9 Nuovi arrivi
Per averli aiutati, Knockout venne portato urgentemente nella base Autobot nelle mani di Rachet e di Scorn. Prima gli tolsero il proiettile, poi cucirono la ferita e infine lo collegarono al sistema di sopravvivenza. Quando ebbero finito, convocarono i compagni rimasti ad aspettare nelle rispettive camere.
"Allora?", chiese Darkdeath.
Rachet sospirò.
"Knockout ha perso troppo Energon. Domani circa morirà. Possiamo fargli allungare la vita ma...".
Venne interrotto da Knockout mentre questo tossiva.
"Ciao Autobot...", mormorò.
"Ehi mister carrozzeria, non affaticarti", gli disse la Predacon sedendosi di fianco a lui.
Knockout divenne improvvisamente serio.
"Non sono stupido. So che morirò entro domani quindi voglio confessarvi una cosa".
"Parla Knockout", disse Optimus.
"Vi ricordate della mia ricompensa?".
Gli altri annuirono.
"Ecco..." cominciò a dire con le ottiche più lucide del solito "io volevo morire. I Decepticon mi stavano uccidendo da dentro, ma poi ho visto voi due" guardò Darkdeath e Grimlock "e ho avuto l'occasione per rifarmi. C'è un'altra cosa...".
"Sfogati Knockout", gli disse Darkdeath.
"L'ho fatto per amore".
Gli Autobot - compresi i Dinobot - parvero stupirsi dalla dichiarazione dell'Aston Martin.
"Per amore di chi Knockout?", chiese Strafe.
"Per lei!" urlò, indicando Darkmoon con l'indice, scoppiando a piangere "appena l'avevo vista me ne sono subito innamorato e per questo mi sono sempre rifiutato di torturarla. Starscream prendeva il mio posto molto volentieri. Per questo mi sono preso questo proiettile. So però che non riuscirò mai a conquistarti" guardò Darkmoon "la tua scintilla appartiene a Bumblebee, ma almeno potrò morire sorridente
perche so che morirò per aver protetto la donna che amavo e il figlio che portava in grembo".
Darkdeath sorrise.
"Saresti stato un ottimo Autobot", commentò Optimus.
"Lo credete veramente?".
"Io sì", disse Darkmoon.
Knockout sorrise debolmente
"So che sto chiedendo troppo, ma potrei rimanere un pochino con te? Solo cinque minuti".
"Certamente", le rispose la Dinobot.
Darkdeath si alzò e mandò fuori tutti, compresa sé stessa.
"Sì?", chiese Darkmoon sedendosi sul posto dell'amica.
"È maschio o femmina?".
"Femmina".
"Posso sentirla?".
La Dinobot annuì, quindi Knockout poggiò delicatamente la mano destra sul suo ventre.
"Avete scelto il nome?".
"Sì, Andromeda".
"Crescerà con un bellissimo nome, e una bellissima madre".
"Già, lo spero".
"Non sottovalutarti Darkmoon. Tu lo sei veramente...".
Non riuscì ad andare avanti che crollò, addormentandosi.
La Dinobot sorrise nel vederlo dormire pacifico, quindi gli si avvicinò e gli diede un bacio sulla fronte. Seppe che se fosse stato sveglio sarebbe diventato rosso.
Fatto ciò, uscì ed andò sull'Osservatorio.
"Tutto bene?", chiese, vedendo Darkdeath fare avanti e indietro.
La Predacon si fermò di colpo.
"Sono preoccupata. Megatron si sposta in continuazione e ora che abbiamo tentato alla sua vita sarà incazzato a bestia. Non smetterà di darci la caccia".
"Secondo me ti fai troppi problemi. Finché resteremo nella base saremo al sicuro".
"Spero tu abbia ragione. Cambiando argomento, com'è andata con Knockout?".
"Bene anche se si è addormentato quasi subito. Spero proprio che sopravviva".
"Lo spero anch'io. Ha un animo davvero nobile, ma ritornando sul discorso di prima, non mi faccio troppi problemi, sto solo cercando di salvare la mia migliore amica e la mia futura nipote".
Sorrise, ma Darkmoon parve rattristarsi senza tuttavia capire.
Poi capì.
"So che mi odi per la storia di quella notte con Grimlock, e ti capisco se mi odi. Sono andata a letto con tuo padre e...".
"Beh..." la interruppe la Dinobot "sì ci sono rimasta male e all'inizio provavo odio nei tuoi confronti, ma poi ho capito che se questo ti rende felice non posso fare altro che accettarlo".
Sorrise infine.
Si avvicinò a Darkdeath e l'abbracciò, ma poi percepì un fortissimo dolore al ventre, facendola cadere in ginocchio con le mani strette attorno ai fianchi, respirando affannosamente.
"Cosa sta succedendo?", chiese la Predacon.
"Credo che ci siamo...", mormorò.
Urlò e a Darkdeath non servì sentire altro.
La prese di peso - con la delicatezza necessaria per la sicurezza della bambina - e scese nella sala comune, attirando su di sé l'attenzione di tutti.
"Una mano mi farebbe comodo!", urlò.
In fretta e furia Scorn le strappò di mano Darkmoon.
"Vieni qui Rachet!", urlò.
Il medico Autobot lasciò perdere il computer e corse subito in infermeria a preparare il tutto per il parto.
"Ti serve aiuto?", chiese Knockout non appena Rachet entrò nell'infermeria.
Il doc Autobot annuì.
"Come sarebbe a dire che non possiamo entrare?", chiese Bumblebee a Rachet, più furente che mai.
"C'è a malapena lo spazio per noi".
"C'è mia figlia là dentro!", urlò Grimlock.
Rachet non fece in tempo ad aprir bocca che Knockout gli prese il braccio e lo trascinò dentro all'infermeria.
Poi furono soltanto urla.
Non furono costanti, ma erano assordanti e terrificanti.
Bumblebee e Grimlock non riuscivano più a sopportarli.
Darkdeath rimase in piedi con la schiena appoggiata al muro e le braccia incrociate.
"Darkmoon sta soffrendo anche troppo...", commentò.
"Si sente. Non l'ho mai sentita urlare così", disse Strafe.
"Ora basta!", urlò Bumblebee alzandosi in piedi.
Appena fu in piedi, un altro urlo dalla bocca della Dinobot spaccò il silenzio della base, concludendosi gradualmente.
Poi cominciò un pianto: di un lattante.
Darkdeath fece un sorriso a trentadue denti, saltellando eccitata come se si fosse fatta di caffeina.
Furono Grimlock e Bumblebee ad aprire la porta, bloccandosi sull'uscio della porta.
Darkmoon era stesa sul lettino con Rachet, Scorn e Knockout in disparte; la Dinobot aveva tra le braccia una neonata dormiente. Era veramente piccola; le sue forme esili erano le stesse di Darkmoon, ma molte fattezze erano di Bumblebee, come ad esempio la forma della testa.
Le manine erano piccole con le dita lunghe e affusolate, oltre ad essere artigliate; le gambe erano lunghe e snelle, uguali a quelle di Darkmoon.
La pelle era argentata con alcune decorazioni di un giallo spento.
"Chi vuole essere il primo a prendere in braccio Andromeda?", chiese Darkmoon.
Era sorridente, ma si vedeva che era esausta.
Fu Bumblebee a prendere in braccio la bambina; appena la prese, questa aprì leggermente le ottiche, mostrando i suoi colori. Una era diversa dall'altra; quella di destra era verde - della stessa sfumatura di Darkmoon - e l'altra era azzurra.
La bambina le sorrise e gli prese il mento, sghignazzando.
La risata apparteneva alla madre, senza ombra di dubbio.
Bumblebee le baciò la fronte e la porse a Grimlock - mentre questo fremeva già da tanto per prenderla in braccio. Il giovane rimase con Darkmoon mentre il Dinobot uscì dall'infermeria, portando la bambina da Darkdeath.
"La vuoi?".
"Eccome!", esclamò entusiasta.
Prese in braccio la nipote e la girò su di sé.
"Benvenuta tra noi principessina bella", le disse baciandola sulla fronte.
Andromeda non parve molto felice del contatto fisico con la nonna, infatti la guardò male subito dopo, voltandosi in cerca di qualcuno, fino a scorgere Rachet che veniva da loro.
"Mi dispiace ma io Scorn e Knockout dobbiamo controllarla".
"Come vuoi", le disse Darkdeath dandole la bambina.
Rachet rientrò nell'infermeria e fece sedere Andromeda sul banco da lavoro; a quel punto la cedette a Knockout.
"Come sta?", gli chiese Bumblebee da dietro, poco dopo.
"Sta bene, è in perfetta salute".
"Meno male. Senti, so che in passato abbiamo avuto delle divergenze, ma ti ringrazio".
"Non c'è di ché", disse il medico sorridente, accarezzando la testolina della bambina.
Andromeda rise per il solletico.
Bumblebee sorrise nel vederla ridere, quindi le diede un bacio sulla fronte ed andò da Darkmoon.
Darkdeath si sentì male.
La testa cominciò a girargli e si sentì lo stomaco sottosopra.
Corse in bagno e vomitò, come per liberarsi di un peso.
"Tutto bene?", gli chiese Grimlock sull'uscio della porta.
Darkdeath annuì nonostante non avesse smesso di vomitare.
Grimlock si dileguò e tornò quasi subito affiancato da Rachet.
"Mi odierai ma devo farlo", le disse chinandosi alla sua altezza.
La punse sulla spalla con un ago, ricavando una goccia di Energon perfettamente sferica.
Grimlock e Darkdeath lo seguirono, ma poi il Dinobot andò da Darkmoon lasciando la Predacon sola col medico Autobot.
Questo mise il campione su un vetrino e lo esaminò col microscopio.
"Per mille Allspark...", mormorò.
"Cosa c'è?", chiese Darkdeath.
Rachet si voltò a guardarla.
"Sei gravida. Il padre è Grimlock".
La Predacon non riuscì ad aprire bocca, completamente spiazzata dalla rivelazione.
"Io cosa?! No...no no no no! Non so neanche se lui lo vuole!".
"Cosa dovrei volere?", le chiese una voce alle spalle.
Darkdeath si voltò lentamente.
Era Grimlock.
"Ehm... Niente tranquillo".
"Mi devo insospettire? Odio quando mi nascondono le cose".
Darkdeath sospirò, quindi lo prese per un braccio e lo portò in disparte.
"Ecco vedi...sono incinta di tuo figlio".
Grimlock rimade a bocca aperta con le ottiche che divennero lucide.
Entusiasta, prese la compagna per i fianchi e la sollevò da terra.
"Sono diventato nonno e padre nello stesso giorno. È il più bel della mia vita!", esclamò, baciandola sulle labbra.
Il momento venne rovinato dall'arrivo di una chiamata, risuonando in tutta la base.
Rachet l'accettò con dietro gli altri Autobot e i Dinobot, compresa Darkmoon.
"Autobot" cominciò a dire la voce grossa e infuriata di Megatron "sono arcistufo di queste imboscate.
Voglio i vostri migliori guerrieri contro i miei. Chi vince prende tutto.
Vi mando le coordinate, ma ricordate: voglio soltanto i vostri migliori guerrieri".
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