Quarto capitolo

Apri piano le palpebre , tutto attorno a lei era sfocato, la testa le girava vorticosamente . Aveva sete, tanta sete e avvertiva il proprio corpo intorpidito. Rimase così a lungo, senza pensare con la testa frastornata, le labbra gonfie e arse. Non riusciva a muovere un muscolo, neppure un dito. Poi , la memoria le regalo' i primi ricordi. L'ansia per Daniel, il viaggio in autostrada e........apri' gli occhi di scatto, un fioco bagliore la circondava. Dov'era? Provo' a muovere un braccio, era libera. Realizzo' di essere sdraiata su un letto, a fianco su un tavolino, un bicchiere d'acqua e una compressa.    Lo prese e lo porto' subito alle labbra assetata com'era!   - Se fossi in te , ci andrei piano, potresti stare male - una voce maschile profonda la fece spaventare, tanto che il bicchiere le scivolò di mano cadendo a terra.  Isabella  tento' di individuare la provenienza di quella voce, con un leggero accento francese .  - Dove sei, non riesco a vederti- furono le prime parole che riuscì a balbettare , le si era gelato il sangue nelle vene.  - Non riesci ancora a vedermi perché sei ancora sotto l'effetto dell'anestetico - rispose con un piccolo tono ironico nella voce. Isabella  senti' l'adrenalina salirle alla testa.  - Ti diverti eh? Ma chi cazzo sei, perché non ti fai vedere stronzo? -Isabella , modera i termini con me altrimenti te ne pentirai- la voce sempre rilassata, senza ombra di nervosismo. La donna aguzzo' la vista e si accorse che era girato di spalle , e che spalle!  Ampie, come quelle di un lottatore . Aveva i capelli scuri, un po' lunghi sopra il colletto del completo nero che indossava.  -Come fai a conoscere il mio nome? Ti conosco forse? -  I modi di quell'uomo le davano i nervi, senza contare che gli aveva fatto cadere il bicchiere d'acqua  prezioso, peggio di un diamante, visto la sete che la divorava. Guardo' giù  e noto' che il pavimento era ricoperto di moquette , quindi   l 'agognato bicchiere non si era rotto nell'impatto , ma il liquido era irrimediabilmente fuoriuscito per terra.  - Non avrai risposte, se continui a comportarti così . - Il tono era decisamente cambiato, risultando più duro, seccato.  - Sto morendo di sete, e l'acqua......- Lacrime di frustrazione e spossatezza, le rigarono il volto. Tutta la tensione accumulata dagli avvenimenti , l'aggredì  improvvisamente . Sentendola singhiozzare, lui si voltò e le si avvicinò al letto. Lei avverti' la sua presenza , e lentamente  alzo' lo sguardo , ma la penombra della stanza, le impedì di scorgerlo in viso. Il suo olfatto prevalse sulla vista e per primo, avverti' un profumo sensuale aleggiare nell'aria. Era buonissimo, speziato come se fosse orientale. Poi scorse il suo viso, i suoi occhi.  Neri, profondi, la fissavano intensamente. Lei senti' il cuore batterle forte nel petto. Quegli occhi erano come gli abissi marini, intensi, oscuri , eccitanti.  Isabella  deglutì rumorosamente , si sentiva come un gatto davanti ai fari di un auto. A poco a poco dalla penombra ,riuscì a distinguerne i lineamenti, gli zigomi alti, le labbra carnose , il naso dritto. Isabella chiuse gli occhi per un momento , in preda alla stanchezza fisica e mentale. Le pareva di sprofondare nuovamente nel buio, ma qualcosa, un frammento di lucidità , le riportarono alla memoria uno sguardo nero, scuro, profondo e bellissimo . Avverti' qualcosa di freddo sulle labbra e poi il profumo intenso , inebriante. La prima cosa che vide , fu un bicchiere di acqua fresca e udì una voce roca che la esortava a bere a piccoli sorsi. Bevve lentamente , l'acqua le placo' l'arsura, ma non totalmente la sete, poiché il bicchiere le venne sottratto dalle labbra. - Isabella , non puoi bere tanto, ti sentirai male. - le sussurrò quella voce. Poco a poco , la vista le torno' e si accorse che l'uomo era seduto accanto a lei, e la fissava con le labbra atteggiate in un sorriso dolce. Lei ricambiò' lo sguardo, leggermente appannato e d'impulso gli sfiorò le labbra con un dito. Erano sensuali e morbide , poi con una mano gli sfiorò il viso, le mascelle. - Hai una pelle liscia e le labbra morbide- gli sussurrò come se fosse in trance, una sensazione di calore le si propagò in tutto il corpo. Lui non rispose, lo sguardo impassibile. - Avanti Isabelle, abbiamo tante cose da fare, devi prendere questa - e le posò sulla mano una pillola -Poi ti manderò una signora gentile che ti aiuterà a prepararti, dobbiamo parlare. - La donna guardo' la pillola con sospetto. - Non ti preoccupare e' solo un antidolorifico , ti voglio sveglia! Dopo aver ingoiato la pillola , Isabella guardo' sotto le coperte: era mezza nuda indossava solo una leggera sottoveste bianca. - Dove sono i miei vestiti ? Chi si è permesso di spogliarmi nuda eh? - gridò scioccata. Una risata sincera irruppe dall'uomo . - Chi vedi in questa stanza eh? - la provoco' con ilarità . Gli occhi ,sgranati dalla sorpresa . -Sei stato tu! Come hai avuto il coraggio ! Lui , le si avvicinò al volto. - Credi non abbia mai visto una donna nuda in vita mia? - Lei soffio' come una gatta. - Non ho alcun dubbio, ma almeno quelle donne erano consenzienti , o preferisci spogliarle quando sono prive di sensi? - Gli occhi di lui persero l'ilarità e divennero freddi. - E' stato solo un dovere, e per tua informazione , il tuo corpo non mi ha fatto ne caldo, né freddo ! - Se il corpo femminile non ti fa effetto, vuol dire che non ti interessano le donne, forse.....- insinuo' velatamente. Lo sguardo di lui divenne di ghiaccio. La sua mano le sfiorò la sottoveste leggera, che comincio' a salirle dalle cosce in su, verso il pube. -Vogliamo provare? - la stuzzico' . Il tocco leggero della sua mano sulla pelle le provoco' una forte sensazione di calore. Un gemito le sfuggì dalla gola, chiuse gli occhi mentre la pelle le formicolava è un brivido la travolse. Lui le fece scendere una spallina e il suo seno florido uscì allo scoperto, i capezzoli si indurirono all'istante , pronti per essere accarezzati. Ma lui non fece niente di tutto questo, si alzò bruscamente dalla sedia, come se si fosse scottato. -Basta con questi giochetti signorina, ora ti mando Elise, ti voglio pronta tra mezz'ora - le ordino' seccamente. - Non ho bisogno di nessuno - ribatté Ma lui era già alla porta, la mano sulla maniglia . - Dimmi almeno come ti devo chiamare ? - gli chiese . - Chiamami Roy- e se ne andò .

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