Cap. XX
«Okay, troietta sociopatica, non azzardarti mai più a lanciare in giro i miei amici e il mio ragazzo!» esclamai, arrabbiata
«Oppure cosa farai, ragazzina?» domandò
Sbuffai, evidentemente mi sottovalutava. «Ti taglierò la testa senza riguardi.» risposi, alzando la lama dell'arma trovata nella casa.
La creatura si accigliò. «Dove l'hai trovata?» chiese, soffiando come un gatto.
«In una normalissima casa. Perché cara figura inquietante? Hai paura?» risposi, con un ghigno
«Io sono una divinità immortale!» sentenziò «Non provo paura! E un'arma dei mortali non mi affliggerà alcun danno!»
«C'è solo un modo per scoprirlo, non trovi?» chiesi, poi mi abbattei sul tentacolo più vicino, tagliando la punta di netto. Un fiotto di schifo grigio schizzò dalla ferita e la creatura urlò, più probabilmente di rabbia e stupore che di dolore.
«Illusa! Sciocca!» urlò, agitando i tentacoli cercando di colpirmi «Morirai!»
Schivai e colpì un tentacolo vacante. «Probabilmente, ma non oggi.» risposi. I tentacoli mi volavano attorno, alcuni non li riuscivo a parare e mi lasciavano dei graffi che bruciavano e sanguinavano. Un tentacolo mi colpì e mi fece cadere. La mia arma mi scivolò dalla mano e volò a pochi metri da me.
"Bè, sono nella merda." fu il mio primo pensiero. Sentì il rumore di qualcosa che cadeva al mio fianco e vidi lo specchio a forma di rosa. "Oh, ottimo, anche lo specchio sull'Inferno si mette ora! Sempre meglio la giornata."
«Cosa c'è ragazzina, hai paura?» chiese ridendo. Ovviamente, visto che sono una persona molto coerente e logica, allungai il braccio e raccolsi lo specchio da terra. Mentre un tentacolo mi cadeva addosso ad alta velocità aprì lo specchietto per proteggermi, non sapendo neanche come mi fosse venuto in mente. Pensai che probabilmente sarei morta seduta stante, ma il tentacolo colpì il vetro e rimbalzò.
«Cosa diamine hai fatto, stupida umana?!» urlò di rabbia la creatura, mentre dallo specchio iniziava a fuoriuscire un fascio di luce. Sinceramente non ne avevo idea, ma non mi sembrava che la cosa stesse influendo negativamente dalla mia parte. L'ombra arretrò, calandosi con un urlo all'interno del suo baratro inquietante. Mi aspettavo di vedere la luce diminuire e scemare, lasciandoci da soli in quel posto, invece continuò ad aumentare fino a che non vidi solo quella.
«Ragazzi?!» chiamai i miei compagni, cercandoli con lo sguardo. L'unica cosa che riuscì a vedere fu l'arena che mi riappariva intorno, senza il baratro o le crepe. Nel nostro mondo. Poi il dolore delle ferite iniziò a propagarsi e io svenni.
~Angolo Autrice~
Guess what? Questo era l'ultimo capitolo. Ora che vi ho distrutto la vita cosí, sappiate che faró un sequel. Tra un po' di tempo. Tra tanto tempo. Tipo dopo Natale. Quindi, alla prossima! Un bacio 😘
Ps: Auguri
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