1 Il segnale

Erano passati sei mesi da quando Bumblebee, il più piccolo e il meno esperto degli Autobot, aveva sconfitto Megatron, trapassandolo da parte a parte con la sua stessa spada.
La squadra però non era contenta solo per la dipartita del nemico: infatti, grazie al bagno di Energon, Bumblebee aveva ripreso a parlare.

Era una splendida giornata a Jasper Nevada, e Miko, Jack e Raph erano appena arrivati alla base degli Autobot, ognuno accompagnato dal proprio guardiano.
Optimus e Rachet però non sembravano essere interessati all'arrivo dei terrestri; infatti, tenevano i loro sguardi fissi di fronte allo schermo del monitor, con affare preoccupato.
"Che succede Optimus?", chiese Arcee.
"Rachet ha rilevato un radiofaro a poche miglia da qui. Il problema è che il computer non indica se si tratta di Autobot o di Decepticon".
"Come sarebbe a dire?", chiese Bulcked, confuso.
"Non capiamo che è amico o nemico", spiegò in parole povere Rachet.
Il demolitore capì.
"Qualcuno dovrebbe andare a controllare", commentò Arcee.
"Vado io", si offrì Bumblebee.
I robot si voltarono a guardare il compagno.
"Come mai?", chiese Bulcked.
"Voglio mostrarvi il mio valore".
"Hai già dimostrato il tuo valore sconfiggendo Megatron, e non serve dimostrarne altro, ma apprezzo la tua collaborazione", disse Optimus, sorridendo.
Il leader guardò Rachet.
"Attiva il ponte terrestre".
Questo abbassò la leva, attivando il portale. Bumblebee entrò in modalità veicolo e fece per entrare quando Raph gli chiese:
"Posso venire anch'io?".
"È meglio che tu rimanga qui. Può essere pericoloso", gli rispose Bumblebee.
"Ma io non sono mai andato in giro di ricognizione, e adesso che vai tu, voglio vedere com'è".
"Raph...".
"Per favore...", supplicò il ragazzino, con nello sguardo una supplica che il robot non poteva non ascoltare.
Bumblebee sospirò, arrendendosi.
"Salta su", gli disse, mentre aprì la portiera dell'auto.
Eccitato, Raph salì in macchina, mentre Bumblebee entrava nel portale, scomparendo nel nulla.

Megatron era sul ponte della Nemesis, a ripensare agli avvenimenti successi negli ultimi sei mesi.
Il leader dei Decepticon si era ripreso dalle ferite di guerra più velocemente del previsto, come gli aveva già detto Knockout.
Nonostante fosse vivo e vegeto, Megatron doveva digerire il suo ultimo ricordo, quello in cui Bumblebee lo trapassava di parte in parte con la sua stessa spada. Gli ribolliva l'Energon quando ripensava a quel momento; se mai dovesse essere sconfitto da un Autobot, voleva che fosse Prime l'artefice della sua fine, non il novellino della squadra nemica.
"Perdonatemi signore".
Quella voce ruppe il filo di pensieri del Decepticon. Una voce stridula e gracchiante.
"Che cosa vuoi Starscream?", chiese il leader, di pessimo umore.
"Mio signore lord Megatron, Soundwave ha rilevato il segnale di un cybertroniano sulla Terra, senza però capire la provenienza del segnale".
Megatron si girò verso il ponte con uno sguardo pensieroso.
"Mio signore, potrebbe essere un Decepticon...".
"Ma anche un Autobot", lo interruppe il leader, guardandolo in volto.
"Però sì", continuò Megatron "potrebbe essere un Decepticon, e anche ferito".
Starscream chinò la testa.
"Volete che organizzi una squadra di recupero, signore?".
"Sì, e mettici al comando Knockout".
L' F22 sgrano gli occhi, stupefatto.
"Knockout?!".
"Sì".
"Con tutto il rispetto signore, non mi sembra adatto a prendere un posto di comando, soprattutto se stiamo parlando di una squadra di recupero...".
"Ma è l'unico in questo covo di incapaci che sappia qualcosa di medicina!", gli urlò, interrompendo Starscream.
Megatron guardò l'entrata al ponte e urlò:
"Knockout!".

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