capitolo 1: le basi

Si sa, da bambini si ha molta fantasia. Bastava un bastoncino per diventare cavalieri, una bici per corridori e una grossa immaginazione per diventare Goku. Anche per me lo è stato, ma in modo diverso: io non volevo diventare un cavaliere, o un corridore, o anche Goku... io volevo che altri lo diventassero. Sin dall'età di dieci anni creavo personaggi immaginari con poteri superiori, capacità onnipotenti, che dovevano fare qualcosa per salvare il mondo. Già da bambino avevo una capacità di creare che superava quella dei miei compagni, anche perché  essendo stato molto timido non avevo nessuno come amico, e di conseguenza dovevo crearmene di miei. Ogni singola cosa intorno a me mi suscitava una storia, di un personaggio, di un mondo, di un avventura epica o anche solo di una scazzottata di cinque minuti. Riuscivo a creare ogni qualsivoglia storia, partendo da un singolo dettaglio...

(ad esempio una penna)

...per poi creare intorno a esso una storia infinita...

(esempio "la penna che scriveva nel cuore")

...e man mano che trovavo dettagli li aggiungevo facendo evolvere la storia sempre più...

(esempio "la penna del Dio della morte che poteva scrivere nel cuore dei mortali, finita in mano a un demone che era diventato tale perché  in vita aveva ucciso sua figlia, ma che in verità era stato ingannato da sua sorella gelosa")

...fino ad arrivare al punto critico in cui toccavo i miei limiti di creazione...

( "la penna del dio della morte che scriveva nel cuore della gente viene donata al demone come arma per vendicarsi, ma che lui invece di usare per far del male alla causa del suo stato, usa per salvare tutti quelli intorno a lei, impedendole di fare altro male")

...e li mi dicevo semplicemente "beh, ora che ho finito di improvvisare, devo riflettere". Mi ricordo che alle elementari ci fu un tema...

"Scrivi un'avventura fantasy"

... li guardai la mia insegnante: mi sorrideva, un sorriso speranzoso, anzi, di pura fiducia. Lei conosceva le mie capacità, e perciò per spiegarci la lezione sul genere fantasy ci fece fare quel tema. Lei sapeva che per me era come un regalo di natale, e perciò mi sorrise. Lo ricordo ancora quel momento, il momento in cui lasciai alla maestra il mio tema: lo sguardo dei miei compagni nel vedermi andare alla cattedra, la sorpresa e lo stupore dell'insegnante nel vedermi arrivare con ben quattro spillette di quaderno piene del mio tema. Mi mise Ottimo - perché  la storia era fantastica ma c'erano molti errori di ortografia e grammatica. Dopo un paio di giorni fece un colloquio con mia madre, chiedendo il permesso a lei di prendere la mia storia per portarla a qualche editore per pubblicarla nel caso riuscissi a finirla. Naturalmente mia madre rifiutò,  siccome non voleva scommettere nelle mie capacità essendo un bambino. Durante la crescita ho insistito a farmi regalare un computer, ma solo a 16 anni sono riuscito ad averne uno in condivisione con i miei familiari. Fino ad allora riempii ben 6 quaderni con degli schizzi grezzi di storia, di una durata di 3/5 pagine ciascuno, ma appena ricevetti il computer... ancora tutt'ora scrivo, si certo con meno fantasia del passato, ma scrivo. Sono arrivato a gestire 35 storie, e stanno ancora aumentando! Provai a contattare degli editori, e tutti pur riconoscendo le mie abilità  mi hanno chiesto svariati mila euro per pubblicare, ma alla fine di tutto non mi pubblicavano nulla: facevano le copie, mi inserivano nel loro database, poster e segnalibri... ma alla fine ero io che dovevo andare nelle biblioteche a chiedere se potevano vendere il mio libro. Ma cosa? Cioè, io ti pago una valanga di soldi e poi devo andare io in giro a farmi pubblicità  e chiedere di vendere? Tanto vale fare l'autopubblicazione e non avrei pagato tanto! Ed e così che mi fermai su wattpad, conosciuto semplicemente scrivendo "scrittori" su playstore invece che su google. Ora sono qui, dopo anni, a continuare a scrivere storie. L'autopubblicazione e ancora lontana, ma non è irraggiungibile. E un giorno, sono certo ci riuscirò.

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