The 27th

CYBORG

Direi che essere lanciato in una cella umida e maleodorante non era il massimo della mia aspirazione per il weekend.
Senza contare che fui malamente ripescato dal buco in cui mi avevano ficcato per venire separato dagli altri, mentre Iella cercava di assalire le guardie che mi portavano via.

"Cy, andrà tutto bene!" esclamò quando le chiusero in faccia la porta della cella.

<<Alla grande. Meravigliosamente.>> fu il mio pensiero.
Dopo averci catturato mi avevano messo una calamita luminosa sulla schiena e da allora ero un peso morto, infatti le due guardie che mi stavano portando via erano grossi come armadi.
Dopo quella che mi sembrò un'eternità arrivammo davanti a una porticina minuscola, tanto piccola che mi dovettero infilare di lato per farmi entrare (loro avevano rinunciato all'impresa).
Chiusa la porta alle mie spalle rimasi inerme nel buio, più spaventato che mai.
Io odio il buio. Mi sarei messo a urlare se non avessi sentito uno scricchiolio di assi e un rumore di passi che percorrevano la stanza e che si avvicinavano a me.

"Cyborg, molto bene." furono le parole della presenza, una presenza dalla voce familiare. "Vedo che sei messo meglio di quanto temessi."

"Slade! Vieni fuori, verme schifoso." ringhiai al nulla ostentando coraggio.

"Calma ammasso di ferraglia, dobbiamo parlare." mi zittì lui, accendendo la luce ed aiutando ad alzarmi.

Ancora oggi fatico a comprendere quale sia veramente la sua forza, dato che io peso davvero tanto e che lui mi sollevò senza problemi. Mi fece stendere su di un tavolo di legno massello, resistente e piuttosto rudimentale di fattura. Legno di pino, a giudicare dal colore.
Credo che la rivista di falegnameria che avevo letto prima che tutto accadesse era l'unico pensiero che mi impediva di impazzire.

"Che cosa vuoi?" domandai, aspro.

"Devo farti delle domande." mi disse, guardandomi attraverso la fessura nella sua maschera.

"Avanti allora, datti una mossa." lo spronai, nervoso.

Per la prima volta non provai nulla di particolare al cospetto di Slade. Continuo a pensare che solo un idiota non avrebbe paura di lui, e solo un essere disumano potrebbe non esserne disgustato.
Quello davanti a me però era uno Slade diverso. Era probabilmente l'uomo che c'era stato prima di lui.
Esitava, evitava il mio sguardo lievemente in imbarazzo, notavo in quello che riuscivo a scorgere del suo occhio timore e preoccupazione.
E poi faceva una cosa strana con le mani, se le torceva, nervoso quasi quanto me. Poi strinse i pugni e mi rivolse uno sguardo duro.

"Come sta mia figlia?" domandò.

"La tua cosa?" chiesi di rimando strabuzzando leggermente gli occhi.

"Rose. Bah, insomma, Deathy. Come sta? È ferita?" continuò fissandomi carico di angoscia che probabilmente credeva di nascondere con la maschera.

"Io non..." cominciai, arrestandomi subito.

Sorvolando sulla meravigliosa e rassicurante notizia che avevo appreso, mi ricordai delle cose che avevo visto nelle segrete.
Avevo notato di sbieco una dolorante e messa terribilmente male Raven, ma avevo scorto anche l'ombra di Deathy, o Rose, insomma.
Sapevo che i lupi mannari guariscono in fretta, per questo in quel momento mi preoccupai per lei, poiché aveva ancora un aspetto terribile.
Aveva su tutto quello che si poteva scorgere del corpo delle orribili bruciature e per di più ricordavo quello che stava facendo: si stava togliendo delle grosse schegge di quello che avevo riconosciuto essere argento.

"È messa male. Ha l'aria di una che la supererà in fretta, però." dissi infine, forse più per rassicurare me che lui.

Slade annuì rapidamente e distolse lo sguardo, pensieroso.
Poi, dopo circa mezzo minuto, tornò a guardarmi.
Era tutto un irritante gioco di sguardi, il suo. Temevo che fosse l'unico modo per comunicare agli altri esseri viventi che cosa provava.

"Ascolta, non dovete fidarvi di nessuno, okay? Di me meno di chiunque altro, soprattutto dopo che sarete usciti di qui, ma ricorda ragazzo," disse lui, appoggiando una mano sulla mia spalla di metallo. "farò tutto il necessario per portare le vostre chiappe fuori da qui e per impedire che l'universo venga distrutto."

Si sentì un rumore di chiavi nella serratura e solo allora mi accorsi che ero stato chiuso nella stanza in maniera che anche se fossi riuscito a riattivare il mio corpo robotico non sarei riuscito a fuggire senza fare del casino.
Slade si mise in posizione di attesa, con spalle dritte e sguardo severo e privo di emozioni, come al suo solito.
Dalla porta entrò Niall, sbadigliando appena e squadrandomi con un ghigno.

"Quindi Slade? Posso rubartelo?" chiese.

"Fai pure, nessuna informazione riguardo ai loro piani." rispose rivolgendomi un'occhiata carica d'odio, come se davvero mi avesse torchiato per capire cosa avessimo in mente. "Forse tu sarai più convincente."

Mentre quello usciva, Niall mi guardò cattivo con i suoi occhi color del sangue.

"Ci divertiremo, Cy." mi disse mentre con un incantesimo mi strappava la gamba.

RAVEN

Era da mezz'ora che Robin e Deathy si urlavano contro mentre Iella sbatteva la testa contro il muro ed io mi tenevo il fianco, fasciato alla spartana dalla lupa mannara, che ora sembrava voler dilaniare Robin.
Mi ero ricordata il suo nome, alla fine. Rose.

"Per l'amor del cielo, se non la smettete vi sopprimo, evoco le mie ultime forze e vi elimino, proprio qui." ringhiai, esasperata.

"Non prendo ordini da nessuno." replicò Rose voltandosi e fulminandomi con lo sguardo.

"Oh, scusami, devi avermi fraintesa. Quello non era un ordine, era solo un avvertimento. Sto per soffocarti con la mia benda inzuppata di sangue." le feci notare sostenendo il suo sguardo.

Esitò per un momento poi ridacchiò, rivolgendomi uno di quei suoi sorrisi vuoti.

"Lo ripeto, mi piaci." disse.

"E a me fa piacere che io ti piaccia." feci.

"E a me fa piacere che a te faccia piacere che a lei tu piaccia, ma ora state zitte." sbottò Iella, afferrando le sbarre con le mani e ricevendo una scossa sufficiente a farla balzare all'indietro.

"Sta zitta tu, spaventapasseri." ribattè Rose, dandole le spalle e camminando verso di me.

Iella strinse gli occhi e schioccò le dita creando una piccola fiammella che schizzò verso la caviglia della ragazza, facendola inciampare e facendola cadere a terra.
Quando Rose si rialzò la fissò con occhi ardenti.

"L'hai fatto apposta!" esclamò.

"Certo che l'ho fatto apposta, che vuoi, che ti abbia fatta scivolare 'per sbaglio'?" chiese seccata mettendo le virgolette alle ultime due parole.

"Dannazione, piantatela!" sbottò Robin squadrandole con aria truce e facendole ammutolire, entrambe piuttosto seccate nel dover ammettere che lo rispettavano abbastanza da obbedirgli.

Per qualche minuto regnò il silenzio, minuti nei quali Rose, completamente ristabilita, cercava di controllare le mie ferite senza farmi morire dissanguata e Iella cercava di infrangere con i suoi poteri la barriera invisibile che rinforzava le sbarre della cella, la loro proprio davanti alla nostra.
Robin invece rimase seduto in un angolo a pensare, giocando nervosamente con un lembo strappato del mantello.
Anch'io, tra una smorfia e l'altra, provai a riflettere.
Innanzitutto pensai a Stella, che chissà dov'era finita. Poi mi preoccupai per Cyborg, che avevano separato da noi, mettendomi in ansia.
Poi pensai a Beastboy, sentendomi all'improvviso triste e sola. Aveva mentito. Era stato egoista. Mi aveva privata della sua fiducia. Non l'avrei perdonato facilmente. Eppure non mi importava, io lo volevo lì, con me. Anche quello era un bel pensiero egoista però, se ci pensavo. Avrei preferito che fosse lì con me, un po' malconcio anche lui, a condividere il mio dolore, ma a sembrare più forte di me facendo una battuta del broccolo. Volevo proteggerlo, tuttavia lo desideravo lì in pericolo con me. Com'ero stupida. Era messo dieci volte meglio di tutti noi, insieme a Terra, Amalia e Soraya ad occuparsi dell'esercito della salvezza. Rabbrividii al pensiero di lui e Terra insieme.

"Ti è mai venuto in mente che sarei potuto morire?" chiese Robin, all'improvviso.

Rose si fermò mentre rifaceva la fasciatura con delle bende asciutte e ringraziai che non l'avesse detto un quarto d'ora prima, quando mi stava cicatrizzando la ferita con un ferro reso bollente con la corrente delle sbarre.
La ragazza si era irrigidita e vedevo che lottava con tutta se stessa per non voltarsi di scatto.

"Sì." mormorò, più per l'impreparazione a dare una risposta che per l'evidente desiderio di non essere udita.

Robin però riuscì a sentirla.

"E cosa facevi quando ci pensavi?" domandò ancora, con un tono di voce che non avevo mai sentito da lui.

Rose si morse il labbro e quando si accorse che la stavo guardando distolse lo sguardo. Scrollò le spalle.

"Cosa volevi che facessi? Vivevo la mia vita da adolescente travagliata. La gente muore tutti i giorni." rispose.

"Sì, ma io ero tuo amico." replicò l'altro, che adesso aveva tutta l'attenzione della sua compagna di cella.

"Questo ti avrebbe reso un bottino diverso agli occhi della morte, Robin? Saresti sopravvissuto a tutto perché eri mio amico?" domandò, stavolta girandosi verso di lui ed impedendomi di vedere altro di lei se non i suoi lunghi capelli. "Se ti fosse successo qualcosa, io potevo rimanerne distrutta. Potevo addirittura piangere sulla tua tomba, se vogliamo esagerare. Ma questo ti avrebbe riportato in vita? No. Quando non sono riuscita più a sopportarlo mi sono fatta spedire su di un altro pianeta. Ecco che cosa ho fatto."

"Ho pensato che fossi morta. Ho temuto... che fossi stata uccisa." disse Robin, con la voce che tentava di ostentare sicurezza ma che si stava incrinando.

"Ma io sono morta, Robin!" rise amaramente, con quella sua risata vuota che mi prosciugava il petto. "Sono morta da tanto tempo."

"Io ti credevo persa per davvero. Mi odiavo per averti perduto. Mi sei mancata per tutti questi anni." aggiunse Robin con la voce definitivamente rotta.

Rose si voltò verso di me dando le spalle al ragazzo. Potevo ora vedere il viso di un pesca pallido leggermente paonazzo, mentre gli occhi diventati luminescenti erano lucidi e si rifugiavano dietro le palpebre.

"Anche tu." disse, con la voce ridotta ad un sussurro così tenue che difficilmente Robin era riuscito a udirla.

Il commovente confronto fu interrotto dal suono di una porta che si apriva e dal rumore di passi che si dirigevano verso di noi. Evitai di fiondarmi davanti alle sbarre per controllare, poiché fingermi calma ed indifferente mi rassicurava, in qualche modo.
Una figura indistinta venne illuminata dalla fievole luce delle torce appese alle pareti, facendo risaltare ancora di più la sua espressione grottesca.
Bruce avanzò fi a fermarsi prima delle nostre celle, mentre sulla faccia gli si formava un ghigno inquietante.

"E' meraviglioso vedervi così, in trappola, con il vostro destino tra le mie mani." commentò, abbracciandoci tutti con lo sguardo.

"Non credo tu abbia tutto il potere che credi. Il tuo signore ti terrà abbastanza al guinzaglio per impedire che tu agisca di tua volontà." replicai, rivolgendogli un'occhiata sprezzante.

"Già, effettivamente ho dei limiti da rispettare. Per esempio, non posso far del male a te, Rachel." sospirò, deluso. "Non posso nemmeno eliminarvi tutti, il mio superiore vi vuole tenere stretti ancora un po'. Ma posso ucciderne uno, mi ha lasciato scegliere."

Mentre diceva le ultime parole i suoi occhi si erano illuminati di una luce malvagia, barbara e violenta.
Vidi Robin irrigidirsi e Iella indietreggiare, Rose invece strinse i pugni, pronta ad attaccare.

"La piccola Wilson, di certo il tuo papino capirà se dirò che ho dovuto difendermi dalla tua aggressione." disse, guardando famelico la ragazza davanti a me.

Mise una mano sul pannello che era posizionato accanto alla cella e la barriera elettrica scomparve, permettendogli di aprire la cella con le chiavi con cui aveva giocherellato fino ad allora.
Rose nel frattempo si era alzata in piedi ed aveva estratto gli artigli, io invece avevo provato a mettermi in piedi in modo abbastanza dignitoso senza dare segni di dolore, ma avevo fallito miseramente, dovendo appoggiarmi al muro per non cadere a terra.
Non appena Bruce varcò la soglia della cella Rose fece per saltargli addosso, poco prima che Robin tentasse di fermarla.
L'uomo davanti a lei fece un gesto della mano e lei venne scagliata contro il muro, reprimendo un gemito, a parer mio più di sorpresa che di dolore.
A quel punto me ne infischiai del dolore e della stanchezza, pronunciai la formula magica e con la mano aperta allungai il braccio nella sua direzione, sapendo di essere indebolita dall'ossidiana nascosta nelle pareti.
Il raggio di magia colpì Bruce in pieno petto, ma non ebbe l'effetto sperato, facendolo indietreggiare di appena un passo per poi rivoltarmelo contro, facendomi schiantare contro la parete e bloccandomi lì con un incantesimo.
Rose allora, che si era rialzata, lo attaccò di nuovo, ma non fece in tempo ad avvicinarsi che lui mosse appena l'indice della mano destra, sollevandola a mezz'aria e stringendo attorno al suo collo enormi mani grigie.

"Apri bene gli occhi, Deathy, voglio che tu mi veda quando esalerai il tuo ultimo respiro." ordinò Bruce, con un ghigno orribile sulla faccia, mentre io mi dimenavo, Robin e Iella gridavano nel vano tentativo di distrarlo in qualche modo e Rose perdeva la forza di provare a staccare le mani da sé.

Ex-Batman cadde poi riverso a terra, a seguito di un rumore metallico che era rimbombato per tutto lo spazio circostante.
Gli incantesimi svanirono e quindi sia io che Rose ci ritrovammo a terra, lei più desiderosa di aria che me.

"Nessuno tocca mia figlia, porco." commentò una voce che mi costrinse ad alzare lo sguardo.

Slade abbandonò il badile con il quale aveva steso l'aggressore e si precipitò a soccorrere la figlia, ansimante.

"Ci siamo anche noi ragazzi!" esclamò una voce altrettanto familiare seppur più gradita.

Beastboy fece capolino davanti alle celle accompagnato dalla figura iperattiva di Sunny che con un incantesimo distrusse completamente le sbarre della cella dentro la quale si trovavano Robin e Iella.
BB non appena mi vide corse verso di me, abbracciandomi con slancio e facendomi ricadere a terra, dalla quale pareva non potessi alzarmi.

"Oh bella, non hai idea di quanto fossi preoccupato! Non riuscivo a trattenermi sapendoti in pericolo, avevo paura che ti facessero del male..." esclamò, stringendomi e facendomi respirare un buon profumo di sapone, che sentivo raramente addosso a lui.

"Me ne hanno fatto Beastboy. Non preoccuparti però, sto bene. Sei qui." dissi, vedendo la sua espressione mortificata ed apprensiva.

"Significa che mi perdoni?" chiese, arrossendo leggermente e distogliendo appena lo sguardo.

"Certo. Sei qui." ripetei, abbracciandolo di nuovo e traendo tutta la forza che avevo perso da quell'unico gesto.

Lo amavo troppo, non andava bene. Stargli lontano mi rendeva debole, stargli accanto mi rendeva forte. Era diventato la mia dipendenza.
Poi sorrisi, un po' perché ero felice di essere tra le sue braccia e un po' perché avevo visto con quanto slancio Robin aveva stretto a sé Rose e la faccia che aveva fatto lei, trovandosi ad abbracciarlo.

"Dobbiamo trovare Stella e Cyborg, non c'è un minuto da perdere!" esclamò poi il leader, tornando in sé.

"Abbiamo già liberato Stella, in questo momento lei e Terra stanno riassemblando Cyborg. Però è meglio se vai subito da lei." disse BB, preoccupato.

"Forza, venite." intimò loro Slade, facendo strada.

Iella lo seguì immediatamente ed anche Robin fece lo stesso, non dubitando nemmeno per un istante delle sue intenzioni.

"Vieni?" chiese alla ragazza rimasta in piedi in mezzo alla cella.

Rose si riscosse e lo seguì.

"Perché sei qui?" domandai allora a Sunny, fluttuante davanti a me.

"Dobbiamo fonderci Raven, non sei abbastanza forte da portare a termine la missione!" rispose, nervosa. "Io sono il potere grezzo e tu sei la conoscenza. L'una senza l'altra siamo molto più deboli che insieme. E poi io sto sbiadendo."

"Quindi tornerai a essere le mie emozioni?" continuai, stranamente sollevata e preoccupata insieme.

"Dopo tutto quello che è successo riuscirai a controllarti, ne sono sicura." sorrise. "Anch'io proverò a darti una mano, ora che sono un'entità semicosciente."

Annuii, stanca. Poi guardai la mano destra, mano che BB stringeva, convinto di riuscire a proteggermi, almeno quella volta.

"Devi andare con gli altri." dissi.

"No, non ti lascio un'altra volta." replicò, sicuro.

"Devi andare, BB. Ti prego." lo supplicai. "Io devo rimanere e portare avanti la missione."

"Ti puniranno, vero, dato che gli altri sono scappati?" domandò deluso, triste e preoccupato.

Eravamo tutti sempre preoccupati, ormai.

"Vai BB, io starò bene. E poi non sono sola." continuai facendo un sorrisino ed indicando Sunny con un cenno della testa.

"Non sei mai sola." disse, accarezzandomi la guancia.

Poi, com'era prevedibile, mi baciò.
Era un bacio dolce, delicato, quasi insignificante rispetto ad altri, ma mi scosse particolarmente poiché era l'unica cosa a cui ancora mi aggrappassi per rimanere in vita. Me lo ricordo ancora, tutti i dettagli. La sua mano sui miei capelli, il mio braccio intorno alle sue spalle. Ridacchio ancora quando ci penso.

"Vado." disse, gli occhi lucidi e il sorriso tirato.

Schizzò via senza riuscire a impedirsi di lanciarmi un lungo sguardo pieno di tutte le emozioni possibili, ma soprattutto di quella che conoscevo ormai bene anch'io. Mi amava tanto e questo mi riempì il cuore di una speranza nuova.

"Presto, prima che arrivi qualcuno." disse Sunny, risvegliandomi dai miei pensieri.

Si chinò davanti a me e poggiò la sua fronte contro la mie, mettendomi una mano sulla nuca.

"Insieme." sussurrò, guardandomi. "Azarath."

"Metrion." mormorai.

"Zinthos." dicemmo all'unisono.

Fui costretta a chiudere gli occhi per la luce intensa che si formò in mezzo a noi e sentii una scarica di energia pervadere il mio corpo, mentre il dolore per le ferite si alleviava e mi sentivo man mano più forte.
Riaprii gli occhi che era tutto di nuovo normale.
Ero sola, ma stavolta con il cuore pieno.
























2929 parole.
AMATEMI.
Raga, mi è venuto la nausea a forza di scrivere.
STO SOFFRENDO PER VOI!
Allora, io vorrei aggiornare più spesso, ma sto sudiando come una nerdona di prima categoria, quindi non ho il time.

Anyway, comos va?

Avevo qualcosa da chiedervi, giuro. Ma ora me lo sono dimenticata. Sono un'idiotaaaaaaaaaaaaaaaaa

Anyway pt. 2

ciao

voglio dormire

e dormirò

anzi

vado a leggere

orgoglio e pregiudizio

viva le minuscole

bye

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