiando piano il proprio caffè, ormai raffreddato. «Ti stai riferendo a quella volta su Sphix 479B che accusai giustamente il governatore locale di tenere in ostaggio la Discordia nello spazioporto dopo i rifornimenti?»

Jareth sospirò: quella sfuriata che Briya aveva fatto al governatore aveva rischiato di far saltare i legami commerciali tra Kiaphus e Sphix, uno dei pochi centri commerciali non direttamente controllati dalla Confederazione. «Soprattutto per evitare che la nostra cara Anderz combini qualche disastro. Non sono molti i trattati che rimangono solidi ed è bene tenerseli stretti a questo punto. La Confederazione è molto forte, riesce ad arrivare ovunque e non dobbiamo fidarci di nessuno. Sperando che la situazione su Kiaphus si mantenga stabile: se la Mano Scarlatta dovesse scendere in guerra, per noi sarebbe la fine».

Laera annuì, abbassando per una attimo lo sguardo sulla tazza. Briya aveva appoggiato la sua con un colpo secco, facendo tintinnare contro la porcellana il cucchiaino di metallo.

«Altri dubbi, signorina Breckett?»

«I sistemi di rilevamento di Kiaphus hanno indicato la posizione dell'obbiettivo poco prima della nostra partenza. Ammesso che ci fosse qualcosa lì, non avrebbe avuto il tempo di fuggire avendo eseguito il salto a velocità luce. La Confederazione potrebbe aver manipolato i nostri sistemi?»

«Potrebbe» rispose Briya. «Come potrebbe nascondere la sua arma su una nave con un ottimo sistema di camuffamento. Potevano essere dietro di noi, ma i radar non rilevavano nulla di particolare. Non c'erano malfunzionamenti: l'IA di bordo non ha rilevato nulla di particolare, BIT e i tecnici hanno eseguito tutti i controlli approfonditi prima della partenza. Era come se fossimo da soli... anche se, be', mi pare strano».

«Sembra che la Confederazione voglia attirarci in qualche posto particolare. Vi viene in mente qualche zona della Proxima Hemithea in cui potremmo essere in svantaggio?»

«Non siamo in guerra sulle montagne, Edam».

«Potrebbero portarci in una zona dove le comunicazioni tra le navi sono impossibili se uno non dispone degli adeguati sistemi di protezione. Potrebbe scatenarsi il caos nella nostra flotta, rendendo molto più difficile per noi arrivare alla vittoria» rispose Laera accarezzandosi il mento.

«Ti viene in mente qualche posto in particolare? Alla fine, credo che tu abbia studiato la geografia della galassia molto più di noi due».

«Ci sono alcuni punti, ma le notizie sono poche e non troppo chiare. Quando le ho studiate io, erano stati appena scoperti. Ricordo che una vasta zona è intorno a una stella».

«Ce ne sono decine di migliaia» ribatté Jareth grattandosi una guancia.

«Mi sembra fosse una nana rossa».

«Il campo si restringe. Chiediamo informazioni a Sester». Jareth fece un cenno a un ufficiale che si avvicinò a passo svelto e che, dopo aver ricevuto gli ordini, si diresse a contattare il Consiglio.

Briya sospirò. «Non possiamo andare a capofitto in quelle zone, non abbiamo le protezioni necessarie. Abbiamo già subito una volta gli effetti negativi che il non comunicare ha su di noi, non possiamo rifare gli stessi errori. Sarebbe da scemi, da cretini!»

«Questo è vero. Ma il tira e molla che si ha con la Confederazione va avanti da troppo tempo e la nostra pausa di riflessione ha dato loro modo di espandersi anche verso territori che notoriamente erano del Patto, strappandoci basi di ricerca e commerciali. Non possiamo costringere i pianeti neutrali a scendere in guerra, per molti andrebbe contro la loro costituzione. Grinda non ha mai preso parte a una sola guerra, è sempre stata nella sua bolla di pace».

«Ma a quanto pare, manda i suoi esponenti in giro. Non sei l'unico politico che arriva da lì, Soprammobile».

«Anderz, smettila con i soprannomi idioti» sibilò Jareth abbassandosi, volendo farsi sentire solo dalla diretta interessata che, in risposta, scrollò le spalle, incrociando le braccia.

«È per evitare che il pianeta venga coinvolto suo malgrado: se ci sono politici da entrambe le parti, non decideranno mai da che parte schierarsi. Rischiare la vita di pochi per salvare quella di tanti: è sempre stato il principio su cui si basa Grinda. Non so da voi come funzionasse».

«Politica di merda e situazione ancora più di merda. Certi paesi non aspettavano certo a lanciarsi in una guerra, mancava poco che investivano più in armi che in istruzione. So a malapena le caratteristiche principali del sistema solare, ma conosco a menadito certi tipi di fucile. Certo, sono le conoscenze che adesso potrebbero salvarmi, ma hai capito il concetto. Se non ci fosse l'IA potrei far perdere la rotta alla Discordia e vagare nello spazio per giorni, forse secoli».

Jareth annuì. «È vero. Non è molto condivisibile la politica di Grinda, ma...»

«Ma l'importante è la salvezza comune». Laera completò la frase rivolgendo uno sguardo serio a Jareth, consapevole che non avrebbe mai messo in discussione le politiche estere decise dal suo pianeta natale, anche se potevano sembrare strane. Grinda era un piccolo paradiso, non sarebbe diventato un inferno per compiacere il volere altrui.

«Capisco, capisco» mormorò Jareth.

«Dicevamo, prima che si aprisse questa parentesi politica?» chiese Briya alzando il palmo della mano verso l'alto.

«Dunque... zone in cui le comunicazioni non sono buone» disse Jareth cercando di ricordarsi il punto in cui la discussione aveva assunto toni politici.

«Giusto. Aspetteremo la risposta di Sester, ma dobbiamo comunque pensare a un piano» concordò Laera.

«Se abbiamo notizie certe, dovrebbe essere più facile organizzarsi anche con le altre navi. Potremmo cercare di trovare una frequenza che ci permetta di comunicare» si intromise Briya allargando le braccia. «Mi sembra stupido che non ci sia un modo per comunicare, come fa la Confederazione?»

Jareth alzò le spalle. «Non ci è dato saperlo, forse dovremmo improvvisare veramente bene stavolta. Altri dubbi intanto?»

«Perché abbiamo aspettato così tanto prima di tornare in campo contro la Confederazione?»

«Avevamo da riparare le navi... da costruirne di nuove, organizzare gli equipaggi e una gerarchia che reggesse» rispose Jareth passandosi una mano tra i capelli.

«E perché togliere le spie?» chiese Briya appoggiandosi con la schiena sulla sedia. «Potevano farci comodo, considerando che eravamo destinati alla ricerca di un'arma segreta».

«Non lo so, Briya. Non lo so. Le hanno tolte anche dall'Olavia e da altre navi, sono rimaste quasi tutte su Kiaphus, ai diretti ordini del Consiglio... non so altro».

Si voltarono entrambi verso Laera che fece unpiccolo cenno con la testa. «Io lo so, ne discutevano già prima che venissi rapita».


L'angolino buio e misterioso

Adoro far interagire i personaggi, soprattutto questi tre. Diciamo che sto riscoprendo pian piano questa storia man mano che la pubblico e i miei bimbi non hanno idea di quel che succederà😍che amori innocenti~

Qualche idea l'avete o vi aspettate qualche altro colpo di scena dal nulla?

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