Epilogo

Salve a tutti, sono TORNATA!
Allora, vi avevo accennato al fatto che ero via, ma il vero motivo per il quale non ho scritto è semplice: in contemporanea ai bellissimi giorni di febbre prescolastica il mio cellulare è ufficialmente deceduto! YUPPIE YEY!

Spider-Man: *entrando in camera con trenta barattoli di gelato* Pronta a scrivere l'Epilogo? Ho preso il materiale da festeggiamento!

Lettore: *spuntando a random dall'armadio* SENTO ODORE DI GELATO ALLA NOCCIOLA.

*mentre i due lottano per la supremazia sui barattoli Elena prende il cellulare*

Io: Stavolta non piangerò. Io sono forte. Io sono grande ormai. Io...

*scoppia a piangere*

*si accerta che Lettore e Spidey non l'abbiano sentita mentre aprivano i barattoli di gelato*

*si asciuga gli occhi*

Io: Okay. Sto bene.

RAVEN

La parte peggiore di quando mi lasciai cadere nella calda acqua saponata fu il tingersi di quest'ultima di rosso.
Manco avessi il ciclo.
In realtà fu anche la parte migliore, perché mi sembrò di lavar via tutto il male che avevo visto infliggere e quello che avevo subìto.
Dopo qualche minuto di ammollo uscii dalla vasca per cambiare l'acqua e nell'attesa mi guardai la pancia nel punto in cui il pugnale mi aveva infilzata, sorpresa io stessa che nelle mie condizioni fossi riuscita a cicatrizzare la ferita così rapidamente.
Toccai la cicatrice bianchiccia, stupendomi del fatto che tutto il dolore che avevo provato durante il tentato omicidio fosse così facile da dimenticare, i miei ricordi erano intorpiditi e non rivivevo la scena come invece le persone normali facevano con i traumi. Ma forse era perché il mio non era stato un trauma, ero troppo occupata a pensare agli altri per concentrarmi su me stessa.
Ritornai nella vasca con l'acqua limpida e rimasi con gli occhi chiusi a lungo, distendendo la mente.

Rachel.

Sussultai, ma non riuscii ad aprire gli occhi.

Arrenditi e rendi le cose più semplici, per una volta.

Mi aggrappai con le mani ai bordi spaventata, le mie palpebre erano serrate.

Sto tornando, Rachel, tu me lo stai permettendo.
Puoi ancora salvare i tuoi amici prima di unirti a me.
Lo sai benissimo che non hai scelta, Niall era l'unico ostacolo rilevante ed ora è stato annientato.
Arrenditi.

La voce di Trigon era talmente familiare che mi venne da piangere.
Era quello che faceva parte della mia infanzia, erano quelle le cose alle quali ero abituata.
Faceva così male.

Scegli di stare dalla mia parte, per una volta, cerca di aiutarmi. Cerca di capire.

"Capire cosa, padre?" domandai con un fil di voce.

Che non c'è altro modo in cui io possa esistere. Non puoi esistere nemmeno tu in quest'universo inaffidabile.
Sei un demone, Rachel, tu ti nutri della sofferenza delle persone. Sei come me.

"No, sono una mezza demone." puntualizzai. "E come tale posso decidere cosa diventare."

Sciocca, questo tuo atteggiamento ti distruggerà. E tutto quell'attaccamento ai tuoi amici... è sbagliato.
Arrenditi, sto tornando.

"Non lo farò e nemmeno tu."

Il varco è aperto, figlia mia. Considerami già lì.

Spalancai gli occhi e respirai, finalmente. Però mi venne da piangere ancora.
Era quello che trovavo familiare. Il dolore. La paura. L'odio. Il buio.
Mio padre.
Persino l'intensità dei ricordi che avevo di mia madre impallidiva davanti alla naturalezza con cui riconoscevo la voce e il tono di Trigon.
Decisi che avevo bisogno di stare in compagnia, di chiunque.
Mi asciugai e mi infilai la morbida tunica color latte che Amalia ci aveva consegnato prima che ognuno si ritirasse nella propria stanza, tradendo così con crudeltà il mio adorato mantello buttato sul letto.
Non mi misi le scarpe, lasciai che i piedi rimanessero a contatto con il pavimento fresco.
Un singhiozzo mi colse alla sprovvista, scuotendomi abusivamente.
Conoscevo solo quello.
Tristezza, dolore, paura, buio.
Chi poteva portarmi un po' di luce se trascinavo tutti nei miei guai?
Sei troppo giovane per amare.
Niall non aveva ragione, lui che ne sapeva? Chi aveva amato per tutto quel tempo oltre alla sua defunta famiglia?
Soffrirai perché non sei pronta.
Beastboy era l'unica cosa per la quale valesse la pena lottare, che dovevo fare?
Uscii dalla camera e mi diressi verso la porta dall'altra parte della piccola sala, spalancandola.
A questo punto BB avrebbe potuto essere nudo che non me ne sarebbe importato. No, che dico, me ne sarebbe importato, ma avevo troppe cose da dirgli.
Volevo che rimanesse con me fino alla fine, volevo averlo al mio fianco.
Le parole di Niall risuonavano ancora nella mia testa, alimentando solo la mia determinazione.

"Beastboy?" chiamai.

(Lettore: *inghiottendo una gigantesca cucchiaiata di gelato* Quindi, cosa hai intenzione di fare?

Io: *baffi di cioccolato a parte, dipingendosi un'espressione ispirata sulla faccia* Beh, concluderò con qualche frase melensa, qualcosa di così sdolcinato che se lo dicessero a me vomiterei e poi scapperei via.

Lettore: *alzando gli occhi al cielo* Le persone normali chiamano questa cosa 'romanticismo'.

Io: Vabbe', quella roba.)

"Sissignora, recupererò tutte le rape perdute!" esclamò BB, alzandosi a sedere di scatto sul letto.

Si stropicciò gli occhi, assonnato, e mi scappò da sorridere.
Era così carino. Mi avvicinai al letto a baldacchino e mi sedetti sulle lenzuola leggere, mentre ancora lui si stiracchiava.

"Che succede, Rae-Rae?" sbadigliò.

"Voglio parlare con te." dissi.

"Ma che ore sono?" domandò aprendo gli occhi e guardandosi attorno smarrito.

"Tardi, ma ho bisogno che tu mi ascolti." risposi, nervosa. "Ti prego."

Lui annuì e si sforzò di uscire dalla tana di lenzuola, sedendosi davanti a me e piegando la testa di lato, in attesa.
Presi un bel respiro, di quelli profondi che di solito si prendono per evitare gli attacchi di panico.
Forse stavo per avere un attacco di panico, in fondo. Che potevo dirgli cercando comunque di non sembrare pazza, ma solo... Solo cosa? Infatuata? Presa? Coinvolta?

(Spider-Man: *sclerando* Innamorata! Ecco cosa!

*si accorge degli sguardi stupiti di Elena e Lettore*

Spider-Man: *imbarazzato* Scusate, prosegui pure.)

"Niall mi aveva detto, mentre ero sola ad attendere il momento in cui ci sarebbe stato il matrimonio, che era troppo presto perché io decidessi di stare con qualcuno." cominciai cercando di impedire che la mia voce prendesse un tono malinconico al ricordo del ragazzo. "Che sono troppo giovane per soffrire nel caso ti capiti qualcosa."

<<Ma guarda com'è attento, il vermiciattolo.>> pensai, indignata.
Perché quando gli chiedevo di non usare i miei libri come birilli per il bowling non mi ascoltava con altrettanto interesse?

Temevo di soffocarmi con le parole che dovevo pronunciare."Però io... sono certa che non sia vero. Sono sicura che se ti capitasse qualcosa di orribile adesso o tra dieci anni ne soffrirei alla stessa maniera." lo guardai negli occhi mentre parlavo. "Io non riesco a pensare di... Perderti."

Lui raddrizzò il capo e mi sorrise.
Che razza di droga erano i suoi sorrisi? Mi facevano stare bene e male allo stesso tempo.
Soprattutto in quel momento.

(Lettore: In che senso 'soprattutto in quel momento'?

Io: *alzando lo sguardo dallo schermo* Perché è difficile per lei esprimere i suoi sentimenti, quindi la fiducia e la sicurezza di BB la confonde.

*silenzio*

Io: *sussurrando in modo da non farsi sentire* O almeno spero.)

"Il punto è questo: io voglio stare con te. Voglio averti vicino, per qualche strano motivo, voglio essere irritata dalla tua presenza piuttosto che sentirne la mancanza. Sei talmente importante, BB, che non riuscirei a sopportare la tua assenza." sbottai.

Lui allargò ancora di più il sorriso.
Ma li meritavo, quei sorrisi? Che avevo fatto io di così importante da poter avere tutto... quello?
Mi odiai profondamente per non riuscire a rivolgergliene uno uguale.

"Solo che avervi trascinato in questa faccenda, te e gli altri Titans, avervi coinvolto nei miei problemi..." provai a dire, mortificata.

Mi prese la mano e mi guardò con uno sguardo pieno di partecipazione.

"Io voglio essere coinvolto nella tua vita, Raven, sia nel bello che nel brutto." intervenne. "Non posso tollerare che tu ti senta sola, quando, in realtà, hai me."

Mi morsi il labbro, con le lacrime agli occhi.
Eccoci a parlare della mia esistenza a base di buio, complicazioni, segreti e paure.
Lui era la mia luce, era ciò che mi faceva sopportare tutto quello schifo.
Mi odiavo.
Ero un mostro.

(Spider-Man: Okay, vacci piano con il pessimismo, però.

Io: , scusatemi.

"Io non l'ho scritta 'sta roba.")

"Tu vuoi essere parte della mia vita, Beastboy, nonostante sia pericoloso. E tutto questo mi rende la persona più felice della galassia." ammisi. "Però non posso affrontare Bruce con la sua guerra e mio padre sapendo che tu non esiterai a rischiare la tua vita per la mia. Dovrei pensare anche alla tua sicurezza oltre a tutto il resto, capisci?"

Lui mise una mano sul cuore e raddrizzò le spalle.

"Afferrato il concetto, niente esposizioni al pericolo non necessarie." promise.

Scossi la testa, sorridendo.
Impossibile.
Ero davvero un mostro.

"Non sei serio, BB, non lo farai davvero. Non rinuncerai mai a salvarmi, nemmeno se ne andasse della tua vita." strinsi gli occhi per non vederlo. "Per questo motivo non posso stare con te, non potrò finché non sarà tutto tornato alla normalità."

(Lettore: Che problemi ti affliggono? Elena, non fare brutti scherzi!

Io: *panicata* Non riesco a cancellare le parole!

*tenta ripetutamente di premere il tasto 'cancella' con l'unico risultato di un avviso con su scritto errore.*

Spider-Man: *guardando Elena* La storia ha preso...

Io: *deglutendo* ...vita.)

"Raven, che dici, certo che possiamo stare insieme... Non puoi dire sul serio." cercò di convincermi. "Andiamo Rae, non è un male che io tenga a te."

Trattenni le lacrime ancora una volta.
Perché? Perché era così... Traboccante di speranza? Perché aveva così tanta fiducia nel futuro, nel destino... In me?
Alzai lo sguardo in modo che vedesse, che vedesse che non avrei cambiato idea.
Che quella era la mia decisione.
Che avrei sofferto pur di tenerlo in vita.

(Io: Eh no, cazzo. CELLULARE DEL PINO, SMETTILA DI SCRIVERE ROBA A CASO E RIDAMMI IL CONTROLLO DELLA MIA STORIA!

*si mette a scagliare roba a caso sull'aggeggio depositato a distanza di sicurezza dai tre*

Io: *furiosa* Ci ho messo due libri, DUE DANNATISSIMI LIBRI PERCHÉ QUEI DUE SI METTESSERO INSIEME, DUE LIBRI PER FARLI CONOSCERE, PER FARLI LEGARE... NON MI DISTRUGGI TUTTO COSÌ!

*il cellulare smette di scrivere e torna normale*

*Spidey e Lettore sono ancora rifugiati dietro ai cuscini*

*Elena diffidente prende in mano il cellulare*

*scopre di riuscire a cancellare le parole e tira un sospiro di sollievo*

*l'aggeggio però comincia a tremare, aumentando spropositatamente la luminosità dello schermo*

Io: Ma porca pu...

*Elena viene risucchiata nel cellulare lasciandosi dietro una sottile nuvoletta di fumo*

Lettore e Spider-Man: *spaventati a morte* MA CHE COSA-)

"Voglio che tu sia al sicuro, che la tua priorità sia la tua vita." spiegai, affranta. "Beastboy, ti supplico..."

"Esci dalla stanza, Raven." mi interruppe.

Il suo sguardo non aveva espressione, era completamente vuoto, ma aveva l'aria di chi stesse per esplodere.

"BB, cerca di capire..." tentai di convincerlo.

"Sai cosa, non riesco a capirti Raven, forse perché sono stupido oppure poco sveglio, ma se vuoi che io accetti l'idiozia che hai appena detto devi andartene." sbottò. "Subito."

Mi alzai senza guardarlo di nuovo e ferita mi avviai verso la porta.
Abbassai la maniglia più aggrappandomi ad essa che rimanendo in piedi per conto mio ed una volta chiusa la porta alle mie spalle mi appoggiai alla tavola di legno chiaro, esausta.
Mi lasciai scivolare a terra, per poi abbracciarmi le ginocchia.
Udii il rumore di legno che si spezzava e di qualcosa che veniva squarciato, comprendendo che il letto a baldacchino era stato distrutto.
Qualche secondo dopo lo sentii imprecare con la voce rotta e mi permisi di piangere in silenzio, prima di andarmene.
Alla fine avevo eliminato anche l'ultimo sprazzo di luce che tentava di rendermi la vita più felice.

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