I want fare bagno but i no go to mare
ROBIN
"Quanto tempo occorre per l'incantesimo?" chiesi, appoggiato al bastone mentre Soraya poaizionava delle pietre per la sala.
"Non più di qualche minuto." rispose tirando fuori uno smeraldo dalla tasca. "Il punto è che se mi distraggo le pietre si sbricioleranno e dovremo cercarne delle altre." Si alzò. "Ora, non so come funziona sul vostro pianeta, ma qui non si trovano sassi preziosi ovunque."
"Ho dovuto farmi venire un'emicrania per trovarle." precisò Terra, con la schiena contro la colonna ed un'espressione irritata.
"Infatti ti ho ringraziata." le sorrise la ragazzina.
Lo sguardo della bionda si addolcì palesemente e la ragazza poté prendersi il merito della quiete che ancora regnava.
Iella e Cyborg erano su di giri, ansiosi di entrare in azione, mentre Rose e Terra erano talmente nervose che emanavano elettricità statica. Pochi momenti prima si sarebbero strozzate a vicenda.
In quanto a me, ero spaventato. Sapevo che prima di trovarci faccia a faccia con Niall ci saremmo scontrati con Bruce e temevo davvero, come avevo confessato a Beastboy, di dovergli fare del male. Temevo di volergli fare del male. E di non riuscire più a fermarmi.
"Sono sempre stato geloso di te, per quello che hai avuto con Bruce. Nessuno di noi ha mai avuto un padre, Robin. Avrei potuto avercela con te, ma il fatto è che sei stato tu... Il nostro mentore. Diciamo che ci hai cresciuti."
Al pensiero delle parole di BB mi scappò un sorriso.
"Perché sogghigni?" domandò Iella.
"Sto sorridendo." replicai.
"Sembra un ghigno però." insistette Terra.
"Vi dico che sto sorridendo." ribattei.
"Spesso pare la stessa cosa." fece Cy.
"Mi state prendendo in giro?" chiesi.
"Andiamo, si vede benissimo la differenza." mi difese Soraya.
Appunto, quella ragazzina era assolutamente fatta per mantenere la pace. Si infilò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e si schiarì la voce.
"Iella e Cy sono le fonti di energia che mi serviranno per portare a termine l'incantesimo, ma sappiamo benissimo che arriverà qualcuno a dare fastidio. Insomma, è semplicemente impossibile che vada tutto liscio." disse. "E dato che tutti e tre saremo in trance..."
"Che diavolo ci fate voi qui?" chiese una guardia affacciandosi dal portone.
Fece per chiamare i rinforzi quando un birdarang si abbatté sulla sua nuca, facendolo svenire.
Ripresi l'arma in mano mentre un altro tizio assisteva alla scena e correva gridando verso il fondo del corridoio.
"Meraviglioso." commentò Rose tirando fuori gli artigli. "Cominciate pure, noi li teniamo fuori dalla porta."
"Serve qualcuno sul cornicione esterno, Rose, ne arriveranno alcuni da lì tra pochi secondi." le disse Soraya. "Sei la più agile."
"Vedi anche il futuro?" domandò.
"Solo a sprazzi." rispose.
"Forza Terra, noi li blocchiamo fuori." ordinai, correndo seguito dalla ragazza fuori dal salone.
Una volta che la bionda ebbe barricato la porta con una colonna di marmo sradicata e scagliata nel punto desiderato venne verso di noi una quindicina di guardie, capeggiate nientemeno che... No, aspettate. Lasciate stare, non conoscevo il tipo che stava davanti alla legione.
L'assenza inaspettata di Bruce mi lasciò con l'amaro in bocca.
"Ti devo dire una cosa Robin." mi avvisò creando con le macerie rimanenti dalla colonna dei guanti da combattimento.
"Proprio ora?" sbuffai.
"Già, in realtà più di una." rispose.
Le guardie caricarono.
"Va bene, ma ricorda di puntare sul corpo a corpo, così i poteri di Bruce non riusciranno a proteggere tutti i soldati." le intimai prima di lanciarmi nella mischia. "Anche se non è qui potrebbe dar loro una mano comunque."
Balzai roteando il bastone e piombai su un uomo che mi respinse con la lancia, scagliandomi all'indietro e cogliendomi quasi di sorpresa.
Utilizzai due soldati dietro di me spingendoli all'indietro e tornando all'attacco su quello di prima, che rispose con più certezza, colpendomi.
Feci per rispondere, ma il tipo venne lanciato di lato, colpito da un'altra guardia.
"Prego." esordì Terra.
Sferrò un pugno al soldato davanti a lei che riuscì a scansarsi, ma che non poté evitare il secondo gancio che gli si abbatté contro.
"Quindi quelle cose che mi dovevi dire...?" la incoraggiai, attaccando un tipo che correva verso di me.
"Ah, già. La prima cosa che volevo dirti è che credo che tu mi piaccia." disse, facendo cadere a terra due guardie. "Cioè, non voglio mettermi tra te e Stella, ma se dovessi morire almeno te l'ho detto."
"Okay." risposi. "E la seconda?"
Saltai su di una poltroncina dietro di me e la utilizzai come trampolino, mollando uno splendido calcio volante alla guardia più vicina.
Ho sempre adorato i calci volanti, troppo belli.
"Slade mi ha detto perché mi hai baciata, nel videogioco." fece, massaggiandosi sul mento dove era stata colpita. "È stata Rose."
Per un attimo mi destabilizzai ed un soldato mi mollò un pugno sulla guancia.
"Cosa vuoi dire?" le domandai colpendo con il bastone il soldato dritto in faccia.
"Era arrabbiata con te e passava da suo padre, sapeva che Niall ce l'aveva con Stella e... beh, eravamo pur sempre in un mondo virtuale." spiegò, abbattendo una serie di guardie con i suoi guantoni di roccia.
Feci perdere i sensi all'ultimo soldato rifilandogli anche un calcio nello stomaco.
Mi voltai verso la bionda leggermente imbarazzato.
"Emh, questo dovrebbe influire sul nostro... rapporto?" domandai, a disagio.
"Lo spero bene." rispose quella, pulendosi le mani dalla polvere. "Vorrei che la smettessi di fissarmi con quello sguardo carico di commiserazione, per favore. Ho accettato il fatto di non volermi intromettere tra te e Stella nonostante i miei sentimenti, dovresti farlo anche tu."
"Più facile a dirsi che a farsi, Terra." commentai. "Non è la tua relazione che ne potrebbe soffrire."
"Non è necessario dirlo a Stella." precisò alzando gli occhi al cielo. "E poi... poi vorrei cominciare a farmi chiamare Tara."
"Tara." ripetei. "Era il tuo nome prima...?"
"Già. È brutto dimenticare di averne avuto uno normale, una volta. Per questo credo che a Raven non dispiaccia sentirsi chiamare Rachel, ogni tanto." disse guardandomi dritto negli occhi.
Non capivo come potesse sentirsi tanto a suo agio, ora che era... scoperta. Insomma, si era appena dichiarata a me e non mostrava il minimo segno di imbarazzo, mentre io stavo per andare a fuoco.
Boh, io non la capisco.
Non mi fu dato il tempo per capirla, in realtà, perché una forza sconosciuta mi afferrò per la gola e mi fece schiantare contro il portone, tenendomi sollevato a qualche metro da terra.
Anche Terra, o Tara, o come diavolo vuole che la si chiami, era nelle mie stesse condizioni, solo che lei fissava con astio un punto preciso davanti a noi, mentre io avevo timore a farlo.
Togliere la maschera dove sapevo che l'avrei incontrato è stata una mossa stupida.
Bruce avanzava tenendo le mani tese verso di noi, come per confermare il fatto che fosse lui l'artefice di quel fastidioso e prevedibile inconveniente.
"Commovente riflessione biondina, Dickie non potrebbe che trovarsi d'accordo con te. Non è vero, figliolo?" chiese, continuando a camminare.
"Non chiamarmi così, non ne sei degno." sputai.
Letteralmente, sputai. Non avevo quasi più fiato e le mie ghiandole salivari erano un tantino in difficoltà, anche se posso ammettere che avrei voluto che lo sputo gli arrivasse addosso.
E quel brutto idiota se la rise anche sotto i baffi, raggiungendoci calpestando non curante i soldati svenuti.
"Non dovrei chiamarti Dickie? È il tuo nome, sai? Non è facendoti chiamare in un'altra maniera che cambi quello che sei." disse. "Sei solo un moccioso che gioca a fare l'eroe, Robin. Ma ti svelo un segreto: a nessuno importa quello che fai, tutti vedranno solo quello che non hai potuto fare. Come io posso vedere che non riuscirai a sconfiggermi, figliolo, non ne sei in grado."
Mi aggrappai alla sagoma invisibile che mi cingeva il collo per non soffocare e mi tirai un po' su, respirando appena un po' meglio.
"È per questo che ti sei dedicato alla dominazione dell'universo? Solo per far vedere alla gente cosa fai?" domandai, rabbioso.
Rise.
"Non pensavo ci avresti messo così tanto ad arrivarci." fece. "Voglio dominare su tutte le cose che vivono e respirano per mostrare loro cosa sono in grado di fare. E non temere per la linea di successione. Se sconfiggerete Niall, io sarò al fianco di Trigon pronto per distruggervi."
Il ghigno che gli si era formato sulla faccia si spense e si tramutò in una smorfia di sofferenza.
Gli cedettero le gambe e così le braccia, facendoci cadere tutti e tre in ginocchio.
Una volta attutita la mia caduta con il bastone notai la figura di Rose in piedi alle spalle di Bruce, con la mano dietro al suo collo.
"Potrei paralizzarlo per tutta la vita o addirittura ucciderlo se muovessi appena la mano." osservò, e dalla sua espressione capii che aveva infilato gli artigli nella nuca dell'uomo. "Ma non credo sia quello che vuoi tu, Robin. Immagino che abbia capito anche tu che non ci si può scegliere la propria famiglia."
Avrei voluto aiutare Terra ad alzarsi, ma quella era già corsa davanti a Bruce, quindi optai per fare lo stesso.
Quello boccheggiava, incapace di fare alcunché e fissandomi negli occhi fino a che non mi trovai a pochi centimetri da lui.
"Non è la mia famiglia, perché non è mio padre." mi inchinai fino a sfiorare la sua fronte con la mia. "Non chiamarmi figliolo."
Rose estrasse gli artigli dal suo collo e lo colpì così forte da farlo stramazzare a terra privo di coscienza.
Si pulì le mani e mi guardò.
"Lo vuoi un abbraccio consolatorio o vuoi continuare a far finta che tu non ci stia malissimo?" mi domandò.
CYBORG
Non appena aveva appoggiato la mano sul mio petto mi ero sentito esplodere, ma non mi sarei mai aspettato di continuare a percepire quella sensazione per così tanto tempo.
Mi sembrava di andare a fuoco, potevo sentire i miei componenti metallici sciogliersi ed evaporare, mentre tutto era caldo e doloroso e strano.
Provai ad aprire gli occhi ma l'unica immagine che vidi fu quella di Soraya avvolta da un manto di luce bianca e potente, mentre Iella dall'altra parte pareva nelle mie stesse atroci condizioni.
Mi sentivo morire, ma mi sentivo anche pieno di vita. Era pazzesco e terribilmente doloroso.
Credo anche di aver cominciato a piangere, ad un certo punto, ma non per il dolore, più che altro perché non riuscivo a sopportare la luce e perché le mie palpebre erano ormai incapaci di serrarsi.
Sembrava che dovessi bruciare in quell'inferno per sempre, invece all'improvviso semplicemente fu tutto nero.
Mi aspettai di trovarmi nel bel mezzo del salone tutto abbrustolito, invece ero immerso in acqua cristallina con tanto di pesciolini colorati.
Feci l'errore di aprire la bocca ed i polmoni presero a bruciare, mentre l'aria mi abbandonava.
Con tutte le mie forze nuotai velocemente verso la superficie e quando riemersi non guardai altro se non la riva che volevo raggiungere.
Una volta a contatto con la sabbia morbida mi trascinai abbastanza da non avere i piedi in acqua e mi lasciai cadere a terra, infischiandomene della sabbia calda che mi pizzicava la pelle e si infilava nei pantaloncini.
Presi diversi respiri e mi calmai.
Poi spalancai gli occhi.
Pelle? Pantaloncini? Caldo e fastidio?
Mi guardai le mani incredulo e confuso. Erano perfette mani da umano, grandi e leggermente callose tra il polso ed il pollice.
Poi fu il turno delle braccia, del torace, dei piedi, delle gambe e... beh, sì, anche quello.
Era tutto perfettamente umano, quasi stentavo a crederci.
A risvegliarmi dall'adorazione del mio corpo fu Iella, rotolata giù per il pendio di sabbia che conduceva all'acqua dalla quale ero saltato fuori.
"Cyborg!" esclamò prima di abbatersi su di me.
Sentire dolore fu commovente.
Mi girai verso di lei e l'abbracciai mentre era ancora intontita per l'urto.
Poi sentii le sue mani toccarmi la schiena e tremare leggermente.
"Cy... il tuo corpo..." balbettò.
Mi allontanai leggermente per vedere se quel luogo aveva cambiato in qualche modo anche lei.
Che poi, era un luogo a tutti gli effetti? O una dimensione? O un intervallo magico?
Notai i suoi capelli, lunghi e castani, come quelli della parrucca che indossava quando ci incontravamo di nascosto, ed i suoi occhi, di un nocciola chiaro.
L'unica cosa che rimaneva di quella di prima era una ciocca color rosa shocking ed i vestiti leggermente sgualciti.
"Perché siamo normali qui?" domandai. "E soprattutto, dov'è qui?"
"Non esaltiamoci troppo, probabilmente è solo un effetto dell'incantesimo di purificazione nel nostro inconscio." sospirò Iella, un po' delusa. "È stato come essere centrati in pieno da un fulmine."
"Per me è stato come essere una strega sul rogo." replicai, scavando nella sabbia con le dita dei piedi. "Immagino che entrambi avremmo voluto essere normali."
La ragazza annuì, appoggiando la fronte sulla mia spalla.
"Non lo saremo mai però, non così facilmente. Ormai più che un desiderio la mia è curiosità." disse.
Poggiò le sue labbra dove prima c'era la sua testa e fui percorso da un piacevole brivido.
"Sappi che mi piaci in tutte e due le forme, Cy." mi sussurrò, abbracciandomi.
RAVEN
La gente non può andare in giro a pugnalare le persone a caso, ci sarà una legge cosmica che lo impedisce. No? Accidenti.
Avevo appena ballato con Lord Voldemort ed era stata un'esperienza già abbastanza agghiacciante, senza contare che quello poi con l'inganno mi aveva condotta fuori, per potergli parlare un'ultima volta come se non fossi una semplice schiava. Ero in allerta come al solito, ma non ero pronta ad un'aggressione in piena regola.
"Sei pronta a perdere difinitivamente, Roth?" mi chiese.
"Strano sentirlo dire da Colui-Che-Sta-Per-Essere-Sconfitto." replicai.
Ridacchiò, passando una mano tra i capelli di Niall.
Il fatto che fosse nel suo corpo li rendeva suoi? Mi stava facendo venire il mal di testa tutto quel rimuginare.
"Sei davvero audace, principessa. Oppure sei soltanto un'insolente." ribattè.
"Dov'è la differenza?" domandai.
"Gli audaci sono sempre disperati." rispose con una vena di compiacimento nella voce.
"Immagino tu abbia una personale esperienza in fatto di disperati che io posso solo immaginare." commentai, fissandolo e cercando di non farmi intimorire dai suoi occhi scarlatti.
Ancora un po' e Soraya avrebbe fatto il suo incantesimo, poi sarebbe finito tutto.
Dovevo resistere solo un pochino.
"Basta con queste frecciatine tra me e te, Rachel. Stiamo perdendo di vista il senso della festa." rise.
Mi spinse di colpo contro la parete e mi ritrovai a pochi centimetri dalla sua faccia.
Ero senza fiato e talmente con i nervi a fior di pelle che avrei potuto rimanere pietrificata o tirargli un calcio nelle parti basse, ma non sarei di sicuro riuscita a scappare o ad usare i poteri.
"La festa della nostra falsa felice unione?" sussurrai, incapace di distogliere lo sguardo dal suo viso, come se questo bastasse a tenerlo lontano.
Poi mi infilò un pugnale nella pancia.
Ma dico, perché?
Nessuna frase a effetto, nessuna minaccia, nessun 'mi dispiace, ma è l'unico modo'.
Fece un unico movimento con il braccio, trapassandomi con tutta la lama del pugnale senza battere ciglio.
"Ci metterai quasi due minuti a morire." mi disse, estraendo l'arma. "Il tempo sufficiente perché io finisca di acquisire i poteri necessari."
Mi accasciai a terra, boccheggiando in cerca di aria. Faceva così male, così tanto male. Sentivo, ora che non c'era più, la lama che rigirava su se stessa e mi faceva uscire il sangue a fiotti.
Non riuscivo a fare l'incantesimo di guarigione, il dolore era troppo forte, mi annebbiava la vista e la mente.
Sentii il sapore metallico del sangue sulla lingua.
"Non vorrei smuovere troppo la situazione, ma devo chiuderti da qualche parte, non posso permettere che ti vedano perdere sangue in giro per i corridoi, no?" mormorò prendendomi in braccio e lanciando un incantesimo di pulizia nel punto in cui ero seduta.
Fece qualche passo guardandosi attorno e poi si illuminò quando vide una porticina di legno sul muro di sinistra.
L'aprì e mi ci infilò dentro, tra le scope ed i secchi.
Mi porse un fazzoletto.
"Tienilo premuto sulla ferita, se può servire." ridacchiò.
Se ne andò e chiuse la porta a chiave.
"Sporco sudicio animale..." sussurrai, senza riuscire a farmi ascoltare nemmeno dalle mie stesse orecchie.
Faceva malissimo, perdevo sangue, perdevo vita.
Stavo morendo dissanguata.
Odiavo quella sensazione, era come se la mia anima stesse scivolando via dal mio corpo lasciandomi sempre più debole e dolorante. E sporca.
Mi augurai di cuore che la sguattera che avrebbe trovato il mio cadavere non lo dicesse alla sarta che mi aveva fatto il vestito.
Buonsaaaaaaaaaaaalve gente, io necessito di mare. Ma la vita è ingiusta.
Anche mio fratello è ingiusto.
Allora, non odiatemi per avervi lasciato nell'oscurità per così tanto tempo, ma a mia discolpa posso dire che ero al campo in montagna, per la 'disintossicazione annuale dalla tecnologia'.
Vi prometto che entro l'una di stanotte pubblico il prossimo capitolo.
Lettore: *spalancando gli occhi* E quindi tu pensi di lasciar Raven a morire così? ELENA, TIRALA SUBITO FUORI DAI GUAI.
Io: Lettorucciolo, lo sai che non funziona così.
Spider-Man: *facepalm* E tu sai benissimo che se dici un'altra cosa di questo genere lui ti strozzerà.
Io: *sorrisino di superiorità* Tranquillo Arrampicamuri, so come prenderlo.
Lettore: *sale sul letto ed assume una posizione da wrestler(?)* Allora prendi questo! *salta addosso a Elena*
*cominciano a picchiarsi*
*più che una lotta sembra che due poppanti si prendano a schiaffetti*
*Spider-Man prende in mano la situazione*
Spider-Man: Okay, lasciamoli... giocare.
*Lettore lancia Elena contro l'armadio alzando le braccia in aria in segno di vittoria*
Spider-Man: Quindi, cosa succederà ai nostri eroi? Terra e Robin hanno sistemato tutto, ma Stella cosa ne potrebbe pensare? Raven morirà (andiamo, è impossibile, ma facciamo finta che sia un'opzione)? Iella e Cyborg accetteranno di non essere persone normali? E soprattutto: PERCHÉ ELENA HA SCRITTO DELLE STORIE SUI TITANS E NLN SU DI ME?!
*Elena abbatte Lettore con un calcio ninja*
*sorride a Spider-Man*
Io: Perché tu sei già fantastico Spidey, non hai bisogno di qualcuno che ti scriva un libro.
Spider-Man: Awww.
A staseraaaaaa
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