36. Rudy

 

Sette mesi dopo

«Ora può baciare la sposa.» Mi chino e bacio mia moglie. Le urla e gli applausi dei compagni ci strappano un sorriso e voltandoci verso di loro mi sono accorgo che di occhi addosso ne abbiamo veramente tanti. Mia suocera si è fatta prendere la mano, più della metà non so chi siano e, oltre a Dino, il mio testimone e la squadra, pochi altri hanno facce conosciute, ma non m'importa, ho accanto la donna più bella del mondo, e questa è l'unica cosa importante. Appena l'ho vista ho pensato che fosse la sposa più incantevole mai esistita sulla faccia della terra, nel suo abito lungo in seta color champagne, ricoperto da qualcosa che la fa brillare come una stella. Durante la cerimonia all'aperto una leggera brezza le agita i capelli sciolti e porta verso di me il suo profumo da cui ormai sono dipendente. Mio suocero che non riesco ancora a chiamare per nome, l'ha accompagnata all'altare guardandomi fisso per tutta la navata esterna, ma gli occhi che di fatto mi stanno letteralmente perforando sono quelli di Alessandro, il suo testimone, lo avevo messo in conto, e va bene così.

Dopo il consiglio di Stella abbiamo contattato quel suo amico giornalista, fatto uno smielatissimo articolo corredato da altrettante foto al limite della tollerabilità glicemica, che fortunatamente, hanno dato l'esito sperato. Trascorso circa un mese, le occhiate scandalizzate sono finite, dopo due, pure i cori degli ultras avversari, ma le domande e i commenti bollenti degli altri compagni di squadra, in assenza di Alessandro, ancora no. I rapporti con mio cognato? Be', fuori dal campo stiamo attraversando ancora un periodo di rodaggio, che un giorno volgerà al termine, ma sull'erba siamo sempre la coppia di attaccanti da battere di tutta la serie A. Dopo il secondo posto in campionato e il traguardo della semifinale di Champions, è arrivata la proposta del PSG, per cui nove mesi prima avrei fatto carte false. Non l'ho neppure presa in considerazione. In così poco tempo le priorità sono cambiate e io con loro.

Lenoir si è trasferita da me, abbiamo deciso insieme, che questa è e sarà la nostra casa. Nel mese di febbraio ha addirittura mandato a quel paese Marchetti. Dopo le foto ad alto contenuto erotico quel coglione l'avrebbe trasformata in una porno star ma di lì a poco ha ricevuto una telefonata con conseguente offerta per diventare giornalista sportiva di Sky. È stupendo vederla gioire del suo lavoro. Ancora dopo mesi, ogni volta che rientra a casa dalla diretta è entusiasta e soprattutto incredula del fatto che chiedano la sua opinione su rigori e punizioni più o meno regolari e soprattutto angolazioni di fuori gioco, proprio a lei in uno studio di soli uomini. Non indossa un completo da calcio e non rincorre un pallone, ok, ma sono orgoglioso di Lenoire perché si merita tutto quello che, finalmente, è riuscita a ottenere con le sue forze, in un mondo spudoratamente maschilista.

«Sei felice, principessa?» chiedo, quando arriviamo al grande gazebo allestito nel giardino del castello Borromeo.

«Ogni giorno con te sono felice,» risponde baciandomi.

L'area predisposta per il ricevimento è illuminata da piccoli led disposti a pioggia su tutto il soffitto, sedie e tavoli sono bianchi con delle enormi decorazioni floreali turchesi al centro.

Lenoir prende un bicchiere di champagne. «Mia madre ha lievemente esagerato anche nell'allestimento, non trovi?» dice, mentre tenendo stretta la mia mano si dirige all'interno.

Dopo la cerimonia, Lenoir richiama l'attenzione dei presenti con un leggero colpetto sul bicchiere, il Dj abbassa la musica permettendole cosi di parlare.

«Vogliamo ringraziare tutti per essere qui stasera a festeggiare il nostro matrimonio, diciamo che non sono mai stata una persona tradizionalista, ma a questo non posso rinunciare, quindi papà, alzati in piedi che vorrei ballare con te,» sorride con un emozionante luccichio negli occhi che per la prima volta, vedo anche in quelli del mister. «Comunque abbiamo anche un pallone, se dovessimo essere due orribili ballerini gli facciamo vedere a questi due,» indicando me e Alessandro, «come si gioca!» posa il microfono e tra le risa di tutti si dirige verso suo padre che la sta aspettando impacciato al centro della pista, mentre, in sottofondo inizia a suonare Stand by me. Li guardo mentre si abbracciano e ondeggiano insieme fino al termine della canzone quando Salma, lancia un pallone a Lenoir che, alzandosi il vestito, inizia a palleggiare per qualche minuto, poi passa al padre che dopo uno stop di petto la imita. Mi dirigo verso di loro nell'attimo esatto in cui Antonio prende in mano il pallone affermando che abbiamo tutti solo da imparare.

Le danze terminano solo a tarda notte, e alla fine ci troviamo io e lei, sulla panchina vicino al lago, a osservare l'acqua che scorre e i raggi del sole che piano, piano rischiarano il cielo. Le avvolgo le braccia intorno, baciandola sulla testa; lei si sistema sul mio petto e, insieme, guardiamo il giorno arrivare.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top