Capitolo 9: Agitato (parte 1 di 2)
Glossario musicale:
Agitato: eseguire in modo affrettato, agitato e inquieto
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(musica d'atmosfera: The Lightning Sonata, Op. 1: III - Dr. Tony Cicoria)
"TIKKI!!" Marinette urlò sussurrando mentre teneva il corpo di uno Chat Noir privo di sensi. "CHE COSA FACCIO?!
"Stai calma Marinette!" La piccola divinità uscì dal suo nascondiglio. "Dobbiamo portarlo da Master Fu. Lui saprà cosa fare."
Incerta, Marinette si morse il labbro, guardando avanti e indietro da Tikki a Chat. "Ma lui si sta per trasformare. Non dovremmo portarlo in un ospedale una volta che l'ha fatto?" chiese, asciugandosi un rivolo d'acqua sul naso. Aggrottò la fronte. Tra tutti i momenti doveva iniziare a piovere, proprio ora?!
Tikki scosse la testa. "Chat Noir è messo molto male. Posso percepire Plagg, il suo kwami. A questo punto, la magia di Plagg è l'unica cosa che lo sta mantenendo in vita." Tikki deglutì. "se si detrasforma, molto probabilmente non sopravviverà."
"Lui COSA?!" esclamò Marinette, sull'orlo del panico. Poteva sentire le lacrime iniziare a formarsi nei suoi occhi mentre un brivido le percorse la schiena, arrivando alle spalle. "No, no, no, questo non può accadere!!" urlò, terrificata, stringendo il corpo di Chat ancora più vicino e posando la testa sulla sua.
Tikki volò davanti al suo viso, cercando di farla concentrare. "Niente panico, Marinette! Fu ha le conoscenze che ci servono per aiutare Chat Noir. Ma dobbiamo sbrigarci. Non sappiamo quanto tempo abbiamo prima che la sua trasformazione cessi. Ora che sei più grande, sappiamo che tu puoi restare trasformata circa venti minuti dopo aver usato il Lucky Charm. Ma dobbiamo scoprire quanto Chat Noir possa stare trasformato dopo aver evocato il suo Cataclisma. Potrebbero essere minuti; potrebbero essere ore. Il punto è, dobbiamo andare ora."
Marinette raddrizzò le spalle, prendendo alcuni respiri per schiarirsi la mente. "Hai ragione. Tikki, trasformarmi."
Quella era agonia.
Marinette sedeva nel salotto di Master Fu, i capelli fradici dall'improvviso acquazzone, giocherellando nervosamente, le gambe che non stavano mai ferme.
Leteralmente un'eternità dopo (o lì vicino, sicuramente), Fu emerse dal retro della stanza, asciugandosi le mani sporche di sangue su un piccolo grembiule.
Marinette balzò dal suo posto e corse verso il suo mentore, le parole le uscivano tremanti dalla bocca come una diga appena esplosa. "Maestro Fu, sta bene?! é vivo?! Starà bene? C'è qualcosa che posso fare? Posso vederlo? Ha bisogno di qual..."
"Marinette, calmati. Sono stato via solo per cinque minuti." disse Fu con fermezza. "Una domanda alla volta."
La bocca di Marinette si chiuse di colpo e fece del suo meglio per contenere il suo nervosismo. Più pacatamente, provò di nuovo: "Come sta?"
Fu si massaggiò la nuca, espirando a lungo e piano. "é in condizioni precarie; c'è un importante quantità di danni interni." Fece una pausa pensieroso. "Sarà difficile, ma credo che possiamo aiutarlo."
Marinette inarcò le sopracciglia dallo stupore, gli occhi scintillanti di speranza.
"Ma avrò bisogno dell'assistenza di Tikki!" aggiunse Fu.
"Quella di Tikki?" Marinette rivolse lo sguardò alla sua kwami, la quale volò verso di lui. "Può usare i suoi poteri per aiutarlo?"
"Sì" rispose lui. "Tikki ha molti poteri curativi che tu non sei ancora stata in grado di sfruttare, dato che sei ancora giovane. Ma lei può utilizzarli da sola, fino a un certo punto, sotto le giuste condizioni."
"Va bene." sospirò Marinette, in qualche modo tranquillizzata. "Buona fortuna, Tikki."
Fu riprese: "Chat Noir si trasformerà tra qualche minuto adesso. Quando lo farà, darò al suo kwami una speciale pozione che ho preparato. Questa pozione permetterà a Chat Noir di mantenere la trasformazione per 48 ore senza che il suo kwami abbia bisogno di ricaricarsi.Rimanere trasformato gli permetterà di guarire più in fretta e, si spera, senza danni permanenti dalle sue ferite."
Marinette deglutì, le sopraccigli corrugate dalla preoccupazione. "Ma...Tikki ha detto...ha detto che la sua vita potrebbe essere in pericolo se si detrasforma. Starà bene?"
"Tikki si silurerà che sopravviva mentre ritorna il regolare sé stesso. Comunque" lo sguardo di Fu divenne più serio, la sua voce si tese. "Fa molta attenzione, Marinette."
Il corpo di Marinette si tese, lo stomaco vorticava dall'inquietudine. Inspirando aspramente, infine annuì.
"Chat Noir sarà in un grandissimo dolore mentre detrasformato." Gli occhi divennero due fessure, Fu l'ammonì: "Non importa cosa sentirai, dovrai stare in questa stanza. Per la sua sicurezza, il rituale non deve essere interrotto. Dopo aver ingerito la pozione, Plagg potrà ritornare nell'anello e ritrasformarlo in Chat Noir senza dire la frase magica. Il pericolo sarà passato e Tikki potrà iniziare il processo di guarigione."
Prima che Marinette potesse chiedere altro, l'ultimo beep del miraculous di Chat risuonò urgentemente attraverso l'aria, lasciando un'altra traccia di tensione nell'aria.
Fu strinse la mascella, nervosamente mettendo le mani nelle tasche. " é ora. Ricorda: non entrare nell'altra stanza, non importa cosa."
Uscì dal salotto con Tikki in coda, lasciando l'ansiosa teenager da sola con la sua insicurezza e apprensione.
Si sedette rigidamente, incapace di mettersi comoda; gli occhi dardeggiavano intorno, cercando di trovare qualcosa, qualunque cosa, per distrarsi.
Un lieve rumore la fece sobbalzare e balzò in piedi dal suo posto, voltandosi verso la fonte. Era Wayzz, il kwami di Fu.
"Wayzz? Qualcosa non va?! Va tutto bene??" praticamente urlò Marinette, quasi inchinandosi davanti al piccolo dio, il quale si allontanò di qualche centimetro dalla sorpresa.
"Va tutto bene, Marinette, non preoccuparti. Il mio maestro mi ha chiesto di stare con te. Per...supporto morale" offrì lui con un piccolo sorriso.
Lasciando andare il respiro che lei non aveva realizzato di stare trattenendo, ringraziò Wayzz e si risedette sul divano di pelle, con quest'ultimo che la seguì e si sedette sul bracciolo per offrire la sua compagnia.
Alcuni secondi dopo, Marinette si era senza tanti complimenti spaventata mentre sfogliava una rivista che aveva preso cercando di distrarsi, involontariamente gettandola attraverso la stanza, e balzando in piedi con un salto di alcuni metri in aria. Un trambusto era iniziato nella stanza accanto. La stanza dov'erano Fu e Chat. Guardò la porta così intensamente che Wayzz cominciò a pensare che avrebbe potuto creare un buco attraverso essa.
Un suono. Basso e lungo, le trafisse il cuore. Un canto di morte e disperazione echeggiò nelle stanza, così profondo che Marinette non poteva dire che cosa fosse all'inizio. Quindi di nuovo, proprio lungo e orrendo come il primo. Gemiti.
Quello era buono, giusto? Almeno era sveglio?
Un terzo, gutturale e orribile, e non suonava neppure umano.
La mandibola di Marientte si contrasse; i suoi occhi si riempirono di paura e preoccupazione, inorriditi. Il suo corpo sentiva sia caldo che freddo, con pelle d'oca ovunque e un insopportabile rigidità alla base del collo. Ma non poteva muoversi; i gemiti la mantennero a posto, raggelata dal suono e il proseguirsi del silenzio nel mezzo.
Marinette fece una smorfia e strizzò gli occhi, mordendosi dolosamente il labbro. Ma non poteva soffocare i suoni. La tormentavano, si prendevano gioco di lei, ricordando il suo fallimento nel proteggerlo.
Avrebbe dovuto saperlo. Avrebbe dovuto sapere che questo sarebbe accaduto! Avrebbe dovuto dirgli di non tornare a casa. Avrebbe dovuto capire che sarebbe stato in pericolo; che suo padre non l'avrebbe lasciato andare senza combattere. Come aveva potuto essere così stupida?! Erano diventati partner solo da poche ore e già lo aveva deluso, l'aveva quasi fatto uccidere.
Questa è tutta colpa mia. é ferito per colpa mia. Io ho fatto questo a lui. é tutta colpa mia... si ripeteva sé stessa ancora e ancora e ancora, il cuore oberato di dolori sensi di colpa e rammarico.
I minuti passavano e i grugniti non si placavano, né si diminuiva la loro intensità.
Quindi un grido. Così forte che pensò che qualcuno dalla strada avrebbe potuto sentirli nonostante il tuono assordante. Ci fu colpi attutiti, oggetti di vetro rotti, mormorii frenetici, e altri indecifrabili suoni che echeggiarono tra i muri della spartana stanza.
Dall'altra parte della porta, il ragazzo dietro la maschera urlò miserabilmente tra i singhiozzi: "Aiutatemi...per favore...fatelo smettere...!"
Incapace di trattenersi oltre, Marinette corse verso l'altra stanza, le mani protese verso la maniglia.
Wayzz schizzò in fronte a lei, le sue braccine tese in segno di avvertimento. "STOP!! Non puoi andare là!" urlò.
Con le lacrime che scendevano liberamente lungo le guance, Marinette pregò: "Wayzz, devo aiutarlo! Devo fare qualcosa, non posso sopportare di sentirlo così!"
Wayzz cercò di farla ragionare: "So che tieni moltissimo a lui, è che ti addolora saperlo in difficoltà. Ma se ci tieni alla sua sicurezza, devi permettere a Fu e al tuo kwami di finire il rituale di guarigione. Sarai capace di aiutarlo. Dopo. Ma per adesso, devi riporre la tua fede e fiducia in loro."
Marinette gemette pietosamente mentre si accasciava contro la porta, asciugandosi le lacrime, un peso opprimente sul petto. Si prese la testa tra le mani, disarmata dai singhiozzi che scuotevano il suo corpo.
Non era sicura di quanto tempo fosse passato prima che realizzare che gli urli si erano stoppati. Guardò stancamente la maniglia, domandandosi quando tempo ancora sarebbe passato a quando avrebbe potuto vedere Chat di nuovo. Un inquietante silenzio permaneva la stanza, accompagnato solo dal suono della pioggia che batteva pesantemente sul tetto.
Alcuni minuti dopo, una Tikki apparentemente esausta passò attraverso la porta, volando traballante verso di lei. Marinette la tenne nel palmo della mano, prendendola al volo, quindi la strinse in un abbraccio.
"Grazie, Tikki" sussurrò Marinette.
Tikki ricambiò debolmente l'abbraccio, strofinando stancamente il muretto contro di lei. Marinette si protese al suo fianco per prendere un biscotto, per realizzare che non aveva portato con sé la borsetta. Dirigendosi verso la cucina, posò Tikki sul bancone per rovistare nella dispensa per uno snack adatto. Avendo optato per della frutta candita, prese il suo kwami e gliela porse, quindi tornarono nella sala d'attesa.
Quando Fu ritornò, Tikki era si era già addormentata. Marinette alzò lo sguardo verso di lui, gli occhi gonfi e arrossati. Posando delicatamente Tikki su un cuscino del divano, si avviò traballante verso Fu come stordita.
Terrore e paura le legavano la lingua, ma lei aveva bisogno di sapere. Chat stava bene? il mio gattino sta bene?
Come se lui avesse sentito la sua domanda, Fu rispose: "Sta bene. é ancora privo di sensi, ma il pericolo è passato."
Soffocando un singhiozzo, Marinette fece del suo meglio per respingere le nuove lacrime che minacciavano di scendere. Cadde sull'ometto, stringendolo in uno stretto abbraccio.
"Grazie" mormorò, la voce tremula.
Ridacchiando piano, Fu ricambiò l'abbraccio. "é abbastanza notevole, sai. Avete passato così poco tempo insieme, eppure tieni a lui così tanto."
Marinette sentì la schiena irrigidirsi, un improvviso calore percorrerle il viso. "B-beh, i-io voglio dire, è il m-mio partner, certo che ci tengo." Marinette balbettò confusa, cercando di spiegare...spiegare cosa?
Prima che potesse rispondere, Fu continuò: "Non ringraziarmi ancora; ora è il tuo turno di aiutarlo."
Marinette si raddrizzò, un'espressione determinata sul volto. "Certo maestro. Cosa volete che faccia?"
Fu rispose, massaggiandosi le giunture doloranti. "Come ho detto prima, Chat Noir rimarrà trasformato per due giorni. Questo gli permetterà di riprendersi completamente...fintanto che avrà Tikki vicino." Fece una breve pausa. "Questo è il motivo per cui devo chiederti di portarlo a casa, e lasciare che stia con te fintanto che non si riprenda."
Marinette sbatté le palpebre.
"Io dovrei COSA?!" esclamò una volta che il suo cervello ebbe finito di rielaborare la cosa.
Fu si grattò la barba. "Mhhh, non mi hai sentito? Le mie scuse, ripeterò. Chat Noir deve rimanere con te tutto il tempo, finché non sarà completamente guarito."
"m-ma maestro Fu" balbettò Marinette, la sua incredula e aumentando la tonalità. "N-non è così semplice! E i miei genitori?! Come farò a convincerli a lasciare che un noto criminale frequenti casa nostra?!"
Fu le picchiettò con calma il braccio: "Oh, so che penserai a qualcosa. Sei una giovane donna piena di risorse" rispose con un sorriso. La prese per un braccio e la guidò: "Vieni, dovresti trasformarti e portarlo alla panetteria prima che diventi troppo tardi."
Marinette poté giurare che sentì la sua anima lasciare il suo corpo. Incespico dietro a Fu, balbettando incoerentemente.
Infine, riuscì a dire: "A-aspetti! Non può stare da lei?"
Fu la guardò, scuotendo la testa. "Oh, no, assolutamente no. Ovviamente Tikki deve rimanere con te. Devi sempre essere preparata in caso Papillon mandasse un akuma."
Prima che raggiungessero il letto dove Chat stava riposando, Fu lasciò il braccio di Marinette e si voltò ad affrontarla.
"Oh, un'altra cosa" proferì a basa voce così da non disturbarlo. "Non dovete rivelarvi le reciproche identità"
La faccia contorta dalla confusione, Marinette esclamò: "C-cosa?! perché no? é il mio partner adesso, e mi fido di lui! Non dovrebbe andare bene rivelare noi stessi?"
Wayzz fluttuò vicino a loro e spiegò: "Data la traumatica esperienza che ha appena passato, Chat Noir sarà particolarmente suscettibile ad essere akumatizzato. Inoltre, le vostre identità devono rimanere segrete ancora per un po'. Non solo finché sarà guarito fisicamente, ma anche emotivamente. In questo modo, sarà più in grado di resistere ai poteri di Papillon. Se Chat Noir sapesse che tu sei Ladybug, tu e la tua famiglia sareste in grave pericolo."
La mente di Marinette era ancora scossa, il suo cervello continuava a cercare di stare al passo con tutto ciò che stava succedendo.
Fu si congedò per preparare alcuni cataplasmi per lei da portare a casa, con Wayzz che lo seguiva dietro da vicino, lasciando Marinette sola con Chat.
La ragazza si avvicinò a lui, chinandosi al suo fianco. La vista di lui allietò il dolore nel suo petto, e un piccolo sorriso di sollievo le apparve in volto. Gli prese una mano fra le sue, portandosela alle labbra e posando un piccolo bacio sul dorso. Si era così spaventata. Il suo cuore non aveva smesso di pulsare dal momento in cui lo aveva trovato nel vicolo. Ma almeno, sembrava che la parte più difficile fosse passa e poteva finalmente respirare un po' più facilmente.
Ma...in quel vicolo, lui l'aveva davvero chiamata per nome, o se l'era immaginato? Scosse la testa. No, decisamente non se l'era immaginato. IL modo in cui aveva pronunciato il suo nome, così con riverenza, con coscienza, e scusandosi in modo così sentito...Non poteva essere uno scherzo della mente.
Quindi, perché sapeva il suo nome? Non gliel'aveva mai detto. Era possibile che l' avesse sentita parlare con Nino e Alya dopo l'attacco dell'akuma. Doveva essere così. Perché lei sicuramente non l'aveva mai incontrato come civile. Nonostante gli effetti dell'affascinante magia del miraculous, era sicura che non l'avrebbe riconosciuto.
...Giusto?
Mettendo questa domanda da parte, guardò verso di lui con affetto, sollevata che l'avessero raggiunto in tempo, e grata che Fu e i kwami fossero riusciti a salvargli la vita.
Fu spalancò la porta, con in mano un piccola borsa di rifornimenti. "Ecco" annunciò.
Ancora volubile e nervosa, Marinette saltò su con uno squittio, allontanandosi di scatto dalla sponda del letto come se scottasse. Arrossì dalll'imbarazzo e accettò dolcemente il pacchetto.
"Ora, non so se ricorderà di essere stato qui" disse. "E davvero, meno ricorda di questo post, meglio è. Dobbiamo tenere Papillon all'oscuro che ci siano altri miraculous in città. Potrebbe ancora mantenere una connessione con la mente di Chat Noir, quindi dobbiamo essere cauti. Mentre passa più tempo lontano da papillon e più tempo con Ladybug, il loro legame si indebolirà mentre il vostro si rafforzerà."
Lo stomaco di Marinette era un caotico vortici di nervi e farfalle. Come avrebbe potuto farcela? Portare un vero e proprio super cattivo a casa, convincere i suoi genitori a farlo rimanere, e non rivelare le loro identità? Un'impresa ardua senza dubbio.
Ma riconobbe che non avessero altre opzioni. Esitando, disse con rispetto. "Capito, Maestro."
Beh. Sembra che stia portando un gatto a casa.
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(CONTINUA NELLA SECONDA PARTE)
Ecco il nuovo capitolo! Spero vi piaccia come gli altri! Stavo pensando di fare una revisione della traduzione fatta fin ora. E molto probabilmente la farò prima del prossimo capitolo.
Spero che questa storia vi stia prendendo come ha preso me mentre la leggevo e traducevo!
Vi ringrazio come sempre di tutto il vostro sostegno, non sapete quanto conti per me🥺🐼
Un abbraccio e alla prossima
BlackRose🌹🖤
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