Capitolo 43 - Daniel's pov
Arriviamo sotto casa di Josiane con le pizze in mano. Alla fine abbiamo pensato di farle una sorpresa. Suono al citofono.
- Jo, sono Daniel. Ti ho portato la cena.
- La cena? Ma ti avevo detto al telefono che non venivo a cena con te...
- Apri che poi ti spiego...
- Daniel, no, non puoi salire. Mia sorella sta poco bene. Ti avevo già spiegato tutto per telefono.
- Ho capito che sta poco bene, ma tu dovrai comunque cenare, no?
- Daniel, ti prego, non insistere. Ci sentiamo con più calma domani.
- Cioè ma ti rendi conto?! La sorella sta male e non mi apre neanche! - brontolo, guardando Hélyette.
- Non te la prendere, dai, ho sbagliato io a dirti di venire qua.
- Quella ragazzina non la sopporto! La sta manipolando! Lei non vede l'ora di farci lasciare!
- Adesso, calmati!
- Ci scommetto quello che vuoi che non ha niente! Da quando ha saputo che non sono sorelle di sangue sta cercando di dividerci per mettersi lei con me!
- Ma siete la succursale di Beautiful?!
- Sono serio, è un periodo difficile per loro e questa stronzetta di quindici anni trova anche il modo di dividerci. Poi devi vedere com'è subdola..
- Mamma mia, Daniel, ma è davvero così cattiva questa ragazzina?
- Non ne hai un'idea! Ci sono cascato anch'io una volta, Bastien è stato bravo, l'ha capita subito..
- Chi è Bastien?
- Uno che lavora per me in discoteca e che ci ha provato con sua sorella.. Va beh lasciamo perdere... Mi sembra di essere tornato all'asilo coi bambini che fanno i capricci... E Josiane è anche più bambina della sorella perché la sta anche ad ascoltare!
- Va beh, dai, andiamo via. Le pizze le mangeremo noi fra stasera e domani a pranzo...
Mentre ci allontaniamo sento la voce di Josiane alle mie spalle.
- Sei uno stronzo!
Mi giro.
- Ho sentito tutto! Avevo ancora il citofono acceso! Ma come ti permetti di dire che mia sorella è una stronzetta e che io sono una bambina a darle retta??
Cazzo, il citofono. Ma forse meglio così che abbia sentito.
- È una stronzetta perché sta cercando a tutti i costi di dividerci!
- Ma quante pare mentali ti fai?
- Svegliati, Jo, tua sorella è subdola!
- Piantala di dire così! E poi è la prima volta che ti dico che non vengo fuori perché mia sorella sta poco bene e visto che mia madre fa i turni in ospedale di notte non potevo mica lasciarla da sola in casa!
- Stava morendo? - chiedo, sarcastico.
- Proprio tu scherzi su queste cose?
- Ma che cazzo pensi che dovrei fare? Piangermi addosso ogni singolo giorno perché non sono morto quella cazzo di notte? Sentirmi in colpa perché mi sono salvato? - urlo fuori di me - ma credi che sia facile sopravvivere?
- Tu non sei un martire - mi urla - ti sei salvato. Punto. Smettila di tirartela tanto.
- Ah, io me la tiro? - rido - parla quella che non vuole farlo prima del matrimonio!
- Ancora con questa storia??! Me lo rinfaccerai finché non ci starò? Io non sono come quelle donnine con cui ti accompagnavi!
- Cos'hai contro la mia vita prima di incontrarti?
- Non la condivido.
- Non la condividi perché non vuoi ammettere che la mia vita nonostante tutto non è grigia come la tua che ti ha trasformato in una repressa, condannata a diventare una che si scandalizza subito, condannata a essere vecchia già a 24 anni!
- Ah io sarei una vecchia repressa?
- Sì, lo sei. Che cazzo di vita fai? Non lavori neanche!
- Che cazzo di vita faccio? Sto con uno stronzo, anzi stavo perché è evidente che siamo troppo diversi per stare insieme.
- Mi stai lasciando?! - le chiedo, sorpreso.
- Siamo troppo diversi. Mettermi con te è stato l'errore più grande che potessi fare.
Le parole possono ferire più di mille coltelli. Quello che ha detto mi ha colpito al cuore.
- Quindi noi due siamo un errore? - le chiedo.
- Ma non lo vedi che non può funzionare? Siamo troppo diversi.
A quel punto mi avvicino e le prendo la mano, lei la libera, ma gliela riprendo e con un rapido gesto le avvolgo la schiena con un abbraccio. Lei cerca di liberarsi, ma alla fine cede.
- La verità è che siamo troppo acerbi per innamorarci - le sussurro nell'orecchio, come un brivido - troppo distanti per provarci - le do un bacio sul collo - troppo amici per amarci - le giro il viso e la guardo negli occhi - troppo orgogliosi per scusarci.
La lascio andare e me ne vado. Hélyette mi vede salire in macchina e cerca in ogni modo di impedirmi di partire. Josiane rimane immobile mentre mi allontano in auto. Faccio un respiro profondo e penso che sono un idiota. Ho lasciato andare la cosa più importante della mia vita e alla fine quella stronzetta è riuscita a farci lasciare. La odio. E odio me stesso per essere caduto nella sua trappola.
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