Capitolo 5 - Solo cinque minuti.
It is Love - Ryan.
Final
Ci fissiamo per qualche istante, in silenzio. Mentre sto per aprir bocca, lo sguardo dalla sconosciuta si sposta alla mia destra. Cambia intensità. So chi sta guardando con quegli occhi.
"Signorina Winter, le presento la signorina Boone, la nuova assistente esecutiva."
La frase risuona nell'aria come un colpo di fucile.
"Io..."
Mi ha rimpiazzato!
Mi sento così umiliata, ridicolizzata, così trasandata di fronte a questa donna che ha appena ottenuto il mio lavoro, che non riesco a dire una parola. Sembra percepire il mio sgomento.
Si sposta una ciocca di capelli dal viso, scuotendo la testa poi stringe i libri in una mano e mi tende l'altra.
"Piacere di conoscerla."
Le stringo la mano come un'automa. Credo di presentarmi anch'io, ma non ne sono sicura.
Incredula, mi volto verso Ryan.
Spero si tratti di un incubo. Ma, prima che possa ottenere un minimo di spiegazioni, viene bloccato da un uomo che gli mostra dei documenti.
Ryan scompare in corridoio, la pratica fra le mani e la fronte accigliata. Dà una serie di direttive incomprensibili all'uomo, che annuisce col capo.
"Voleva vedermi?"
Come?
Cerco di riprendermi dallo stupore iniziale e mi volto verso la stupenda ragazza che ho di fronte.
Ha proprio l'aspetto di una professionista. Vestito impeccabile. Acconciatura impeccabile. Atteggiamento impeccabile. Niente fuori posto.
"Voleva vedermi?" ripete, di nuovo.
"Io..."
"Lei è la signorina Winter? L'ex assistente del signor Carter, è così?"
Ex.
A dir la verità non so più cosa sia. Se non uno scherzo vivente.
Si volta verso la sua scrivania e s'inchina oltre lo schermo. Si risolleva con una scatola di cartone tra le braccia.
"I suoi effetti personali. Credo ci sia tutto."
Tendo le mani e sento a malapena il peso della scatola tra le mie braccia. Sono come anestetizzata. Tanto che mi sfugge dalle mani e cade a pezzi sul pavimento.
Mi fiondo in corridoio e inizio a colpire freneticamente il pulsante dell'ascensore.
Devo lasciare questo posto!
Adesso.
"Signorina Winter!"
La voce di Ryan manda una scarica elettrica dritta nelle mie viscere.
Non voltarti, Nicole. Vattene!
Quando le porte dell'ascensore si aprono, mi precipito dentro senza guardarmi indietro. Presa dal panico, cerco il pulsante della chiusura delle porte, ma la fretta mi fa tremare.
La forte mano di Ryan afferra le porte all'ultimo secondo. Mi appoggio contro il muro, il cuore che batte forte nel petto. Il corpo di Ryan scivola tra lo spazio delle porte semiaperte.
Si chiudono, imprigionandoci in un silenzio pesante. Il mio petto si alza e si abbassa a un ritmo spaventoso.
Quasi soffoco.
Sto per scoppiare in lacrime e perdere la poca dignità rimastami. Come ha potuto farmi questo? E così in fretta!
"Nicole..."
Si fa avanti. Non posso più indietreggiare, sono con le spalle al muro. Porto la mano di fronte a me, come per proteggermi.
"Resta dove sei! Non fare un passo in più!"
Gli occhi di Ryan cambiano colore. Scorgo qualcosa ch'è davvero raro vedere in lui: ovvero la colpa.
"Non fare così!" Cerco di conquistare i miei sensi e il mio respiro. Non posso lasciargli prendere il sopravvento.
"Mi hai appena licenziata, Ryan! Cosa ti aspetti?!"
I suoi occhi metallici mi gelano sul posto. Non dice una parola, cosa che mi ferisce ulteriormente. Sembra sbalordito, incapace di capire cosa stia succedendo.
"Ok, vedo che non vuoi nemmeno giustificarti. Apri le porte! Prenderò la mia scatola e andrò via. Non sentirai più parlare di me in tutta la tua vita!"
"Nicole, ferma..."
Mi precipito sui pulsanti dell'ascensore, ma lui mi trattiene stringendomi tra le sue braccia.
"Fermati!" ordina ancora.
"Lasciami!"
Tento di divincolarmi. Mio Dio, devo sembrare patetica!
Mi sembra di agonizzare come un animale ferito. Mi sento come un topolino intrappolato tra gli artigli di un gatto.
Ryan sta giocando con me, e io non sono niente. Solo un insulso giocattolo diventato troppo ingombrante.
"Giuro che ti darò uno schiaffo..." Lo minaccio.
Trattengo un singhiozzo. Non ho alcuna intenzione di dargli la soddisfazione di crollare di fronte a lui.
"Permettimi almeno di andarmene senza doverti supplicare!"
Mentre tento di riaprire le porte, mi ostacola di nuovo.
"Non voglio che te ne vada."
"Ryan, e se ti chiedessi cosa voglio io?"
"So quello che vuoi e, se ti calmassi un attimo, potrei parlartene."
È un altro trucco per avere la meglio su di me? Sta cercando di prolungare la mia agonia ancora per un po'?
"Non credevo saresti piombata qui come una furia..." Un leggero sorriso si forma sulle sue labbra perfette. "... ma avrei dovuto immaginarlo."
Aggrotto la fronte. Mi prende pure in giro?
"Sono molto arrabbiato per il fatto che tu abbia lasciato l'hotel." continua.
Non m'interessa.
"Al momento la situazione è troppo tesa, perché tu possa andare in giro senza una scorta."
Faccio una risatina nervosa, e il suono orribile che mi sfugge dalla gola non mi rappresenta.
"Ti ricordo che hai licenziato Jake, la sola persona che avrebbe potuto vegliare su di me."
"Non è vero!"
Avanza così in fretta verso di me che indietreggio nuovamente contro il muro. Poggia una mano accanto alla mia testa e mi fissa. Come ultima protezione, piazzo una mano contro il suo petto, per tenerlo a bada.
Vedo che si trattiene dall'avanzare ulteriormente, ma riesco a sentire il suo respiro sulla mia pelle. Come se la sua rabbia fosse pronta ad esplodere.
Le porte dell'ascensore si aprono all'improvviso, e una figura si palesa alle sue spalle.
"Mi scusi, signor Carter, avrei..."
Il corpo imponente di Ryan m'impedisce di vedere di chi si tratti. Volta leggermente la testa e dà un ordine che non lascia spazio a discussione.
"Non ora!"
Con un colpo secco, preme sulla chiusura delle porte.
"Ascoltami attentamente, Nico."
"Non faccio altro!"
"Fa' silenzio!"
Aggrotta la fronte e mi posa l'indice sulla bocca. Per un attimo mi sembra che si perda nella contemplazione delle mie labbra.
"Volevo avere il tempo materiale di preparare le cose ma, come al solito..." Fa un respiro profondo. "... come al solito, mi hai preso di sorpresa."
"Cosa? Mi hai comprato un hotel, stavolta? O una SPA, magari?" ironizzo.
Poggia la fronte contro la mia e affonda i suoi occhi nei miei. Il mio cuore quasi esplode.
"Dovrò fare qualcosa per questo."
"Per cosa?" domando. Non riesco a decifrare il significato nascosto del sorriso che appare sulle sue labbra.
"Per questa tua bocca insolente."
"Non pensare di potermi rendere una cosetta docile, Ryan. Non accadrà mai. Non ho paura di te."
"Lo so."
Lo sento irrigidirsi all'estremo. Detesta perdere il controllo delle sue emozioni.
"Adesso mi seguirai. Poi deciderai se andartene o meno."
Il tuo tono è succo, duro. Lo so, ha appena indossato la sua armatura. Quella che mette per evitare di essere vulnerabile.
"Molto bene. Hai cinque minuti, non di più."
"Non mi serve di più."
"Perfetto."
Quando si allontana per premere il pulsante di un piano, ho la sensazione di riprendere a respirare. Combattere con lui è estenuante. È come battersi contro un titano.
Mi ha appena licenziata. Cosa avrà di tanto importante da mostrarmi?
Le porte si spalancano su un open space vuoto. Ryan m'invita a seguirlo.
Il ticchettio dei miei tacchi è soffocato dal tappetto nuovo di zecca che ricopre il pavimento.
Vedo diversi tavoli accatastati in fondo alla stanza. Parecchi fili escono dalle mura e girano dappertutto. Non esiste ancora un controsoffitto. Vari pile di sedie.
Ci troviamo in un piano in fase di sviluppo. Le ampie finistre conferiscono alla stanza una piacevole luminosità. Il sole mi riscalda il volto, come per darmi sostegno.
Osservo la stanza senza capire.
Che ci facciamo qui?
Ryan sposta una sedia al centro della stanza e la gira al contrario. Si siede e appoggia i gomiti sullo schienale.
"Ti presento... il tuo dipartimento." esordisce.
"Il mio... Cosa?!"
M'indica il piano con un gesto della mano.
"Il tuo dipartimento."
Sussulto dalla sorpresa. Il mio dipartimento?
"Aspetta... tu..."
"Mi restano ancora quattro minuti, giusto?"
Chiudo la bocca e aggrotto la fronte, incrociando le braccia al petto. Mi ha presa alla sprovvista.
"Voglio che tu gestisca la pianificazione e il monitoraggio delle azioni umanitarie della nostra società. Lavorerai in collaborazione con il dipartimento di Mark Lievels."
Sono completamente sbalordita per questa notizia. Il dipartimento di Mark Lievels... Quindi, il dipartimento da dove ho iniziato il mio tirocinio, sotto il comando di Gabriel.
Quel dipartimento?
"Hai ragione, ho trascurato le tue aspirazioni. Ti ho assunto come assistente solo per soddisfare il mio desiderio. Mi hai incuriosita, ti volevo più vicina a me... Ma le tue abilità verranno sfruttate al meglio qui."
"Non capisco..."
"Ah no?"
Si passa lentamente l'indice sul labbro inferiore, senza perdere quella sua aria soddisfatta.
Osservo di nuovo la sala per sfuggire ai suoi occhi penetranti. Un intero reparto? Sotto i miei ordini? Questo mi rende un direttore di filiale?
"Mi stai dicendo che vuoi che gestisca un'intera filiale, che sieda tra i tuoi... generali?"
Si porta una mano sul volto e mi osserva soddisfatto dell'effetto ottenuto.
"Sei una delle poche persone a tenermi testa... non dici amen a tutte le mie decisioni. E, anche se la cosa mi infastidisce la maggior parte del tempo, può essere una grande cosa per l'azienda."
Inarco un sopracciglio e porto una mano al fianco, di fronte a quest'osservazione che mi fa sorridere internamente.
"Non ti sto facendo un favore, Nico."
"Io..." m'interrompe con la disinvoltura che lo contraddistingue e dà un'occhiata al suo cellulare.
"Tre minuti."
Mi si mozza il fiato. Credevo mi avesse licenziato dalla Carter Corp, ma in realtà mi sta dando una promozione.
Ryan si alza di scatto.
"Avevi ragione sul ristorante. Ci ho messo un po' per capirlo, ma voglio farmi perdonare. Me l'hai detto: ami il tuo lavoro, e io mi fido di te. Sei un elemento eccellente, sei adatta a questo lavoro. Sarai a capo di un intero reparto: avrai parecchie responsabilità, decisioni da prendere, difficoltà da superare. Sarai invidiata, subirai gelosie, dovrai importi, uscire dalla tua zona di sicurezza. Sarà dura, ma credo in te... Non ti trovi in questa posizione perché ti voglio, Nicole. Lo sei perché voglio il meglio per la società. Sei coinvolta in quello che fai. Ne ho avuto le prove. Vuoi gestire la pratica in Congo? Bene, la gestirai. E molto altro ancora. Vuoi cambiare le cose? Vuoi un mondo migliore? Perfetto. Ora hai il potere della Carter Corp nelle tue mani. Recluterai un team. Su questo hai carta bianca. Avremo un incontro ogni settimana, per fare il punto della situazione."
Per un istante ricordo la prima volta che vidi Mark parlare con Ryan. La loro capacità di integrare così tante informazioni in poco tempo mi aveva impressionata.
Dovrò fare lo stesso e rimanere concentrata sul mio obbiettivo.
Ryan volta la sedia. Si ferma accanto a me e abbassa la testa per appoggiarsi sulla mia fronte. Ha un'espressione molto seria sul viso.
"Vuoi stare nel mio parco giochi? Mostrami cosa sei in grado di fare. Non ti farò regali."
L'amante è scomparso. Ho davanti a me il capo delle compagnia. Se non voglio essere divorata, devo mostrami ferma e sicura di me.
Una strana sensazione s'impadronisce di me. Malgrado i miei dubbi, provo una strana eccitazione.
Questa sensazione è simile a quella che mi ha spesso sopraffatta all'inizio della mia relazione con Ryan.
Non importa la mia autostima, Ryan crede nelle mie capacità. Sta a me esserne all'altezza. Ha inizio la sfida.
Ryan finalmente mi considera degna, mi dà l'opportunità di entrare nel suo mondo.
Mi volto a guardarlo.
"Quindi ho carta bianca sulla scelta dei miei collaboratori?"
"Sì."
"Mark n'è al corrente?
"Gli ho inviato un messaggio stamattina."
Alzo la testa e lo guardo negli occhi.
"Dov'è il mio contratto?"
"È già stato scritto."
"Avrò bisogno di un po' di tempo per riflettere.
"Hai..." Si guarda l'orologio al polso rimanendo in silenzio per qualche istante, poi mi rivolge un sorriso carnivoro. "Solo cinque minuti."
"Non mi darai lezioni di management?"
"Solo se me le chiederai."
"E il mio salario?"
La domanda lo diverte, ma non cedo. È già un passo avanti a me.
"160.000 annuali e partecipazioni agli utili dell'azienda."
"200. E voglio i migliori con me." Ribatto.
Si avvicina. Siamo come due duellanti in mezzo alla stanza. La tensione che proviene da entrambi non ha nulla in comune con un colloquio convenzionale.
"Sono abituato a negoziare, Nicole. Ma i salari che offro sono onesti."
Il suo respiro caldo mi accarezza le labbra. Il suo sguardo è così intenso che fatico a non abbassare il mio.
"Dovrai rivalutare la tua onestà in rialzo, perché è prendere o lasciare."
Inclina la testa di lato e mi fa una smorfia carina. Ancora un po' e potrei dimenticare l'uomo d'affari... ma non mi lascio ingannare facilmente.
"180. E potrai scegliere tra i nostri migliori collaboratori."
Non avrà una risposta definitiva, per il momento.
"Penserò alla sua offerta, signor Carter."
Ryan si inumidisce le labbra, continuando a fissarmi. Sto perdendo un po' della mia sicurezza. Senza aggiungere altro, si dirige verso l'ascensore. Osservo la sua camminata felina e sicura, già sconfitta dal suo sex appeal malgrado il mio tentativo di negoziare. Mentre Ryan preme il pulsante del suo piano, si volta e mi fissa un istante.
"Ti lascerò immergerti nel tuo piano. Tornerò più tardi."
Ryan mi sorride e io faccio un sospiro.
Ho l'impressione di aver corso i cento metri. Ecco un esempio di ciò che mi provoca la Ryandipendenza.
Improvvisamente, mi sento debole... Sarò all'altezza di tutte queste responsabilità? Sento un peso sullo stomaco e mi si mozza il respiro.
Mi siedo un attimo, il tempo di riflettere su quello ch'è appena accaduto. Mi guardo attorno a bocca aperta. Non credo ai miei occhi, sembra una situazione surreale.
Dirigerò davvero un intero dipartimento?
Ancora una volta, Ryan ha fatto le cose in grande. È solo un lavoro, non la nostra relazione, ma so che lo sta facendo per mostrarmi il suo mondo, la sua vita, ciò che lo guida.
Vuole che capisca cosa significa avere enormi responsabilità: le mie scelte avranno conseguenze sulla vita di migliaia di persone. Che sia in positivo o in negativo.
Perché avrò i mezzi per compiere buone azioni su larga scala. Finalmente una vera prova di fiducia.
Lui, ch'è un maniaco del controllo, non mi farebbe dirigere un intero dipartimento se pensasse che potrebbe finire in un disastro.
Questa fiducia mi rassicura.
Improvvisamente, una voce soave interrompe il mio sogno a occhi aperti.
"Ho trovato quello che mancava in questo posto."
Sollevo la testa, sorpresa. Ryan è già tornato.
Ma di cosa sta parlando?
Il sorriso del mio capo e amante è indescrivibile, come se avesse in mente qualcosa di indecente.
Di fronte al mio sguardo perplesso, Ryan inarca un sopracciglio, con fare misterioso, poi mi volta le spalle. Tira fuori un badge, con cui blocca le porte e gli ascensori.
"Ora va meglio."
Si volta e pianta i suoi occhi nei miei. Non sorride più. Rabbrividisco. Non riesco a nascondere la mia agitazione, con lui.
Non mi ci abituerò mai.
Senza levarmi gli occhi di dosso, Ryan apre un bottone della camicia. Poi un altro. E un altro ancora.
Che gli prende?
Il desiderio che provo per lui accende instantaneamente i miei sensi.
Spalanco gli occhi, anche se apprezzo lo spettacolo. Il volto di Ryan si apre in un sorriso malizioso.
È qui, nel mio ufficio, a torso nudo...
Rimango abbagliata da tanta bellezza. Il suo sguardo profondo gli conferisce una virilità unica.
È così sensuale.
Come un ghepardo pronto a saltare sulla sua preda, Ryan si avvicina con sguardo felino, gli occhi fissi nei miei.
Mi tende le mani e m'invita ad unirmi a lui.
Non mi muovo e lo fisso languidamente per alcuni secondi.
"Vieni tra le mie braccia, ieri notte non mi è bastata."
"Cosa? Qui? Ma signor Carter, non è professionale!"
Mi stringe con entusiasmo. Come potrei resistergli? Respiro il suo profumo muschiato. Una fragranza che gli sta così bene che sembra creata per il suo collo.
Ryan avvicina il suo bacino al mio, finché le nostre gambe si sfiorano.
Mi posa le mani sulle spalle e mi stringe di nuovo contro di sé.
Mi accarezza delicatamente le scapole, per poi scendere lungo la mia schiena, fino a stringermi le natiche. Sento il suo desiderio crescere.
Al suo tocco divento calda, ansimante. Disperatamente in attesa.
"Mi hai disobbedito stamattina, Nico. Hai lasciato l'hotel senza il mio permesso. E sai quanto odio essere disobbedito." Gli rivolgo uno sguardo di sfida. "Dovrò punirti! Vediamo, quale sarebbe la maniera più... appropriata?"
"Sei sicuro che nessuno possa sorprenderci?"
"Questo sistema di sicurezza è infallibile, non ti preoccupare. E poi sei tu la direttrice, ora, puoi fare quello che ti pare nel tuo ufficio."
"Ah sì? Tutto quello che voglio?"
"Finché sarà con me, sì."
"Quindi posso anche darle ordini, signor Carter?"
"Questo è fuori questione!"
Aumenta la presa.
I suoi movimenti si fanno sempre più provocanti e intensi. Vengo trasportata in un vortice d'emozioni. Sto cosi bene, tra le sue forti braccia. Non può accadermi nulla.
I nostri corpi si trovano, ondeggiando all'unisono. Voglio gustarlo di nuovo.
Senza dire una parola, lo bacio appassionatamente e lo attiro contro di me. Voglio che capisca che lo voglio tanto quanto la notte scorsa, se non di più.
Con la punta delle dita, abbassa la cerniera della mia maglietta e la fa cadere per terra.
Le nostre pelli l'una contro l'altra, siamo colmi di desiderio, uniti dalla dolcezza del momento.
Colgo l'occasione per mordicchiargli le labbra. La mia mano sinistra gli accarezza il petto, mentre la destra si avventura verso i suoi addominali muscolosi. Quando passo le dita sul suo ombelico, lo sento irrigidirsi.
Gli bacio il collo e mi ranicchio contro di lui.
"Non dovresti fare questi giochetti." sussurra.
Sento il calore del suo corpo. Le sue dita affusolate risalgono lungo la mia coscia. Voglio che mi riempia con tutto il suo essere.
Non ha smesso di guardarmi per un secondo. Mi sento ammirata come una pietra preziosa. Il mio ventre ribolle, sconvolto dal desiderio soggetto a esplosioni di piacere.
Le mie labbra cercano disperatamente le sue, ma lui prontamente le evita per incentivare il mio desiderio.
"Allora, ti penti di avermi disobbedito?" chiede, fissandomi con aria beffarda.
"È tutto quello che vuoi mostrarmi? Credevo volessi punirmi." rispondo per provocarlo.
Faccio la spiritosa, ma devo ammettere ch'è davvero sexy.
Fintamente implacabili ma totalmente padrone del mio desiderio.
La sua bocca vaga sul mio collo e ho la sensazione di svenire.
La sua lingua e le sue labbra incredibilmente morbide mi fanno sciogliere a ogni loro assalto.
Ryan mi ricopre di baci, mentre le sue mani mi accarezzano dolcemente i fianchi.
"Amo il tuo odore!" esclama.
"E non ho neanche messo il profumo." confesso.
"Lo so, è la tua pelle a farmi quest'effetto."
Chiudo gli occhi e mi abbandono completamente alle carezze di Ryan.
"Che sia in una suite, in ufficio o a casa tua, sei mia Nicole. Solo mia."
M'immergo nell'incantevole grigio metallico dei suoi occhi un'ultima volta, per essere certa di non star sognando.
Anche se mi piace fingere il contrario, lo devo ammettere: sì, gli appartengo.
Spazio autrice
Finalmente ho terminato di scrivere questo capitolo, ce l'avevo sospeso già da un po'... e udite, udite...
Ryan probabilmente continuerà per una terza stagione, e alla fine del secondo capitolo potrebbe aspettarvi qualcosa di davvero grandioso!
Che cosa accadrà?
Nel frattempo, la nuova assistente di Ryan ha fatto la sua prima apparizione, e già è antipatica alla nostra protagonista.
Nico ha un nuovo impiego molto più importante, sembra che Ryan si sia fatto perdonare di averla chiusa in un lussuoso hotel regalandole un intero reparto, dove la ragazza è direttrice.
(Beata lei...)
Ma a cosa porterà questo cambio improvviso di postazione?
La nuova assistente potrebbe volere molto di più della semplice scrivania? Ha delle mire particolari su Ryan?
Voi come l'avete inquadrata?
Fatemi sapere cosa ne pensate sui commenti, e ci vediamo al prossimo aggiornamento. Stay tuned!
-kissenlove ❤
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