20. Famiglia
20. Famiglia
"Non è reale." questa è la tipica piccola frase che mi ripeto da circa dieci minuti.
Siamo seduti attorno al tavolo, con i piatti pieni e lo stomaco vuoto.
Harry è davanti a me e sto cercando in tutti i modi possibili di non guardarlo troppo come farebbe una stalker.
Ma è bellissimo e merita di essere guardato, sempre.
«Allora Harry, per l'anno nuovo cosa hai intenzione di fare?» Anne prende una forchettata di penne al ragù -fatto in casa da me ovviamente- e lo guarda curiosa.
«Mh.. ancora non lo so, spero di poter fare un tour per il nuovo album. Voglio vedere tutte le persone che mi seguono e mi manca un sacco stare sul palco. Vorrei scrivere nuove canzoni e fare qualche viaggio.» alza le spalle.
«Non ho dei propositi, spero solo che tutto vada bene e che tutti stiano al sicuro.»
Cos'è questa sensazione?
Sento quelle famose farfalle allo stomaco, quelle di cui parlano tutti. È questa la sensazione giusta?
Perché se è questa, sono fregata. Totalmente.
«Sam! Passamene altre due.» Harry con un cenno, indica le arance riposte dentro un recipiente messo al centro del tavolino in salotto.
Abbiamo finito di mangiare almeno due ore fa e ci siamo riuniti insieme nel salotto a parlare di cazzate varie.
Di punto in bianco, Anne, si è ricordata che Harry è molto abile a fare il giocoliere e gli ha chiesto gentilmente se potesse farlo, almeno per passarci il tempo.
Non se l'ha fatto ripetere due volte ed adesso, è messo al centro della stanza davanti a noi mentre gioca con delle arance.
Tre per l'esattezza e vuole che gliene passi altre due.
È pazzo?
Può essere.
«Fai attenzione!» lo ammonisco.
Gliene lancio prima una che la prende al volo e fa girare insieme alle altre; appena vedo che è tutto apposto, passo alla seconda.
E va al centro anche questa.
«Oddio che braccia.» Anne si sventola una mano davanti alla faccia e sorride ammiccante al mio ragazzo.
Ho detto ragazzo?
No, niente ragazzo.
Non ancora almeno.
«Potrei farlo anche io.» Filiph alza la testa incrociando le braccia al petto.
«Mh.. davvero? Io ricordo perfettamente che quando ci hai provato l'ultima volta, hai spaccato la tv.» ribatte sua moglie.
«È stato quattro anni fa, An! La gente migliora.»
«Poi provi.»
«No, provo ora.» quindi si alza e Harry smette, posando la frutta nelle sue mani.
Due arance cadono e rotolano sul pavimento, sotto le risate dei presenti.
«Incidenti di percorso, capita a tutti.» borbotta, prendendole goffamente.
Harry si siede accanto a me e posa un braccio sullo schienale del divano.
«Straniera!»
«Giocoliere.» alzo un sopracciglio e mi giro verso di lui che mi guarda attentamente.
«Poteva essere il mio piano b, in caso non avessi passato i provini.» e arriccia il naso.
«Ma come? Non volevi fare l'avvocato?»
«Anche. Mettiamolo come piano c, allora.»
Scuoto la testa divertita e appoggio la testa sulla sua spalla.
«Non vedo l'ora di rimanere solo con te. Voglio darti il mio regalo.» sussurra.
«Ti ho fatto un regalo anche io.» ammetto timidamente.
«Spero ti piaccia.»
«Penso che mi piacerà da matti.»
«È mezzanotte! Possiamo aprire i regali?» Jack urla per farsi sentire.
«Apriamo i regali.» acconsente sua madre.
I due piccoli si avvicinano all'albero e scartano i loro regali contenti.
«Non mangiateli tutti o vi sentirete male.» grida Filiph.
«Tesoro... è bellissima, grazie mille.» Anne mi stampa un bacio sulla guancia e guarda meravigliosa la sciarpa che le ho regalato.
«Mh. La mia maglietta è più bella.» Filiph lancia un'occhiata strana a sua moglie che non perde tempo a ricontrobbattere.
«Direi di no.»
«Oddio.. ora iniziano.» sospiro, mettendo una mano in fronte.
«Fanno sempre così?» chiede Harry divertito.
«Fidati, ho perso il conto.» borbotto.
«Direi di si.» continua il mio host dad.
«Allora! Che ne dite di scartare i regali che vi ha portato Davide, eh?» batto le mani e mi alzo dal divano.
«Forza Davide, facci vedere cosa hai portato dall'Italia.»
«Subito.» si alza in fretta e a va a prendere i piccoli pacchettini incartati malamente.
«Questo è per tutta la famiglia ospitante.» porge un pacchettino ai quattro che aprono e sospirano meravigliati dalla calamita che raffigura Roma.
«È davvero carina, grazie.» Anne gli sorride.
«Questo è per la mia amica Samantha, sperando che la mancanza di casa sua possa sentirsi di meno.» e mi porge una busta.
Con un sorriso euforico, la apro.
Contiene un braccialetto con la trinacria, simbolo della mia città; un dvd di Dirty Dancing e il vinile di Made In The A.M.
«Il vinile..» mormoro, con un nodo in gola.
«Oddio! Io lo cercavo da anni, cazzo.»
«Lo so. Questo regalo è da parte di Tonia però, mi ha detto un sito dove prenderlo e visto che non aveva la carta qui, l'ho preso io. Spero ti piaccia.» sorride.
«Se mi piace? Oddio.. io-io non ho parole.» tiro si con il naso.
«Gesù, era fuori catalogo! Sarà costato un occhio della testa.»
«Non preoccuparti del prezzo, ehi! L'importante è che tu ce l'abbia, no?» Tonia prende parola.
Commossa mi avvicino alla coppia e li abbraccio, dimenticando per un momento l'errore di quella che credevo mia amica.
Insomma è Natale, ho ricevuto il vinile di MITAM quindi un passo indietro si può fare.
Uno però.
«Grazie di cuore.» sorrido e mi stacco.
«Harry.. me lo firmi per favore?» sbatto le palpebre, cercando di non far scendere nessuna lacrima.
«Certo! Qualcuno ha un-»
«Tieni.» Anne si affretta a porgergli un pennarello nero.
Dove l'ha preso??
Timidamente, Harry scrive la sua firma sulla sua camicia e mi regala un tenero sorriso che mi fa quasi scoppiare a piangere.
Quasi.
«Beh.. noi siamo stanchi, credo che andremo a dormire.» Anne prende in braccio Jack e suo marito Claire.
«Domani abbiamo il pranzo con i parenti, sapete com'è. Ci vediamo domani allora, buona notte e buon Natale.»
«Buona notte.» rispondiamo in coro.
«Andremo via anche io e Tonia se non è un problema, sono stanco dal viaggio.»
«Oh si certo. L'indirizzo l'ho scritto in questo pezzo di carta e queste sono le chiavi. Usate la terza, quella al centro. Le altre non funzionano mai.» Harry da i piccoli oggetti ai miei amici velocemente.
«Grazie mille amico, davvero. Sono grato.» lo saluta con una pacca sulla spalla e stampa un bacio in guancia a me.
«Parleremo prima o poi?» Tonia mi spiazza con questa domanda.
«Non lo so.» ammetto, deglutendo.
«Non lo so.»
«Okay.. allora buona notte e buon Natale.» fa un piccolo sorriso ed esce di casa con il suo fidanzato.
«Siamo soli.» Harry parla, interrompendo il piccolo momento di riflessione.
«Già. Vado a prenderti il regalo, tu aspettami fuori se vuoi.»
«Sarà fatto.» mi lascia un piccolo bacio a stampo e mi affretto a salire in camera mia.
Apro l'armadio e prendo la piccola confezione contenente l'anello.
Appena arrivo al penultimo scalino, mi pento amaramente di quello che ho comprato.
Un anello?
Davvero Samantha?
Un cazzo di anello?
Con una pietra incastonata poi..
Sospiro e lo nascondo dietro la schiena, avvicinandomi alla porta finestra.
Intravedo Harry seduto sull'amaca che si dondola piano con una scatolina che rigira tra le mani.
Lo raggiungo e ci sdraiamo insieme.
«Chi inizia?» chiede, schiarendosi la voce.
«Mh.. non so, per me è uguale.»
«Okay allora inizio io, sto morendo d'ansia.»
«Pure io sinceramente. Ho paura che-»
«Non possa piacerti.» completa la frase.
Ci guardiamo negli occhi e scoppiamo a ridere.
«Facciamo che li apriamo insieme dai, le reazioni dopo.»
«Ci sto.»
Con un altro sospiro profondo, apriamo i pacchetti e rimango piacevolmente sconvolta alla vista di una collana con una piccola stella a fare da ciondolo.
La tocco con dita tremanti e la guardo con il bagliore della luna che fa da luce.
«È bellissima.» sussurro ammaliata.
È bella davvero.
È semplice come me, ha solo una stella a cinque punte e un piccolo brillantino al centro.
«Wow.»
La sua esclamazione mi fa girare di scatto lo sguardo verso di lui.
Per una frazione di secondo, avevo dimenticato anche del mio regalo.
«Ti piace?» chiedo in imbarazzo.
«Se mi piace? Da matti! Ma è un anello da donna, vero?» alza un sopracciglio e mi guarda.
«Mh.. no! Che dici?» ingoio un fiotto di saliva e accompagno una risata nervosa.
«Da cosa lo deduci poi?»
«Ha la grandezza dell'anello che porta sempre mia nonna.»
«Ma no, scemo! È maschile, te lo dico io.»
Aprite un buco sotto di me e fatemi inghiottire per favore.
Ora.
«Mah.» borbotta, mettendolo al dito medio.
«È un colore bellissimo, che pietra è?»
Finalmente spostiamo l'attenzione su altro.
«È una rodocrosite. Il signore che mi ha consigliato questo anello mi ha raccontato una storia dietro e credo che ti descriva perfettamente. Aiuta ad amare se stessi e a lasciare il dolore.»
«Solo questo?»
Faccio un sorrisino e gli racconto per filo e per segno la piccola storia.
I suoi occhi rimangono incollati alla mia figura mentre racconto e gesticolo come una pazza.
Sembra interessato e non ho mai visto nessuno interessato ai mie discorsi.
Ascolta attentamente senza fiatare, sentendo la fine con un piccolo sorriso.
«Wow.» alza la mano e allarga le dita, guardando meglio il piccolo gioiello.
«Già, sono rimasta affascinata. È guarda qui!» gli prendo la mano e con la torcia del cellulare, gli indico il piccolo puntino rosa.
«Questo è il quarzo rosa, la pietra dell'amore.»
«Amore?» chiede stupefatto.
Mi irrigidisco di colpo sgranando gli occhi.
«S-si?» faccio una risata nervosa.
«È incastonata lì, un modo per far combaciare l'amore per se stessi e quello verso il prossimo.»
«Ah.»
Faccio un piccolo sorriso e mi appoggio meglio, allungando la sua mano.
Tengo stretta in un pugno la collana e accarezzo la stella con l'indice.
«Grazie mille, davvero.»
«Nessuno mi aveva fatto un regalo del genere, con tanta attenzione prima d'ora.»
Alzo le spalle e dico: «Sono contenta allora. E grazie anche a te. Odio le collane, bracciale e orecchìni ma per te farei un eccezione.»
«Davvero?» schiude le labbra sconvolto.
«Mh, mh. Le odio da morire.»
«Oddio, potevi dirmelo! Gesù.»
«Non ti preoccupare, dico davvero. Farò un eccezione.» gli faccio un occhiolino e sorrido.
«Sei l'unica a cui non piacciono i gioielli.» scoppia a ridere.
«Non ci posso credere.»
«Mi differenzio.»
«Anche bene.»
Faccio un sorriso timido e nascondo la testa tra la sua spalla e il collo, imbarazzata.
«Comunque, credo che abbiamo comprato i gioielli nello stesso negozio.» mi dice poco dopo.
«Lo penso anche io, che coincidenza! A proposito, sai che il proprietario è solo vero? Mi ha raccontato che ha perso la moglie da poco e i figli sono via, l'ho invitato a cena se non è un problema. Non piace quando le persone sono sole durante una festa così bella, dove tutti stanno insieme.»
«Nessun problema, più siamo e meglio è.»
«Sei fantastico.» sussurro, dandogli un bacio in guancia.
«Sei in ansia per domani?» si schiarisce la voce.
«Un po'.» ammetto.
«Vedrai, andrà tutto bene. Piacerai a tutti, questo è sicuro.» mi rassicura.
Guarda, lo spero vivamente.
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