Epilogo
EPILOGO
Un caleidoscopio di luci illuminò il cielo sopra villa Sanchez. Un tappo di sughero inaugurava il nuovo anno.
-Buon 2008, sorellina-
Giacomo abbracciò Selena, che notò con piacere le sue guance rosse e il sorrisetto spensierato.
-Non sei abituato al vino rosso, eh?-
Per tutta risposta, il fratello bevette un bicchiere di champagne in un sorso, e attaccò a ridere.
-Figliolo- fece loro padre, dandogli una pacca sulla spalla -Credevo che reggessi meglio l'alcool. Sei proprio come tua madre-
La signora Gaspares baciò dolcemente il marito -Ragazzi- disse, reggendosi appena alla sua spalla -i nonni vogliono fare una partita a tombola. Partecipate-
-Sì, arriviamo tra un attimo-
Rimasero soli. Selena non riusciva a non sorridere, alla vista di suo fratello.
-Mi mancava sai?-
-Cosa?-
-Mio fratello-
Il giovane aggrottò la fronte -Anche se nella Dimensione Beta il tempo scorreva sicuramente più lento, non credo che siano passati più di tre giorni. Io ti pensavo morta, ma tu...-
Lei scosse la testa -No, no. Mi mancava questo fratello- continuò, posando l'indice sul suo petto -Quello che, quando non mi rompe le scatole, sa lasciarsi andare-
Giacomo dovette ammettere che aveva ragione. Erano anni che non si lasciava andare.
-Mi sento vivo, Selena. Sono felice. Sono al primo anno di università, ho una famiglia stupenda, ho Patricia...-
-Credi che la farai mai venire qua?-
Lui annuì appena -Assolutamente. Voglio che veda il mio mondo. Voglio che ne faccia parte-
-Wow! Sembri serio-
-Non lo so...- sussurrò barcollando appena -Ma sono felice. Questo sì-
Lei sorrise -Sicuro di non essere in una illusione di Numero Uno?-
-Ah-AH. Credici o meno, ma le sue illusioni erano meno realistiche di quanto immagini-
-In che senso?- chiese lei, pensando al suo sogno.
-Me ne sono accorto quando ha cercato di proiettarmi in un mondo...normale. Senza mondi paralleli, ecco. Ha cercato di ricostruire il mio universo, la mia scuola, i compagni, Patricia, te... ma partendo dal presupposto che fossimo tutti...della stessa pasta-
-Continuo a non capirti. Hai bevuto troppo per fare filosofia!-
-No, no, ascolta!- insisteva quello -Ho guardato negli occhi la mia ragazza, e in quei occhi ho trovato lo stesso buio che regnava in quelli di Numero Uno, come in ogni persona nella illusione. Eravamo tutti Unità...senza anima-
-Forse...ma io credo che Numero Uno avesse un'anima, anche se non sapeva che farsene-
Giacomo alzò le spalle, e fece per andare nel salotto, quando si rese conto che Selena non lo stava seguendo. Osservava qualcosa alla porta finestra. Aguzzò gli occhi: Carlos osservava i fuochi d'artificio. Era solo.
-Ti stiamo aspettando, ok?-
Lei annuì, senza nemmeno fare troppo caso alla sua espressione imbronciata. L'odio nei confronti di Carlos non sarebbe stato facilmente placato. Non era nemmeno certa che potesse avvenire qualcosa del genere.
-Ti ho già detto che sei molto bella, stasera?-
Selena ripensò alla giovane donna che, tre ore prima, aveva visto riflessa allo specchio. Sì, si sentiva bella dentro quel vestito azzurro. Distolse lo sguardo, e lo piantò sulle luci che piroettavano dalla spiaggia fin sopra le loro teste.
-Grazie per il cd- fece lui.
Selena dovette fare un enorme sforzo per ricordare il regalo che gli aveva portato il giorno di Santo Stefano.
-Lo hai guardato?-
-Sì, certo...come hai ottenuto i filmini della mia famiglia?-
Selena guardò in basso, imbarazzata -Ho chiesto al maggiordomo, quell'Alfred o Albert...un tipo davvero in gamba. Ho pensato che rivederli ti avrebbe fatto piacere...-
-Così è stato, credimi- fece lui, prendendola per mano -Grazie. Di tutto-
-Dovrei essere io a ringraziarti per avere ospitato tutta la mia famiglia nella tua villa-
-Non dirlo nemmeno per scherzo. L'ho fatto con piacere. E, poi, ho tanto da farmi perdonare-
Un'ombra calò sui suoi occhi. Selena si affrettò a scacciarla -Nessuno qui ti giudica-
-Solo perché non sanno...-
-Ok!- esclamò quella, alzando le mani al cielo -Io so! Nessuno su questo balcone stile vittoriano è venuto qui a capodanno per giudicarti! Io non ho il diritto, lo sai...-
Carlos scosse appena la testa -Sei sicura di averli uccisi? Ho fatto setacciare la zona dai miei migliori investigatori. Non hanno trovato una sola traccia-
Un lieve sospiro -Vorrei che fosse così. La traccia c'è. È una macchia, nel mio cuore-
-Abbiamo scoperto che non ci sono cavalieri senza macchia. E nemmeno cavallerizze-
-Sì, certo...spero solo che nessuno lo venga mai a scoprire-
-Non lo dirai ai tuoi?-
Notò le sue dita che si intrecciavano -Non posso. Lo vorrei, ma non è il caso. Sarebbe difficile da spiegare, no? Sono tornata da una dimensione parallela, nella amnesia più assoluta, e con un bastone elettrico ho fulminato sei uomini che, nelle migliori delle ipotesi, mi avrebbero ucciso-
-Chiunque avrebbe fatto lo stesso-
-Ecco bravo! Questo vale anche per te-
Chiamò con un dito il cameriere -Due champagne, per favore-
-Subito, signorina-
Aspettò che richiudesse la porta finestra -Eri disperato. Eri solo. Con mio fratello! Quale maggiore sciagura!-
Ebbe un tuffo al cuore, quando gli strappò un sorriso -Dimmi che sarai felice, Carlos-
Gli porse il bicchiere. Lo prese, per poi sporgersi appena dal balcone.
-Sì, lo sarò, Selena. Ma non qui-
-Quindi, hai deciso?-
Quello annuì -Sì. Mi sistemo da Wert-
-Certo! Perché accontentarsi di essere l'erede di un impero industriale, quando puoi essere il sovrano degli elfi?-
-Al momento, sono il tipo che vive con lei. Vedremo poi cosa fare-
-Fammi un favore: dai un occhiata a Zares, di tanto in tanto-
-Fammi tu il favore di tenerlo lontano da Wert!-
-Non rinuncerà mai alla vendetta-
-Ok, ma per le feste lo potresti tenere qui?-
-Non solo per le feste, se tutto va bene-
-Che intendi, scusa? Non mi dire...-
-Non è ancora detto, ma...se lui si trovasse un lavoretto qua, potremmo vivere tranquillamente insieme. Una coppia all'insegna della normalità, o, quantomeno, senza un coltello sotto il cuscino-
-Poveri noi! Sembra che sia la fine di un'era-
-Sì. Un'era di incertezze, di confusione, ma anche di...-
-...innocenza-
-E il tutto in cambio di un nuovo inizio-
Gli porse il bicchiere, per un brindisi -Alla seconda occasione, che la vita generosamente ci offre-
Un tintinnio dei bicchieri di cristallo che si sfiorano.
Selena sorrise -Da non sprecare-
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