6. È un sogno.
6. È un sogno.
Quando mi sveglio, sono in una stanza.
E non è la mia.
E come se mi fossi risvegliata dopo un lungo sonno, durato almeno... quanto? 20 ore? Forse.
Mi stropiccio gli occhi e la realtà mi da uno schiaffo bello forte: era tutto un sogno.
E ti pareva, tutto troppo reale sembrava e non va bene.
Non va per niente bene.
Sbadiglio e perlustro la stanza.
No, non è la mia e mi sale il panico.
«Dove cazzo sono?» dico in un sussurro.
«Oddio, mi hanno rapita? Gesù ti prego fa che non sia così. Sono troppo giovane.»
Mi tolgo velocemente il plaid di dosso e mi metto a sedere, ecco un capogiro che mi fa sdraiare di nuovo.
«Oh signore, mi hanno dato un colpo alla testa?» sussurro presa dal panico.
La stanza è immersa nel buio ma la luce della lampada che si accende mi fa girare di scatto verso di essa.
Oddio, chi cazzo c'è in camera con me?
La figura nel letto si muove e si gira verso di me puntando gli smeraldi più belli del mondo verso la mia faccia sicuramente sconvolta.
«Oh cazzo.» lancio un gridolino.
Ma è... lui è...
«Sei sveglia finalmente, stai bene?» borbotta con voce roca, alzandosi dal letto con un sorriso furbo.
È a petto nudo.
Mayday mayday chiamate un auto ambulanza non riesco a credere ai miei occhi.
«Abbiamo fatto sesso?» la prima cosa che mi viene in mente è questa.
Mi guarda in silenzio poi, scoppia a ridere piegandosi in due.
Ma che cazzo ridi?
«Te lo ricorderesti. E comunque, a parte gli scherzi, no. Sei solo svenuta e grazie a Niall che ti ha tenuta, a quest'ora avevi pure un trauma cranico.» borbotta, uscendo dalla stanza.
Spalanco la bocca scioccata.
Ma che figura di merda, dai.
Ma solo a me capitano queste cose?
Lo seguo anche io e ci troviamo in cucina.
Ho visto solo due stanze, due. E giá vorrei smettere di respirare per non contaminarla.
Urla ricchezza, pulizia e ordine da tutte le parti cazzo.
Mi siedo sullo sgabello, riposto davanti all'isola in marmo bianco e aspetto che si giri.
Devo sapere, girati e rispondi grazie.
«Harry, perchè mi hai portata qui?» chiedo, toccandomi una ciocca nervosamente.
«Non sapevo dove portarti, casa mia era più vicino rispetto alla tua.» alza le spalle e non si gira, continua a prepare da mangiare come se niente fosse.
«La mia famiglia, oddio Harry. Mi staranno dando per dispersa e-» il panico mi assale ancora una volta.
«Tranquilla e respira, ho avvertito io loro. Hanno acconsentito, si fidano di me.» finalmente si gira e mi fa un piccolo sorriso.
Per chi lo stesse chiedendo, si. È ancora a petto nudo.
E no, non sto bene.
«Va bene, grazie.. che ore sono?» mi arrampico ovunque, per mon guardare i suoi tatuaggi.
Sono un capolavoro, dico davvero.
Mi viene da piangere, vorrei.. vorrei solo..
«Sono le sette del mattino, hai dormito abbastanza a lungo. Per un momento pensavo fossi morta.» scoppia a ridere.
Ma non c'è niente da ridere, ho un lavoro.
«Oddio, per l'anima santa. D-devo andare a casa e lavorare, guardare i bambini e-» balbetto alzandomi.
«Facciamo colazione un'altra volta, eh? Ti prego accompagnami a casa, giuro che te la offrirò io.» corro verso l'altra stanza alla ricerca delle mie scarpe e le metto in fretta.
«Va bene, me la devi! Il tempo che metto una maglietta e arrivo.»
Mezz'ora dopo sono fuori casa mia con l'ansia a mille.
La mia famiglia è stata troppo buona con me e io ne sto approfittando troppo.
Starò due mesi a fare gli extra, almeno per recuperare.
«Va bene, grazie di tutto. E scusami per la brutta figura e ringrazia Niall.
Digli che-» dirgli cosa?
«Ringrazialo e basta.»
«Sarà fatto.» acconsente con un piccolo sorriso.
Gli lascio un bacino in guancia veloce e scendo.
Appena arrivo davanti a casa, la lampadina si accende.
Mi giro e corro verso la macchina di nuovo.
«Dammi il telefono.» dico, allungando una mano.
«Per favore.» aggiungo.
Scuote la testa divertito e me lo porge.
«Questo è il mio numero. Mi sono permessa di scaricare whatsapp, uso solo quello mi dispiace. Quando vuoi e te la senti, se ti fidi abbastanza, mi scriverai un messaggio così ci mettiamo d'accordo in modo tale da offrirti la colazione.» sorrido.
«Va bene.» sorride di rimando.
«Va bene. I-io vado. Ciao.» e sfreccio dentro casa.
Ho fatto gli extra per come avevo pensato di fare, mi sembra più che giusto.
All'inizio, Anne e Filiph erano un po' scettici ma hanno visto che mi sentivo in colpa, rimanendo così senza preavviso a casa di Harry.
Ho fatto gli straordinari per due mesi e mezzo, fra due giorni è il mio compleanno e ancora non ci credo.
Harry non mi ha scritto alla fine, mi piace pensare che non l'ha fatto perché impegnato con il lavoro e va bene così.
La mia famiglia ospitante, ha preso le ferie per due settimane e hanno deciso di partire verso chissà dove in una casa a lago.
Vogliono portarmi con loro e onestamente perché no? Insomma, sono sola, senza un'amica e senza una conoscente e poi, mi piace stare con loro.
«Fra due giorni è il tuo compleanno, non ci hai ancora detto cosa vorresti come regalo!» Anne, tutta pimpante, mi mette sotto al naso un piatto di pancake appena fatti.
«Sai che ho già tutto, mi va bene anche andare a lago e festeggiare con una torta.» ribatto in fretta, mettendo un pezzetto della mia colazione in bocca.
Che buoni, mamma mia.
«Non vuoi nemmeno che paghiamo il viaggio ad una delle tue amiche così passate insieme questo giorno?» Filiph reincarna la dose.
Forse... Tania?
Ma lei è troppo impegnata con l'università, ma se glielo dicessi, forse... no, impossibile.
«È impegnata con l'università la mia amica. Passiamo invece due settimane in famiglia eh? Poi magari andiamo alla warner bros, che dite? Vorrei andarci.» ribatto con un sorriso.
«Va bene, prima di partire andiamo lì allora.»
Sorrido contenta e finiamo la colazione in pace.
Dopo, aiuto Anne a pulire e mi sistemo sopra in camera.
Non c'è niente da fare, quindi guardo l'ultima ora del 1D day per passarmi il tempo.
Il mondo a me si spegne e guardo quei cinque ragazzi con una consapevolezza in piú appena lo finisco: Harry Styles è un mio mezzo amico.
Poso il computer a terra e urlo, sbatto i piedi sul pavimento e grido con tutto il fiato che ho in corpo.
Anne e Filiph vengono nella mia stanza velocemente preoccupati.
«Che casso succede?» Filiph sovrasta le mie urla.
Lo guardo e sorrido come una psicopatica.
«Ho incontrato Harry Styles, Filiph! Ti rendi conto? Non ho avuto tempo per sclerare come una persona normale e ce l'ho adesso.» scoppio a ridere e abbraccio tutti e due.
«Sono svenuta davanti a Niall Horan, ho usato le sue vecchie stampelle e mi sono ritrovata quel manzo di Harry di prima mattina a petto a nudo. Oh Gesù, non so come ho fatto a reggere.»
Esco dalla stanza e vado in quella dei mie fratellini.
Prendo in braccio Claire e scoppio a ridere a vedere la sua faccia confusa: «Dio Claire, ti rendi conto? Ho visto Harry Styles e Niall Horan.»
La faccio volteggiare e sento le sue risate riempire la stanza, insieme a quelle di Jake.
«Vieni qui nanerottolo, non mi scordo di te ovviamente.» prendo a fatica anche lui in braccio e li faccio volteggiare insieme.
«Sono così felice, cazzo.»
«Cazzo.» Jake dice la sua prima parolaccia, chiara e cristallina.
Silenzio.
Poi, Anne e Filiph, sono i primi a ridere a crepapelle.
A ruota, li seguiamo anche io e Claire.
Sono felice, felice davvero.
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