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                          Hailey

Mi alzo la mattina alle 08:00 e la luce del sole illumina la stanza.
Strizzo gli occhi e mi strofino il viso, cercando di svegliarmi completamente.
Con un sospiro, mi alzo dal letto e vado in bagno per sciacquarmi la faccia.
L'acqua fresca mi rinvigorisce un po' e mi guardo allo specchio, cercando di convincermi che sono pronta per affrontare la giornata.

Ritorno in camera e mi preparo, scegliendo un vestito a stampa creata da me.
Mi sento sempre un po' orgogliosa quando indosso qualcosa fatto da me.
Una volta pronta, mi dirigo in cucina per fare colazione.

Quando arrivo, trovo mio padre, Gianni Lazaro, già seduto al tavolo con una tazza di caffè.
Mi sorride e mi saluta, e io rispondo con un cenno della testa mentre prendo un po' di frutta e un caffè per me stessa.

"Mia cara, stasera ci sarà un galà." Mi comunica entusiasta mio padre.
"Dovrai indossare una maschera."

Annuisco, già pensando a quale maschera scegliere.
Opto per una maschera di raso che ho conservato per un'occasione speciale.
Per l'abito, scelgo un vestito di raso con tanto tulle che ho creato in Italia.
Mi piace molto quel vestito, anche se mi ricorda il mio ex.
Provo a scrollarmi di dosso i ricordi mentre finisco la colazione.

La sera...

La sera arrivo a destinazione, il cuore che batte un po' più veloce del solito.
So già che questo tipo di evento attira l'élite della città, perciò mi preparo con una certa apprensione.
Non amo la vita mondana e il mio ritorno a New York è già abbastanza carico di tensione.

La serata è scintillante.
Le luci, i costumi, le maschere: tutto contribuisce a creare un’atmosfera quasi irreale.
Indosso una maschera semplice, ma elegante, che contrasta con quelle elaborate di molti degli altri ospiti.
Mi sento osservata, come se gli occhi del mondo fossero puntati su di me.

Mentre sorseggio il mio champagne in un angolo, un uomo con una maschera di piume si avvicina.
La sua figura è alta e slanciata, il suo portamento sicuro.
Mi invita a ballare con un sorriso misterioso e non posso fare a meno di accettare.

"Buonasera" dice con una voce profonda e vellutata, prendendomi per mano.
"Posso avere l'onore di questo ballo?"

"Buonasera" rispondo, cercando di nascondere il mio nervosismo. "Certo, con piacere."

Iniziamo a danzare, i nostri movimenti perfettamente sincronizzati.
La musica ci avvolge, creando un legame silenzioso tra noi.

"Non sembri una persona che ama questo tipo di eventi" osserva l'uomo, guardandomi intensamente attraverso la maschera.

"Non sbagli" rispondo con un sorriso incerto. "Non sono proprio il mio genere."

"Allora, perché sei qui stasera?" chiede, la curiosità evidente nel suo tono.

"Obblighi familiari" rispondo con un sospiro. "E tu?"

"Lavoro" risponde semplicemente. "Ma devo ammettere che la serata è migliorata notevolmente da quando ho incontrato te."

Il complimento mi fa arrossire leggermente, ma riesco a mantenere la calma. "È una bella cosa da dire."

"Dico solo la verità" replica, stringendomi un po' di più. "Hai un'aura particolare."

La connessione tra noi è palpabile, una corrente elettrica che passa attraverso ogni movimento, ogni sguardo.
Ma al termine del ballo, l'uomo con la maschera di piume si allontana, mischiandosi alla folla senza rivelare la sua identità.

"Ma chi sei?" mormoro tra me e me, mentre lo vedo svanire.
Resto lì, un po' stordita, cercando di capire chi fosse quell'uomo e cosa significhi questo incontro.
Ma so che questa notte rimarrà impressa nella mia memoria per molto tempo.

Vorrei ringraziare CristinaGelsomini per l'aiuto.

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