Prologo

Le nuvole, dense e violacee, scaricano su Londra una pioggia acida e maleodorante; le urla dei cittadini, mentre le gocce putride corrodono le loro vesti e la loro pelle, si riverberano, imperiose.
Un fulmine, uno delle dozzine che ogni secondo si abbattono al suolo, in pochi chilometri quadri di superficie, colpisce il Big Ben: l'orologio, divorato dalle fiamme, comincia a suonare, inesorabile, allo stesso ritmo, mentre gli elicotteri delle forze dell'ordine si abbattono al suolo, danneggiati dalla pioggia.
Il Tamigi si scaglia, furioso, contro i pilastri del London Bridge, facendolo traballare; gli automobilisti lasciano le loro auto, decisi a affrontare la pioggia piuttosto che morire annegati nel crollo del ponte.
Solo un ragazzo e una ragazza restano lì, in piedi, mentre il ponte vacilla sotto i loro stessi piedi, la pioggia striscia sulle loro guance, rigandole di sangue, sotto un cielo rischiarato solo dalle saette.
Non un solo gemito di dolore.
Non sono poi più tanto sicuri di poter sentire dolore.
-Sei pronto?- chiede, Selena, sforzandosi di distogliere lo sguardo dallo spettacolo di Londra in fiamme.
Aveva sempre sognato di vederla.
Non credeva che sarebbe stato proprio alla fine dei giorni.
-Certo-
-Wow! Non ti facevo tanto eroico- fa, lei: neanche nell'Apocalisse avrebbe fatto a meno del suo sarcasmo.
-Non lo faccio per loro. Lo faccio per Wert-
La voce di Carlos, roca e stanca, sarebbe stata l'ultima che avrebbe sentito? Selena non riesce a capacitarsene.
E lei?
Lo sta facendo per Zares?
Sorriso amaro. L'ultimo sorriso che le viene concesso.
Certo che no.
Lei sta praticamente uccidendo l'uomo che ama.
La vita di Zares, in cambio dell'intera umanità?
E il Big Ben suona, frenetico, scandendo gli ultimi tremendi istanti del mondo, mentre quelle urla la supplicano, cariche della disperazione di centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini, e le ordinano l'ultimo
estremo
aberrante
sacrificio
-E tu, Selena?
Sei pronta?-

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