Capitolo 26 - Josiane's pov

Non appena Louis finisce di parlare, mi alzo e lo vado ad abbracciare. Si stupisce della mia reazione, ma ricambia.
- Sto facendo appello a tutte le mie forze per non giudicare le vostre scelte - dico, rivolta a lui e a quella che credevo essere mia madre - prima ho perso la testa perché la vostra verità mi ha sconvolto e lo sono ancora, soprattutto perché Édouard, il ragazzo che avevo conosciuto in palestra e di cui mi ero innamorata è mio fratello. Adesso scopro anche che Chloé non è davvero mia sorella. Come pensate che stia in questo momento? Ma nonostante tutto, dopo quello che hai raccontato, Louis, non riesco più ad essere arrabbiata con voi, perché entrambi avete già sofferto tanto, troppo e meritate un po' di felicità.
Julie si alza e mi abbraccia. Sento le sue lacrime scorrere sulle mie spalle e mi chiedo se riuscirò ancora a chiamarla mamma con la stessa intensità e convinzione che ho sempre avuto nel dirlo. Non è mia madre, ma mi ha cresciuto come se lo fosse e io la considererò sempre così.

- C'è anche un'altra cosa che dobbiamo dirvi - dice mia madre, staccandosi dall'abbraccio e toccandosi la pancia - io e Louis aspettiamo un bambino. È ancora presto per dirlo, ma indipendentemente da come andrà questa gravidanza, noi vorremmo sposarci e trasferirci a Parigi.
- E io vorrei riconoscerti come mia figlia, Chloé - dice Louis.

Mia sorella (come faccio a non considerarla tale?) non ha ancora parlato. La conosco e questo è uno di quei momenti in cui vuole stare da sola. Chiedo a tutti di alzarsi e di uscire dal cimitero. Sto per uscire anch'io, ma Chloé mi ferma.

- No, tu puoi rimanere.
- Ferma a lungo in un cimitero non ci so stare... Facciamo quattro passi nel cortile interno?
- Okay - Chloé si alza.
- Credevo che mi odiassi, credevo che pensassi che fossi una di quelle sorelle adolescenti stronze da cui stare alla larga, invece mi hai dimostrato che non lo pensi e che mi vuoi bene. Adesso scopro che in realtà non sei nessuno per me, che sono figlia unica e che il massimo che posso diventare è la sorella maggiore di quel bambino o bambina che nascerà mentre tu hai scoperto che il ragazzo che amavi era tuo fratello e che hai una sorella di 20 anni che odi oltre a due genitori stronzi. Dove cazzo la trovi la forza di non spaccare tutto, di non tirare un pugno al cielo, di andare perfino ad abbracciare Louis? Dove cazzo la trovi?! Ti prego dimmelo perché io dopo tutto quello che hanno detto mi sento morire dentro!

La abbraccio e scoppia a piangere. Si aggrappa a me con tutta la forza che ha in corpo.

- Non mi lasciare, ti prego - mi dice, singhiozzando - giurami che ci sarai sempre, che sarai sempre mia sorella, perché senza di te non ce la faccio ad andare avanti.
- Chloé, guardami - le dico, guardandola negli occhi - ti prometto che ci sarò sempre! Sei mia sorella, magari non naturalmente, ma qui, nel mio cuore, lo sarai sempre.
- Giurami che non te ne andrai, qualsiasi cosa succeda, giuramelo!
- Ma dove vuoi che vada?
- Ho paura di perderti! Ho una fottuta paura di perderti! - mi dice, singhiozzando.
- Chloé, fai un bel respiro profondo, andrà tutto bene.

Respira, poi ricomincia a piangere e si siede sul gradino del marciapiede.

- Non voglio andare a Parigi, cazzo - mi dice dopo un po'.
- Loro sono la tua vera famiglia.
- Ma anche tu lo sei, cazzo. Giurami che se mi obbligano ad andare con loro, tu verrai con me!
- Dipende se loro mi vogliono - dico, ironica.
- Ti voglio io e se lo fanno andare bene se no faccio un casino che non se lo immaginano neanche.
- Va bene, vedremo.
- No, non vedremo. Sarà così e basta!
- Ti farai nuove amiche e vivrai al meglio la tua adolescenza... Anche senza di me...
- No, cazzo. Io ti voglio con me. Mai avuto a che fare con una quindicenne incazzata dai capelli fino alla punta delle vans?
- Sinceramente no e a giudicare dal tuo tono non sarà un'esperienza grandiosa neppure per mamma e Louis.
- Per niente - risponde Chloé, scocciata.

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