Capitolo 24 (se avesse un titolo sarebbe: errori umani)

BEASTBOY

"Non ci posso credere che mi abbiano lasciato qui!" esclamai furioso, mentre percorrevo avanti e indietro a grandi passi il salone dove Amalia stava discutendo con alcuni dei suoi generali.

"Che cosa c'è che non va qui, Beastboy?" domandò Terra scoccandomi un'occhiataccia.

Allora, come adesso in certe circostanze, i suoi occhi di ghiaccio mi incutevano un leggero timore, qualcosa che mi spingeva a ritornare al mio posto.

"No, ciò che intendevo... Volevo dire che non posso accettare che mi abbia escluso dalla missione." mi corressi.

Si sistemò una ciocca bionda dietro l'orecchio mentre finiva di scrivere la lettera per la centesima volta.

"Forse ci penseresti di meno se continuassi a scrivere. Avrò già fatto il doppio delle tue copie." sorrise. "Inoltre, Robin evidentemente non voleva tensione durante il salvataggio e tu e Raven siete..."

"Io e Raven siamo cosa?"chiesi guardandola dritta negli occhi.

"...una mina vagante pronta ad esplodere." concluse, ritornando al suo lavoro.

Appoggiai la penna e la fissai, aspettando di riuscire a trovare le parole giuste per risponderle a tono.

"Che diavolo ne sai tu? Siamo stati benissimo insieme fino a quando non è arrivato quel maniaco a dare fastidio, quindi non provare a dare la colpa a me." replicai.

Lei mi squadrò con impazienza, come il suo solito. Lei era impaziente, impulsiva, frettolosa, insomma, tutto il contrario di Raven.

"Beastboy, hai fatto un errore, fine della storia. La colpa è tua. Vuoi aiutarmi con queste lettere una buona volta o preferisci piangerti addosso?" domandò seccata.

Mi alzai di scatto dalla sedia sulla quale mi ero appena seduto, arrabbiato.

"Sarebbe colpa mia? Da che pulpito poi!" sbottai.

Si alzò pure lei, facendomi notare che anche se era cresciuta in altezza era ancora più bassa di me.
Ma non per questo aveva l'aria di una da prendere poco sul serio.

"Ascolta bene, piccolo broccolo." sibilò. "Ho già pagato per i miei errori e non ho intenzione di lasciare che me li rinfacci ancora. E comunque, sei stato tu a non dire una cosa a Raven, non tirarmi in mezzo. Sei tu che sei stato egoista e sei solo tu che non ti sei fidato di lei."

Mi sentii montare di collera davanti a quelle accuse.
Strinsi i pugni ficcandomi le unghie nei palmi e mi voltai, andandomene.

"Vado a controllare che Soraya sia okay." borbottai.

Feci qualche passo e sparii attraverso il portone, appena dopo aver sentito Terra sbuffare.
Mi accorsi solo dopo aver percorso metà del palazzo immerso nei miei pensieri che mi stava venendo dietro.

"BB, fermati dai!" esclamò ad un certo punto, mentre imboccavo il corridoietto che portava nella stanza di Soraya.

"Che c'è ancora?" chiesi bloccandomi e fissandola.

Lei mi guardò e si piazzò proprio davanti a me, afferrandomi il mento con aria di rimprovero.

"Se ora ti baciassi, a te andrebbe bene?" mi chiese, con espressione indecifrabile.

"Cosa?" domandai scioccato.

"Posso baciarti sì o no?" chiese ancora incatenando il suo sguardo al mio.

Feci per rispondere un no secco, quando mi accorsi che ero titubante. Perché esitavo? Certo, era carina e tutto, era ancora fantastica a mio parere, ma mi aveva fatto soffrire troppo e poi... Poi c'era Raven. Ma Raven forse non mi voleva più, dato che avevo cercato di impedire l'inevitabile. Non aveva forse reagito quasi come mi aspettavo? Mi aveva aggredito e poi mi aveva ignorato, lasciandomi lì da solo.
Riguardai Terra ed inevitabilmente il mio sguardo si posò sulle sue labbra.

"Bene." commentò lei.

Si alzò in punta di piedi e chiuse gli occhi, mentre io facevo lo stesso.
Per un attimo, prima che sentissi le sue labbra sottili posarsi sulle mie, il mio corpo fu tutto un brivido. Venni attraversato dai ricordi, ricordi che non erano tutti terribili come avevo cominciato a credere. In quell'attimo la mia mano saettò in direzione dei suoi lunghi e morbidi capelli, che sapevano ancora di vaniglia dopo tutto quel tempo.
Eppure, finii inevitabilmente per rendermi conto di quanto fosse sbagliato ciò che stavo facendo.
Il tutto in un attimo, poiché appena fu trascorso un intero secondo mi mollò uno schiaffo e mi spinse contro la parete con rabbia.
Le sue labbra, che non avevo nemmeno sfiorato erano tirate in una smorfia che conteneva tutta la sua furia.

"E Raven come dovrebbe prenderla, Beastboy? Dimmi cosa diavolo dovrebbe pensare se sapesse che, non appena non ti tiene sotto controllo, tu corri da qualcuno che ti possa coccolare come un moccioso quando lei non lo fa." sbraitò fissandomi con disgusto. "Lei ti ama così tanto, perché tu no?"

"Non è vero che non la amo." sussurrai appena.

"Si vede, guarda, non appena ti ho chiesto di pomiciare ti sei arreso subito. È lei che sarebbe scappata dalla relazione oppure tu?" chiese, dura.

"Ho sbagliato." ammisi, più convinto chinando il capo e vergognandomi di ciò che avevo appena fatto. "Non ci sono scusanti, ma... Non lo so. Mi sento così debole. Sono debole."

Mi accasciai al suolo tenendo la schiena contro il muro e tirandomi le ginocchia al petto.

"Sono una persona terribile. Sono egoista, vigliacco, traditore, come può stare lei con uno come me?" continuai, sentendomi sempre più in colpa. "So che adesso non devo fare la vittima, ma il fatto è che sono un idiota che non ha un briciolo di forza di volontà. Mi sono arreso alla prima difficoltà, ma che razza di essere sono?"

Terra si inginocchiò davanti a me e mi mise una mano sulla spalla, rivolgendomi uno sguardo più tenero di quello di prima.

"Sta con te perché ti ama. E tu ami lei, da impazzire. Non hai mai amato me come ami lei, né sarebbe mai potuto essere diverso." mi disse. "Non provare mai più a pensare a un'altra che non sia lei, perché non ne troverai più così. Hai fatto un errore perché sei stato un codardo. Sei stato umano."

Annuii con foga e poi mi rialzai, aiutando anche lei.

"Ascolta, io vado a vedere come sta Soraya, tu va pure di sopra." dissi.

Lei annuì e si avviò verso il salone dal quale eravamo venuti.
Quando non sentii più il rumore dei suoi passi appoggiai la testa al muro e lasciai che delle calde lacrime colpevoli mi scivolassero lungo le guance, cominciando a buttar fuori tutto quello che era rimasto sepolto dentro di me.
Pensai a Raven.
L'avevo delusa, l'avevo delusa, l'avevo delusa.
Dio, quanto ero stupido!
Gliel'avrei detto, non appena l'avessi avuta per un momento tutta per me. Poi avrebbe deciso lei se potevo riscattarmi o no.
Sentii delle braccia che mi circondavano e mi voltai di scatto, vedendo la sagoma indistinta di Terra che mi abbracciava.

"Finirò quelle lettere più tardi, adesso sto un po' qui con te." disse. "Comunque, mi dici quante dannate fragole hai mangiato? Hai le labbra tutte rosate."

E allora risi tra le lacrime, mentre lei mi abbracciava ed io non riuscivo a sentirmi nemmeno un pochino meglio.

CYBORG

"Troviamo Bruce e poi andiamocene da questo posto, fa venire i brividi." commentò Iella guardandosi intorno.

"Fa venire i brividi a te?" domandai guardandola scettico.

"Hai visto quante dannate porte colorate? Tutti questi arcobaleni mi stanno facendo odiare le gemme preziose, il che pensavo fosse impossibile." rispose indicando con un cenno del capo un portone che avevamo appena superato.

"Smettetela di chiacchierare voi due, ci sentiranno." ci ammonì Robin.

Io e Iella ci zittimmo e ci facemmo più piccoli di prima, mentre procedevamo nel corridoio.
In effetti, non pensavo che ci potesse essere una parte del palazzo così... Allegra?
Ricordavo bene le parole di Deathy e Soraya nel descrivere l'ala nord del castello di Niall, un luogo proibito anche per la maggior parte della servitù e della sicurezza, ma quando dissero 'diverso da tutto il resto' non pensavo ad una roba del genere.
C'eravamo finiti quasi per sbaglio, in realtà, imboccando per caso una porticina che sarebbe servita solo a nasconderci dalle guardie che sentivamo arrivare dalla fine del corridoio, con la strana sensazione che cercassero proprio noi.

"Chi ci assicura che Bruce sia qui?" domandai sussurrando, anche se non era il mio forte.

"Perché l'ha immaginato Deathy. Ed io voglio fidarmi di Deathy." rispose secco Robin avanzando ancora di più.

Rimanemmo in silenzio ancora un po', mentre io osservavo lo schermo del mio rilevatore di calore e Iella si guardava intorno nervosa.

"Promettimi che non andremo mai a vivere in un posto del genere." sussurrò appena, abbastanza perché io la sentissi e mi girassi a guardarla stupito.

Non avevo mai pensato ad un futuro per me, o per lo meno non uno che non comprendesse gli altri Titans.
Probabilmente ciò che avevo sempre pensato era che ogni missione poteva essere l'ultima e fino a quel momento il mio lavoro ed i miei amici erano stati la mia unica ragione di vita.
In quel momento però, il commento di Iella aveva risvegliato dentro di me un vulcano di domande senza risposta che non sapevo nemmeno di avere.
Cosa mi avrebbe riservato il futuro e che cosa volevo che mi riservasse? Volevo vivere sempre da supereroe o volevo avere qualcuno in particolare accanto a me? Sì, perché alla fine avrei dovuto scegliere, anche se davanti alle effusioni dei miei compagni avevo evitato di stare lì a sindacare. Andiamo, veramente pensavano che alla fine saremmo potuti essere tutti felici e contenti? Robin e Stella, Raven e Beastboy, tutti loro forse non riuscivano a pensare che il loro partner poteva, chessò, morire o sparire o andare via?
<<Quella pessimista di Deathy mi sta plagiando.>> riconobbi.
Ma in fondo era tutto vero. Quindi, volevo una vita con, appunto, qualcuno in particolare? Ed era la splendida ragazza davanti a me che mi piaceva tanto che volevo fosse quel qualcuno?

"Cioè, non volevo dire proprio 'andremo a vivere', mi sono espressa male..." si corresse risvegliandomi dai miei pensieri.

Le appoggiai una mano sulla spalla e le sorrisi dolcemente.

"Si vedrà prima se usciamo vivi da qui, ma ti prometto che se qualcuno provasse a rifilarci una cosa tanto colorata lo attaccherei per i pantaloni al nuovo razzo che avevo costruito alla torre." dissi.

"Cyborg, stavi controllando lo scanner? Perché io sento un rumore di molti, parecchi passi." sibilò Robin voltandosi di scatto verso di me.

Controllai all'improvviso nervoso lo schermo del rilevatore e sbiancai nel vedere che una trentina di macchioline rosse ci stava raggiungendo, un po' da destra ed un po' da sinistra.

"Dannazione, sono ovunque!" esclamai.

Robin soffocò un'imprecazione e tirò fuori il bastone, che usò prima per colpirmi in testa, per poi mettersi in posizione di battaglia mentre anche Iella creava delle piccole sfere di energia del classico colore rosato.
Trasformai la mano destra in un cannone laser ed attesi sentendomi in colpa per essermi perso nei miei pensieri.
La prima schiera di guardie arrivò da destra con delle lance puntate verso di noi, mentre quella di sinistra giunse con un uomo in uniforme terribilmente familiare.

"Bruce!" esclamammo all'unisono.

"Robin, vedo che non mi hai deluso: li hai condotti tutti nella trappola che era stata escogitata per voi." commentò. "Da bravo, ora china il capo e ordina a loro di deporre le armi. Verrete messi al cospetto del nostro Signore, che vi punirà adeguatamente."

Robin parve esitare, confuso da tutto quello che poteva aver pensato in quel momento.
Poi però strinse ancora di più le mani sul bastone e fissò Bruce.

"Dovrai passare sul mio cadavere." disse prima di lanciarsi verso di lui.
















I'm a person very disturbat!
I know che i have aspettat a lung for send this chapter, but my puzzolenti e polpettosi teachers have riempit me di homeworks! Fuck prof!

E niente, questo capitolo è molto fatalista. Ma diciamo la verità: io sono fatalista.

Comunque vi lascio con una piccola riflessione che ho fatto oggi sotto la doccia (doccia is the new ceppo of Eragon): tutto quello che sentiamo, ogni emozione, ogni sentimento, non è altro che uno stupido e semplice errore umano.

Bacetti bacettosi

Elly

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