Capitolo 6

I giorni seguenti furono molto strani. Violet annunciò in sala grande che ero diventata la principessa della nostra casa. Tutti vollero presentarsi, non importava di quale casa fossero. Ogni studente mi portava rispetto. L'unica cosa che non era cambiata, per fortuna, era il comportamento d'Ilaria e degli altri.

Quella mattina mi svegliai molto presto, anche se fosse sabato. Mi sedetti sotto il davanzale di una delle finestre del dormitorio. La luce riflessa dal fondale del lago nero faceva sembrare i miei occhi e il mio pigiama verdi smeraldo. Cominciai a prepararmi dopo qualche minuto, ora che ero la futura regina dovevo essere molto attenta al mio modo di vestire. Presi una gonna blu notte, una maglia bianca con le righe orizzontali dello stesso colore della gonna e una giacchetta di jeans chiara con le maniche fino a metà degli avambracci e il nodo alla vita, e delle All stars bianche. Indossai il tutto velocemente, poi realizzai una treccia laterale con un nastro in mezzo azzurro, cosicché sembrasse che avessi una ciocca colorata. Per terminare il look aggiunsi anche due bracciali ed un paio di orecchini corti d'argento. D'un tratto vidi Mary Mayt, un'altra delle mie compagne di stanza, con cui non avevo praticamente mai parlato, alzarsi e venire verso di me. MI disse con voce molto titubante:

-Ciao, non so se ti ricordi, ma sono Mary Mayt.

-Certo, siamo in stanza insieme come puoi ben notare.

-Em, si hai ragione. Scusa sono stata scema.- Sospirai.

-Scusami tanto, però ero sovrappensiero e non volevo essere così sgarbata.  Allora come ti trovi qui ad Hogwarts?

-Bene, grazie.- Squittì. Aveva una voce irritante, ecco perché l'avevo ignorata in tutto questo tempo. Non sapevo come liberarmi di lei. Stavo per dire qualcosa, quando la porta del dormitorio si aprì. Era Marlene Scarlet, una delle due "dame di compagnia" di Violet. 

-La regina vuole vederti.- Mi alzai, salutai con un gesto veloce Mary e mi avviai, seguendo la ragazza, fuori dalla stanza.

Percorremmo il lungo corridoio, illuminato solo dalla luce delle grandi vetrate. Nessuno parlava, era quasi inquietante, ma oramai ero abituata a tutto quel mistero. Arrivammo davanti all'ultima stanza del dormitorio, con un tocco deciso l'altra ragazza bussò alla porta e dall'interno si sentì in risposta:

-Avanti.- Entrammo nella grande stanza del settimo anno. Era ordinato in modo quasi maniacale. Sotto la vetrata c'era una bellissima scrivania d'argento con uno specchio. Seduta lì davanti c'era Violet in tutto il suo splendore. Aveva i capelli raccolti su un lato, impreziositi con una spilla preziosa. Indosso aveva un abito azzurro con la gonna in tulle e un corpetto ricamato.

-Vieni, siediti vicino a me.- Indicò una piccola sedia, che raggiunsi immediatamente. 

-Perché mi hai chiamata?

-Avevo bisogno di parlarti. L'anno prossimo io me ne andrò e il mio titolo passerà a te, perciò ci sono alcune cose che dovrai imparare, hai il potenziale certo, ma c'è ancora molto da lavorare.

-Cosa devo fare?

-Per prima cosa dobbiamo lavorare sul tuo aspetto, ovvero sul look.- Mi girò intorno, scrutandomi attentamente, dai capelli fino al vestito. Non appena si fermò continuò dicendo: -Hai un bel colore e il tuo liscio è perfetto, ma sono rovinati e assolutamente poco curati. Non puoi permetterti di tenerli in queste condizioni. Rachel!- Una ragazza corvina si avvicinò a noi. Mi sciolse la treccia e i capelli mi ricaddero sulle spalle. 

-Immagino basti solo questa.- Prese una scatolina con dentro una crema, me la passò e io velocemente la stesi lungo tutte le ciocche. Osservai la mia immagine riflessa nello specchio. I miei capelli diventavano sempre più perfetti, anni di danni scomparvero in pochi istanti.

-Wow!

-Bene. La pelle è perfetta, quindi possiamo andare avanti. I tuoi occhi!

-Cos'hanno?

-Cambiano colore, non te ne sei mai accorta?

-Ehm...

-Sei una metamorfomaga! Strabiliante! Ma dovrai esercitarti un po', non lo controlli per niente.- Non me n'ero mai accorta, però secondo lei come fatto a saperlo già controllare? Il vestito, o meglio il look è carino, ma ti consiglio di lavorarci ancora. Ricorda tu detterai la moda dopo di me e poi dovrai imparare a decidere del destino della vita sociale di molti.

-Va bene.

-Ti farò portare dalle ragazze dei vestiti durante ogni weekend, poi dovrai imparare da sola. Per il momento è tutto puoi andare, però presto ci rivedremo mia cara.- Mi alzai velocemente ed uscii dalla stanza.

Quando raggiunsi la sala grande notai che era già strapiena di studenti. Qualcuno era intento a lavorare sulla montagna di compiti assegnati, ad esempio vidi Viviana, al tavolo di Corvonero, intenta a scrivere su un foglio di pergamena. A quello di Grifondoro, invece, un ragazzo dai capelli neri e gli occhi nocciola era intento a raccontare una storia, ad una folla di ragazzini. Dio era arrivato da "due giorni", eppure era già entrato, come cercatore, nella squadra di Quidditch della casata e si era distinto come genio degli scherzi insieme ai suoi amici. Siamo sinceri, era facile diventare popolare quando sei il primogenito di Harry Potter.

Angolo autrice

Dopo anni e anni finalmente un nuovo capitolo di questa storia. I personaggi che mi avete mandato saranno aggiunti quasi tutti o nel prossimo o nel successivo capitolo.

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