giorno 4. (giovedì nel silenzio)
Caro diario,
ci sono momenti in cui la mia infinita parlantina si estingue e io mi ritrovo a pensare a come sarebbe la mia vita se io non aprissi più la bocca. Odio il silenzio. Per me è come un vuoto incolmabile e spaventoso che non ho la più pallida idea di come riempire, ma ci sono momenti in cui mi ritrovo a pensare a come sarebbe la mia vita se io non avessi più bisogno delle parole per farmi capire. Sarebbe una situazione assurda, deve ancora arrivare la persona capace di riempire i miei silenzi e renderli meno spaventosi.
Mi sto chiudendo sempre di più nelle mie riflessioni quando vorrei un modo per smettere di pensare, ma masochisticamente penso sempre di più. La mia testa si riempie e non si svuota mai. L'ispirazione è un lampo che mi illumina la mente da parte a parte, ma come una meteora, si distrugge prima che io possa averla scritta. Mi sembra quasi di vederlo girare, il mio cervello, mentre mi guardo allo specchio.
Ed ecco un' altra cosa di cui ho paura: il mio riflesso. Quando ero una bambina avevo coperto lo specchio con dei fogli di carta per non incontrare MAI il mio riflesso. Accettare me stessa è stato difficile, è tutt'ora una sfida che mi si ripropone ogni giorno e che io con forza affronto. Ho tanti amici, tante persone che mi vogliono bene e gente sempre pronta ad aiutarmi e allora perché spesso mi sento così sola e incompresa?
Queste persone hanno imparato a volermi bene così come sono e allora perché ho così paura che ci sia qualcuno pronto a pugnalarmi alle spalle?
Non sono pronta a perdere ciò che ho conquistato in questi anni. Non sono pronta a ritornare quella bambina sperduta e alla deriva che pendeva dalle labbra delle sue compagne e piangeva per un nonnulla. Io sono una ragazza che da del filo da torcere, che sprizza sicurezza da tutti i pori, che vive fregandosene del giudizio degli altri e che ha sempre una buona parola per tutti, giudice del mondo, adolescente ribelle e studentessa brillante queste sono le cose che chiunque potrebbe dire di me quando io vorrei finalmente mostrarmi fragile e vorrei qualcuno che raccogliesse i miei cocci senza che io debba raccogliere sempre i suoi.
Sono una di quelle persone che tenta sempre di prendere tutto con filosofia, facendoci una risata e parlandoci scherzosamente quando quello che vorrei fare è stare zitta per ore a crogiolarmi nella mia disperazione ingiustificata e nei miei pensieri più assurdi nell'attesa e nella speranza che qualcuno arrivi a consolarmi.
Ma i ruoli sono quelli invertiti. Io non posso permettermi di mostrarmi debole perché se voglio diventare qualcuno che conta davvero devo essere spietata e sicura di non crollare di fronte al primo ostacolo. Io abbraccio, consolo, aiuto o almeno cerco di aiutare gli altri perché so che per me non ci sarà nessuno di davvero sincero pronto ad aiutarmi e a me va bene così.
Adesso sembro una di quelle depresse ragazzine tumblr che inizia a dire che si è stufata perché resistere non serve a nulla e la vita fa schifo, ma io dico l'esatto opposto. Quello a cui volevo arrivare è che, nonostante la vita sia piena di difficoltà vale la pena continuare a viverla perché ogni giorno sarà sempre una sorpresa e non sai mai quando arriverà il tuo momento, quel momento in cui qualcuno consolerà te, qualcuno che ascolterà i tuoi sproloqui e ti aiuterà ad alzarti quando sarai a terra.
Ho passato due pagine di diario a lamentarmi del fatto che nella mia vita sono io che faccio da spalla agli altri ma non ho nessuno e invece mi ritrovo alla fine di questa terza pagina a dire l'esatto opposto, perché forse la mia forza sta nel far sentire meglio gli altri, nell'aiutare con i miei consigli i miei amici e nel mostrarmi sempre disponibile. Gli altri hanno fiducia in me ed è questa la mia forza.
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