capitolo quattro: una cartuccia famigliare

Michael non capiva come Tina fosse riuscita a convincerlo ad andare a fare shopping e soprattutto non riuscivo ancora a capacitarsi del fatto che Tao appoggiasse l'idea della amica, ma in fondo comprare qualche felpa nuova non gli avrebbe fatto male. Era così abituato a non farsi più una passeggiata decente che i suoi vestiti iniziavano seriamente a stargli troppo piccoli, erano andati nel loro negozio dell'usato preferito dove trovavano le cose più strane, felpe con loghi improbabili a vestiti proveniente direttamente dagli anni settanta, quando alcuni dei loro genitori erano ho appena nati ho comunque dei bambini. Era un piccolo negozio ai confini della città infatti da casa di Michael ci voleva all'incirca mezz'ora a piedi, mentre era un po' più facile arrivarci in macchina, ma non voleva scomodare il padre, quindi aveva deciso di andare da solo con i suoi amici, erano entrati da circa mezz'oretta e ancora niente sembrava averli colpiti particolarmente, Tina si era soffermata su alcuni cerchietti che la signora Maison, la proprietaria, le aveva subito portato per farle dare un'occhiata. Tao non aveva potuto fare a meno di ridere perché non ce n'era uno che non fosse ho colorato o pieno di fiori tutto nello stile di Tina. -Scommetti che riesco a convincerti a comprare questa felpa?- Aveva detto il suo amico spostandosi un ciuffo nero dal viso prima di allungargli una felpa rossa con dietro l'immagine di pac-man e Michael non poté fare a meno di sorridere, quella felpa era retrò proprio come piaceva a lui e allo stesso tempo richiamava la sua passione per i videogiochi. La prese dalle mani del suo amico per andare a guardarsi davanti allo specchio, si appoggiò la felpa addosso per capire più o meno a occhio, se la taglia fosse minimamente la sua. D'altra parte Tao aveva adocchiato un paio di anfibi borchiati neri che non si sarebbe lasciato scappare per nessun motivo al mondo. Michael sospirò, quella felpa era decisamente enorme per lui, cosa che non era molto sorprendente, visto che per essere un ragazzo aveva una massa muscolare davvero imbarazzante, non perché non facesse Sport semplicemente sembrava che la genetica non fosse dalla sua parte (E anche perché, Ok faceva sport, ma il meno possibile) << ragazzi! cosa ne pensate?>> Entrambi si girò verso l'amica e non poterono fare a meno di sorridere, Tina era veramente alta, per essere una ragazza sfiorava il metro e ottanta. Questa cosa le aveva fatto guadagnare più di una volta l'attenzione del prof di ginnastica ,che cercava di convincerla a entrare nella squadra di basket della scuola. ma dall'altra parte era rimasta la solita ragazza delicata dei ricci biondi ed i vestiti pieni di fiori e ghirigori strani. E il suo apparecchio che metteva ancora più in evidenza il suo sorriso. Stava indossando un cerchietto pieno di fiori finti che passava da piccole Rose a dei Girasoli un po' più grandi, certo era quel tipo di accessorio più adatto a una festa in maschera, ma su Tina gli dava un'aria ancora più fiabesca, così come una fatina dei boschi.
<<Bosco, atro non ha mai avuto una bellezza come te o mia bellissima Dea degli elfi>>E la prese in giro Michael facendo ridacchiare l'amica che non ci pens due volte a mettere il cerchietto nel suo cestino. Mentre i ragazzi tornavano ai loro acquisti, Michael mise in quella specie di cestello che davano all'entrata la felpa, cercano anche un paio di pantaloni decenti. Anche se lui voleva soprattutto che non fossero di jeans, altrimenti sua madre sarebbe seriamente impazzita, ma qualcosa attirò ancora di più la sua attenzione, si trattava di un vecchio paio di cuffie di quelle con ancora i loghi attaccati alle estremità, erano piene di adesivi e molto probabilmente si sarebbero a malapena adattate al suo telefono, ma non poteva non trovarle assolutamente grandiose, senti gli occhi pizzicare per le lacrime, si ricordò del fatto che Benjamin aveva delle cuffie praticamente identiche, con un paio di adesivi attaccati sul logo di qualche stupida confezione dei cereali. Ma si ricordava benissimo come l'amico avesse il vizio di mettersele per ascoltare la musica, quando era nervoso e subito il ricordo li fece venire un magone alla gola <<Va tutto bene? sei diventato pallido ragazzo mio>>La signora Maison gli tocca gentilmente una spalla facendolo sussultare, Michael che si giro a guardarla. Era una signora sui sessant'anni molto curata, che vestiva come una vera e propria hippie con maglie larghe, pantaloni di quegli strani tessuti ecosostenibili per non parlare di tutte le perline e fasce che indossavano i grandi capelli ricci e bianchi. nonostante fosse dall'aspetto insolito era davvero bene apprezzata in tutta la città, non solo perché aiutava tutti facendo donazioni di vestiti e di altri oggetti per le famiglie in difficoltà, ma anche perché ogni volta che qualcuno aveva bisogno di una mano si proponeva sempre per prima che fossero piccoli lavori in una casa o guardare i bambini. Lui sorrise prima di annuire e cercare di calmarsi non poteva di certo avere un crollo in mezzo al negozio, la signora Mason non riusciva a non provare un gran dolore nel vederlo così. D'altro canto sapeva bene quanto quel povero i ragazzi stesse soffrendo. Aveva provato più volte a convincere i suoi genitori a prendersi un po' di ferie per portarlo lontano da quella città. lei più di tutti aveva sofferto per la morte del piccolo Benjamin, gli aveva fatto da baby-sitter per molti anni quando il padre aveva ancora un lavoro stabile e non era la persona pessima che e violenta che era tutt'ora.

<<Se la cosa può interessarti mi sono arrivati dei videogiochi qualche giorno fa sono un po' vecchiotti, ma so che ti piacciono>>La signora Maison sperava che Michael si sentisse a suo agio il più possibile. Gli indicò il piccolo scaffale dove erano appoggiati i videogiochi, purtroppo non ebbe cuore di dirgli la storia dietro quel piccolo acquisto che aveva fatto in una città lì vicino. Un povero ragazzo si era infatti tolto la vita e la madre si era voluta sbarazzare di tutto quello che riguardasse il figlio nei suoi ultimi mesi di vita. Tra questi c'erano anche dei vecchi videogiochi che la signora Maison aveva preso per il suo negozio, e se sapeva bene qualcosa era che Michael ora come ora non aveva bisogno di sentire storie su morti e cose simili, Michael le sorrise annuendo prima di andare a dare un'occhiata a quello scaffale, in effetti era pieno di cartucce vecchio stile di cui lui, tra l'altro, non aveva una console adatta. Poi si ricordò che Ben ne aveva una e sapeva benissimo dove si trovava. Non riuscì a non pensare al fatto che il padre non avesse mai svuotato la stanza del figlio, con la sorpresa di tutti. Infatti si era comportato come un vero e proprio padre addolorato, ma i suoi occhi rimaneva comunque feccia, per quanto si mostrasse disperato per la morte del figlio. Ma a lui non importava. Poteva benissimo anche dire la verità, ma gli occhi di Michael era comunque un bastardo che sarebbe dovuto crepare al posto del figlio. Si morse leggermente il labbro cercando di scacciare quei pensieri, in fondo aveva promesso di distrarsi in quella giornata non poteva sempre rimuginare sulla stessa storia, decise di prendere la cartuccia di un gioco che riconobbe subito, era una delle primissime versioni di Zelda. Non riusciva a ricordarsi il titolo per intero, ma probabilmente lo avrebbe ricordato una volta a casa, e già che c'era si era messo in testa di andare a prendere la vecchia console dalla camera di Ben. In fondo non era la prima volta che si intrufolava di nascosto nella stanza del suo amico.

Più di una volta aveva rischiato di beccarsi una denuncia, ma non gli importava, forse era un po' meschino contare sul fatto che suo padre era un poliziotto e avrebbe cercato di far chiudere un occhio se l'avessero beccato. Ma non gli importava della reazione del padre di Ben, tutto quello che voleva era semplicemente poter rivivere ogni tanto dei ricordi dell'amico positivo e se per farlo avrebbe dovuto fare un'infrazione in quella casa (cosa non vera, visto che sapeva semplicemente dove tenevano la chiave di riserva. quell'idiota continuava a tenerla sotto il tappeto all'ingresso vicino a una pianta) alla fine mise il videogioco all'interno del cestino e tornò a guardare i suoi amici. Tao era intento a provarsi una vecchia giacca di pelle e se conosceva abbastanza Il suo amico, probabilmente a casa l'avrebbe modificata con un sacco di borchie, mentre Tina si è girato subito verso di lui facendo cenno con la mano <<Sono felice che siamo tornati in questo negozio, ne avevamo davvero bisogno. Domani potremmo uscire di nuovo, che ne dici?>> Michael guardò Tina e le sorrise, la ragazza gli aveva chiesto tutto questo con un tono dolcissimo, perché in cuor suo sapeva quanto quest'ultima fosse preoccupata per lui, era stata quella che più di tutti era venuta a trovarlo a casa aveva cercato di spingerlo a concentrarsi di nuovo sugli studi <<So che sta per uscire un nuovo film Marvel, quindi mi sembra un'ottima idea. Che ne dici? Io te e il nostro Tao di fiducia?>> Tina sorrise entusiasta al sentire quelle parole uscire dalle labbra del suo amico, si girò verso Tao che si ritrovò ad alzare gli occhi al cielo ridacchiando, non sopportava la Marvel. Ma quasi quasi avrebbe ingoiato il rospo, se poteva dire una bella giornata al cinema, come ai vecchi tempi con i suoi due amici. Si prese la briga di prendere i carrelli di tutti e tre per andare a pagare nonostante le lamentele di Michael perché non voleva fargli spendere soldi, ma Tao insistette dicendo che comunque non avevano festeggiato il suo compleanno l'anno scorso e quindi doveva ricambiare in qualche modo. Per quanto riguardava Tina non accettava un no come risposta, voleva comprarle quei cerchietti che gli piacevano.

Sulla via del ritorno Michael si inventò una scusa per dividersi dei suoi amici, dicendogli che la madre li aveva chiesto di passare in pasticceria a prendere un dolce per quella sera e che quindi doveva aspettare che fosse pronto. Ma in realtà avrebbe fatto il giro lungo per arrivare a casa di Ben, ma non voleva che i suoi amici si trovassero nei guai a causa sua. In fondo era lui che voleva recuperare quella vecchia Console e non avrebbe messo nei guai Tina e Tao solamente per questo, una volta giunto davanti alla casa del suo amico, guardò sotto il tappeto proprio accanto al vaso. Dove c'era quella orribile finta pianta (almeno avesse provato a metterne una vera per togliere un po' di dubbio)ma probabilmente il padre di Ben era troppo stupido per pensarci. Entrò lentamente cercando di fare il meno rumore possibile, non c'era un solo suono in tutta la casa e le luci erano spente, quindi forse aveva avuto la fortuna di non dover incrociare il padre di Ben. La casa era più disordinata del solito.

Non era sporca, semplicemente sembrava che nessuno si decidesse a mettere ordine. Michael decise di non guardarsi troppo intorno, altrimenti le sarebbero tornati alla mente troppi ricordi,salí velocemente li scalini al piano superiore e si fermò davanti alla porta della camera di Ben, nessuno l'aveva più chiusa da quella volta ed era sicuro che il padre di Ben non avesse mai preso in considerazione l'idea di farlo. Prese dei respiri profondi per calmarsi,in fondo non era la prima volta che andava li. Spinse leggermente la porta per entrare ma sussultò quando trovò il padre di quest'ultimo seduto sul letto, stava osservava una foto. La barba bionda era un po' più lunga di come si ricordava e i capelli erano stati tagliati in modo davvero caotico, indossava una maglietta a quadri e dei pantaloncini neri macchiati di quella che sembrerebbe candeggina o qualsiasi cosa scolorisca i vestiti<<Ormai vieni in camera sua, almeno due volte al mese>> Michael non disse nulla e guardò la foto che l'uomo teneva in mano, la riconobbe subito per via della cornice, era quella che Ben teneva di quando lui era piccolo e sua madre era ancora in vita. Subito la rabbia prese possesso di Michael, come poteva quell'uomo avere uno sguardo così triste. Anzi come si permetteva ad avere uno sguardo triste e abbattuto davanti alla foto del figlio? Che fino a qualche anno prima riempiva di botte nelle sue giornate no.

<<Era il mio migliore amico. Io gli volevo bene... a differenza sua>>L'uomo alzò gli occhi verso il ragazzo edMichael si ritrovò a fare un passo indietro. Non credeva di aver mai visto uno sguardo così distrutto in quell'uomo. Ma non gli importava, sapeva che se lo meritava, poteva anche smettere di bere e diventare l'uomo più altruista del mondo, ma non avrebbe mai dimenticato tutto il male che ha fatto al suo amico e soprattutto la vita di merda che era costretto a vivere, la stessa vita che lo aveva spinto a fare quello che ha fatto<<Benjamin si arrabbiava sempre se usavo dire qualcosa di negativo su di te... Michael di qua Michael di là>>>L'uomo si alzò barcollando leggermente, più per la stanchezza che per l'alcool che aveva in corpo, per poi avvicinarsi al ragazzino. Non era affatto minaccioso, anzi sembrava fosse lui sul procinto di crollare da un momento all'altro. Michael comunque sostenne il suo sguardo e poi si spostò di lato, non si fidava di lui non importava il suo sguardo aveva imparato a non fidarti mai di chi era un pezzo di merda dalla nascita, L'uomo si fermò a guardarlo con i suoi occhi azzurri che Michael trovava così diversi da quelli del suo amico, erano più sporchi come dell'acqua dopo che ha piovuto <<Voi due non eravate semplicemente amici, non è vero?>> Michael poteva sentire le sue dita iniziare a dolere per quanto Stesse stringendo i pugni, si stava distruggendo il labbro inferiore mordendolo con forza, per non iniziare a urlare. l'ultima cosa di cui mi aveva bisogno era attirare l'attenzione dei vicini, però deciso di sostenere lo sguardo dell'uomo caricando il suo con tutto l'odio che provava in quel momento<<Questi non sono affari suoi. Non sono affari suoi dal momento che non ha mai pensato a suo figlio! dal momento che sia accorto di lui solo quando l'hanno trovato morto in un cazzo di lago!>> L'uomo rimase fermo li sul posto senza dire niente, si lasciò sfuggire solamente un piccolo sospiro, prima di abbassare lo sguardo e cercare qualcosa nella tasca dei suoi pantaloncini, tira fuori un mazzo di chiavi dove c'era attaccato un Digimon come portachiavi e subito lo porse a Michael che lo guardo sorpreso. avrebbe riconosciuto quel portachiavi ovunque. Guardò L'uomo con sorpresa, non riuscendo a dire neanche una sola parola e prese lentamente le chiavi. Aspettò che il padre di Ben uscisse dalla stanza prima di riuscire a ricominciare a respirare normalmente, non poteva crederci che gli avesse dato spontaneamente le chiavi del figlio, era forse un invito a poter venire lì quando voleva? Cosa pensava? che adesso all'improvviso gli sarebbe stato simpatico o avrebbe provato appena per lui? dall'altro canto non aveva voluto dire niente per non lasciarci sfuggire quell'occasione. Guardò il piccolo mazzo di chiavi. C'erano quelle delle varie serrature delle camera di Ben e ovviamente quella della porta, ma ce n'erano anche altri due molto più piccole e non credeva di aver mai visto usare dal suo amico.

Si sedette sul letto ancora perfettamente in ordine. Sopra però c'era un po' di polvere, come se nessuno avesse pulito da un po'. guardò il mazzo di chiavi per poi guardarsi intorno, era venuto lì per un motivo dopotutto e doveva ancora tornare a casa prima che i suoi genitori si preoccupassero, si alzò e aprí l'armadio del suo amico in cerca della vecchia console. Sapeva che la teneva lì per evitare che il padre gliela buttasse in un impeto di rabbia, ma non poté fare a meno di abbassare gli occhi su uno zainetto abbandonato a terra, era quello d'emergenza per quando veniva a dormire da lui di nascosto, si sedette all'interno del piccolo armadio, che era una specie di cabina all'interno della stanza, e ci guardo all'interno. Non ci volle molto prima che scoppiasse a piangere, riconobbe la felpa verde del suo amico immediatamente, la portò al viso annusandola, anche se sapeva che non era stata indossata per molto tempo, sperava di poter sentire l'odore di quell'orribile profumo che Ben continuava a mettersi dicendo che era da vero macho <<Mi manchi così tanto>>Si lasciò sfuggire prima di appoggiarsi con la schiena contro la parete della cabina armadio, scendendo piano piano fino a trovarsi seduto sul pavimento e stringendosi al Petto o quella felpa. Guardò ancora all'interno dello zaino trovandoci vari vestiti, delle cuffiette, il suo iPod completamente graffiato che si ostinava a portarsi dietro anche se ormai era mezzo rotto, ma un'altra cosa attirò la sua attenzione e non era nello zaino. Era dietro di esso, una piccola cassettina blu di quelle che si usano al posto dei salvadanai per conservare i soldi.

uando vide la serratura e quanto era piccola capì a cosa serviva almeno una delle due chiavi all'interno del portachiavi dell'amico. All'inizio era tentato di aprirlo, ma sì limito a mettere tutto nello zaino, sia la cassetta che la felpa, oltre alla consolle il resto lo lasciò al di fuori dentro all'armadio, si mise lo zaino del suo amico in spalla. Decise di non uscire dall'entrata principale, sapeva che c'era ancora la scala che poteva usare per calarsi dalla finestra, era un po' arrugginita, ma era sicuro che avrebbe retto il suo peso e per sua fortuna fu così. Non disse una sola parola per tutto il viaggio, era troppo immerso nei suoi pensieri, tanto che non ricambiò neanche il saluto di uno dei suoi vicini come era solito fare, semplicemente filó dentro casa e salí velocemente le scale, immaginò che i suoi genitori; non ci fosseró visto che non gli sentì, evidentemente dovevano essere usciti a fare qualche commissione. Ma Michael si dovette ricredere quando senti la TV dalla camera dei genitori gli bastò ascoltare attentamente qualche secondo per capire che c'era la madre in casa, visto che stava guardando quel vecchio giallo che le piaceva tanto di cui non si perdeva mai un episodio, cerco di fare il meno rumore possibile.

Una volta in camera appoggiò delicatamente lo zaino sul suo letto iniziando a svuotarlo, guardò la vecchia console con nostalgia. Era una di quelle che aveva un sacco di cavi da dover collegare alla TV, due controller e una piccola apertura sopra dove incastrare la cartuccia, uno dei cavi del controller era stato riparato con dello scotch in modo un po' approssimativo e si ricordava di quelli incidente. Lui è Ben stavano giocando quando per alzarsi e andare a prendere qualcosa da bere, quest'ultimo era inciampato sul cavo e aveva spezzato la guaina protettiva. era subito andato nel panico perché quella consola gliel'aveva regalata sua madre e Michael dopo un paio di minuti intento a calmarlo aveva trovato dello scotch in casa per aggiustarlo. Per fortuna era quel isolante, quindi il filo non solo può riparato ma non sembrava dare alcun problema <<lo sapevo che mi sarebbe tornato utile questo vecchio televisore>>Visto che gli piacevano i videogiochi vintage aveva voluto tenere quel vecchio televisore in camera sua a differenza dei genitori che invece ne avevano comprati due al plasma più moderni, ma in fondo se voleva vedere un film bastava semplicemente che avvertisse che quella sera avrebbe visto qualcosa lui in sala, quindi non era un problema. Michael ci mise un po' a collegare la console perché non riusciva a ricordare bene dove andassi ogni filo, ma dopo una decina di minuti e un paio di fanculo lanciati al nulla riuscì nel suo intento. Provò a inserire la cartuccia, ma il gioco sembrava non volersi avviare così gli diede una pulita con un panno, forse era la polvere che non la faceva andare bene, una volta avviata si rese conto di una cosa, c'era qualcosa di strano nel gioco. Sembrava quasi glitchato o comunque c'era qualcosa che gli faceva presupporre che fosse una copia pirata <<Speriamo che non mi faccia esplodere la console o qualcosa del genere>>Disse tra sé e sé mentre guardavo il gioco e finalmente si rese conto di quale si trattava majora's mask, uno dei primi giochi diventati di successo della saga di Zelda. Il gioco conteneva ancora un vecchio salvataggio e Michael decise di guardare incuriosito, ma subito senti una morsa stringergli lo stomaco. Quante probabilità c'erano che fra tutti i nomi che il vecchio proprietario poteva avere inserito per salvare i dati ci fosse proprio quello di Ben? alzò gli occhi al cielo mettendosi le mani nei capelli, sembrava una specie di scherzo schifoso del destino, semplicemente una grandissima presa per il culo cosmica.

<<È uno scherzo? È un fottuto scherzo?!>> La sua mente era confusa. Da una parte era stato lui ad andare a casa dell'amico per prendere la consolle e quindi sapeva che era inevitabile che sarebbe finito a pensare a Ben, ma dall'altra parte non riusciva a non trovare tutto quello assurdo, perché fra tutti i nomi che potevano esserci in una cartuccia trovata letteralmente nel nulla doveva esserci proprio quel nome? Guardò l'icona del videogioco con il nome inserito e pensò sul da farsi. cosa voleva fare? Iniziare seriamente a giocare oppure cercare in qualche modo di cancellare il salvataggio? Anche se effettivamente non riusciva a trovare l'opzione che gli permettesse di cancellare i vecchi salvataggi. Alla fine spense tutto. Quella che poteva essere una bella serata passata a giocare, alla fine sarebbe diventata un'altra serata col muso lungo. La sua porta venne aperta delicatamente, stava già per mandare a quel paese chiunque avesse bussato, quando poi si rese conto che si trattava di sua mamma ,si morse con forza al labbro, prima di gguardarl. Cassandra aveva in mano un vassoio con quella che sembrava essere della cioccolata calda e la cosa lo fece sorridere, Menomale che aveva spento la console in modo da evitare strane domande<<Ha pensato che per fare due chiacchiere con un'amico della cioccolata aiutasse>>Stava per chiedere alla madre di cosa stesse parlando quando vide una figura dietro di lei e subito sorrise riconoscendo Derek, Si erano conosciuti on-line tramite uno di quei videogiochi dove si può anche chattare nello stesso momento, Michael era del tutto restio ad avere a che fare con le chat. Forse per quello successo con Ben, ma Derek aveva insistito e dopo quasi un anno di chiacchiere si era convinto a incontrarlo, visto che comunque stava per trasferirsi nella sua stessa cittadina. Era stato così nervoso quel giorno che aveva preso di nascosto il teaser di suo padre per qualsiasi evenienza. Ma alla fine si era dovuto ricredere, Derek era un ragazzo dolcissimo. Aveva due anni più di lui ed era davvero in tutto e per tutto un ragazzo della personalità incredibile, sia di aspetto che nei modi di fare. era un po' più alto di Michael e aveva una carnagione fin troppo pallida, che metteva in risalto i suoi occhi blu esattamente come i suoi capelli, che per la maggior parte erano tinti proprio di questo colore, mentre il resto dei capelli era di un biondo ossigenato poco naturale. Vestiva sempre con delle magliette con sopra qualche disegno fatto da lui ho addirittura qualche logo di qualche artista emergente, era un vero e proprio appassionato d'arte moderna. Non si ricordava come fossero finiti ad avere una relazione sessuale, non era neanche sicuro che si potessero definire una coppia. Perché per adesso nessuno dei due sembrava voler fare quel passo ,ma si erano trovati subito in sintonia e Michael non aveva potuto trovare piacevole per una volta potersi lasciare andare con qualcuno che non facesse parte della sua cittadina e del suo passato da troppo tempo, quindi si erano ritrovati più di una volta ad avere rapporti. I genitori avevano preso abbastanza bene il fatto che lui fosse bisessuale. o almeno sua madre, per suo padre la storia, era stata un po' più lunga è diversa, ma alla fine aveva deciso che il bene del figlio veniva Prima di tutto, anche se sperava con tutto il cuore che se proprio dovesse mettersi con un ragazzo almeno avesse una relazione stabile. Forse perché non voleva che il figlio fosse scombussolato troppo da delle relazioni non solide.

<<Un uccellino mi ha detto che finalmente sei riuscito a fare due passi e visto che io ho lavorato tutto il giorno, ho pensato di venirti a trovare>>Cassandra sorrise lasciando le cioccolate calde sul comodino del figlio prima di lasciargli un po' di privacy, a differenza del marito, credeva che quella relazione facesse bene al figlio, non solo per quanto riguardava gli ormoni adolescenziali e cose del genere, ma perché secondo lei aveva bisogno di semplicemente qualcuno pronto ad ascoltarlo senza dare pareri personali. E in più Derek gli era sempre sembrato un bravo ragazzo, neanche una sola volta si era comportato in modo strano o aveva messo suo figlio in una brutta situazione.
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Derek sorrise e si avvicinò a Michael lasciandogli una carezza sul volto, cosa che fece arrossire l'altro ragazzo. Aveva sempre adorato il modo diretto di Derek di comportarsi con lui, se voleva accarezzarlo lo faceva, se voleva baciarlo gli girava leggermente il viso con una mano proprio come stava facendo in quel momento, mentre appoggiava le sue labbra sulle sue. Il bacio all'inizio fu lento come se dovesse elaborare tutto quello che stava succedendo, poi piano piano Iniziò a diventare più appassionato tanto, così si ritrovò a lasciarli completamente quel gioco di lingue che non si era neanche accorto di avere iniziato. Si staccò per prendere un respiro profondo prima di appoggiare la testa al petto di Derek,tutti i pensieri riguardanti Ben è strana cartuccia sembravano essere spariti Derek che aveva questo potere. Era come se riuscisse a entrargli nella testa e fargli dimenticare di tutti i suoi problemi per almeno cinque minuti, e se fosse stato per Michael quei cinque minuti sarebbero durati per sempre <<sai... sono passati quasi sei mesi da quando abbiamo iniziato sul serio questa cosa che c'è fra di noi, pensavo che potremmo provare ad avere un...vero appuntamento?>> Michael sentì improvvisamente lo stomaco chiudersi, lo guardò ne suoi profondi occhi blu, non era una decisione alla leggera e in qualche modo stupidamente sentiva di start tradendo quello che c'era stato una volta con Ben. Ma allo stesso tempo desiderava così tanto poter fare quel passo o almeno provarci. Guardò Derek cercando di formulare una frase, ma alla fine si ritrova solo ad annuire con la testa per poi appoggiare la sua fronte contro il petto del ragazzo, nonostante per farlo si fosse dovuto abbassare leggermente. Derek sorrise ma improvvisamente si scostò leggermente dal ragazzo guardandosi intorno come se avesse notato qualcosa di strano, Michael lo guardò con confusione e vide che i suoi occhi erano puntati sullo zainetto che aveva sul letto era abbastanza confuso nella sua reazione, Derek sospirò e torno a sorridere come se niente fosse pochi i secondi dopo <<Ti va di passare una serata solo io e te Netflix e una disgustosa pizza surgelata?>> Michael era tentato di dire qualcosa a riguardo della sua strana reazione, ma il sorriso ti darei lo rassicuro così tanto che alla fine ho deciso semplicemente di dargli l'ok per quella serata in fondo aveva bisogno di distrarsi, anche se non poter fare a meno di gettare un occhio al suo zainetto, più tardi ci avrebbe dato un'occhiata non sapeva neanche lui perché sentiva di dover fare cosi.

Michael chiuse la porta della sua stanza iniziando a seguire Derek,non accorgendosi neanche che il suo televisore si era aperto da solo e che improvvisamente aveva iniziato a emettere un suono statico. Però nessuno nella casa sembrò sentirlo, improvvisamente in tutta la stanza riecheggiò la risata che proveniva dal suo interno. La stanza era completamente vuota, questo era quello che la persona all'interno della TV riusciva a percepire. appoggiò una mano proprio sullo schermo di quest'ultima iniziando a spingere come se fosse fatto di gelatina e con un sorriso corvo in viso, la creatura all'interno della TV inizio a spingersi proprio contro lo schermo di quest'ultimo.


Quando finalmente la sua mano fu fuori, fu molto più facile far passare tutto il resto del corpo la figura prese una forma più umana, visto che appena uscita dalla TV sembrava essere un ammasso di Glitch e di una strana nebbiolina nera, ma per sua fortuna sapeva bene quanto ci volesse poco per riprendere una forma umana. il ragazzo guardò il suo riflesso nella TV che ormai si era spenta i capelli biondi ricadevano disordinati sul viso, messo ancora più in risalto Da quegli Strambi vestiti verdi che si ritrovava addosso le orecchie a punta erano leggermente sporche di cenere, come se ci fosse passato attraverso di colpo e infine i suoi occhi che non erano altro che dei bulbi vuoti con un piccolo puntino rosso luminoso da cui sgorgava fin troppo sangue lungo tutte le sue guance. si guardava intorno divertito. Esamino per bene la stanza cercando di capire chi era il nuovo ragazzino con cui si sarebbe divertito o la ragazzina, anche se da quello che vide poteva dedurre fosse la stanza di un ragazzo, Improvvisamente però perso il suo sorriso quando notò una foto appesa alla parete, appoggiò le mani sulla figura del ragazzo che era in mezzo ad essa con tutta la sua famiglia intorno, ovviamente quello erano i suoi genitori e un piccolo fagottino veniva stretto tra le braccia della madre, ovvero il suo fratellino minore. Rimase parecchi minuti ad osservare quella foto, come se da un momento all'altro potesse succedere qualcosa.

Ben non poté fare a meno che sospirare, come se avessi appena sfiorato la cosa più importante all'interno di quella stanza e nonostante nonostante l'adrenalina ancora in circolo per l'idea di avere davanti a sé una nuova vittima continuasse a farli fremere le mani. lui non poté fare a meno che provare anche un bel po' di gioia<< sono tornato... Michael>> lascio andare contro letto di quest'ultimo divertito stringendo così tanto la coperta sotto di sé da poterla sentire quasi lacerarsi per la forza che usava il destino. Finalmente si era deciso a essere dalla sua parte anche senza dover metterci il suo zampino ed era certo di una cosa questa volta nulla gli avrebbe impedito di stare insieme al suo amico. Nulla e nessuno. Io fondo il suo migliore amico non poteva essersi scordato di lui mi aveva fatto una promessa molto tempo fa e Benjamin sapeva molto bene quanto Michael mantenesse le promesse. Anche perché era una di quelle cose che non gli avrebbe mai potuto perdonare. e chiunque avessi incontrato il demone sapeva bene una cosa, nessuno che gli aveva fatto un torto viveva abbastanza a lungo per pentirsene.






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_Eixin_ ringraziamento speciale a questa ragazza che mi ha aiutato a correggere l'intero capitolo!

Finalmente sono riuscita a pubblicare! E soprattutto a introdurre il personaggio cardine di questa fan fiction. Come al solito se notate errori grammaticali molto gravi per favore non esitate a dirmelo.

Non vedo l'ora di approfondire alcuni personaggi come Derek che è la signora Mason. Entrambe figure importanti per entrambi i protagonisti della mia storia.

Spero che commentate e che la storia vi piaccia

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