Stubborn (okay, non c'entra: capitolo 25)
Elena si trascinò semplicemente pensando al tempo che sarebbe durata la tortura, contando con precisione le ore, i giorni e le settimane che mancavano al raggiungere la sua perduta libertà.
Entrò in classe senza degnare nessuno di uno sguardo e si accasciò sulla sedia, lasciando cadere lo zaino a terra.
Appoggiò la testa sul banco e chiuse gli occhi, consapevole che la professoressa d'inglese avrebbe impiegato diversi minuti a richiamare l'attenzione.
Cominciò a cercare di fare ordine, per quanto fosse possibile, nel casino che regnava nella sua testa, mentre quella sembrava schiacciata in una morsa.
-Elly, stai bene?- chiese una voce accanto a lei.
Sollevò appena la testa e guardò di sbieco Akram e Nicolò, che la fissavano straniti.
-Sto benissimo. Alla grande.- mugugnò lei, tornando a chiudere gli occhi e desiderando solo ciò che le era stato portato brutalmente via.
-Elly, hai dormito vero?- chiese stavolta Melissa, guardandola con aria di rimprovero.
Lei lanciò a tutti e tre uno sguardo di fuoco mentre tutto il resto della classe continuava a fare rumore, alimentandole quel fastidioso mal di testa mattutino.
-No, non ho dormito. Ero occupata.- rispose vaga.
-Occupata.- ripetè Nicolò poco convinto.
Gli altri continuavano a fissarla e quindi con uno sbuffo vuotò il sacco.
-Mia madre mi ha tolto libri, serie tv e pc fino a giugno. Ho dovuto finire Sherlock stanotte.- spiegò loro.
-Ma che diavolo, Elly, sembri fatta.- sbottò Melissa, preoccupata. -Anzi, sembri una drogata in astinenza.-
-Ottima deduzione.- commentò la ragazza, mentre i suoi tre amici la fissavano arrabbiati.
Melissa le prese una mano, Akram e Nicolò le spalle.
-Siamo una famiglia. E niente drogati in questa famiglia, chiaro?- la ammonì l'amica.
-Chiaro.- rispose Elena, facendosi scappare un sorriso.
Non che ve ne possa fregare qualcosa, ma questo è stato l'inizio della mia giornata.
Credo di essere stata abbastanza esauriente per oggi.
Lettore: Ma col cavolo, hai parlato di te, noi vogliamo la storia.
Io: Non te ne frega proprio niente di me, vero? :'(
Lettore: Vedo che comprendi =)
Io: Brutto lurido figlio di p... Aspetta.
WAIT.
WAIT A FOTTUTO MINUTE.
Lettore: Che hai?
Io:... Sei qui! Sei tornato dalla missione vivo! Cioè, emh, non che avessi dubbi...
Lettore: Certo... Mi sono fatto il culo per portare avanti questa storia. Ho avuto certe brutte esperienze in Botswana... Ti basti sapere che da questo momento non berrò mai più latte verde ad una festa degli unicorni.
Spider-Man: Ma quindi io? :'(
Io: Beh, Spidey, puoi...
Lettore: Aspetta, MI AVEVI RIMPIAZZATO?
Io: Noooo!
*getta la targhetta con su scritto 'Spider-Man, nuovo commentatore ufficiale'*
*da un calcio furtivo alla scrivania facendo cadere a faccia in giù tutte le foto di lei e Spider-Man nelle librerie*
Io: Come hai potuto pensarlo?
Lettore: Giuro che non la passerai liscia...
Io: Oh, ma guarda che tardi che si è fatto! Devo cominciare il capitolo, ne parliamo dopo!
*scappa fuori dalla porta mentre Lettore le tira dietro un vaso*
*si affaccia un'ultima volta dalla porta*
Io: A proposito, è bello rivederti, mi sei mancato! *gli manda un bacino*
*scappa inseguita da un Lettore furioso*
STELLA
Non mi sono nemmeno accorta che Deathy sguainava i suoi artigli e si scagliava contro Niall.
Feci in tempo a prenderla per il polso destro e per quanto si sforzasse non riuscì nemmeno a sfiorare il ragazzo, che era rimasto immobile, rivolgendole un sorriso di sfida.
"Deathy, ferma!" esclamò Raven, prendendole una spalla e tirandola verso di noi.
"Viscido manipolatore, sotto quale assurdo incantesimo è?" domandò furiosa, mentre le unghie tornavano normali anche se gli occhi non smettevano di brillare come oro liquido.
"Incantesimo? Deathy, credi davvero che ci sia bisogno di incantesimi quando si può offrire il controllo dell'Universo?" replicò Niall facendo un passo avanti verso di noi.
"No, non con uno come lui. Bruce è totalmente disinteressato, ha sempre protetto tutta la sua città senza chiedere nulla in cambio..." cominciò la ragazza, mentre io cercavo di tenerla stretta, con la sensazione che potesse perdere il controllo da un momento all'altro.
A quelle parole Bruce si affiancò a Niall e ci guardò con superiorità.
"Permettimi di dissentire." la interruppe. "Io proteggevo Gotham perché avevo tutto. Dovevo chiedere altri soldi oltre ai milioni che avevo già? Andava tutto bene, fino a quando non è arrivato tuo padre a chiedermi fondi per il suo 'piccolo progetto Titans'. Non si presentò a me con la sua vera identità naturalmente, quindi accettai l'opportunità di liberarmi di loro con entusiasmo."
"Che morbok stai dicendo? Progetto Titans? Volevi liberarti di noi?" domandai confusa e leggermente ansiosa.
Ciò che stavo per conoscere sapevo che non mi avrebbe tranquillizzato.
"Ingenua e sciocca Stella, sei sempre stata la più inutile di voi cinque a mio parere." commentò guardandomi con occhi di ghiaccio. "Sai cosa si prova a essere i protagonisti della frase: e l'allievo superò il maestro? Te lo dico io: l'allievo diventa un eroe, il maestro viene eclissato. Robin e la vostra patetica banda di supereroi avete fatto l'unica cosa che poteva darmi fastidio. Siete diventati meglio di me."
Qualcosa dentro di me tremò, lasciandomi certa che fosse il mio piccolo cuore che sussultava di imbarazzo, sofferenza e rabbia.
Come poteva incolpare Robin di essere meglio di lui quando ancora poco tempo prima lo ignorava completamente evitando in qualsiasi modo di fidarsi di lui?
Ero sciocca ed ingenua? Ero veramente inutile? Ora che l'aveva detto e mi aveva guardato con tanto di quell'odio negli occhi mi sentivo davvero così.
"Ho speso praticamente tutto il mio denaro per quell'arena virtuale, sapete? Era ben congegnata e soprattutto impossibile da distruggere. Purtroppo avete avuto fortuna e due spie impiccione. Slade aveva ignorato completamente il mio consiglio di eliminarle, ed ecco il risultato. Siete vivi." ringhiò. "Io non avevo più niente, capite? Il mio signore mi ha offerto molto più di quello che mi aspettassi, quindi, perché non avrei dovuto accettare il ruolo di secondo in comanda dell'Universo?"
"Vuoi dire quarto in comanda." lo corresse Raven, con gli occhi che le brillavano di rabbia. "Niall è solo il manichino utilizzato da Lord Voldemort per risvegliare Trigon, quindi hai molte più persone sopra di te di quante non ne avessi contate. Credi davvero poi che avrai qualche ruolo importante nella conquista dell'universo che, tra parentesi, fallirà?"
"Vedo che sei molto sicura del mio insuccesso Rachel." intervenne Niall, attirando l'attenzione di tutti e facendo calare un silenzio di attesa.
Camminò lentamente attorno a noi e poi si fermò accanto a lei, appoggiandole una mano sulla spalla.
Le si avvicinò all'orecchio e le sussurrò qualcosa, troppo piano perché potessi sentire.
Poi dopo un secondo di attesa chinò la testa e le baciò il collo, gesto che fece fremere appena la ragazza lupo che tenevo stretta.
Raven con una mossa fulminea gli mollò uno schiaffo e gli scagliò un incantesimo che lo fece fluttuare e poi ricadere a terra.
Lui allora, dopo essersi rialzato, la prese alla sprovvista afferrandole il collo e lanciandola dall'altra parte della stanza, contro una colonna di marmo color cremisi.
"Guardie, prendetela. Bruce, vai pure a cercare i loro amichetti. Ho la sensazione di sapere dove sono." ordinò con un gesto.
In un attimo Bruce fece scattare sull'attenti un paio di guardie mandandole da Raven e prendendo quasi tutte le altre con sé.
Una volta uscito dalla porta il suo cagnolino, Niall si rivolse a Deathy.
"Deathy, perché non fai gli onori di casa e non mostri a Rachel la stanza delle torture? Ho la sensazione che vi divertirete insieme là sotto." disse con un sorrisetto per poi spostare lo sguardo su di me. "In quanto a te, Stellina, verrai portata nelle stanze degli ospiti, come conviene l'etichetta. Non vogliamo inimicarci la principessa della nostra prima popolazione di bestie da soma."
Strinsi i denti e sentii la testa scoppiare. Senza muovere nient'altro aprii la mano e lasciai Deathy.
ROBIN
Mi ero lanciato contro Bruce como di risentimento e profondamente turbato. Ciò non mi impedì di mollargli una stoccata in mezzo alla fronte.
Rapidamente le guardie ci avevano accerchiato, caricando verso Cy e Iella, che erano stati divisi.
Cyborg scartò di lato prima che dei soldati gli fossero addosso e li frisse, approfittando del fatto che erano a portata di cannone laser.
Iella balzò verso di me e fece lo sgambetto ad una guardia che stava per colpirmi, lanciando una scossa rosata contro l'armatura di quello a fianco, che si ruppe in mille pezzi.
"Il lampadario." mi disse saltando sulle mie spalle.
Ci mancò poco che perdessi l'equilibrio, ma proprio mentre cinque soldati tentavano di cogliermi impreparato, mollai una bastonata al ginocchio del primo, dandogli poi un calcio sul torace e spingendolo contro tutti gli altri.
Cercai di muovermi il più velocemente possibile verso la porta più vicina, sulla quale Iella spiccò un balzo aggrappandosi alla cornice di un quadro appeso proprio là sopra.
Mi avvicinai a Cyborg che aveva steso un altro gruppetto di guardie, ma che al momento era circondato.
Parai la lancia di un soldato che stava per attaccarlo alle spalle e gli mollai una bastonata tra le gambe, facendolo barcollare es inciampare su di un suo compagno svenuto.
"Serve una mano?" chiesi a Cy, mentre quello sparava con precisione contro tre guardie una accanto all'altra.
"Magari." esclamò prima che qualcuno mi desse un pugno tra le scapole ed un calcio sull'osso sacro.
Accolsi il colpo con dolore, riconoscendo chi avrebbe potuto colpirmi con tanta forza risparmiandosi dal spezzarmi la schiena.
Mi voltai brandendo il bastone, che fu respinto da una lancia, probabilmente presa da uno dei soldati svenuti.
"Bene bene, credi di riuscire a uscirne illeso o, inverosimilmente, trionfante? Guardati Robin, sei solo un ragazzino." disse Bruce con disprezzo.
Feci per ribattere, ma mi bloccai quando vidi che Iella aveva raggiunto il lampadario.
Strinsi il bastone con sicurezza e sfidai il mio avversario con lo sguardo.
"Sarò anche un ragazzino, ma non sono più tanto male nei combattimenti. E per di più non sono solo." replicai facendo un passo indietro verso Cy, che si era bloccato vedendo la maggior parte delle guardie che si rialzavano e raggiungevano Bruce.
"Nel caso tu non l'abbia notato, nemmeno io sono solo." disse con un sorriso beffardo, avanzando verso di loro. "Una volta che ti avrò catturato, chiederò al mio signore se potrò avere l'onore di ucciderti personalmente e se non me lo concederà, ti torturerò finché non sarai tu stesso a chiederlo."
Faceva incredibilmente male sentire quelle parole da lui, ricevendo un odio che non sapevo da dove potesse provenire.
Mi fermai senza nemmeno aver bisogno di guardare verso l'alto per sapere di essere nel punto perfetto.
"Allora uccidimi." dissi lanciando il bastone di lato ed allargando le braccia. "Fallo ora e risparmiami l'attesa. Non vedo l'ora che la tua lancia mi faccia sprofondare nell'oblio, se è questo che pensi che io meriti."
"Robin, che diavolo stai facendo?" domandò Cyborg preoccupato, ma non aggiunse altro quando gli feci segno di arretrare.
Bruce non disse niente e forse è questo che mi tormenta ancora oggi. Il fatto che stesse per uccidermi e non avesse nulla da dirmi, come se non avessi mai contato niente, come se non fosse mai stato il padre che avevo perduto.
Quando affondò verso di me balzai all'indietro tirandomi appresso Cy, mentre Iella toccava la catena che sosteneva il pesante lampadario di ottone e lo faceva cadere proprio sopra Bruce.
Però non accadde quello che speravo e temevo.
Il lampadario si bloccò a mezz'aria ad un cenno della mano di Bruce, che con un gesto lo scaraventò a lato.
"Già, Niall mi ha dato qualche vantaggio extra." aggiunse, mentre Iella atterrava intimorita accanto a Cy. "Guardie, catturateli e sbatteteli nella sala torture."
Non c'entra ma visto che è sono due giorni che la canto ora la canterete anche voi.
Elly
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top