CAPITOLO 21- Bad Blood
Alessia's POV
Stavo stesa nel letto senza far nulla, o meglio, avrei dovuto iniziare a studiare per gli esami.
In italiano e letteratura ero un genio, quindi scialla.
Anche matematica e tecnologia mi andavano abbastanza bene, andavo bene in quasi tutte le materie insomma.
Peró inglese no. Quella proprio non riuscivo ad impararla.
Sapevo benissimo le traduzioni delle mie canzoni preferite, ma un po' mi dispiaceva non riuscire ad avere un voto sufficente in quella materia, infatti tutti i miei idoli erano inglesi o americani.
Tipo tutti gli attori dei film di Harry Potter.
Forse dovevo iniziare a ripassare proprio dalla materia più difficile.
Ma da sola non ne ero capace, proprio no.
Chi era bravo in quella materia? Lorenzo sarebbe stato disposto a darmi una mano?
Afferrai il cellulare e cercai il suo numero nella rubrica per poi chiamarlo.
«Pronto?»
«Ciao Lori, sono Alessia...senti, volevo chiederti se mi aiutavi a ripassare inglese, una sorta di ripetizione prima dell'esame...»
«Scusa ma...gli esami sono tra più di un mese, no?»
«Ma bisogna iniziare subito!»
«Mmh va bene...posso venire dopodomani? O vieni tu da me? O in biblioteca?»
«Ti spiace se vengo io?»
«Nono tranquilla! Spero solo ti sia finito il ciclo...»
«Dobbiamo studiare inglese, non scienze!»
«C'è linguaggio inglese nei porno più famosi...studiamo da quelli!»
«Sei esperto eh? Comunque facciamo dopodomani alle tre?»
«Andata...ci vediamo allora!»
«Ok, baci» dissi spegnendo la chiamata evitando di entrare nel trash ancora di più.
In quel momento entrò in camera Sofia e urlò il mio nome seguito da "SI MANGIAA!"
Scesi con lei per cenare e spesso le mandavo occhiataccie che la facevano ridere: mi aveva promesso che non avrebbe detto a nessuno del bacio con Lorenzo, queste cose volevo tenerle private alla mia famiglia.
*
«Mamma devo uscire, ciao!» esclamai senza ascoltare la risposta.
Sistemai lo zaino e uscii dalla stradina per avviarmi verso la casa di Lorenzo, che ad essere sincera non era poi così distante.
Non appena suonai al campanello, mi aprí una ragazza che sembrava abbastanza scazzata.
Ma cosa vuoi dalla mia vita?
Mi fece entrare senza dire una parola e appena misi piede dentro casa ottenni un'accoglienza molto più calda.
«Shiao Aleee...hai portato i libri, vero?»
«Sisi tranquillo»
«Vieni su, dai» disse prendendomi la mano.
Awww amore mio!
Ci sedemmo davanti alla scrivania del computer e presi il quaderno e l'astuccio dallo zaino.
«Ma tu hai voglia di fare inglese?» gli chiesi annoiata
«Diciamo di no»
«E allora lasciamo stare?»
«Eh no, per arrivare alla sufficenza devi ripassare bene le basi e poi applicarle al meglio»
«Uff...va bene»
«Oggi partiamo da verbi regolari, ausiliari e poi quelli irregolari...quindi ci colleghiamo a tutti i tempi verbali»
Fu un pomeriggio noiosissimo nonostante fossi in compagnia di Lorenzo, infatti era sempre a parlare di verbi su verbi in inglese e mi rimproverava se ero distratta. Ma infondo ci teneva, quindi dovevo cercare di seguire il più possibile.
«Penso che per oggi basti. Hai capito?»
«Abbastanza, credo che ripassando a casa forse li capirò meglio»
«Benissimo...» disse stiracchiandosi sulla sedia. Com'era carino...
«Ehi Lore...»
«Dimmi»
«Ti va se...stasera usciamo?»
«Volentieri!» esclamò all'idea.
Sorrisi e lui si alzò stendendosi sul letto e portandosi le mani sugli occhi.
Mi alzai e iniziai a guardare tutti i pupazzi che aveva nella mensola sopra al letto e la vastità dei videogiochi collezionati in ordine in uno scaffale.
«Ma hai giocato a tutti questi giochi?» gli chiesi curiosa
«Tutti più di una volta»
«Wow»
Non appena passai accanto a lui, mi prese di sorpresa per i fianchi e mi trascinò vicino a lui, stesa nel letto.
«Ti amo» disse a bassa voce
«Ma lo vedi?»
«Cosa?»
«Il cazzo che me ne frega»
A queste parole rimase un attimo perplesso e poi realizzò che stavo scherzando.
Tipo sveglio, dicevano.
«Scherzavo eh, anche io ti amo» dissi riendo per poi voltarmi e baciarlo.
Passammo circa un'oretta assieme stesi sul letto a parlare e a scambiarci saliva e verso le sette uscimmo di casa verso il primo ristorate o fast-food che poteva capitarci sotto mano.
«Ehi, qui c'è il McDonald»
«Ma sei pazzo? Prendo dieci chili solo mangiando due patatine!»
«Beh, a pochi chilometri c'è il messicano se ti va bene»
«Uh si, adoro il piccante!»
Camminammo per una ventina di minuti e alla fine entrammo pieni di fame.
«Pago io!» esclamai prima che potesse tirar fuori un centesimo
«Ma...»
«SSHHH zitto!»
«Va bene» rispose ridendo.
Appena finimmo la cena, non mi sentii più la lingua e dovetti rifiutare i cioccolatini al liquore.
«Dove si va ora?» gli chiesi quando uscimmo dal ristorante
«Si va a comandare» disse iniziando a ballare muovendosi a ritmo della canzone di Rovazzi.
«Ma che sei scemo?» risi mentre qualche persona iniziava a guardarlo male.
«Ok basta... So io dove possiamo andare!» disse prendendomi la mano.
Che gesto dolce...perché era sempre lui a farli mentre io non ci provavo neanche?
Mi portò fino ad un cantiere chiuso e mi convinse ad entrare nonostante fosse vietato.
«E se ci beccano?»
«Non succede, stai tranquilla...adesso seguimi» disse salendo gli scalini di un palazzo con appena la struttura
«Ma qui crolla tutto!»
«Ti dico di no! Muoviti fifona» disse incitandomi a salire.
Sbuffai e salii tutti i cazzo di gradini instabili.
Non appena finii di salire, ripresi fiato e alzai lo sguardo.
«Lori ma...oh» dissi fissando davanti a me.
C'era un panorama pazzesco, si vedevano le case, le strade e pure il Duomo era visibile!
«Ti piace?» mi chiese sedendosi al limite della piattaforma davanti a noi.
«Si» dissi mettendomi accanto a lui «Ma non è pericoloso qui?»
«Naah, basta solo non sporgersi troppo»
Rimasi qualche minuto in silenzio e poi lui mi fece una domanda inaspettata.
«Ale, tu mi ami?»
«Eh? Certo!»
Silenzio. Silenzio insopportabile.
«Ma...come mai questa domanda?»
«No niente, tranquilla»
«No Lori, voglio sapere cosa c'è»
«Volevo solo sapere, punto e basta!»
«Lorenzo, dimmi» dissi calma.
Lui tirò un sospiro e si portò le mani nelle ginocchia stringendole.
Non era calmo, si notava da mille chilometri.
«È che mi sembra di non vederti felice con me, va bene?» disse cercando di mantenere un tono adeguato.
«Nooo ma scherzi?» dissi stupefatta. Davvero sembrava così?
«Boh, spesso tocca a me fare la prima mossa, in qualsiasi contesto. Sembri distaccata da tutto, lo provi davvero qualcosa per me? Se è così...beh, non lo dimostri»
Rimasi senza parole: davo questa impressione?
«Non è vero...io ti amo davvero tanto. Forse è il mio carattere ad imbrogliare»
«Pff, smettila di inventare scuse»
«Alle medie non avevo grandi amici per questo, sai? Alle medie non avevo un fidanzato per via del mio carattere. Mi hanno insegnato ad essere cattiva e lo sono diventata. Sta a te crederci o meno...proverò a migliorare se è questo a turbarti»
«Non devi migliorare, devi solo mostrare meglio i sentimenti più belli»
Appoggiai la testa alla sua spalla ma lui rimase indefferente.
Non volevo si sentisse allontanato da me, mi sentivo in colpa.
Ad un tratto, prese un accendino dalla tasca dei jeans e dall'altra una sigaretta un po' stropicciata.
La mise in bocca e prima che potesse accenderla gli presi l'accendino dalle mani e lo lanciai il più lontano possibile.
Dopo qualche secondo, sentimmo il tonfo dell'oggetto contro al metallo di qualche macchinario o di qualche container.
«Ma davvero credi che facendo così cambi qualcosa? Posso tranquillamente farlo a casa...un gesto inutile, tesoro»
Mi alzai di scatto e mi diressi verso la scala a passo veloce.
Ah, "un gesto inutile"!?
Volevo solo aiutarlo, ma evidentemente non gliene fregava nulla.
«Madonna Alessia, tutte ste storie?» disse bloccandomi mentre scendevo le scale
«Ne abbiamo già parlato»
«Eddai, lo faccio pochissimo! L'ultima volta è stata quasi una settimana f...»
«Ah quindi lo hai fatto ancora!? Lorenzo lasciami stare, se devi fare così non voglio proprio vederti!» esclamai liberandomi dalla sua presa.
Appena arrivai a casa e dopo essermi sistemata, mi sedetti nel letto tremando.
Quante volte lo aveva fatto? Due.
Passai due volte una lama sopra a due punti non poco lontani l'uno dall'altro della gamba. Bruciavano e non volevo farlo, ma lui lo sapeva che lo avrei fatto...perché non aveva evitato questo?
Il sangue scorreva e tentai di asciugarlo il meglio possibile con dei fazzoletti. Il risultato non fu uno dei migliori però almeno si era fermata l' "emorragia".
Il destino decise che sarebbe dovuto arrivarmi un messaggio da parte sua non molto rassicurante:
Domani a scuola chiariamo le cose, va bene?
Che intendeva dire? Beh, di sicuro non mi terrorizzava, anzi, la paura non c'era proprio. Volevo affrontarlo qualunque fosse stata la "sorte".
Hi pipol. Oggi ho fatto ben DUE VACCINI e non mi hanno fatto male per niente :)
Solo che dallo stress che ho avuto, dopo averli fatti stavo per svenire, lel.
Lascia la stellina e il commentoh, kiaoo❤
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