2. 10 domande.
2. 10 domande.
Filiph era tornato a casa cinque minuti dopo il mio svenimento.
Anne stava per avere un ictus al cuore e i bambini fortunatamente erano a scuola.
«Ma che casso è?» Anne guarda disgustata la mia maglietta firmata adidas, infilata dentro un paio di pantaloni a sigaretta.
«Come che è? È l'outfit per il mio appuntamento.» esclamo indignata.
«Posso dirti una cosa? Con tutto il rispetto però.
Se stai uscendo con lui, devi essere te stessa. Non devi compiacerlo o chissà cosa, lui è se stesso sempre e dovresti farlo anche tu.
Metti quella maglietta con il 69, è la tua preferita no?»
«Anne.. per favore.» piagnucolo imbarazzata.
Quella maglietta me l'aveva regalata un mio compagno di classe -Angelo- dopo la maturità.
Suo padre lavorava nel mondo degli abbigliamenti e il suo negozio era molto rinomato in città.
Per scherzo, avevo chiesto al mio compagno di farmi stampare una bella maglietta con un 69, che anche se può essere imbarazzante, l'ho sempre desiderata perché il 69 è il mio numero fortunato e lui, il giorno dopo, me l'aveva portata.
Che risate ci siamo fatti insieme alla classe, è l'unico ricordo legato a loro e anche ad Angelo che adesso, gioca nell'inter.
«Io.. sto solo dicendo di essere te stessa, non guasta niente. Sei una forza della natura, cerca solo di non fare l'imbranata ed comportarti nel limite e tutto andrà per il meglio, okay? Poi raccontami tutto.» mi fa un occhiolino ed esce dalla camera.
Guardo la maglietta appena citata, piegata ordinatamente sul letto e con un sorriso la indosso.
Mi cambio e metto alla fine un jeans a vita alta che scende largo, con un paio di jordan rosse e nere.
So che è assurdo, ma io devo abbinare tutto.
È come una sorta di dovere, devo assolutamente abbinare i colori ai colori, sennò non mi sento per niente a mio agio.
I capelli indomabili, me li aveva sistemati Anne.
Aveva deciso di farmi la riga in mezzo e lasciarli sciolti, in modo che i boccoli scendessero sulla schiena.
«Sono pronta!» grido per farmi sentire.
Filiph corre verso di me con un sorriso e prima di prendermi a mo' di sposa, fa un sospiro.
«Quanto hai mangiato ieri? Sei un po' pesante tesoro.»
«Tanto.» borbotto, metto un braccio intorno al suo collo.
«Si nota bambina mia, credimi.» dice con una smorfia.
Scendiamo le scale lentamente e arriviamo in salotto.
Anne sorride come se stessi andando al prom di fine anno, Filiph sbuffa guardando l'orologio e i bambini se fossero qui, quasi sicuramente, urlerebbero eccitati.
«Sei bellissima. Appena entra dalla porta e iniziate a parlare, vi faccio degli scatti di nascosto.» sussurra per non farsi sentire.
«Anne!!» faccio un gridolino imbarazzato.
«Nella borsetta ti ho lasciato 100 sterline, non so che gusti abbia ma di sicuro molto.. costosi. Con il resto comprati qualcosa da mangiare, sei troppo magra.» mi ignora, cambiando discorso.
«Anne, tuo marito mi ha appena detto che sono pesante.» metto le mani sui fianchi, alzando un sopracciglio.
«Filiph! Come ti permetti? Non sono cose da dire ad una ragazzina.» esclama indignata verso suo marito.
«Tesoro.. per favore, non iniziare. Stavo scherzando. Non si è nemmeno offesa e guardala! Sta mangiando i cioccolatini sul tavolino.» mi indica con una mano.
Li guardo mentre mastico disinteressata.
Alzo le spalle e continuo a mettere in bocca vari cioccolatini, quelli alla nocciola sono fenomenali.
Non sento nemmeno il suono del campanello, la porta che sbatte e il "Samantha, girati casso" della mia host mum.
Mugugno in segno di apprezzamento ed esclamo: «Sono meglio del sesso.» girandomi verso di loro.
«Davvero?» chiede Harry Styles, in piedi davanti a me, mettendosi le braccia incrociate.
I cioccolatini mi vanno di traverso e tossisco come una dannata.
«O-oddio.» riesco a dire tra un colpo di tosse e l'altro.
Filiph mi dà dei colpetti sulla schiena, cercando di aiutarmi e finalmente sembra andare meglio.
Tiro un sospiro di sollievo e ringrazio dio.
«Per gesù cristo, pensavo di morire.» dico con una mano sul petto.
«Sei troppo goffa, spero che tu non inciampa anche mentre cammini con le stampelle.» ride divertito la pop star, che soprannominerò come "stronzo".
Questo solo nella mia testa, sia chiaro.
«Bene, Harold, andiamo? Dove sono le stampelle?» dico con no-chalance.
«Accanto a te.» fa un cenno.
«Ce la fai?»
«Certo che si. Però ho bisogno di un aiutino.» mi schiarisco la voce, mentre si avvicina.
«Tieniti a me.» mormora, mentre mi prende per i fianchi.
«Oddio.» squitto di punto in bianco.
Io svengo, lo sento. Qualcuno mi aiuti.
«Apposto?» chiede premuroso.
Mamma mia e che cosa sei? Un angelo sicuro.
«Si grazie.» mantengo l'equilibrio grazie alle stampelle di Niall Horan, per l'amor di dio non ci credo nemmeno.
«Bene Anne e Filiph, io vado. Non so quando tornerò, ma per cena aspettatemi.»
«Non stai andando in guerra, sei solo con Harry Styles.» sbuffa il mio host dad.
«Certo, infatti i paparazzi mi mangeranno viva. Preferisco arruolarmi.» commento, spostandomi i capelli sulle spalle. Facendo questo, perdo quasi l'equilibrio.
«Mannaggia cazzo, tutte cose a me capitano.»
Nessuno capisce niente, con un sorriso saluto tutti e due e cammino affianco ad Harry.
Harry Styles, porca puttana non ci credo nemmeno io raga. Inutile che mi guardate così, so che può sembrare impossibile ma sto davvero respirando la sua stessa aria.
«Sei italiana, vero?» rompe il ghiaccio mentre entriamo nella sua mustang nera lucida.
Ma la Ranger dov'è finita? Boh.
«Si, siciliana per l'esattezza.»
Con un po' di aiuto da parte sua, riesco a sedermi. Una fitta di dolore mi colpisce la caviglia ma la ignoro.
«Davvero? Amo la Sicilia. Ci sono andato-»
«Ricordati con chi stai parlando.» lo blocco divertita.
«Me lo scordo sempre, scusa.» scoppia a ridere.
Mamma mia, la voglio mettere come suoneria la sua risata.
«Beh.. parlami un po' di te. So solo che mi segui da dieci anni e sei qui per fare l'esperienza au pair.
La strada è un po' lunga per arrivare in centro, dimmi un po'.» dice, mentre mette gli occhi da sole.
«Non sono tanto interessante, a dire il vero.» mormoro, torturandomi le dita.
«Più interessante della mia vita sicuro.»
«Non dire cavolate, Harry. La tua vita è così... così diversa dalla mia. So che ci sono tanti problemi, ma in compenso giri il mondo e conosci persone nuove ogni giorno e hai una famiglia che ti sostiene.» ribatto punta sul vivo.
«Si, hai totalmente ragione. Allora facciamo il gioco delle 10 domande, ci stai? Prometto di fartene delle banali, però falle anche tu. Passare il viaggio in totale silenzio non credo che sia un'ottima idea.» ora lo sterzo è tenuto da una sola mano, la sinistra. Quella con gli anelli. Quella che preferisco io, cazzo.
Mi schiarisco la voce e dico: «Ci sto, inizi tu okay?»
«Perfetto. Domanda numero uno: hai un secondo nome?»
«No, solo samantha.»
«Mh.. fammi pensare. Colore preferito?»
«Il rosso.» scoppio a ridere.
«Film preferito?»
«Dirty dancing a mani basse, so tutte le battute a memoria!»
«Amo quel film anche io. Sei fidanzata? Però rispondi sinceramente sta volta.» si gira verso di me con un sorriso divertito.
«No, mi.. sono lasciata pochi mesi fa. E tu? È vero che stai con-»
«Domanda numero 5: serie tv preferita?» mi stoppa immediatamente.
«Glee..» mormoro confusa.
«Domanda munero-»
«Harry, sai che le domande dovrò fartele anche io vero e tu dovrai rispondere sinceramente?» lo blocco, toccandomi una ciocca nervosamente.
«Quando sarà il tuo turno, okay? Ora.. per favore, fammi sentire uno stupido ragazzino di 27 anni che porta in giro un'italiana affascinante e tutta pepe, mentre ci sta provando spudoratamente. Ti prego.» mormora con un tono di voce che mi fa stringere il cuore.
Annuisco impercettibile e mentre mette la seconda, continuiamo con le domande.
Mamma mia Harry, pensavo fossi un libro aperto e invece sei tutt'altro.
;spazio autrice ✨
Secondo capitolo e già andiamo bene direi (no scherzo, ancora la strada è lunga).
Spero vi sia piaciuto e non chiedo mai queste cose, ma vorrei che metteste una stellina per supportarmi. Sarei felicissima, grazie a chi lo farà 🥺
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