Capitolo 6: Solo
Glossario musicale:
Solo:
Un pezzo o una selezione di brani suonata o cantata con un singolo performer
(Musica d'atmosfera: Sergei Prokofiev - Romeo e Giulietta: La danza dei cavalieri)
"RIMPIANGERAI TUTTO QUESTO, CHLOE BOURGEOIS!!" urlò il mostro, calpestando rabbiosamente la strada adiacente al parco dove Adrien, Marinette, Nino e Alya stavano facendo un pick nick insieme. Nella confusione che era iniziata con l'apparizione dell'akuma, lui aveva perso traccia di Marinette.
La sua testa ruotava in tutte le direzione cercandola, lottando per restare almo mentre lui e Alya portavano un Nino ferito, correndo via dal conflitto. La gamba di Nino era rimasta schiacciata sotto la caduta di alcune macerie di un gazebo sotto il quale si stavano nascondendo. La persona akumatizzata lo aveva distrutto quando stava correndo attraverso il parco, calpestando ogni cosa sulla sua strada mentre Ladybug cercava di fermarlo nell'intento di raggiungere il Grand Paris Hotel, dove Chloe si era senza dubbio rintanata.
Adrien cercava di scacciare il ricordo del suo migliore amico intrappolato sotto le macerie, urlare in agonia, la faccia contorta dal dolore, e comunque implorando, pregandoli di correre e lasciarlo indietro; Alya gridava, frenetica e disperata, sull'orlo di una crisi isterica. Adesso lui doveva concentrarsi e portare i suoi amici al sicuro.
Nino grugnì dal dolore ma dichiarò ottimisticamente: "Va tutto bene, ragazzi. Ladybug batterà quel tipo e aggiusterà tutto." Abbassò la sua testa leggermente così che fosse al livello della sua ragazza e cercò di rassicurarla: "Andra tutto bene, Alya, non preoccuparti."
Alya rispose, ancora tremante in lacrime: "Ma lei sta sanguinando e penso di averla vista correre zoppicando! Non ho mai visto un akuma simile prima d'ora... E se Chat Noir si facesse vedere?!"
Adrien sentì una stretta allo stomaco al sentir nominare Chat Noir. Lo metteva sempre a disagio sentire le altre persone parlare del suo alter ego.
"Non so se lei riuscirebbe ad occuparsi di entrambi!" continuò Alya, lanciando un' occhiata oltre la sua spalla ai due combattenti. "Se solo ci fosse qualche modo per noi di aiutare."
Nino balbettò, incerto su come confortarla. "Io...ehm..."
"Concentriamoci solo nel tirare Nino fuori da qui" interruppe Adrien. "Ladybug è forte, sa cavarsela da sola."
...spero.
La mente di Adrien tornò a Marinette e i suoi occhi sfrecciavano intorno per riprendere la sua ricerca.
"ragazzi, sono veramente preoccupato per Marinette. Dove potrebbe essere?" chiese alla coppia. "Ho cercato dal gazebo per essere sicuro che non fosse intrappolata là sotto, ma se le fosse successo qualcos'altro?"
"L'ho sentita urlare che stava andando a cercare aiuto" replicò Nino, sconcertato. "Ma ero troppo distratto dall'acume, quindi non so dove sia corsa."
Alya scrollò la sua spalla libera. "Va bene, Adrien, capita tutte le volte durante l'attacco di un' akuma. Con la sua fortuna probabilmente sarà rimasta chiusa in un bagno o qualcos'altro mentre cercava di nascondersi." Più a bassa voce, aggiunse: "Comunque...teniamo gli occhi aperti. Quella ragazza ha un debole per i guai qualche volta. Sono sicura che la troveremo dove meno ce l'aspettiamo."
Proprio allora, scorsero un lampo di rosso mentre Ladybug si schiantava contro un edificio vicino a loro, attraversando, rompendo, la grossa vetrina di un bar.
"Ladybug!!" Adrien urlò inorridito.
L'eroina si rimise faticosamente in piedi, gemendo e tenendosi la testa. Macerie e schegge di vetro tintinnarono e rotolarono dalla sua figura mentre si alzava e si toglieva la polvere di dosso.
Adrien rabbrividì. Per la maggior parte il costume aveva protetto il suo corpo, ma lei aveva diversi tagli sulla faccia per via del centro, e così anche una brutto livido sopra una delle sue sopracciglia. Lui non poté fare a meno di stare meramente lì e guardare, raggelato e senza fiato.
"Oh my god, stai bene?!" esclamò Alya.
Dopo aver visto il loro trio, Ladybug velocemente si raddrizzò, li salutò allegramente e ricambiò il saluto: "Sto bene!!!" Le venne un dubbio colpo dopo aver visto i due che tenevano Nino. "Nino, tu stai bene?"
La sua testa si alzò e si abbassò e le rivolse un pollice in su. "Vai a prenderli LB!"
Gli rivolse un sorriso affettuoso. "Mettetevi al sicuro, lo condurrò lontano da voi!" Iniziò ad allontanarsi in fretta, correndo dietro all'akuma un'altra volta.
Uscendo dal suo stupore, Adrien chiamò velocemente: "Ladybug!"
Lei si fermò e guardò indietro verso di lui con aria interrogativa. Lui vacillò per un momento, cercando disperatamente di sciogliere la lingua.
"Fa' attenzione" disse infine con voce bassa.
L'espressione di Ladybug si ammorbidì e gli sorrise. "Grazie, Adrien. Lo farò."
Gli occhi di Adrien indugiò su di lei mentre si allontanava. Non sembrava che stesse veramente bene, ma mettendo su meramente una faccia coraggiosa e fiduciosa per la loro salute.
Il suo stomaco si storceva spiacevolmente. "Andiamo, troviamoti qualche riparo" mormorò difficilmente mentre cercava di camminare di nuovo, portando con sé Nino.
Circa una dozzina di metri più in là l'akuma, un grosso, muscoloso giocatore di rugby che aveva preso le sembianze di un rinoceronte antropomorfo alto due piani, si mise in posizione d'attacco e caricò versò Ladybug ancora una volta. Lei riuscì a passare sopra di lui con un salto mortale, ma nonostante la sua stazza era veloce. Lanciò la sua palla da rugby contro di lei mentre atterrava, la quale riuscì a malapena a schivare. Come aveva potuto dimenticarsi della palla?! Sicuramente era dove si trovava l'akuma.
"Posso aiutarti!" gridò Ladybug al ragazzo. "Qualsiasi cosa Chloe abbia fatto, possiamo superarlo insieme! Non devi fare tutto questo!"
Lui ruggì in risposta. "La distruggerò! Mi ha umiliato! Tu NON hai idea di cosa voglia dire essere friendzonati!!"
L'espressione di Ladybug passò istantaneamente a una di esasperata irritazione. "Seriamente?!"
Si tuffò di lato, roteando il suo yo-yo per gettarlo verso di lui. Riuscì ad avvolgerlo intorno alle sue gambe. Tirò la corda con forza e l'enorme mostro cadde come un edificio. Il forte schianto esplose attraverso diversi quartieri e scosse il terreno.
Lei camminò verso l'akuma e sbuffò: "Chloe non ti deve niente e tu sei stato un emerito stronzo a non rispettare il suo rifiuto!"
La faccia contorta dalla rabbia, urlò: "Quella strega superficiale non si merita nessun rispetto da me!"
"Tutti meritano rispetto!" ribatté Ladybug, mentendo la corda tesa.
"Ma PERCHééé?! Perché dovrebbe respingermi? Sono un bravo ragazzo!" L'akuma sbatté i piedi come un bambino petulante e continuò per fare i capricci che rivaleggiava con Chloe nei suoi giorni peggiori. "Sgualdrine come lei vogliono solo cattivi ragazzi!" piagnucolò, calciando la macchina più vicina.
"Wow wow wow, ti conviene smettere di parlare in questo momento prima che io vomiti!" sbottò lei incredula mentre tirava. "Ti stai comportando decisamente in maniera inquietante ed è probabile che tua la metta a disagio!"
"Farò vedere A TE 'il disagio'!" urlò lui, strattonando improvvisamente la corda dello yo-yo e facendola volare verso di lui con un guaito. Si tirò indietro e fece sprofondare il suo pugno nello stomaco di lei, facendole mancare l'aria nei polmoni. La ragazza venne gettata un po' più in là, atterrando con un violento tonfo e raccogliendo pezzi di un marciapiede disastrato.
Il trio di amici guardava da lontano, a bocca aperta. Questo è molto male, pensò Adrien, avvertendo un capogiro e nausea.
Gemendo e tossendo, Ladybug lottò per rimettersi in piedi, le braccia traballanti mentre lentamente si rialzava. Nello stesso tempo, il Distruttore, come si era auto-nominato, si era liberato dallo yo-yo e veniva con passo pesante verso di lei. Ladybug scattò verso di lui e scavalcò il suo pugno mentre si scagliava nuovamente verso di lei, quindi gli passò oltre per recuperare lo yo-yo. Convocò il Lucky Charm, ricevendo una bottiglia di olio da cucina, che guardò scetticamente.
Prima che potesse ideare un piano, comunque, la gigantesca bestia balzò verso di lei più veloce di quanto la ragazza l'avesse mai visto muoversi.
Non aveva tempo per schivarlo.
Con un sonoro urlo colpì Ladybug con un pugno verso l'alto, atterrandola ancora una volta. Il Lucky Charm le era caduto di mano, troppo lontano per lei da poterlo raggiungere. Sdraiata a terra gemeva debolmente, cercando la forza di tirarsi su.
Ma il Distruttore non le dava mai la possibilità. Batté le mani insieme e sbatté i suoi pugni verso terra. Con una velocità non caratteristica per qualcuno della sua taglia, la colpì ancora, e ancora, e ancora. Il marciapiede si ruppe e si sbriciolò sotto di lei dalla tremenda forza dei suoi colpi e da qualche parte in mezzo ai pugni, Ladybug perse conoscenza.
Adrien non poteva pensare. Non poteva respirare. Non poteva sopportare di assistere il modo, assolutamente orribile, in cui questa dolce e altruista ragazza veniva presa a pugni.
Non se lo meritava. Non poteva finire così. Un flusso di immagini fluì attraverso la sua mente, dei suoi gesti gentili e il suo brillante sorriso. I suoi tocchi gentili e confortanti abbracci, la sua premura e preoccupazione per il suo benessere, non solo dalla parte di cittadino, ma per il lato che era supposto essere suo nemico. Lei era veramente una persona bellissima, sia fuori che dentro. Il desiderio di sentire...o meglio, il bisogno di proteggerla era quasi doloroso e schiacciante.
Se fosse morta, si sarebbe sentito come se una grossa parte di lui fosse morta con lei.
Lasciò andare Nino e scattò verso di loro con un solo pensiero rimbombante in testa: devo salvarla.
Prima che il pugno del mostro potesse abbattersi nuovamente, Adrien si tuffò dove Ladybug giaceva immobile e riuscì a far rotolare entrambi togliendoli di mezzo. Lui si rialzò stordito sui suoi piedi, raccogliendola velocemente, pregando che qualunque divinità esistente che lei fosse ancora viva.
Quindi, inaspettatamente, Adrien si voltò per affrontare l'akuma e quindi urlò a pieni polmoni: "ADESSO BASTA, DANNAZIONE!!"
Per alcuni momenti l'akuma vacillò e i suoi lineamenti si corrugarono in confusione. Quindi aggrottò la fronte, alzando il suo pugno per colpire di nuovo. Prima che lo facesse, comunque, la famigliare maschera luminosa a forma di farfalla apparve davanti ai suoi occhi. Mentre l'akuma discuteva con Papillon, il quale era senza dubbio sia incredulo che infuriato a cosa era appena successo, Adrien fuggì in fondo alla strada, cullando Ladybug tra le sue braccia. Il cuore era straziato dall'angoscia mentre la stringeva vicina; il corpo fiacco di lei era così incredibilmente piccolo e fragile.
Non era mai stato così terrorizzato.
Adrien infine raggiunse Nino e Alya e depose la ragazza malridotta sull'erba tra di loro. Era ancora immobile come morta, il sangue di un rosso accesso contro la pelle pallida. Lui velocemente si tolse la felpa e l'arrotolò per metterla sotto la sua testa. Alya si precipitò al fianco di Ladybug con Nino a seguirla a ruota, sebbene strisciando. Alla vista dell'amata eroina di Parigi da vicino e osservando le pessime condizioni in cui era, un' Alya avvilita iniziò a singhiozzare nelle braccia di Nino. Ladybug era un'amica di Alya, ricordò Adrien. Loro si conoscevano da anni e, sicuramente, Alya conduceva il Ladyblog, il quale negli ultimi tempi lo aveva iniziato ad usare come una sorta di generale servizio di informazioni per tutte le cose riguardanti Papillon e le akuma.
Combattendo il panico, Adrien afferrò saldamente la mano guantata di Ladybug e la esaminò per segni di vita. Con l'altra mano raggiunse il punto di pulsazione del collo della ragazza, ma quindi realizzò che poteva non essere in grado di sentirlo attraverso il suo costume. Cambiando approccio, curvò il suo corpo su quello di lei, abbassando la testa così che la sua faccia poteva quasi toccare la sua e aspettò, in silenzio.
Passarono alcuni secondo. Finalmente, sentì il suo respiro sulla guancia, debole ma costante.
Lasciò uscire un lungo respiro che non aveva realizzato di star trattenendo e sussurrò, quasi con un capogiro: "é viva." Alya e Nino sussultarono dal sollievo e si abbracciarono.
Adrien strofinò la sommità della testa lentamente e mormorò dolcemente: "Ladybug, svegliati, per favore, svegliati."
"Dobbiamo portarla in ospedale" disse Alya.
"Ma sarebbero anche solo in grado di aiutarla?" rispose Nino, la sua voce spezzarsi dal panico. "Lei è un supereroe. Non avete visto la scena dell'ospedale in 'Superman Returns' dove non potevano neanche mettergli una flebo al braccio per via dei suoi superpoteri? E se accadesse la stessa cosa?"
"Nino!" rimproverò Alya.
"No, ha ragione" intervenne Ladybug, la voce riarsa e roca.
"Ladybug!" urlò il trio e si strinsero intorno a lei.
I suoi occhi si aprirono, le pupille lottavano per mettere a fuoco: "La magia altera il tuo corpo drasticamente. La medicina normale non aiuterebbe."
"Allora cosa facciamo? Non possiamo stare qui seduti e non fare nulla!" ribatté Alya.
Adrien guardò indietro verso il mostro. L'apparente discussione unilaterale tra l'akuma e Papillon si alzava di tono, e il Distruttore si stava irritando sempre di più. Adrien non era sicuro se suo padre stesse cercando di persuadere il mostro a lasciarli in pace, o stesse cercando di convincerlo a cercarli. A quel punto, Adrien realizzò che lui, onestamente, non aveva nessun indizio se a suo padre sarebbe interessato se lui fosse stato ferito nel processo.
"Non abbiamo molto tempo" rispose debolmente Ladybug, ricevendo nuovamente l'attenzione. "L'unica cosa che può aggiustare tutto è purificare l'akuma e usare la Cura di Ladybug."
Iniziò a tirarsi su, quindi lasciò un sonoro, doloroso singulto mentre si stringeva il fianco. Il suo respiro divine più affaticato, come se il suo petto stesse venendo schiacciato.
Adrien poteva giurare di aver sentito il suo stomaco cercare di uscire dal suo corpo. "Ladybug, per favore, non muoverti! Sei ferita!"
Lei si schernì mentre continuava a provare a tirarsi su. "Sto bene, solo un paio di botte e graffi."
Quando si era quasi sollevata urlò in agonia e ricadde indietro, involontariamente le lacrime iniziarono a pungerle gli occhi.
"No, non flare! le tue costole potrebbero essere rotte, potresti perforarti un polmone!" implorò Adrien.
"Devo, non c'é altro modo!" urlò lei disperatamente, sul punto di tentare di rialzarsi di nuovo.
Adrien gentile ma fermo cercò di distenderla giù e ribatté: "Se continui così, ti ucciderà!"
Lei lo respinse debolmente mentre lottava per mantenere ancora il respiro: " Quale scelta ho?! Sono l'unica che può fermarlo!" Adrien si calmò. Lei guardò verso di lui, gli occhi scintillanti, e con un tremito disperato nella voce sussurrò: "Non c'é nessun altro. Solo io. Devo farlo."
Adrien ricambiò lo sguardo, attonito. Sapeva che lei aveva ragione. Non c'era letteralmente nessun altro al mondo che potesse fare quello che lei faceva. Senza di lei, non solo le vittime akumatizzate avrebbero ferito o ucciso innocenti, ma non sarebbe stato possibile risistemare ogni cosa nella sua forma originale, e tutte le ferite, i danni, e le vittime sarebbero diventate permanenti. Per lei, sconfiggere non era mai semplicemente un'opzione, e non lo sarebbe mai stato dal momento che aveva preso le vesti di Ladybug.
Improvvisamente, proprio quello che aveva temuto di affrontare fino a quel momento, sentì scuotere il terreno e udì il gigante venire a passi pesanti attraverso la strada verso di loro. Adrien si morse il labbro dalla trepidazione e inconsciamente strinse la mano di Ladybug ancora più forte.
A quest'ora, suo padre era ben consapevole che Adrien aveva sviluppato un punto debole per il loro nemico; cosa di cui Adrien era certo. Gabriel era molte cose, ma ignaro non era una di quelle. Se Gabriel credeva che fosse la stessa preoccupazione che Adrien aveva per le persone innocenti, o se sospettava che fosse qualcosa di più, lui non ne aveva idea.
Adrien sapeva che le uniche due opzioni erano plausibili per lui nella sua situazione attuale.
Poteva permettere che l'akuma togliesse con la forza gli orecchini a Ladybug; date le sue estese ferite, non sarebbe stata in grado di mettere troppa resistenza e sarebbe quasi sicuramente sopravvissuta...forse.
Oppure... poteva rimuovere lui stesso gli orecchini e lasciarli all'acume, così le avrebbe risparmiato qualunque altra sofferenza.
Non aveva neanche dovuto pensare a cosa avrebbe dovuto fare. Per Adrien la scelta era chiara.
Lui lentamente allungò la sua mano libera verso il viso di Ladybug e la posò sulla sua mandibola, strofinandole teneramente la guancia. Sussultò leggermente al contatto e non poté fare a meno di arrossire lievemente, anche questa volta, cosa che lui trovò fin troppo adorabile. Adrien doveva resistere al bisogno di sfregare il pollice sulla sua bocca per pulirla da un piccolo taglio sul labbro inferiore. Lei sostenne lo sguardo, i suoi vividi occhi cerulei scintillano nella luce del sole, così innocenti e speranzosi nonostante gli anni di lotta e difficoltà. Lui sorrise suo malgrado. Anche nel suo stato attuale, scompigliata, coperta di sporcizia, tagli e ferite, era incredibilmente bellissima.
Rimboccandole alcune ciocche vaganti di capelli dietro l'orecchio, Adrien le diede un'ultima stretta di mano e le disse dolcemente: "Non devi fare questo da sola."
Bruscamente, si alzò e si voltò dando le spalle al gruppo.
"State qui e tenete Ladybug con voi" si rivolse a Nino e Alya. "Non lasciate che le capiti nulla."
Quindi corse.
E anche stavolta ce l'ho fatta! in ritardo come al solito... ma ce l'ho fatta!
Viva me lol🌚
spero vi piaccia il capitolo, spero vi tenga sulle spine fino a sabato prossimo, nel frattempo vi abbraccio tutti miei piccoli pandini!🐼
un abbraccio
vostra BlackRose🖤🌹
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