Capitolo IV - Il mio primo paziente
Rivolgo lo sguardo verso il giovane davanti a me e mi faccio coraggio.
-Allora! Lei deve essere John Noel, piacere di conoscerla io sono la sua psichiatra, la dottoressa Abigail Doyle- tento un approccio piacevole con il paziente. John sorride e continua a guardarmi, poi distoglie lo sguardo e inizia a parlare.
-Salve dottoressa, lei mi sembra giovane per essere una spappola cervelli, il dottore che mi avevano appioppato qualche mese fa era un vecchietto che non capiva nulla e non faceva altro che parlare dei bei culetti delle infermiere, forse è per questo che l'hanno cacciato- faccio fatica a trattenere una risata e resto professionale, a primo impatto sembrerebbe un normale ragazzo di 19 anni ma non devo farmi abbindolare.
-Beh, lo prenderò come un complimento, caro. Che ne dici innanzitutto di dirmi perché ti hanno portato qui?- devo farmelo dire da lui.
-Credo sia tutto scritto nella mia cartella, esatto, proprio quella che sta fissando in questo momento. Lo sa già perché sono qui-
-Tentiamo qualcosa di diverso, John, dimmi perché pensi di essere qui.- gli dico chiudendo la cartella per fargli capire che sono qua per ascoltare lui.
-Io penso che mi abbiano rinchiuso qui per via di un'ingiustizia.- mi dice abbassando lo sguardo, bene, comincia ad esprimere dei sentimenti. Gli chiedo di andare avanti e il ragazzo continua a parlare.
-Ero a scuola, una solita giornata noiosa come ogni altra. Eravamo a lezione di scienze, stavamo facendo chimica, io amo la chimica. Per via di alcuni esperimenti con il ghiaccio, il professore aveva abbassato la temperatura dell'aula in modo da poter procedere senza rovinare i composti. La mia compagna Cheryl mi ha detto che stava morendo letteralmente di freddo e che il nostro professore era un irresponsabile. Insomma, come ha osato mettere in dubbio la sua professionalità? Pian piano mi accorgo che altri compagni spettegolano sul professore e sui suoi metodi. Durante la ricreazione io sono rimasto in classe, ho pensato che solo io sarei stato in grado di capire il professore e la sua lezione così ho fatto quello che dovevo fare. Ho continuato ad esercitarmi con l'esperimento ma qualcosa è andato storto e il composto ha preso fuoco, quando i ragazzi e il professore sono tornati era troppo tardi, l'aula era coperta dalle fiamme e non ho potuto fare nulla. Tutti hanno pensato che fossi pazzo ed eccomi qui.- il ragazzo inizia a piangere abbassando la testa.
Non credo ad una sola parola di quello che mi ha detto, questa è una struttura d'avanguardia, non possono aver sbagliato una diagnosi del genere.
-Ho capito. Bene John che ne diresti se adesso smettessi di piangere e mi raccontassi com'è andata realmente?- sorrido, sono sicura al 100% che abbia mentito, non sarei brava nel mio lavoro se non l'avessi capito.
John continua a singhiozzare sempre più forte, mi rendo presto conto che man mano i singhiozzi diventano risate e quando alza la testa mi fissa ridendo come un matto senza neanche sbattere le palpebre. Sarà anche inquietante ma almeno avevo ragione
-VEDO CHE LEI NON SI FA FOTTERE FACILMENTE MIA CARA DOTTORESSA DOYLE AHAHAH.-
-Esatto John, con me la parte del ragazzino ferito non funziona, adesso possiamo continuare?- gli sorrido con aria di sfida. Non mi freghi mio caro.
Smette di ridere gradualmente e butta la testa all'indietro. Quando la rialza verso di me è di nuovo serio.
-Bene. Se le dicessi che volevo uccidere qualcuno, mi crederebbe?- mi chiede.
-Credo a tutto fino a prova contraria, ma devo dire che sei un pessimo attore. Adesso sembri serio e sincero quindi facciamo che ti do il beneficio del dubbio e ti dico di sì, come mai volevi uccidere qualcuno?- affermo soddisfatta del risultato.
-Quando le ho detto che adoro la chimica non scherzavo, a quanto pare sono una specie di genio in questa materia e nessuno è paragonabile a me. Si figuri che in questa struttura non ci sono soltanto pazzi furiosi e violenti...ma ci sono anche pazzi furiosi e violenti che sono bravi in qualcosa, tipo me. In questo posto ti sfruttano fino al midollo se stai dalla parte sbagliata della scrivania-
-Cosa vuoi dire?- chiedo curiosa.
-Voglio dire che dato il mio genio, mi sfruttano per creare nuove sostanze da utilizzare in medicina, non sono un ragazzo normale.- assurdo -Alcuni di noi detenuti sono super intelligenti e veniamo impiegati qui in ospedale, contro la nostra volontà ovviamente. Voglio dire, sicuramente a me non frega di fare del bene!- che rivelazione
-Come fanno a sapere che tu non creeresti dei composti letali?- gli chiedo.
-Beh diciamo che sono furbi: mi legano ad una sedia come questa, ma in laboratorio, e io non devo fare nulla, il mio compito è quello di suggerire quello che devono fare. Quando finiscono di preparare il composto fanno dei test su di me per vedere se li ho presi in giro. Diciamo che non mi converrebbe suggerirgli qualcosa di letale- ma è una cosa a dir poco disumana
Devo nascondere le mie emozioni davanti a lui, sono io che devo analizzare lui, non lui me.
-Capisco, un metodo ortodosso ma efficace. Non mi hai ancora risposto però, perché volevi uccidere qualcuno?-
-Come le dicevo io sono un genio in chimica e andavo bene in qualsiasi materia scientifica. Un bel giorno a lezione quella stronza della mia compagna Cheryl si presenta con una scollatura vertiginosa e il professore le mette un voto più alto del mio. Non l'ho presa molto bene.-
-Eri arrabbiato con Cheryl?-
-Cos, no! Ero furioso per il professore, Cheryl poteva venire a scuola anche mezza nuda ma è compito dei professori non essere corrotti. Volevo ucciderlo, ha toccato il mio orgoglio e non potevo fare nulla, a meno che non l'avessi fatto fuori. Al momento della lezione ho usato le mie capacità per dare fuoco all'aula, tutti sono riusciti a scappare tranne il professore, perché io lo tenevo fermo con la testa fra le fiamme- raccapricciante.
Sento bussare alla porta e mi parte un battito, era inaspettato.
-A-avanti!- dico ansiosa. Entra Fox e a mala pena passa dalla porta per via della sua stazza.
-Dottoressa ha finito la sua seduta? Devo riportare il paziente in camera sua- è veramente molto gentile.
-Credo di sì,- mi volto verso John -Bene ragazzo, per oggi la chiudiamo qua, ricorda che se hai bisogno di parlarmi d'urgenza puoi sempre chiedere a qualsiasi infermiere di farti venire qui.-
-Arrivederci Doyle, spero di rivederla presto.- mi sorride con fare affettuoso come farebbe un qualsiasi ragazzo Avevo mentito quando gli ho detto che non era un bravo attore.
-Bene dottoressa, lo porto via e poi verrò qua per farle compagnia fino alla fine del suo turno, è il mio lavoro. Torno subito.- Ringrazio Fox e lui porta via John.
Sono di nuovo sola e inizio a fare il rapporto della seduta scrivendo qualcosa sulla cartella del paziente. Voglio sbrigarmi così da avere meno lavoro possibile per oggi, sono abbastanza basita per la seduta.
Spazietto dell'autrice:
Allora spero che questa seduta sia di vostro gradimento, ancora è presto per passare all'azione, il libro è solo all'inizio! Fatemi sapere nei commenti che ne pensate e se volete lasciate una stellina! Al solito segnalatemi nei commenti se trovate degli errori e li correggerò! Buona lettura popolo di wattpad! ^^
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