Cap. XVII

Camminammo ancora un paio di giorni prima di scorgere la collina su cui da noi si ergeva il Campo Mezzosangue.
Era ancora abbastanza lontana, ma riuscivamo a vederla.

«Quello lí é il Campo?» aveva chiesto Camilla, aguzzando lo sguardo

«Sí!» esclamó Cole, felice

Per un'altra giornata camminammo, piú velocemente e determinatamente.
Quando arrivammo ai piedi del colle eravamo sfiniti

«Finalmente!» ansimó Nico, appoggiandosi all'ex pino Talia

La visione del Campo ci lasció a bocca aperta. Davanti a noi la Casa Grande aveva una fiancata bruciata, l'edera che la ricopriva era morta. Il padiglione era a pezzi, le colonne erano tutte o cadute o semi distrutte.

«Di immortales...» sussurrai, andando verso le Capanne.

«Cos'é successo?» chiese Cole, alle mie spalle

«Ci deve essere stato un incendio, qualcosa» rispose Camilla, in un sussurro sconvolto.
Mi avvicinai alla Cabina 1 e spalancai la porta. L'inquietante statua di Zeus era a metá, il busto per terra e i piedi ancora attaccati al piedistallo. I letti erano rovesciati. Sul muro le foto di Jason erano strappate e sul pavimento. Un muro era completamente nero, incenerito.

"Non pensavo il marmo potesse prendere fuoco..."  pensai.
Uno specchio era a terra, frantumato in mille pezzi, le schegge sparse per la sala.
Sotto l'unico letto in piedi c'era un borsone.Lo aprí, rivelando all'interno vestiti e  libri. Mi accigliai.
Quella roba era mia!
Chiusi la borsa e la rimisi dov'era.  Appoggiai una mano a terra per alzarmi ed uscí.
Cole, Camilla e Nico erano nelle loro Cabine. Entrai nella Cabina 14, quella di Ecate, e trovai Cole che si guardava intorno.

«Tutto a posto?» chiesi

«Questo posto é stata la mia casa da quando ho sei anni... Ora é tutto a pezzi.» mi rispose «Mio padre sapeva chi é davvero mia madre, e per sicurezza mi portó qui subito, tutte le estati.»

«Posso capire.» gli risposi

«Puoi?»

«Sono una fangirl. Con il cuore sono qui da quando ho dieci anni.» spiegai «É brutto vederlo ridotto cosí. L'ho sempre immaginato gioioso e pieno di vita, qui é... Triste.»

«Cosa credi che sia successo?» mi domandó, sedendosi su una sedia non distrutta

«Non lo so. C'é un qualche tipo di fuoco capace si fare questo?» chiesi

Un velo cupo gli cadde sugli occhi:«Non dovrebbe.»
Io rabbrividí.

«Be', questa é un'altra dimensione, non é detto che possa succedere anche nel nostro mondo.» dissi, cercando di confortarlo

«Speriamo di no.» fece. Lentamente si alzó e mi si avvicinó.

«Grazie.» disse

«Per cosa?» domandai, confusa

«Per cercare di aiutarmi.»

«Ah, davvero non ringraziarmi...» stavo dicendo, ma lui si era avvicinato e aveva premuto le labbra sulle mie.

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