Capitolo 6 - La nuova direttrice

It is Love - Ryan.
Final

"Ma sei seria? Il grande capo ha decisamente perso la testa per te!"

Matt fa' un fischio, ammirando lo spazio che lo circonda. Ai suoi occhi da graphic designer non sfugge alcun dettaglio. Armeggia con i fili sul muro, esamina le prese, tocca i mobili.

"Beh, quando cominciamo?" chiede mentre si volta.

"Cominciamo?"

"Certo. Non vorrai mica lasciarmi col baffone, vero?!" Ridacchio di fronte all'aria sicura del mio amico.

"Come? Vuoi venire a lavorare qui?"

"Perché no? Il capo sembra simpatico."

Mi rivolge uno sguardo da idiota che mi fa sorridere. È sempre il solito.
Scoppio inevitabilmente a ridere. Matt riesce ad alleggerire l'atmosfera con la sua presenza.

L'ascensore si apre. Lisa sorride raggiante, mentre entra nell'open space vedendoci incontro.

"Oh caz..." s'interrompe portandosi una mano alla bocca.

Osserva tutto quasi religiosamente, come se stesse entrando in una chiesa. Ovviamente, non ho potuto fare a meno di parlare del mio cambio di posizione con i miei amici. E, a dire la verità, mi sento un po' smarrita, tutta sola in questo grande spazio, con così tante nuove responsabilità.

Lisa gironzola per tutta la stanza prima di tornare da me. Matt ispeziona gli uffici da tutti gli angoli.

"Ti ha lasciata qui, così?" domanda Lisa con un'espressione stupita dipinta in volto.

"Già. Ryan in tutto il suo splendore."
Ovviamente, con Matt qui accanto, non posso entrare nei dettagli più hot... anche se muoio dalla voglia di dirglielo.

"Che cosa hai intenzione di fare?" continua.

"Beh... devo mettere insieme una squadra e organizzare lo spazio."

"Sul serio?"

A quel punto Matt affianca la sua ragazza, e mi fa' l'occhiolino. "Sì, e io sarò il primo ad essere assunto!"

Non riesco a capire se sia serio o meno.

"Matt, questo non è un gioco. Non ti rendi conto di tutte le responsabilità che mi sono piombate addosso!"

"È per questo che ti serve il migliore."

Sospiro pesatamente. I miei amici la fanno facile, ma non c'è da scherzare.

Sono a capo di un intero dipartimento. Sono... una direttrice generale.

Matt nota la mia agitazione. Si avvicina e mi prende per le spalle.

"Hey principessa, non andare nel panico. Noi siamo qui e ti aiuteremo."

Lo guardo, mezzo rassicurata.

"Non so neanche da dove cominciare..."

È il turno di Lisa di farsi avanti e posarmi una mano sul braccio.
"Avrebbe almeno potuto darti il tempo di ambientarti..."

Mi mordo le labbra. "Era la sua intenzione, ma... ho fatto irruzione nel suo ufficio... Non aveva intenzione di dirmelo subito. E l'ho minacciato di andarmene. Era fuori di sé, dopo che sono piombata come una furia nel suo ufficio, stamattina."

"Nico e il suo caratterino..." esclama Matt. Gli rivolgo un'occhiataccia, che ignora totalmente.

Sospiro e riprendo a parlare.
"Quindi, in pratica, mi ha sfidata ad avere successo, perché l'ho un po'... provocato."

Lisa mi sorride. "Pfff, gli uomini..."

"Hey, sono ancora qui!" s'intromette Matt.
Matt sembra oltraggiato dei nostri discorsi sul suo conto.

"Ma tu non sei così!" lo difende subito la sua fidanzata.

"Io sono perfetto, è vero! E nessuno dei miei conoscenti pensa il contrario."

Scoppio a ridere di fronte al loro gioco di parole. Mi sento meglio. Meno nervosa di prima.

"Bene, avrei un suggerimento: andiamo a festeggiare da Felipe e poi prepareremo un piano d'attacco. Ci state?" propone Lisa.

"Perfetto, ho proprio voglia di un po' d'italiano." si associa Matt.

"Non solo un italiano. Il miglior italiano!" gli risponde la fidanzata.

"Ma anche voi avete del lavoro... Non posso monopolizzare tutto il vostro tempo." intervengo.

"Avrò il diritto di prendermi una pausa con la mia amica!"

"E io verrò trasferito, no?"

Lo guardo sorridendo.

"Di quello dobbiamo ancora discutere."

"Mhm... al boss piace fare la dura. Mi piace."

Alzo gli occhi al cielo. Matt è instancabile. Sarebbe un ottimo manager della felicità se non facesse gli occhi dolci a tutte le ragazze che incrocia.

"Andiamo!"

Li vedo dirigersi allegramente verso l'ascensore, ma prima che possano fare un altro passo fermo la loro corsa. Avevo dimenticato un dettaglio molto importante.

"Avete dimenticato le orde di paparazzi che mi seguono ovunque vada!"

Lisa si volta e passa un braccio sotto al mio, per spingermi ad avanzare.

"Matt ci proteggerà con il suo corpo. Vero tesoro?"

"Sì. Adoro fare il bodyguard."

Il mio cuore salta un battito per questa evocazione dal passato.

Jake. Non ho più avuto sue notizie da quando se n'è andato, e non ho provato ad averne. E poi quel sogno che ho fatto non molto tempo fa mi ha destabilizzato profondamente.

"Ok! Andiamo caricarci!"

"Ora ti riconosco!"

Quando le porte dell'ascensore si chiudono, mi sembra di chiudere un periodo della mia vita. Le cose stanno andando troppo veloci e mi sento un po' sopraffatta. Peggio dell'effetto farfalla, è l'effetto Ryan Carter. E io non ci sono ancora abituata.





Grazie a Matt, che si è improvvisato guardia del corpo, sono riuscita a pranzare con i miei amici e tornare a casa senza problemi. Neanche l'ombra di un fotografo all'orizzonte.

Preferisco restare vigile e non abbassare la guardia. Non ho proprio voglia di ritrovarmi sulla prima pagina dei giornali.

Che gioia essere qui! Mi sembra di essere stata già per anni. Appena entro in salotto vengo accolta da uno squittio che riconoscerei fra mille.
È Buffy, il mio adorabile criceto.

Vieni qui, piccola palla di pelo. Mi sei mancato. Se solo sapessi che giornata ho passato! A volte invidio la sua esistenza di roditore. Cos'altro fa oltre a mangiare e giocare?

Lo prendo tra le mani e gli do un bacio sulla testolina. Sono stata orribile in questi giorni lasciandolo solo così a lungo. Fortunatamente la sua ciotola di cibo ed acqua erano piene.

Non molto tempo fa, ero felice da sola, nel mio piccolo bozzolo. Buffy era la mia unica fonte d'affetto.

Forza, basta sentimentalismi. Ho del lavoro da sbrigare. Poso Buffy sul letto e apro l'armadio.

Che disastro! Quand'è stata l'ultima volta che sono andata a fare un po' di shopping? Sembra tutto vecchio e fuori moda.

Tutti questi vestiti mi riportano alla mia vita prima di Ryan. Quella di un'impiegata di una grande azienda.
Una vita che mi sembra ormai lontana anni luce...

"Non sarà con questi vestiti che sembrerò una general manager... Accidenti!" sconcertata dal contenuto catastrofico del mio armadio, mi siedo sul letto.

Mi vibra il telefono. Il mio cuore inizia a battere all'impazzata.

E se fosse Ryan?

Getto una rapida occhiata allo schermo e rimango delusa. È un messaggio di Lisa.

Hai avuto una giornata pesante, riposati in vista di domani. Baci.

Devo stare tranquilla e prendermi cura di me stessa.

Un esaurimento alla prima settimana di lavoro non sarebbe professionale.

"Mi preparerò un bel piatto." E smetterò di parlare da sola.

Mi prendo il tempo di rassicurare Lisa, poi mi avvicino ai fornelli.
Non c'è molto nel frigo. Non importa, i pasti più semplici sono i migliori. Per esempio, è sufficiente preparare una buona salsa e aggiungere alcune erbe, per sublimare un'insalata.

Sento nuovamente il telefono vibrare. Lisa dev'essere realmente preoccupata per insistere con altri messaggi.

No! È Ryan!

La mia gioia è tanta che do un bacio al display, dove è comparso il suo volto. Grazie al cielo Buffy non può parlare, altrimenti si prenderebbe gioco di me, e non sarebbe gratificante.

Allora? Stressata?

Non so come farò a cavarmela, è davvero una bella sfida.

Dovrò partire per lavoro.
Ci vedremo al mio ritorno, per fare il punto della situazione.

Ma certo, capo.
Sono a sua completa disposizione.

Aspetto a lungo, ma non ricevo altri messaggi di Ryan. Sarà partito con la sua nuova assistente?

La signorina Boone...

Mi rendo conto di non avere assolutamente idea di dove sia diretto stavolta. È la ricetta perfetta per farmi chissà quale idee e pensare a scenari compromettenti.

Non mi piace per niente questa ragazza, si da' tante arie. Il mio rilevatore di stronze si è appena attivato non appena l'ho vista.

Non ci sono dubbi, è bellissima. Trasuda un palese carisma e una certa sicurezza nell'atteggiamento.

Ma ho cose più importanti a cui pensare. Devo concentrarmi sulle mie nuove responsabilità. E sopratutto sull'incontro che Ryan ha programmato per domani e a cui non ho alcuna voglia di partecipare.

Per reclutare i dipendenti, sfortunatamente, devo rivolgermi alla responsabile delle risorse umane, vale a dire... Cassidy.

L'idea di un tète-à-téte professionale con la megera suprema, la Barbie della Carter Corp, non mi va molto a genio. Tuttavia dovrà essere fatto: devo iniziare ad abituarmi alle mie nuove responsabilità.

In guerra si fa' la guerra.

Torno al mio armadio. Non sarò in grado di mangiare nulla finché non sarà tutto pronto per questo meeting.

Dopo aver esaminato diverse capi e fatto altrettante prove, opto per quello che sembra essere il più adatto alla mia nuova posizione.

Ho scelto una giacca nera, una canotta bianca con bordi in pizzo, jeans stretti e décolleté nere. Non voglio sembrare né troppo dura né troppo rilassata. Non è l'outfit perfetto, ma almeno mi sentirò a mio agio. Con una bella pettinatura e un trucco discreto, mangerò viva quella strega.

Più tardi, mentre mi gusto la cena, le immagini della signorina Boone mi attraversano la mente. Cerco di scacciarla e pensare ad altro, ma c'era qualcosa di strano nel suo sorriso. O la gelosia mi rende paranoica...

Sarà l'assistente di Ryan, nell'ufficio accanto al suo, sul suo stesso piano. Sarà libera di fare ciò che vuole. E io, dal mio ufficio, non lo saprò.

Non mi piace per niente.

Scuoto la testa. È inutile pensare al peggio, devo restare positiva. Anche se non posso abbassare la guardia e mostrare le mie debolezze ai nemici. Dopotutto, su Persephone e Victoria ci avevo visto giusto.

Dopo aver posato il piatto nel lavabo mi siedo sullo sgabello e prendo il portatile. È passato un po' di tempo dall'ultima volta che ho postato qualcosa sul mio blog. Dovrò almeno avvertire i miei lettori che non sarò molto presente, nel prossimi mesi a causa dei molteplici impegni. Il che mi dà una nuova idea. Con il pretesto delle ricette, forse potrei parlare del mio incontro con Cassidy?

Ho già il titolo perfetto: "Come cuocere un tacchino..."






Quando mi sveglio, la mattina seguente, ho bisogno di tempo per riprendermi e razionalizzare.

La giornata di ieri è esistita davvero? O me la sono sognata?

Mi do un pizzicotto, per essere certa che la promozione, e tutto il resto, siano reali e non frutto della mia fantasia. Ma potrei pizzicarmi mille volte, avrò sempre dei dubbi.

Eppure questa è la realtà. E ora non ho altra scelta che provarci, Ryan mi tiene d'occhio.

Non posso arrivare in ritardo il mio primo giorno.

Salto giù dal letto e mi preparo velocemente, indossando gli abiti che ho scelto.

Al mio arrivo alla Carter Corp, dopo aver evitato i numerosi paparazzi che aspettavano fuori all'entrata, mi ritrovo nuovamente nel dubbio.

In effetti, faccio ancora fatica a rendermi conto di essere stata promossa a direttore esecutivo di una filiale. Non ho nemmeno il tempo di congratularmi con me stessa, devo mettermi subito al lavoro. In mezzo a quest'enorme piano, tutto dedicato al mio futuro team, mi sento minuscola.
Fin dall'annuncio di Ryan, sento il peso delle responsabilità sulle mie spalle.

Ce la farò! Dopotutto, non sono stupida, anche se riconosco che non sarà semplice. Mi sento persa.
Un capitano tutto solo, a capo di un'enorme nave.

Concentrati, calmati e fai le cose nel giusto ordine...

C'è solo una persona in grado di aiutarmi a non far affondare la nave: Mark.

Ciò è incredibile.

Ed è proprio in quel momento che una capigliatura rossa, che riconoscerei tra mille fa il suo ingresso nel mio ufficio.

Mark Lievels solleva gli occhiali con ammirazione, mentre si guarda attentamente attorno.

Che classe!

Mark trasuda eleganza, prerogativa dei grandi uomini. Mi sento molto piccola, seduta dietro la mia scrivania.

"Buongiorno, signorina Winter."

"Buongiorno, Mark. Si sieda pure! E mi scusi per averle chiesto di venire fin qui..."

"Ci mancherebbe."

"Magari potrebbe chiamarmi per nome, ora. Dopotutto, io la chiamo sempre Mark..."

Non ha il carisma di Ryan, ma il suo sorriso sveglio e la sua aria di classe gli conferiscono una personalità unica.

"Ci proverò, signorina Nicole."

Sorride di fronte alla sua incapacità di adattarsi subito alla nostra nuova relazione.

Che carino...

"Come richiesto, le ho preparato la lista delle prime decisioni che dovrà prendere nel corso dei prossimi giorni. Mi è stata molto utile, al mio arrivo qui." Ha solo un foglio in mano, dovrebbe essere una cosa veloce.

"L'ascolto."

"Le ho inviato il documento per e-mail, non ho potuto stampare tutto. Ci sono molti vantaggi a partire da zero: nessun precedente, nessun confronto, nessun vincolo di continuità."

"Ma porterò con me anche alcuni casi precedentemente assegnati ad altri dipartimenti, incluso il Congo." aggiungo, determinata.

La mia risposta mi sorprende. Non so se sia a causa dello stress o del vestito nuovo... qualcosa è cambiato in me.

"Esatto." riprende. Noto un leggero tic. "Ma, a parte quello, dovrà costruire tutto."

"Quindi avrò parecchie decisioni da prendere?"

"Direi piuttosto che dovrà fare delle scelte. Alcune già ora."

"Avrò un incontro più tardi, per la questione del team." Cerco di mostrarmi estremamente sicura, anche se potrei star esagerando.

"Le risorse umane sono una cosa, ma c'è tutto l'aspetto materiale, tecnico e pratico da non sottovalutare."

"Certo, Mark. Capisco."

Ma se potessi essere più preciso, sarebbe fantastico!

"A cosa si riferisce, esattamente?" Domando esternando la mia curiosità.

"Dovrà scegliere i mobili, l'illuminazione, i sedili dei suoi impiegati e quelli della sala riunioni. Ma anche le connessioni alle reti, telefoni, il suo team di sicurezza. E poi ordinare le penne, le stampanti, le buste, il colore delle cartelle e dei materiali. C'è ancora da vedere la configurazione delle stanze, dei posti, della sala pausa..."

"Aspetti, rallenti Mark!"

Potresti ripetere più lentamente...

"Mi perdoni, è solo che sembra tutto enorme. Non mi sento preparata."

Ha l'aria esausta, quasi ansioso quanto me. Il lavoro di direttore dev'essere spossante, anche una volta abituati. Dovrò essere all'altezza.

È fuori discussione che i miei dubbi e le mie ansie raggiungano le orecchie di Ryan. Sono il direttore esecutivo, devo iniziare e prendere decisioni.

"Un momento Mark, per favore. Credo di aver bisogno di prendere appunti."

Tiro fuori il taccuino che ho infilato nella borsa e inizio a cercare la penna.

Sono sicura di averne presa una, mentre preparavo le mie cose, ma dev'essere finita in fondo. Un po' agitata, scavo tra le pieghe della mia borsa.

Una dirigente degna di questo nome!

Fortunatamente Mark non mi lascia il tempo di svuotarla. Mi porge subito una penna, sorridendo. La prendo e lo ringrazio: è da questi piccoli dettagli che s'intuisce quanto Mark sia un collega formidabile, in tutte le circostanze.

"Non si preoccupi, è sempre un po' difficile all'inizio. Ci sono molte informazioni da ricordare, ma si abituerà velocemente, vedrà."

"Ehm... Vorrei qualcosa di chiaro, caloroso e sobrio. Considerate le pratiche di cui ci occuperemo, sarebbe fuori luogo avere dei locali vistosi."

Mark annuisce. "Completamente d'accordo. Lei e i suoi dipendenti dovrete lavorare in ottime condizioni, rispettando sia l'etica dell'azienda che i vostri bisogni."

È giusto, quindi! Mi sorprendo da sola, e mi piace! Avere una posizione di alto livello mi darà l'opportunità di superare i miei limiti e crescere.

"Per i dipendenti, voglio il meglio in termini di ergonomia e materiali... Ma a buon mercato, ovviamente. Il comfort deve avere la precedenza su extra lussuosi ma inutili. E non voglio porte agli uffici, per una trasparenza totale."

"Mi sembra un'ottima idea."

"Quanto al resto, lascerò libera scelta a... ehm..." Mi blocco all'improvviso, non sapendo come completare la frase.

Non voglio perdere la faccia. Ho la sensazione di aver parlato troppo, e Mark se ne accorge subito.

"Potrà chiedere ai suoi futuri collaboratori di scegliere la loro attrezzatura, per poi consultarla per la convalida."

Per fortuna, la gentilezza di Mark mi viene in soccorso. È intervenuto immediatamente, per non farmi perdere il filo del discorso.

"Dovrà tenere d'occhio ogni cosa. Ora è lei LA responsabile."

"Molto bene, ma mi assicurerò di non essere troppo autoritaria. O almeno spero... Voglio solo che i valori sostenuti dal signor Carter vengano rispettati." Gli sorrido, cordiale. "Grazie tante. Grazie per il suo aiuto."

"Si figuri, sono felice di aiutarla. Si abituerà in fretta. E poi, ha la fiducia del signor Carter, questa è la cosa fondamentale."

La sua apparente serenità, il suo buon cuore e la sua esperienza sono una fonte di supporto inestimabile.

"Mark, lei è davvero un collega prezioso. La prego di non esitare a darmi la sua opinione in merito a qualunque cosa. Per il bene della Carter Corp."

"Non si preoccupi. I nostri dipartimenti sono patner, quindi ci vedremo regolarmente."

Mark mi rivolge un sorriso incoraggiante, mentre lo accompagno all'ingresso dell'open space.

So quanto sono fortunata ad averlo al mio fianco.









Inizio seriamente a usare le mie unghie per battere il ritmo sulla mia scrivania. Non sono affatto tranquilla per l'incontro che seguirà.

Questo è il primo punto, come parte del mio nuovo lavoro. Devo guardare le cose da una prospettiva differente.

Non sono più l'assistente, ora.

Ma comunque... Cassidy! La persona adatta a rovinarti la giornata e calpestare la tua autostima.

Fortunatamente, a pranzo, Matt e Lisa sono riusciti a motivarmi nelle mie prossime scelte.

Sono i miei life coach.

Le guardie di sicurezza hanno cacciato gli ultimi paparazzi appostati fuori al ristorante. Non so se sia stata opera di Ryan, ma sono riuscita a terminare la pausa pranzo senza problemi.

Nel frattempo, attendo che la strega si faccia viva. Sarebbe dovuta arrivare una buona mezz'ora fa.

Proprio quando iniziavo a perdere le speranze, il "ding" dell'ascensore annuncia il suo arrivo.

LA vipera appare di fronte a me con un'espressione indecifrabile sul volto. Si guarda intorno, come tutti prima di lei. E, se non sbaglio, è sorpresa quella che leggo su quella sua faccia da stronza.

Mi piacerebbe prenderla a schiaffi.

Ho deciso di convocare Cassidy nel "mio" nuovo territorio, in modo che non potesse destabilizzarmi troppo.

Il suo sguardo cade su di me.
Mi sento subito ridicola, seduta da sola, nel mezzo di quest'enorme stanza vuota. Cerco di non darlo a vedere, mentre si dirige verso di me con la sua solita grazia. Un profumo di una fragranza inebriante la precede. Sembra che voglia riempire l'intera stanza.

Insopportabile.

"Ho parecchio lavoro da svolgere, quindi arriviamo subito al punto."

Avrebbe almeno potuto avere la cortesia di scusarsi per il suo ritardo.

"Ho creduto non sarebbe più arrivata..." le faccio notare.

Cassidy mi osserva dalla testa ai piedi, come se fossi un insetto da schiacciare. Mi schiarisco la gola, incrocio le mani e adotto un atteggiamento fermo e rilassato.

Almeno, ci provo. Perché in realtà dovrò sembrare incredibilmente tesa e insicura.

"Ho bisogno di reclutare diversi collaboratori per costituire la mia squadra."

Inarca un sopracciglio e chiude gli occhi. "Mi è giunta voce della sua... promozione."

Non mi piace affatto il modo in cui ha rallentato sull'ultima parola.

"In effetti, il signor Carter pensa che le mie competenze saranno più utili all'azienda come direttrice di filiale."

"Ovviamente." risponde.

Il suo tono è troppo dolce per essere sincero.

"Vorrei che facesse una selezione iniziale del nostro staff. Più persone potrebbero corrispondere ai profili di cui ho bisogno. Ho redatto una lista delle posizioni da ricoprire."

Le porgo un foglio che afferra con la punta delle dita, come se c'avessi sputato sopra. O peggio.

Lo legge in un silenzio inquietante.
Il momento sembra surreale. Manca poco che mi lasci scappare una risatina nervosa.

Non so cosa sia più comico: rivolgermi a Cassidy come subordinata o il fatto sgradevole di collaborare con lei.

"Ho anche bisogno che faccia una serie di colloqui di lavoro, per una prima selezione. Selezionerà i primi tre, poi penserò io ad organizzare i colloqui per la decisione finale." continuo a spiegare, dimostrando una certa superiorità.

Sembra sconvolta dal fatto che le stia parlando in questo modo. Ma devo ammettere che anche s'è meschino, trovo piuttosto piacevole abusare di lei.

Quante donne della società vorrebbero essere al mio posto, solo per avere il piacere di prendere a calci nel sedere quest'arpia rifatta?

"Qualche problema?"

Lei aggrotta le sopracciglia, si sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi rivolge un sorriso carnivoro.

"No, sarà fatto. Qualcos'altro?"

"Sì. Matt Ortega lavorerà in questo dipartimento. Le sarei grata se potesse assicurarsi che possa iniziare da domani."

Sembra pronta a dire qualcosa, ma cambia idea.

"Molto bene."

Le faccio segno di andare.

Quando lascia il mio piano, sospiro di sollievo. Alla fine, non avevo motivo di preoccuparmi. Non è stato così terribile.

Nel complesso, possiamo dire che quest'incontro è andato abbastanza bene. Sono piuttosto orgogliosa di me stessa. Ora che l'incontro è terminato, mi resta una cosa da fare: avvisare Gabriel del fatto che Matt lascerà il suo dipartimento.

Sono certa riuscirò ad essere convincente, proprio come con Cassidy. Ma, prima di tutto, vorrei dare un'occhiata al mio vecchio ufficio. E approfittarne per recuperare la mia scatola, quella che ho abbandonato l'ultima volta.

Quindi salgo al piano di Ryan, sapendo che non sarà lì per intercettarmi, dal momento ch'è ancora in viaggio. Mentre mi avvicino al mio vecchio ufficio, il mio cuore inizia a battere all'impazzata.

Eccolo là.

La signorina Boone.

Riesco a vederla dalle persiane mezzo sollevate. Non posso fare a meno di provare una strana stretta al cuore. Non riesco ad identificare questa brutta sensazione che s'impadronisce pian piano di me.

È come se mi mancasse qualcosa...

Il mio lavoro da assistente mi ha permesso di trascorrerre del tempo con Ryan. I nostri uffici si trovavano sullo stesso piano.

Quel contatto potrebbe mancarmi... Ora, probabilmente, passerà la maggior parte del tempo con Alicia Boone. E un po' la invidio, per questo.

Tuttavia, c'è qualcos'altro che mi turba. Ho una brutta sensazione con lei, eppure non sono la tipa da invidiare le belle donne.

È la stessa cosa che provava Victoria nei miei confronti, dalla prima volta che i nostri sguardi si erano incrociati, quando era convinta che fossi una cagna, interessata ai soldi di suo fratello? Oppure mi sembra di guardarmi allo specchio?

Dopotutto, ero l'assistente del signor Carter tempo fa, prima di diventare la sua amante. Ma, sebbene l'idea mi abbia sfiorato, non penso che Ryan possa tradirmi con Alicia Boone.

Ciò che stiamo vivendo è unico. Mi fido di lui.

All'improvviso, un pensiero mi attraversa la mente: e se ciò che mi spaventa, in fondo è che questa nuova posizioni mi allontani da lui?

Attraverso questa promozione, cosa sta cercando di fare davvero Ryan?

Darmi la sua fiducia o allontanarmi?









La promozione della nostra protagonista cambierà un bel po' le carte in tavola... E chissà quale sarà l'intenzione di Ryan.

Vuole aiutare Nico a migliorare o piuttosto la vuole allontanare da sé?

Voi cosa ne pensate?

Chi è il miglior personaggio maschile di questo capitolo? Io sinceramente non saprei chi scegliere...

Voi?

Il timido Mark o il frizzante Matt?

E vi chiedo per la milionesima volta di scusarmi per il madornale ritardo.
Sorry, please ♥

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